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tempesta6

Controllo temperatura ed acciaio 316l? direi di si


517 messaggi in questa discussione

Comunque mi è passato in mente di prendere un misuratore di temperatura laser e puntarlo sulla coil...può essere affidabile?

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1 ora fa, Alberto92 ha scritto:

Credo che questo sia uno dei thread più interessanti che abbia mai letto!!

Concordo anch'io, ringrazio e prendo appunti :whistle:

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Purtroppo,, sono molto imprecisi sballano anche di cento e passa gradi

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Rieccomi dopo un'ottima cenetta in famiglia, solo per suggerire in amicizia di andare per gradi sul TC con l'acciaio senza prendere per oro colato certe finezze che ho esposto io e che magari possono generare dubbi e insicurezze.

Già il fatto di passare al TC con SS316L Zivipf su un'umile Pico a firmware standard è un bel passaggio rispetto al variwatt che frigge il liquido a temperature di fumo, poi magari la ricerca si può spostare su box più raffinate, custom firmware ArcticFox, miscele di liquidi più calibrate per bagnare bene la coil, serraggio dei fili, tank TC-friendly e altro.

Mi è piaciuta molto l'osservazione di @Nicolasan che prende in considerazione anche i depositi di liquido caramellizzato sulla coil perché evidenzia quanto complesso sia il sistema complessivo. Le proprietà del sistema, i suoi parametri complessivi, evolvono con l'uso, per un buon TC è secondo me importante ripristinare frequentemente le condizioni iniziali caratterizzate da parametri ideali: coil pulita e ben irrorata, cotone pulito e non stanco, liquido fluido, misurazione della resistenza corretta e affidabile.

TC, TCR, TFR hanno senso solo quando i parametri sopra sono affidabili.

Per tornare IT, il mio prossimo passaggio nella ricerca aromatica con l'acciaio riguarderà la struttura della coil e ho due progetti in cantiere:

1) più spire possibili senza imbrunire il cotone, per ora sono a 6 e conto di incrementare per gradi fino a 9-10 ma su tank con airflow non circolare, tipo il kayfun prime, dove il foro del deck è oblungo. Purtroppo il Prime non brilla per aroma ma c'è sempre il Troya con i suoi due bei forellini, peccato per il deck postless che non sembra consentirmi coil troppo sviluppate in lunghezza. Sono tentato dall'ultimo ION v2 a questo proposito... e magari qualche amico del forum può suggerire un tank affidabile a questo scopo con due o tre fori allineati (vi prego, non il Berserker RDA, manco con le preghiere ci si tira fuori un po' di aroma).

2) filo d'acciaio appiattito a martellate. Un filo con superficie appiattita dovrebbe garantire una maggior superficie di vaporizzazione e quindi più aroma. Procedura un tantino scomoda, lo ammetto, ma sono settimane che mi immagino sudato in garage a martellare il filo, direi una sublimazione della rigenerazione :-)

Una mia considerazione sulla tipologia di atom: ogni volta che provo l'acciaio in BF resto un po' perplesso. Sembra che i tank lo gestiscano meglio a livello aromatico, l'acciaio è nervoso, si scalda subito in quanto conduttore efficiente, e tende a far casino nei miei atom BF, sia a livello di aroma che di scoppiettio del liquido. I tank invece amalgamano, trattengono, rimescolano, e in qualche maniera mettono al guinzaglio il nervosismo dell'acciaio, le camere migliori sembrano quelle piccole con camino e drip tip bello lungo. Che ne pensate?

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Inviato (modificato)

@Babonzi

Mi ha incuriosito la tua rigenerazione del Dvarw 22 mm. Tornato a casa l'ho replicata pari pari. Nel frattempo ho aggiornato anche Arcticfox su tutte le box. 

Quindi ho fatto 6 spire su punta da 2 mm di SS316L 0.32 mm (Zivipf). Questa volta non ho stretto molto le viti ma il necessario affinché il filo rimanesse saldo. Non uso la tronchesina per tagliare le eccedenze, questo mi permette di vedere se il filo è ben saldo. Caricato l'US Independence della Blendfeel, veramente notevole. Vapore che sembra quasi una crema vellutata. :ok

A dire il vero non avevo mai provato il Dvarw in TC. Con il tuo spunto ho ritrovato un altro atomizzatore, quasi addomesticato.

19 minuti fa, Babonzi ha scritto:

magari qualche amico del forum può suggerire un tank affidabile a questo scopo con due o tre fori allineati (vi prego, non il Berserker RDA, manco con le preghiere ci si tira fuori un po' di aroma).

Siren V2 da 24 mm. L'ho usato diverse volte in TC e non ha fatto una piega.

 

19 minuti fa, Babonzi ha scritto:

Che ne pensate?

Il Nife48 è meno reattivo rispetto all'acciaio. Molto lineare nell'erogazione. Provato sia con TFR e sia in TCR ho avuto ottimi risultati, con diversi circuiti.

Modificato da Marc3D

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Mi fa piacere @Marc3D e mi lusinghi troppo, non ho inventato niente perché il baffo di cotone a S è un classico sul Dvarw. Al punto che c'è anche chi taglia il cotone angolato per far aderire meglio le estremità alle pareti della camera. Io non sono così precisino ;-) e me lo godo con un taglio del cotone alla buona, che funziona bene lo stesso. Una curiosità che magari avrai notato è che con i baffi ad S il vapore tende ad essere cremosino (a me risulta così anche con i tabacchi scuri) mentre con i baffi a ventaglione sui fori in asse con la coil il vapore tende ad essere più secco. Secondo me è un gran tank, nel mio ci sguazza principalmente del black cavendish LT ma anche il kentucky viene fuori da paura, magari un tantino meno legnoso e più cioccolatoso senza però eccedere.

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Inviato (modificato)

@Babonzi

Ottima conferma sul vapore. Direi che con un bel tabacco aromatizzato alla frutta o alle creme sia perfetto. Non ho tagliato i baffi in maniera angolata poiché, complici le alte temperature, avrei rischiato di sovralimentare la coil.

27 minuti fa, Babonzi ha scritto:

Una curiosità che magari avrai notato è che con i baffi ad S il vapore tende ad essere cremosino (a me risulta così anche con i tabacchi scuri) mentre con i baffi a ventaglione sui fori in asse con la coil il vapore tende ad essere più secco.

Credo sia un fattore influenzato dal fatto che la forma ad esse riempia la camera di vaporizzazione con più aria, maggiori turbolenze e quindi una vaporosità più morbida. Il cotone a ventaglio forma una cupola che incanala in maniera più diretta il vapore nel camino. Quindi una restituzione più secca ed immediata. Sono mie supposizioni, poiché di trattati in merito non ve ne sono. Mi baso su un metodo totalmente empirico. :D

Con Kentucky e Latakia preferisco la cotonatura dei baffi a ventaglio.

Modificato da Marc3D

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Posso capire il titanio, ma se non si fa il dryburn grossi problemi non ce ne sono. Posso capire il nichel per chi è allergico, ma per chi non lo è grossi problemi non ce ne sono. Chi invece abita in una grande città ha dei grossi problemi per l'aria che respira.

Ora, considerando che è sempre valido il mantra che dice " È inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta", l'acciaio "migliore" come TC precision è il 430, a seguire il 304 (ora se volete controllare su Steam-engine gli acciai 904-321- 317L mi fate una cortesia, a memoria avevano valori prossimi al ss304 ) e poi il 316L. La differenza non è eccessiva, però c'è. 

 

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Se non erro Mape il 317 è un pelo meno preciso del 316, come hai detto tu il migliore è il 430, ma non l'ho mai provato.
Ritornando nel pieno della discussione (che son felice sia stata recepita positivamente da molti) le questioni da analizzare sono le seguenti:
1)Il cotone inizia ad imbrunirsi a 230 gradi, il test a secco lo dimostra. Da quello che mi dite , io spesso trovo il cotone "brunastro" semplicemente perchè la coil sporca influisce con il corretto controllo della temperatura, e quindi raggiunge temperature maggiori di quella impostata? Può essere ma con i miei liquidi sintetici non noto strani wattaggi regolati, anche perchè basandomi sull'heath flux so a quanto deve andare una coil per non far entrare il TP.
2)Molti dei miei amici utilizzano il TC vero e proprio, ossia wattaggi alti e ci pensa il circuito a stare sulla temperatura. Anche se l'ho sempre considerata un'arma a doppio taglio: se una coil non è perfettamente fredda il circuito è in grado di spararti un sacco di watt che distruggono la resistenza, magari mandandola in hot leg.
3)Ora sto provando (ed ammetto di aver fatto fatica) per tutta la sera a svapare con TP a 210 gradi, nella mia attuale configurazione riesco a mantenermi più o meno in quella soglia a 9-10 watt (massimo) contro i 13/14 consigliati da steam engine seguendo la strada dell'heath flux, poi entra il TP prepotente. Sto utilizzando
Il berserker con 7 spire di acciaio 316l 0,30 mm su punta da 2,5. L'alimentazione è corretta e la svapata mi soddisfa di meno rispetto ai canonici 10-15 gradi di svapo a cui ero abituato. Adesso proverò a rimanere nei limiti dei 210 gradi, se il cotone rimane intonso dopo averlo lavato sotto il rubinetto la vostra tesi è corretta: ossia nonostante la TP inserita le incrostazioni inficiano sulla corretta lettetura della resistenza, ed il cotone si brucia. Ciò dimostra due risultati
-In primo luogo il TC per quanto sia preciso ha grossi limiti dovuti alle incrostazioni, infatti dopo un paio di ml di tabacchi organici la box sembra impazzire
-In secondo luogo il VW è tremendamente dannoso, perchè cuoce e ricuoce il liquido ed il caramello sulla resistenza ad alte temperature con annessa vaporizzazione del cotone (che sicuramente è combusto).

Uno dei fenomeni in atto nel mondo dello svapo è risaputo essere lo svapo in MTL, io stesso ne sono promotore ed utilizzo fori da 0,8mm ed 1 mm senza problemi perchè ho le natiche parate dal tc.
Non avete mai letto dello svapo lento? Con fori da 0,8 mm? Svapate lente , poca aria, tabacchi organici? Chissà che temperature raggiungono le coil.
Ed anche sul capitolo tabacchi organici io ho molti dubbi su di essi.
Un abbraccio

 

EDIT: vorrei anche una delucidazione in merito all'introduzione dell'acqua nelle basi. Se non ho capito male, facciamo un esempio:
Io svapo con basi 50 /50 con esse raggiungo i 210 con 10 watt.
Se aggiungo un 10% di base raggiungo i 210 gradi con es. 12 watt? Ci guadagno in wattaggio e miglior appagamento corretto?

Grazie

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Taggo uno dei massimi esperti in tc per aver un suo parere. Sarebbe interessante se leggesse l'intera discussione quando ha tempo.

@BuilderCo

Modificato da tempesta6
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@tempesta6

Hai provato altri atomizzatori, oltre al Berserker, sul circuito dicodes? 

 

Modificato da Marc3D

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Ciao a tutti, prometto di leggere con attenzione tutta la discussione ma oggi vi lascio lo scritto più interessante che sia mai stato scritto su fb in lingua italiana a parer mio.

È di un collega e non mio, e credo non si offenda per la divulgazione.

Vi chiedo per cortesia di leggerlo con estrema attenzione perché vengono confermati con prove scientifiche punti deboli e punti di forza delle leghe che si utilizzano normalmente.

‼️Tossicità dei resistori, rischio correlato e strategie per eliminare il rischio‼️

Con il consenso di Isaac Breakill Grillo vi propongo un bel copia e incolla di un suo post che definisco “prezioso” e che tutti dovrebbero leggere, non solo gli addetti ai lavori:

”Buongiorno a tutti, sono stato taggato ormai in diverse occasioni su post riguardanti la SANA preoccupazione in merito ai metalli presenti nelle leghe resistive, la tossicità relativa e il rischio legato alla pratica del dryburn.

ho pensato a lungo se rispondere a riguardo, ma lo scrupolo del mio conflitto di interessi a riguardo mi ha frenato. 

Il secondo motivo, è legato alla complessità e lunghezza della risposta che ne deriva, e dell'argomento che non può certo essere esaurito in quattro righe o un esperimento improvvisato. 

Oggi quindi ne parlerò non come ‘Breakill’ ma come Isaac Grillo, Dottore in scienze ambientali e tecnico chimico agro-alimentare.

il Fulcro dei miei studi è sempre stato lo studio dei fattori di rischio per la salute, umana e ambientale, siano essi chimici, fisici o biologici. 

Gli strumenti messi a mia disposizione per analizzare un FATTORE DI RISCHIO come quello di cui sopra non si riducono alla semplice chimica analitica, ma richiedono una conoscenza della chimica-fisica (ovvero chimica termodinamica) di ciò che avviene nelle leghe, ma sopratutto richiede la capacità di VALUTARE SCIENTIFICAMENTE L’ENTITA’ DI UN DETERMINATO RISCHIO  

NB: i termini “pericolo” “”rischio” e “danno” non verranno usati a caso, ma secondo lo specifico significato della letteratura scientifica 

(UNI EN ISO 12100-1; art. 2, lettera s, D.Lgs. 81/08)

RISCHIO= probabilità che avvenga un pericolo x danno derivante da esso

già da questa definizione si intuisce che il fattore di rischio più elevato, è legato alla provenienza del filo di origine, la cui probabilità che provenga da produzioni non deputate all’utilizzo come resistori per sigaretta elettronica è estremamente elevata

qual’è invece la probabilità che il riscaldamento del filo costituisca un pericolo?

analizziamo per semplicità le tre leghe più note, trascurando NI200 e Ti per la già nota pericolosità

KA1 lega di Ferro Cromo ed Alluminio, dalla elevata resistività specifica e stabilità alle alte temperature (punto di fusione 1400 °C)

la sua tossicità è legata prevalentemente alla presenza di alluminio, ma è perlopiù legata ai processi di produzione piuttosto che non all’impiego come resistore. ha una durezza superiore alle sue alternative SS e NiCr , che lo rendono più fragile e suscettibile a degradazione.

la caratteristica colorazione rossastra che deriva dalla (purtroppo) alta reattività con l’ossigeno della lega, è legata all’ossidazione ed idratazione del ferro presente allo stato di ossidazione Fe(3) formando letteralmente ruggine (fe2o3)

tuttavia, la tossicità legata a questo ione, è pressoché nulla (vale anche per la famosa acqua rossa del lavandino che si forma nelle tubazioni rimaste ferme a lungo, nel caso aveste dubbi)

per cui il valore del rischio è estremamente basso, perché anche se la probabilità che si formi ossido ferrico (III) è elevata, il danno derivante è pressoché nullo.

tuttavia la sua scarsa stabilità fisica lo rende poco adeguato alla produzione di una coil complessa, che durerebbe molto meno rispetto alle altre leghe

SS 316L

una lega contenente carbonio, ma più importante il Cromo, che funge da agente passivante, formando uno strato esterno protettivo e che rende la lega estremamente resistente alla corrosione.

Anche l’acciaio ha una temperatura di fusione elevata, intorno ai 1400°C 

tuttavia, la lega tra i 600 e gli 800° si trasforma da austenica a ferritica (ASTM A-967 - Standard specification for chemical passivation treatments of stainless steel parts) Il suo decadimento è più rapido e permanente per gli acciai 304 rispetto ai 316, ed è comunque legato ad esposizione a tale temperatura per circa un ora!!!

è in assoluto il materiale più stabile e meno reattivo SE NON SOTTOPOSTO A VARIAZIONI DRASTICHE DI TEMPERATURA

il fattore di rischio principale infatti non è legato alle sue proprietà chimiche, bensì alle sue proprietà fisiche che rappresentano contemporaneamente un pregio ed un difetto nell’impiego come resistore:

l’acciaio ha il coefficiente di dilatazione termica più elevato tra i tre esposti, questo lo rende estremamente fragile una volta riscaldato oltre i 400°C e l'integrità strutturale del filo viene meno, il rischio, per quanto basso, è legato al microparticolato formatosi a causa del continuo dilatarsi e restringersi del filo (con un microscopio è possibile analizzare personalmente tale processo).

(questo il motivo per cui viene impiegato per le padelle, e no per le resistenze dei forni NDR)

l’utilizzo come coil diventa eccellente e impareggiabile in totale assenza di preriscaldamento e dryburn, mentre estremamente DELICATO se utilizzato come coil complessa.

Nichrothal 80 o NICHEL CROMO

la sua caratteristica principale è la estrema stabilità alle alte temperature ed alla corrosione, la stabilità rimane costante fino al punto di fusione di 1400°C.

il basso coefficiente di dilatazione (motivo per cui non varia resistività con la T, come invece l’acciaio), ne conserva l’integrità strutturale anche dopo notevoli variazioni di T.

il riscaldamento iniziale (preattivazione) dato al resistore diventa fondamentale in quanto ricopre lo strato esterno della coil di monossido di cromo (CrO), termodinamicamente stabile, molto poco reattivo con l’ossigeno, e protegge il resistore dalla degradazione.

la sua tossicità, a dispetto del nome che richiama due metalli pesanti, è talmente bassa da essere stato utilizzato in passato anche per protesi dentarie, e tuttora come elemento riscaldante in forni alimentari e a microonde.

il fattore di rischio residuo è legato alla presenza di HOTSPOT, punti caldi dove si raggiunge la temperatura critica, e che se ignorati e svapati liberamente possono raggiungere la T critica di fusione della lega, per raggiungere l’emissione di ioni Cr-2 e Ni+2 tuttavia si dovrebbe raggiungere la temperatura di ebollizione che è di 2913°C!!!!!

(le condizioni normali di vaporizzazione raggiungono raramente i 300°C NDR)

inoltre si ricorda che lo stato di ossidazione che rende il cromo bioccumulabile e biotossico è il cosiddetto esavalente, ovvero nello stato di ossidazione Cr+6 

il nichel, se a livello alimentare e per contatto rappresenta un fattore di rischio non indifferente, sopratutto in osggetti ipersensibili, è tossico per inalazione nelle sue forme legate 

solfuro di Nichel e 

nichel tetracarbonile.

in mancanza di disponibilità di ioni S-2 e (co)-2 (monossido di carbonio), come avviene nei vaporizzatori questi composti non si formano

diverso è ciò che avviene in una fonderia dove si forma appunto monossido di carbonio, e quindi tetracarbonile di Nichel o nei motori delle auto, dove possono essere presenti impurità di zolfo dovuti a carburanti poco raffinati.

il fattore di rischio quindi è legato totalmente alla purezza del materiale, e all'assenza di impurità che possono portare alla formazione dei composti di cui sopra.

Analizzare il rischio derivante dal dryburn richiede altrettante righe, ancora più complicate, ma se avete piacere, sarò felice di approfondire la ricerca a riguardo ed analizzare altrettanto approfonditamente la questione.”

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Inviato (modificato)

Ottimo, ho letto tutta la discussione e credo proprio che il mio copiaincolla risponda a tutti i dubbi ad eccezione di quelli sul nife48.

Purtroppo le info reperibili su tale lega sono piuttosto scarse, sono abbastanza sicuro per esperienza diretta che si tratti di una lega abbastanza stabile e resistente agli shock termici dati dalla preattivazione, rassicurato anche dal fatto che il brevetto del nife30 sia da attribuire a Dicodes.

Lavorando nel settore vi dico che un termometro laser non va assolutamente bene per misurare con precisiione le temperature su superfici così piccole, occorrerebbe una termocamera e pure di buona qualità (mi sono sempre ripromesso di fare un test ma poi ...)

Per quanto riguarda la qualità dei fili, il focus ricade sul trattamento superficiale (la lucidatura) che dovrebbe essere il processo più delicato e costoso della lavorazione. È durante quel processo che il filo può raccogliere impurità o deteriorarsi, un filo unto o sporco ha davvero poca importanza.

Modificato da BuilderCo

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Ooops scusate, coil a 5 spire, ho inforcato gli occhiali adesso per ricotonare ahahah

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17 minuti fa, Babonzi ha scritto:

Buongiorno a tutti, caffè sorseggiato nel silenzio di casa mentre la famiglia dorme ancora e sbirciatina al thread.

Grazie @BuilderCo, sintetizzo sul materiale oggetto del thread:

SS stabile chimicamente fino a 400 gradi (non degrada e non rilascia ioni metallici), l'ampia dilatazione favorisce il cambio di resistenza e quindi facilita il rilevamento delle temperature, quindi la precisione del TC.

I 400 gradi sono lontani se la build è fatta bene quindi un buon setup in acciaio a spire ben spaziate e irrorate dovrebbe essere abbastanza sicuro.

Ma in caso di hot spot, Cosa succede al cromo e al nickel dell'acciaio? Degrada e come tutti i metalli rilascia particolato e composti chiaramente non salubri che non cito, la letteratura è ampia.

Ecco la ragione delle mie spire ampie, come quelle che avete visto nelle foto che ho pubblicato. Ampie e ben irrorate per mantenere la temperatura del filo su valori prossimi a quelli di vaporizzazione della miscela 50/40/10 che è inferiore ai 200 gradi. Ricotonatura e lavaggio coil ogni 2-3 ml per ripristinare le condizioni iniziali del sistema. Cambio della coil dopo circa 8 ml.

Eh, sì, bisogna sbattersi un pochino.

Penso a chi usa gli atom a testine e se le tiene montate per 2 settimane. Avete mai provato a smontare una BVC dopo 20 ml?

Ho appena sciaquato il Troya che ho postato in foto ieri, trovandomi di nuovo il cotone completamente bianco e la coil lucida. Notevole.

image.jpg

image.jpg

In foto si vede così così ma la coil che vedo io è ancora lucida, non ossidata, l'acciaio sembra nuovo e probabilmente tornerà come tale con la classica spazzolatina sotto l'acqua corrente. Spero sia utile un po' a chi è interessato al tema. Ogni volta che apro i tank e controllo la coil sorrido, infatti quello della foto sono io, ho deciso di metterci la faccia sul forum ;-)

Ottima sinto-analisi, i punti deboli dell'acciaio li conoscevamo più o meno già e il web è piuttosto ricco di informazioni a riguardo.
E' un buon materiale ma ha i suoi limiti, sopporta molto male il Dry Burn, dove le temperature critiche vengono spesso superate.
In filo singolo andate tranquilli, difficilmente farete più di 1/2 dry burn, ma risulta una trappola se usato per costruire coil complesse.
Leggevo di qualcuno che lamentava il cattivo esempio di alcuni youtuber nell'arroventare la coil durante l'attivazione o il dry burn.
Quello non è un cattivo esempio, è pessimo, se fate le attivazioni in penombra vi accorgete che la coil "arrossisce" molto, ma molto prima che se foste in piena luce, quello stato è già ampiamente sufficiente per attivazione e dry burn della coil.

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10 ore fa, Babonzi ha scritto:

@Nicolasan che prende in considerazione anche i depositi di liquido caramellizzato sulla coil perché evidenzia quanto complesso sia il sistema complessivo. Le proprietà del sistema, i suoi parametri complessivi, evolvono con l'uso, per un buon TC è secondo me importante ripristinare frequentemente le condizioni iniziali caratterizzate da parametri ideali: coil pulita e ben irrorata, cotone pulito e non stanco, liquido fluido, misurazione della resistenza corretta e affidabile.

TC, TCR, TFR hanno senso solo quando i parametri sopra sono affidabili.

Per tornare IT, il mio prossimo passaggio nella ricerca aromatica con l'acciaio riguarderà la struttura della coil e ho due progetti in cantiere:

1) più spire possibili senza imbrunire il cotone, per ora sono a 6 e conto di incrementare per gradi fino a 9-10 ma su tank con airflow non circolare, tipo il kayfun prime, dove il foro del deck è oblungo. Purtroppo il Prime non brilla per aroma ma c'è sempre il Troya con i suoi due bei forellini, peccato per il deck postless che non sembra consentirmi coil troppo sviluppate in lunghezza. Sono tentato dall'ultimo ION v2 a questo proposito... e magari qualche amico del forum può suggerire un tank affidabile a questo scopo con due o tre fori allineati (vi prego, non il Berserker RDA, manco con le preghiere ci si tira fuori un po' di aroma).

2) filo d'acciaio appiattito a martellate. Un filo con superficie appiattita dovrebbe garantire una maggior superficie di vaporizzazione e quindi più aroma. Procedura un tantino scomoda, lo ammetto, ma sono settimane che mi immagino sudato in garage a martellare il filo, direi una sublimazione della rigenerazione :-)

Una mia considerazione sulla tipologia di atom: ogni volta che provo l'acciaio in BF resto un po' perplesso. Sembra che i tank lo gestiscano meglio a livello aromatico, l'acciaio è nervoso, si scalda subito in quanto conduttore efficiente, e tende a far casino nei miei atom BF, sia a livello di aroma che di scoppiettio del liquido. I tank invece amalgamano, trattengono, rimescolano, e in qualche maniera mettono al guinzaglio il nervosismo dell'acciaio, le camere migliori sembrano quelle piccole con camino e drip tip bello lungo. Che ne pensate?

@Babonzi

Riguardo al ribbon, ho qualche rocchetto in ka1, ss304 ed ss430 di zivipf.

È odioso dalla lavorare e non ho mai trovato set up che mi invogliassero ad utilizzarlo con continuità.

I miei esperimenti con sfoci sotto coil multipli risalgono ai tempi dei miei due Skyline... uno dei primi atom che proponeva ben 10 airflow differenti con cui giocare.

E fu anche il primo atom con cui iniziai a sperimentare le parallel (sino ad una quad).

Leggo che ti piace il bc LT... è da un po’ che non lo provo sullo Sky ma ricordo mi piacesse.

Peccato gli airdisk siano in peek e non in ss obbligandoti a distanza foro / coil di sicurezza!

Resto piuttosto convinto che il materiale incidi poco sulla resa aromatica mentre ci sono, senza dubbio, differenze usando 0.28 o 0.35 (0.20 e 0.25 di cui ho abusato in passato li ho invece abbandonati da tempo perché attaccati troppo velocemente dalle incrostazioni).

Riguardo al bf... ho il sospetto che la sovralimentazione sia il problema (altro aspetto che manda in tilt il tc): hai provato a ridurre drasticamente la quantità di cotone che usi nei dripper ed a dosare la squonkata con brevi pressioni ripetute ad ogni 2-3 tiri? L’ideale è cercare di mantenere una ‘giusta’ e costante alimentazione!

Non mi sono mai fatto troppi problemi riguardo lo scurimento del cotone sotto la coil... anche perché era evidente non fosse bruciato. Dopo continue richieste da parti di amici che volevano provare il tc (e che si lamentavano di questo annerimento) ho iniziato a farci più caso.

Faccio una premessa:

molto, troppo spesso si fa confusione pensando che la temperatura che ci segnalano le nostre box siano relative al vapore.

Assolutamente no: ci viene indicata la temperatura massima raggiunta (ipoteticamente... credo che abbiamo ampliamento già spiegato il perché) dal wire durante l’attivazione. Ne consegue che la temperatura finale percepita dal nostro palato sia strettamente legata alla quantità di vapore generata dal nostro puff (unita alla quantità di aria generata ed inalata dal giro d’aria del dispositivo di alimentazione in uso).

Quanto dobbiamo riscaldare una 5 spire da 0.20 girata su punta da 2 attraversata da un flusso generato da un foro singolo da 0.8mm rispetto ad una 9 spire di awg27 da 2 con un foro da 1.3mm?

La risposta mi sembra ovvia!

Siamo sicuri che la colpa di un vaping insoddisfacente (senza dimenticare che le esigenze di ogni individuo cambiano e sono influenzate da parametri spesso omessi come la concentrazione di nico usata e quanta importanza abbbia la ricerca del colpo in gola nei nostri set up) sia tutta riconducibile a quei 210 gradi segnati dal display e ritenuti ‘bassi’ e non di un set up inadeguato alle nostre esigenze?

Il calore è un aspetto piuttosto importante nella percezione degli aromi... troppo sottovalutato rispetto a campane, cotone... ed atom stesso. Ovvio che... chi utilizza basi a concentrazione di nico medio alta (5~9 mg/ml) avrà esigenze diverse da coloro che ne utilizzano meno (1~4) senza dimenticare quanto possa incidere tanto anche l’abitudine (svapo compulsivo o pochi tiri profondi ben distanziati tra loro).

Senza conoscere questi dettagli... risulta piuttosto complicato anche provare a dare dei consigli.

Ma una cosa è certa: il calore è ció che favorisce la formazione di incrostazioni che sono il nemico numero uno da combattere.

Ed al diminuire di volume di camera di vaporizzazione e flusso d’aria è preferibile abbassare ulteriormente le temperature perché la struttura ed il flusso non aiutano a ‘controllarla’.

La mia idea (e ripeto che sono tanto ignorante in materia) è:

-l’ss (provati 316 di vario genere, 304, 430, 317) va benissimo per i nostri scopi (anche in dual con awg26) ma non appena inizia a perdere la propria lucentezza diventando giallo/verdastro incomincia ad essere difficilmente controllabile in tc con incrostazioni che si ripresentano ad una velocità molto maggiore rispetto ad una coil appena girata.

- il titanio lo escluderei per forti dubbi sul materiale e per difficoltà di lavorazione

-il ni200...non ha più molto senso parlarne 

-il nife: se usato con cognizione offre prestazioni di altissimo livello e risulta molto longevo se trattato adeguatamente (molto più dei vari ss che iniziano a presentare variazioni di colore già dopo una decina di ml vaporizzati con pulizia/ricotonatura ogni 3 ml).

Il problema principale del Nife è... che ne esistono troppe varianti che generano tanta confusione!

nife30 di dicodes (resistherm tcr 320)

nife30 zivipf (tcr 520)

nife48 zivipf (tcr400)

Nife52 zivipf (tcr non dichiarato) - mai provato 

Nife di crazywire (che spesso fa casino con gli imbobinamenti)

Senza contare che trovo non ci sia una perfetta corrispondenza tra nife48 zivipf e profilo SE nifethal52 e nife30 zivipf e profilo SE nifethal70. Come ovvio che sia dato che se ricordo bene non coincide nemmeno la res/metro.

Detto questo non sottovaluterei anche un altro aspetto: cercare di non utilizzare una coil in ammollo da troppe ore.

Se carichiamo di liquido un atom che non intendiamo utilizzare subito, meglio tener chiuso il flusso del liquido e terminarlo nel corso di una giornata dopo averlo aperto.

pulire il deck prima di cotonare evitando sfregamenti metallici dopo averlo fatto

Tutti aspetti che potrebbero generare molte più polveri metalliche che inaliamo di quelle prodotte dallo sfregamento del wire prodotto da una complex!

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30 minuti fa, Nicolasan ha scritto:

 

Resto piuttosto convinto che il materiale incidi poco sulla resa aromatica mentre ci sono, senza dubbio, differenze usando 0.28 o 0.35 (0.20 e 0.25 di cui ho abusato in passato li ho invece abbandonati da tempo perché attaccati troppo velocemente dalle incrostazioni).

 

La lega nel suo stato ottimale è del tutto ininfluente sulla resa aromatica. Le rese invece cambiano molto se utilizzate in modo scorretto:
SS vari: Cala paurosamente la resa aromatica se stressata. La superficie passivata del filo stressato si crepa nel vero senso della parola, poco adatto all'utilizzo su coil complesse
Nife : molto più resistente agli stress termici e sicuramente più longevo in combinazione con il Ni80 si presta bene all'utilizzo su complex.

 

30 minuti fa, Nicolasan ha scritto:

 

Il problema principale del Nife è... che ne esistono troppe varianti che generano tanta confusione!

nife30 di dicodes (resistherm tcr 320)

nife30 zivipf (tcr 520)

nife48 zivipf (tcr400)

Nife52 zivipf (tcr non dichiarato) - mai provato 

Nife di crazywire (che spesso fa casino con gli imbobinamenti)

Senza contare che trovo non ci sia una perfetta corrispondenza tra nife48 zivipf e profilo SE nifethal52 e nife30 zivipf e profilo SE nifethal70. Come ovvio che sia dato che se ricordo bene non coincide nemmeno la res/metro.

 

Assolutamente, e penso sia uno dei motivi per cui il TC si sia diffuso a fatica. Ma lo stesso discorso vale per l'acciaio con TCR molto variabili da produttore a produttore.

Lo svapo in TC resta un modus per smanettoni purtroppo.
Evolv con il Replay ha provato a mettere una pezza ma con scarsi risultati purtroppo.

Modificato da BuilderCo

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@Nicolasan ti quoto in tutto, specialmente sulla questione del calore percepito proprio perché sto approfondendo le caratteristiche aromatiche delle mie build che infatti risultano più soddisfacenti almeno per me su campane a volume ridotto (cito Dwarw, Troya, BY KA che sono gli atom che tendo a ruotare di più) e meno su campane generose come i vari Kayfun di cui ho vari esemplari o sempre per riferimento, il Penodat.

@Rici grazie per la dritta del ribbon, niente martellate allora, saranno contenti i vicini ;-) Lo provo.

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Ma l'acciaio ud non c'e' speranza di farlo funzionare in tc?

 

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6 minuti fa, carlosamp ha scritto:

Ma l'acciaio ud non c'e' speranza di farlo funzionare in tc?

 

UD non è sicuramente tra i fili definiti di qualità, io virerei su distributori diversi

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Bel 3d.  Non posso definirmi un assiduo utilizzatore del TC, lo uso saltuariamente.. tuttavia, una prova per ogni atom la faccio sempre, su board DNA 75c utilizzando quasi sempre nife48 e nife30, con l'ss non ho mai avuto un buon rapporto, ma cercherò di riallacciarlo :)

Quindi, seguo!

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1 hour ago, carlosamp said:

Ma l'acciaio ud non c'e' speranza di farlo funzionare in tc?

 

dipende che box hai, se hai una dna ricordo che un tale, djaquith aveva fatto dei profili specifici per l'inox ud. 

ho provato la versione 3.25 con l'inox di vandy vape ed era troppo aggressivo, non so se erano tarati esclusivamente per l'ud.

prova a dare un'occhiata a questi thread:

https://www.reddit.com/r/electronic_cigarette/comments/80emz1/dna_75_and_temp_control/

https://forum.evolvapor.com/topic/65874-ss316l-help/?tab=comments#comment-891610

non ho idea se sono superati, alla fine quei profili hanno quasi 4 anni!

 

cmq questo thread è interessantissimo, seguo anche io con interesse.

ci sono cose che ancora non capisco e a volte è frustrante usare il tc, ad esempio il nife48 non sono mai riuscito a farlo funzionare bene. uso l'inox di zivipf e quello di vandyvape con la curva 316l elite di steam engine. a volte non mi funziona e ho dei cali drastici di watt, non so perché. in generale comunque più leggo sul tc e più vado in confusione hahahahaha. invidio quelli che sono anni che lo usano in scioltezza.

 

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