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  1. Lightsaber bp mods pod mod kit

    No, nessuno Jedi nascosto tra i caratteri, nessuna spada laser da brandire guidati dalla Forza… …Peccato il nome inequivocabilmente evocativo sia solo quello di una vape mod! Lighsaber non è certamente l’arma di Luke Skywalker né novità vaping del momento, ma senza ombra di dubbio è uno degli sparuti dispositivi veramente azzeccati del catalogo BP Mods, oltre ad essere attualmente una delle poche se non l’unica tube mod o più precisamente multifunctional pod mod system acquistabile ad un prezzo concorrenziale. Il responsabile dello store Tuscia Vape, al quale sono legato da una profonda amicizia oltre a pari stima, mi ha “omaggiato” per conto dell’importatore e distributore italiano ufficiale King SRL proprio di un esemplare. Questo scritto è solamente il mio modo per ringraziare della cortesia ricevuta, ma dato che il vaping kit BP Mods Lighsaber è da tempo disponibile e di esso ne è stato scritto, parlato e “filmato in ogni dove” spero comprendano che tale è la motivazione per una stesura come sempre limpida sebbene stavolta particolarmente schematica, concisa e senza fronzoli. Buona lettura! La confezione retail nella quale mi è stato consegnato brevi mano il vaping kit BP Mods Lighsaber è lo stesso identico semplice packaging che sin dai tempi della prima apparizione del marchio, coinciso con la commercializzazione dell’atomizzatore Pioneer RTA, ha da sempre racchiuso qualsiasi produzione del brand, che coincide in uno spazioso cofanetto di color arancione interrotto dal solo logo BPMods. Da tradizione attorno ad esso per le comunicazioni informative di rito avvolta una rigida fascetta in spesso cartoncino questa volta di color marrone sul quale, illuminato alle spalle come l’accecante bagliore proveniente da un boccaporto spalancato di un incrociatore stellare, impresso il nome assegnato al device; null’altro. Invece tutte le nozioni di rito necessarie ad introdurre la mercanzia al probabile acquirente comprensive di: riproduzione schematica del dispositivo racchiuso Lightsaber nelle sue varianti L (long) e S (Short), relativa indicazione della colorazione ed elencazione del contenuto accessorio del cofanetto dedicata la parte posteriore dell’anello cartonato. Oltre a ciò dichiarate le certificazioni di conformità e gli obbligatori divieti mediante la ormai conosciutissime e standardizzata iconografia, che avrei grafito essere stampati impiegando inchiostri capaci di maggior contrasto perché la scura tonalità adottata come colorazione dominante per lo sfondo rende il decifrare quando di stampato pressoché impossibile. Ovviamente sempre lì presenti le immancabili applicazioni adesive recanti il codice a barre di tipo EAN e “Scratch&Check” per la verifica in due passaggi dell’originalità del prodotto con, a complemento della sequela di quanto condensato sull’avvolgimento in cartone, i doverosi contatti del produttore del device ShenZhen Dovpo Technology Co., LTD e del modder BP Mods, ideatore del progetto, che risponde al nome o meglio presumo allo pseudonimo Bruce, simpaticamente ritratto “all’interno del marchio” con un barbuto smile dai tratti orientaleggianti. Con la solita “pulizia” che caratterizza la linearità di ogni packaging BP Mods all’interno del cartonato ordinatamente presentati il prodotto e sua dotazione che differisce leggermente a seconda della “versione” scelta: ● dispositivo Lightsaber multifunctional pod mod system, ricevuto in colorazione silver nella sua variante L (Long); ● Lightsaber Pod Tank con capienza di 5ml (preinstallato); ● drip-tip MTL con passo 510; ● drip-tip DL con passo 510; ● TMD Pro Coil con impedenza di 0,55Ω e range di attivazione compreso tra 28W e 35W (edizione L); ● TMD Mesh Coil con impedenza di 0,3Ω e range di attivazione compreso tra 30W e 40W (edizione L); ● TMD Pro Coil con impedenza di 1,05Ω e range di attivazione compreso tra 10W e 13,5W (edizione S); ● TMD Mesh Coil con impedenza di 0,8Ω e range di attivazione compreso tra 12W e 18W (edizione S); ● cavo con connettore µUSB Type-C per la ricarica dell’accumulatore; ● sacchetto di spare parts, o-rings ed altri “consumabili”; ● manuale di istruzioni in lingua italiana sottoforma di tagliando di generose dimensioni che da sempre accompagna la produzione BP Mods. ● manuale di istruzioni relativo alla serie di testine pre-made BPMods TMD Coils. Presentato a fine 2022 BP Mods Lightsaber è un vaping kit all in one estremamente curato ed interessante, a dirla tutta quasi certamente Il prodotto più riuscito fra quelli scaturiti dalla idee del designer Bruce, ovvero l’omaccione dagli occhi a mandorla che si cela dietro il marchio BP Mods, e fabbricati da Dovpo Technology nella terra della Grande Muraglia che ho avuto occasione di provare, ed arrivato in Italia grazie alla società King SRL conosciuta ai più per il suo “front store” smo-kingshop.it che, come per la totalità della produzione BP Mods, si è occupata dell’intera filiera “burocratica”: accordi commerciali, importazione e distribuzione esclusiva autorizzata nazionale. Il progetto Lightsaber ruota attorno ad una incidente e coriacea mod tubolare di tipo regulated dal colpo d’occhio elegante ed estremamente curato nei dettagli, abbellita da una sleeve cilindrica intercambiabile in metallo, che a seconda della combinazione cromatica scelta è rivestita con impiallacciatura di esotici legni di Bubinga oppure Phoebe Zhennan. Il kit Lightsaber di BP Mods è realizzato interamente in solido spazzolato oppure brunito acciaio 304 e reso disponibile in due edizioni, con esse tutto quell’immancabile corollario di accessori estetici che da sempre ha accompagnato ogni dispositivo firmato BP Mods: per Lightsaber immediatamente acquistabili serbatoi con capienza di 2ml o 5ml, adattatore con passo filettato 510 e numerose sleeves nei più disparati materiali che spaziano da legni stabilizzati a pellami, passando per texturizzato metallo martellato oppure scenografico composito resinico Juma. Da King SRL ho ricevuto il sistema pod mod multifunzionale Lightsaber in edizione L(ong), la più “prestante” della proposta BP Mods, nella variante cromatica silver il cui corpo, alto circa 120 millimetri e diametro 27mm, nei suoi quasi 150 grammi complessivi racchiude un accumulatore non sostituibile di tipo LiPo con capacità nominale massima di 2100mAh, che tramite la basilare ma efficiente elettronica a corredo è accreditata di massimi 60W. Oltre che in edizione L(ong) Lightsaber è prodotta in formato più “corto”, chiamato S ossia Small: con altezza di circa 10cm, accumulatore LiPo con 1500mAh di capacità e 40W di potenza erogabile con identiche finiture e “fornita” di identici accessori opzionali; all’utente preferire l’una all’altra secondo proprie esigenze. Indistintamente se in edizione Long oppure Small e relativi picchi di potenza, Lightsaber può operare in tre distinte modalità: VariWatt con incrementi/decrementi al decimale, VariVolt fino ad un massimo di 8,0V e variazioni sempre al decimale ed infine la modalità di erogazione ByPass per simulare il comportamento di una mod meccani ca assolutamente da evitare se in uso “testine prefatte”. Questo intervenendo sull’interfaccia utente, che personalmente ritengo non proprio ispirata, a servizio di una elettronica di controllo adottata anche nella più recente produzione BP Mods AMPBB dedicata ai serbatoi boro che ho avuto modo di maneggiare qualche mese fa; infatti anche qui come nella più recente occorrenza all’utente con innaturali contorsioni delle dita il dover interagire con elementi in posizione diametralmente opposti: minuscolo display monocromatico e “coppia di pulsanti” per la variazione dei valori da “un lato”, pulsante di erogazione e porta microUSB per la sola ricarica degli accumulatori con correnti in ingresso di massimi 5V/2A “dall’altro”. Ritengo, molto più “pratico” oltre che scenograficamente più impattante, l’ottimale sarebbe stato creare un pulsante di erogazione posizionato alla “base del dispositivo”, a mo’ di tubo meccanico tanto per capirci. Per il comparto vaporizzatore approntato al “vertice” di Lightsaber un “vano magnetico standardizzato” con i suoi 2 PoGo Pins flottanti utili al trasferimento dei segnali elettrici alla coil ed il “solito” anello mobile per regolazione sufficientemente precisa del contrasto del tiro, insomma nulla di nuovo sotto il sole. Qui, come ormai pratica comune, va connesso Lightsaber Pod Tank, un accattivante serbatoio in PCTG di grado alimentare adornato da un anello metallico che rimosso scopre la necessaria asola per il refill con il suo fido tappino in silicone ed al cui interno, dal basso, innestare la headcoil premade di proprio gradimento scelta nella gamma TMD Coils messa a disposizione da BP Mods oppure, merito della completa compatibilità, una presa dal catalogo Voopoo PnP Headcoils serie CM, TM o TR oppure Vaporesso GTX Coils di impedenza inferiore a 0,8Ω. Delle TMD Coils attualmente acquistali con Lightsaber edizione L(ong) ne vengono fornite solamente 2 esemplari ed addirittura entrambi, inesplicabile scelta spero esclusivamente dettata dall’equazione “maggiore batteria, maggiore potenza”, utili al solo svapo di “polmone” come se tutto e tutti mostrassero sviscerato interesse per tale stile di fruizione, proprio l’opposto della vocazione che ritengo essere più indicata per BP Mods LightSaber: un device votato più allo svapo di guancia che al resto, quindi una campionatura ad “alta impedenza” sarebbe stata forse opzione più gradita oltre che intelligente vista la rarità e l’esiguo numero di opportunità offerte dalla nativa serie TMD Coil, la cui conseguenza è il costringere papabile acquirente ad ulteriore immediato esborso. TMD Pro Coil 0,55Ω e TMD Mesh Coil 0,3Ω incluse nella confezione di Lightsaber edizione L rappresentano, o meglio dovrebbero rappresentare, la migliore soluzione per fare esprimere il vaping kit di BP Mods al massimo delle sue possibilità, la prima incentrata su comparto resistivo single wire mentre la seconda, lo si intuisce dal nome affibbiatole, dotata di vaporizzatore di tipo mesh. Purtroppo per loro e per Bruce & Co. confusionarie ed affaticate già agli inizi, capaci solamente di amalgamare dopo risibili millilitri vaporizzati, così si sono dimostrate le TMD Coil avute in esame incluse con Lightsaber edizione L; Pro Coil 0,55Ω maggiormente definita ma sempre sul limite di andare in secca, come se la wick assorbente sia stata utilizzata in quantità eccessiva e quindi non capace di veicolare l’e-liquid verso l’avvolgimento resistivo con sufficiente velocità, e Mesh Coil 0,3Ω “impastata” all’inverosimile già dopo un paio di attivazioni e dotata di emivita non superiore a 20ml vaporizzati: per me bocciate senza possibilità di appello, escludendo inoltre dal computo la grande quantità di energia necessaria a farle “funzionare” che, per ovvie ragioni, un singolo accumulatore con capacità di 2100mAh non è in grado di garantire nell'arco dell'intera giornata. Meno male la totale compatibilità con PnP Coils Voopoo a rendere giustizia ad un prodotto valido che merita di farsi notare, con esse la trasfigurazione da risibile offerta commerciale a stiloso must have per gli amanti delle vaping solutions tubolari. Consiglio per una efficace campagna marketing: affiancare all’acquisto di BP Mods Lightsaber una bella confezione di “testine” targate Voopoo! Il cliente apprezzerà. Poco ma sicuro! Ringrazio King SRL e Tuscia Vape per avermi concesso l’opportunità di provare il vaping kit BP Mods Lightsaber e successivamente di poterne scrivere senza censura. Colgo l’occasione per segnalare che nel caso se ne voglia entrare in possesso è sufficiente procedere all’acquisto di BP Mods Lightsaber presso lo store online smo-kingshop.it che lo propone, assieme ai relativi accessori opzionali, nelle edizioni L(long) e S(hort) in entrambe le colorazioni silver e gunmetal a partire da €49,90. Lightsaber SHORT Kit Completo 1500mAh BP Mods | Smo-KingShop.it Lightsaber LONG Kit Completo 2100mAh BP Mods | Smo-KingShop.it Saluto ringraziando doverosamente svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori, per lo spazio e visibilità che mi è concessa ancora una volta ed altrettanto ringrazio tutti Voi pazienti Utenti e lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive preziose critiche e/o mai ignorati graditi consigli. Grazie.
  2. Joyetech eroll slim

    Joyetech è uno dei marchi che ha fatto la storia del vaping le cui radici affondano nel lontano 2008, uno di quelli con le cui idee come “i 5 click per accendere/spegnere” o l’adozione dei connettori 510, oppure suoi dispositivi ogni vaper un po’ navigato ha avuto occasione di imbattersi. Chi non ricorda le “batterie” eGo oppure la serializzazione eVic? Ma il glorioso passato da solo non basta per mantenere viva la soglia di interesse ed infatti negli ultimi anni Joyetech ha visto la sua popolarità scemare forse a causa di scelte industriali non ben accolte dalla platea, o magari perché semplicisticamente fossilizzatasi su produzioni fin troppo elementari ed innegabilmente identiche al catalogo di più agguerriti concorrenti le quali hanno suscitato poco o nullo accoglimento. Fortunatamente sembra che in Joyetech abbiano capito che necessaria fosse una vera boccata d’aria fresca per riportare in auge lo storico brand; questo alito di nuovo vigore si è materializzato in eRoll Slim, il primissimo dispositivo antesignano della nuova categoria “anti-Kiwi” ad arrivare cronologicamente nei negozi. Un apripista che sin dal giorno della sua commercializzazione ha iniziato a macinare vendite su vendite senza necessità di costose campagne promozionali. Per capire i motivi dietro al successo dell’entry level eRoll Slim targato Joyetech ho chiesto cortesemente allo store online Sourcemore.com di poterne maneggiare un campione. Buona lettura. Accogliendo la mia richiesta lo store online Sourcemore.com mi ha inviato un esemplare del vaping kit Joyetech eRoll Slim, ma in una più femminile che maschile colorazione Gold confezionato nella sua edizione predisposta per l’immissione sui mercati extra-europei, che per nulla differisce dalla controparte che da qualche tempo circola in grande spolvero all’interno di tutti i negozi nostrani. Quello scelto per eRoll Slim è indubbiamente un packaging scenografico, che non manca di farsi notare tra la moltitudine di confezioni omologate per stile e tipologia, di un interessante coriaceo cartonato dal lembo sollevabile in rigida plastica opaca a fare da “coperchio” che, oltre a permettere una fugace visione di buona parte del contenuto, lo mantiene saldamente in posizione al riparo da accidentali “movimentazioni” dovute allo stoccaggio. Completano quanto pensato per la presentazione del prodotto stampe luce rifrangenti per la denominazione del vaping kit ed il motto pensato per esso: un beneaugurante “Recraft your vaping life”. Sulle restanti superfici utili, questa volta su una sorta di simulato prezioso drappeggio diverso e complementare per ognuna delle colorazioni previste di eRoll Slim, riportate tutte le informazioni di rito che per completezza di packaging ed obblighi normativi devo essere leggibili alla platea dei possibili acquirenti: la faccia posteriore della confezione, è come al solito dedicata all’elencazione dell’intero contenuto compreso nel particolare cofanetto assieme alle schematiche specifiche tecniche dei componenti il vaping kit. Ovviamente indicate sempre lì tutte le informazioni di contatto del produttore Joyetech (ShenZhen) Electronics Co., LTD. e la sequela di più o meno utili nozioni riportate sulle superfici minori del packaging con il tagliando adesivo recante la verifica dell’autenticità “Scratch&Check”, i codici a barre relativi al numero di serie e catalogazione meccanografica, le “marchiature normative” ed una infografica rappresentate alcune delle features del vaping kit eRoll Slim. Questo, oltre quanto già di visibile, il contenuto della confezione nella quale viene consegnato il dispositivo Joyetech eRoll Slim: ● eRoll Slim PCC (power bank); ● eRoll Slim Easy vape pen; ● eRoll Slim Cartridge con impedenza di 1,0Ω e capacità 2ml; ● drip-tip standard cilindrico con passo 510; ● drip-tip affusolato con passo 510; ● cavo con connettore µUSB Type-C per ricarica power back e vape pen; ● scheda di garanzia; ● guida utente multilingua comprensiva di italiano. Il merito di Joyetech è quello di essere stato realmente il primo produttore a volersi scontrare apertamente con il “gigante” Kiwi Vapor, il suo vaping kit eRoll Slim è stato infatti il primo concreto esempio di dispositivo dichiaratamente “cinese” ad inaugurare, allargandola, una ristrettissima cerchia che cresciuta attualmente conta 5 o massimo 6 dispositivi “inventata” da quella Kiwi campione di incassi ed impassibile allo scorrere del tempo, che nemmeno si curò dell’arrivo del commercialmente pressoché fallimentare suo quasi emulo tale Vilter Pro di Aspire risalente al “lontano 2022”. Come Kiwi anche il kit di Joyetech eRoll Slim non manca di essere chiaramente ispirato nell’aspetto come nella modalità di fruizione al riscaldatore di tabacco divenuto tra i fumatori un vero e proprio status symbol, e del quale indistintamente tutte le attuali controparti “a vapore” ne imitano le forme: una furbesca equivalenza estetica che ne ha decretato e tutt’ora alimenta un successo commerciale, il quale golosamente inizia ad essere interessante anche per attori orientali più o meno agguerriti in un fiorire di devices a volte solamente accattivanti, altre sinceramente validi e dall’indubbio potenziale. eRoll Slim di Joyetech è uno di quest’ultimi e come il progetto ispiratore Kiwi o le produzioni ad esso successive più che una comune sigaretta elettronica, intesa nella sua accezione più ampia, è un sistema di vaporizzazione composto da svariati elementi che servono proprio ad “imitare” le ben conosciute gestures proprie del riscaldatore di tabacco promosso dalla nota multinazionale del tabacco. Per simularlo, indistintamente tutti questi dispositivi hanno necessità di ricalcarne la morfologia ed ovviamente adeguarla alle esigenze di un vaporizzatore personale: una leggerissima vape pen dalla limitata autonomia energetica, un corposo power bank preferibilmente se in parte personalizzabile nel quale accoppiarla per ricaricarla, una cartuccia da riempire con il proprio e-liquid preferito e dulcis in fundo un drip-tip, o meglio un filtrino in cotone, per simulare la sensazione di tenere tra le labbra una classica bionda. Per concretizzare la propria proposta Joyetech ha puntato su materiali leggeri e contemporaneamente sufficientemente “nobili” rispetto agli standard di produzione di massa orientale riuscendo a condensare tutto il vaping kit eRoll Slim in circa complessivi 105 grammi: commistione di metallizzato policarbonato con finitura opaca all’esterno, lucido solido ABS addizionato di fibre di vetro per le superfici interne più sollecitate meccanicamente, dove risiedono incastonati sia i contatti elettrici di ricarica placcati in oro 24K che l’invisibile ma potente magnete necessario a tenerlo saldamente accoppiato alla vape pen; il tutto “impreziosito” da un lembo di gomma/pellame F.U. removibile e sostituibile per donare non solo un vezzo di personalizzazione, ma utile a proteggere il vaping kit quando interamente “assemblato”. Il quasi parallelepipedo con angoli smussati e vertici rotondeggianti, l’unico della categoria capace di restare stabilmente in posizione “eretta”, racchiude oltre ad un piccolo servo motore per il feedback aptico, con lo scopo di sottolineare “i momenti principali di utilizzo” come l’avvio della ricarica oppure l’avvenuta corretta connessione al vaporizzatore, un accumulatore LiPo con capacità di 1500mAh e la relativa elettronica di controllo che ne permette in totale sicurezza la ricarica con correnti in ingresso in massimi 5V/2A attraverso la presa microUSB Type-C posizionata nella minimale interfaccia utente racchiusa integralmente in corrispondenza “del lato più lungo”, che tra l’altro comprende una barra led di 5 elementi ed un soft-touch button capacitativo per tenere traccia con “un solo tocco” del livello di energia residua disponibile e dello stato delle operazioni di ricarica quando collegato ad un caricabatterie. Lega di alluminio verniciata per anodizzazione dello stesso identico colore del power back è il materiale scelto per definire il corpo della eRoll Slim Easy vape pen che ovviamente rappresenta il centro nevralgico della soluzione proposta da Joyetech. eRoll Slim Easy è il classico vaporizzatore cilindrico che non molto si discosta dalla moltitudine che ormai è presente negli scaffali di numerosi negozi specializzati e come essi è acquistabile anche al di fuori del kit omonimo; sul cui involucro sono esclusivamente presenti i soli contatti necessari all’accoppiamento con il power bank oltre che le necessarie ed imprescindibili informazioni di branding. In eRoll Slim Easy non manca nemmeno una risicata elementare interfaccia utente, attraverso la quale un ulteriore minimale circuito di controllo la fa vibrare quando connessa al power bank ed assicura costante alimentazione al comparto vaporizzatore di massimi 13W con una “attivazione al tiro” dalla ottima risposta. Mentre la fonte energetica utile a vaporizzare ben oltre 2ml di e-liquid è garantita da un accumulatore LiPo con capacità di 480mAh: tale riserva energetica è rimpinguabile con correnti in ingresso di 5V/1A collegando un qualsiasi caricabatterie alla base di eRoll Slim Easy, lì è ricavata la necessaria porta microUSB di tipo C contornata da un simpatico anello luminoso che ne monitora sia lo stato di ricarica che la quantità di energia residua immagazzinata utilizzabile. Il vaporizzatore di Joyetech eRoll Slim è la “classica” cartuccia pod ricaricabile apicale ad uso esclusivo da gettare quando esausta, in cui la parte riscaldante mesh coil con impedenza di 1,0Ω è indissolubilmente legata al serbatoio di capienza 2ml fabbricato in PCTG; ossia il più classico e sicuro dei polimeri plastici fatti per restare a contatto con “alimenti”. Riguardo le restanti particolarità non è che la la cartuccia di Joyetech abbia il merito “di aver reinventato la ruota”, difatti come per similari vaporizzatori a pod forniti a corredo di altri dispositivi omologhi è pensata per fruire al meglio di e-liquid costruiti con formulazione standard 50PG/50VG da caricare attraverso il solito tappino in silicone. Non manca nemmeno il drip-tip intercambiabile in POM con passo 510 perfetto per modulare parzialmente “il tiro”: con profilo cilindrico oppure svasato per soddisfare tutte le necessità, ma se ancora alla ricerca del feeling da sigaretta “analogica” possibile preferire l’opzione in cotone acquistabile separatamente in confezione da 20 pezzi e capace di imitare “per consistenza” in tutto e per tutto quello all’apice di ogni bionda. Nel caso questo non fosse ancora sufficiente perché non fruttare un qualsiasi drip-tip di terze parti anche per il solo scopo di dare quel tocco personale in più all’intero vaping kit? Solo eRoll Slim lo permette. Nonostante “standardizzato” ciò che sorprende del vaporizzatore Joyetech è la sua neutralità, una restituzione aromatica né tendente al secco tantomeno al dolce, insomma perfettamente bilanciata che oserei definire tale da far percepire la coralità della ricetta senza interpretazioni; capace di rendere giustizia sia a preparazioni a base di tabacchi tanto quando a soluzioni in cui frutta oppure proposte cremose sono il fulcro della preparazione, e tutte ne fuoriescono “umide” al punto giusto per regalare interessante corpo ad ogni “svapata”. Sorvolando un prezzo di ingresso decisamente concorrenziale è senza ombra di dubbio questo il piatto forte di Joyetech eRoll Slim che probabilmente ne sta decretando un così interessante volume di vendite, il quale inoltre non manca di farsi notare anche per una spiccata propensione all’hit specialmente se abbinato ad un drip tip “esterno MTL” dall’apertura con diametro di 3 massimo 3,5mm, ovviamente nei limiti che ogni mesh intrinsecamente si “porta dietro”. Infine come non enfatizzare uno straordinario "tiro veramente MTL puro sangue"? Semplicemente perfetto! Ringrazio lo store online Sourcemore.com per l’invio dell’interessante vaping kit Joyetech eRoll Slim, che al momento della pubblicazione di questo breve articolo ne sta promovendo l’acquisto sul suo marketplace in una delle 5 colorazioni al costo di $19,29, che all’attuale cambio corrispondono a meno di €18,00 al netto di promozioni in corso. Sourcemore.com - Joyetech eRoll Slim Kit 480mAh with PCC Box 1500mAh Saluto ringraziando doverosamente svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori, per lo spazio e visibilità che mi è concessa ancora una volta ed altrettanto ringrazio tutti Voi pazienti Utenti e lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive preziose critiche e/o mai ignorati graditi consigli. Grazie.
  3. Ottimo, spero che tu ne abbia presi più di uno! Guai a restare nuovamente senza!
  4. @PlayerOne chiama questo negozio passando per andare al lavoro ho chiesto la disponibilità e mi hanno confermato di averne.
  5. Anyx pro & solo

    Anyx è una giovane e dinamica azienda nata da poco più di un anno focalizzata principalmente su un modello di business fortemente “user driven”, ovvero largamente influenzato da suggerimenti, consigli se non specifiche richieste che arrivano tanto dal mondo consumer quanto da semplici utenti, ed interamente slegato dalle comuni logiche produttive “asiatiche”, tanto da poter commissionare di volta in volta la realizzazione dei propri progetti alla “factory” che meglio ne assicura la produzione. Forte di numerosi esclusivi brevetti Anyx si è fatta conoscere in brevissimo tempo sia in Asia, dove la prestigiosa testata giornalistica Vape HK ha annoverato uno tra i suoi dispositivi nella “Top10 best vapes for beginners in 2023”, che nel Nord America diventando in men che non si dica best seller tra gli stores di prossimità. Una vecchia e stimata conoscenza è entrata a far parte da poco tempo del team Anyx ed alla prima occasione utile ha avuto da cortesia di inviarmi i due prodotti più interessanti del brand con relativa selezione di consumabili: gli stessi con i quali Anyx vorrebbe bissare il successo ottenuto anche nel Vecchio Continente partendo proprio dal Belpaese, che a detta delle loro previsioni sembra essere in questo momento il mercato con maggior fermento se non il più florido per accoglierli. Questo mio succinto e spicciolo scritto dedicato a Anyx Pro e Anyx Solo, due very budget entry level devices ovvero gli anelli di congiunzione tra disposables e tradizionali vaporizzatori personali, è l’unico modo e quanto di meglio possa fare per sdebitarmi della cortesia ricevuta. Buona lettura. Il mio contatto mi ha spedito i due vaping kits Pro e Solo racchiusi nelle rispettive confezioni retail, ognuna di esse in rappresentanza degli altrettanti packaging predisposti a seconda delle aree di distribuzione: Anyx Pro nella sua edizione standard/global ed Anyx Solo nell’involucro realizzato per la commercializzazione in area TPD. Sia esso il rigido single side sliding sleeved box di Anyx Pro oppure il più banale cardbox box di Anyx Solo in sottile cartoncino, identica è l’impronta stilistica scelta come motivo decorativo di entrambe le confezioni: un classicheggiante sfondo interamente bianco sul quale stratificati il logo “a X”di Anyx assieme alla riproduzione in scala del dispositivo racchiuso in ognuno dei pacchetti. Completano quanto in mostra nella faccia principale di entrambi i cartonati il marchio Anyx e la denominazione del prodotto; inoltre nel caso delle versioni TPD buona parte della superficie è occupata dall’obbligatorio avviso relativo alla pericolosità delle proprietà psicotrope della nicotina. Come ormai abituati a conoscere l’intera faccia opposta delle due confezioni è deputata a svolgere compiti prettamente informativi, difatti su di essa impresso il contenuto di ognuno dei duie pacchetti, i soliti ragguagli per un uso consapevole, informazioni di contatto di ideatore e produttore di ugnuno dei vaping kits: in questo caso a ShenZhen ANYX Technology Co., LTD il titolo di ideatore e distributore, mentre ShenZhen Eigate Technology Co., LTD è l’azienda proprietaria della linea di produzione alla quale Anyx si è rivolta per fabbricare sia Pro che Solo. Non mancano le tradizionali iconografie relative ai socials del brand, applicazione adesiva “Scratch&Check” per la verifica della loro autenticità e le “solite marchiature” normative necessarie a conseguire le improrogabili certificazioni per ammetterli alla vendita, che a seconda del dispositivo sono posizionate in modo differente sulla restante superficie utile delle due confezioni. Indistintamente e con non poca incredulità all’interno di ognuna delle confezioni si trovano: ANYX PRO ● dispositivo Anyx Pro senza cartuccia/pod; ● corto cavo per la ricarica µUSB Type-C; ● manuale di istruzioni esclusivamente in lingua inglese e francese. ANYX SOLO ● dispositivo Anyx Solo senza cartuccia/pod; ● corto cavo per la ricarica µUSB Type-C; ● manuale di istruzioni esclusivamente in lingua inglese. Con tutta la possibile schiettezza trovo difficile buttar giù due righe sulla solita vape bar in alluminio e su un ritrito incidente vape square prendendo a spunto l’abusata estetica che nulla, ad eccezione di un presunto irrisorio prezzo d’acquisto, portano rispetto alla infinita schiera di simili già da tempo commercializzati in ogni dove ed in ogni modo: perché sostanzialmente con Anyx Pro ed Anyx Solo proprio a questo ci troveremo di fronte se tali non fossero pensati, voluti e realizzati per soddisfare una particolare categoria di vapers o semplici curiosi, o meglio se progettati ed accessoriati per inaugurare una nuova tipologia di vaping devices con uno “specifico scopo”. Infatti fermandosi all’esterno, Pro altri non è che una pod-mod dal form factor di barretta dalla sezione oblunga in leggero alluminio verniciato per anodizzazione, alta poco più di 10 centimetri e con peso di poco superiore ai 30 grammi pratica e discreta; mentre Solo un appariscente ultralucido tomo tutto pepe dove i meno nobili 70 grammi di lega di zinco trovano maggior impiego da mettere sfacciatamente in mostra appesi magari al collo sempre che non si abbia timore di essere tacciati di eccessi. Ma non lo sono così anche già acquistabili concorrenti? Ciò che di Anyx Pro ed Anyx Solo stuzzica è lo scopo che si prefiggono e che, esulando da un intrinseco abbattimento dei costi di ingresso, in parte se non in toto giustifica l’assenza di un qualsivoglia vaporizzatore all’interno di entrambe le confezioni. Forse si ha l’impressione che stia “sfuggendo la mano” e con essa quel tanto di obiettività che mai guasta? Basterebbe per fugare ogni plausibile ritrosia conoscere la duale filosofia dietro Anyx Pro ed Anyx Solo? Personalmente lo credo vivamente e grazie a questo due “dispositivi come tanti altri” si sono trasformati nell’uovo di Colombo! Anyx Pro ed Anyx Solo già in fase di acquisto posso essere pratica e veloce soluzione ”usa & getta” senza sbattimenti oppure basilare vaporizzatore personale “refilllabile”: all’utente finale il compito di indirizzarsi verso l’una o l’altra soluzione preferendo le Pro Pod alle Pod Cartridges. Non male per “una prima volta della sua categoria”. Il succo Anyx è tutto qui concentrato ed interamente agghindato attorno da un comune minimo denominatore che assume a seconda delle personali inclinazioni l’aspetto dell’uno oppure dell’altro “corpo batteria” che prende il nome di Anyx MCU unit; ovviamente ognuno con i suoi distinguo. Anyx attraverso la più discreta Pro mette sul piatto 400mAh di batteria LiPo ricaricabile in circa 20 minuti con correnti ingresso di 5V/1A, pass-through vaping, puntuale attivazione automatica “al tiro”, feedback aptico e contrasto fisso ma perfettamente calibrato; a Solo, invece, dedicato un accumulatore con 800mAh di capacità, pass-through vaping, modulazione del contrasto mediante “levetta” alla base e l’ovvia attivazione automatica. La Micro Controller Unit sviluppata da Anyx Global altri non è che un chipset che con le sue routines ha il compito di gestire in toto quanto i dispositivi hanno da offrire garantendone la piena efficienza e tutte le necessarie accortezze per un uso sicuro al riparo da imprevisti malfunzionamenti, ma rispetto alla concorrenza quanto impiantato in Anyx Pro e Solo ha quel qualcosa di mai visto, ossia inedite specificità personalmente mai incontrate che “fanno una grande differenza” rispetto alle altrui proposte: per la prima volta un dispositivo “always on” privo di interfaccia utente ha la possibilità di essere bloccato, o più correttamente “essere messo in stand-by” prevenendone l’uso non voluto e come se non bastasse uno dei due capace di variare la potenza di erogazione secondo due differenti presets. Tutto senza necessità di intervenire su pulsanti! In Anyx la prima delle due peculiarità comune in Pro e Solo, attivabile con rapida successione di cinque reinserimenti della cartuccia/pod nel vano batteria la chiamano Childlock Protection, protezione anti bambino, anche se a rigor di logica e sana normale pratica tutti gli apparati per lo svapo, gli e-liquids e tutti i vari accessori dovrebbero essere conservati in punti difficilmente accessibili a tutti i “bipedi” che ancora non hanno maturato l’età della ragione, da coloro i quali dell’esplorazione del mondo attraverso il tatto ed il gusto fanno il loro principale strumento. La seconda particolarità chiamata Turbo Mode è disponibile solamente su Anyx Pro che con la semplice sequenza di 3 estrazioni/reinserimenti del vaporizzatore scelto ha la possibilità di variare la potenza applicata allo stesso passando dai minimi 7,8W a massimi 11,8W influenzando in modo chiaramente percepibile ogni “tiro”. A 7,8W si otterrà una vaporizzazione delicata e leggermente rarefatta ma ottima per il contenimento dei consumi energetici, al contrario con selezionati 11,8W l’esperienza è evidentemente “più corposa” e maggiormente ricca si sfaccettature al l’ovvio prezzo di dover ricorrere alla ricarica dell’accumulatore in tempi più rapidi. Tutti i consumabili compatibili con Anyx Pro ed Anyx Solo sono costruiti secondo la Tecnologia Sensit Coil, uno specifico brevetto posseduto da Anyx Global, che consente di ottenere con ogni vaporizzatore ottime prestazioni ed oltre 15000 “puffs” senza pregiudicare la fedeltà aromatica di ogni e-liquid. Per ottenere questo risultato Anyx ha fatto affidamento su un particolare materiale assorbente ed il relativo processo produttivo del quale non hanno voluto condividere specifiche ma solamente affermato che esso è stato perfezionato per supportare e sopportare appieno l’eccitazione da “tiro automatico”, che alla fine della fiera sta a significare tutto e niente. Oltre questo ciò che è costruito seguendo il brevetto Sensit Coil assicura totale assenza di split-back e nessun accumulo di condensa come garantite zero perdite. Il mio contatto ha usato la cortesia di inviarmi una discreta selezione di vaporizzatori installabili in Pro e Solo e tra essi una confezione di Pod Cartridges, al cui interno sono contenute ben 3 cartucce ricaricabili con capienza 2 ml il cui costo al pubblico dovrebbe attestarsi a circa $12,90. Le Anyx Pod Cartridges sono realizzate in PCTG di grado alimentare di color profondo fumèe, ma difficilmente leggibili se non bene illuminate, al cui interno è possibile riversare il proprio e-liquid preferito attraverso l’apertura tenuta ben sigillata dal tradizionale gommino in silicone e manco a dirlo il comparto vaporizzatore è appartenente alla famiglia Sensit Coil con impedenza dichiarata di 1,0Ω. Le Refillable Pod Cartridges di Anyx offrono una esperienza di svapo maggiormente indicata per liquidi di sintesi che non fa rimpiangere più blasonate produzioni, estremamente reattive dal restituito chiaro e cristallino con hit proporzionale alla formulazione dell’e-liquid impiegato. Il restante materiale che mi è stato inviato comprende una selezione di 4 confezioni di pod precaricate usa&getta pescate tra i 18 “gusti” che dovrebbero arrivare in Europa nel prossimo futuro per così trasformare Pro e Solo in vere e proprie disposables dal “costo di gestione” estremamente contenuto e di gran lunga più rispettose dell’ambiente al contrario dei “tradizionali sistemi chiusi” che impazzano da un paio d’anni. Utilizzabili con tutti i sistemi del neo produttore Il catalogo Anyx prevede una proposta suddivisa equamente tra Pro Pods, nuova produzione nata per accompagnare Anyx Pro e Solo, e Go Pods che rappresentano “la prima serie di cartucce”, nate per essere sfruttate con il primissimo dispositivo pensato da Anyx Global chiamato Anyx Go fatto per scontrarsi direttamente con le più tradizionali disposables, il quale ha avuto il merito di far diffondere il marchio nel continente asiatico. Di Anyx Go non è previsto l’arrivo in Europa perché i nuovi dispositivi Pro e Solo hanno caratteristiche superiori oltre a poter tranquillamente fruire delle “sue cartucce”. Anyx Global per le sue prefilled pods ha pensato ad una selezione di 18 tra succosi mix di frutta ed evocativi cocktalis “costruiti” con aromatizzazioni “fortemente equivalenti o quasi”, perfetti per un rinfrescante vaping estivo senza alcun dubbio adatti alla prossima calura compreso un poco credibile “gusto tabacco chimicone” che immagino farà fatica a raccogliere le simpatie della clientela italiana. Qualsiasi sia l’aromatizzazione scelta la singola confezione di pods prevaricate prevede un totale di 3 pezzi con capienza massima di 2ml ad un costo variabile tra $8,90 e $12,90; ovviamente a seconda dell’area di commercializzazione la quantità di nicotina in sali disciolta nella formulazione sarà in linea con le locali normative: in Europa saranno solamente distribuite le sole edizioni con concentrazione 2% , ovvero 20mg per millilitro. Al momento mi è impossibile fare previsioni su data di iniziale commercializzazione e presunti prezzi di vendita, ma nonostante questo “quelli di Anyx” hanno assicurato saranno concorrenziali e resi pubblici una volta terminato il processo di certificazione già “ad ottimo punto”. ANYX Pro - World's First Dual Mode Pod System With Sensit Coil – ANYX Global Ciò che per certo posso anticipare è che la vape pen Anyx Pro sarà commercializzata in quattro “tradizionali” colorazioni, mentre per l’appariscente Anyx Solo sono 8 le combinazioni cromatiche che comporranno la sua offerta; quindi a questo punto non resta altro che aspettare l’iniziale martellante campagna pubblicitaria che certamente accompagnerà il lancio dei prodotti Anyx Global, la quale sicuramente non mancherà di farsi notare in tutti gli stores di prossimità specializzati ed in quelli online. ANYX POLO – ANYX Global Saluto ringraziando il mio contatto Ms. Nical Zhang ora in forze presso Anyx Global per la cortesia che mi ha riservato inviandomi i devices che ho qui cercato brevemente di descrivere. Ed inoltre ringrazio in particolar modo svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori, per lo spazio e visibilità che mi è concessa ancora una volta ed altrettanto ringrazio tutti Voi pazienti Utenti e lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive preziose critiche e/o mai ignorati graditi consigli. Grazie.
  6. Vandy vape - pulse aio v2 kit

    Vandy Vape avrà forse fatto tesoro delle critiche od ancor più dei consigli pervenuti dalla comunità globale che hanno interessato il suo ultimo progetto forse più interessante? Fatto sta che con velocità impressionante anche per coloro abituati a sfornare dispositivi su dispositivi, ecco arrivare nei negozi la più recente incarnazione della AIO a forma di scatolina creata in collaborazione con lo youtuber ed influencer statunitense Tony B originariamente ispirata alla modaiola Billet Box di Billet Box Vapor LCC., che impassibile allo scorrere del tempo ed al susseguirsi delle mode ancora è e rimane immarcescibile fenomeno di mercato. Pulse AIO V2 col il suo “alluminio” promette soluzione definitiva alla spinosa questione della solidità strutturale che ha inflitto, od almeno in parte le precedenti iterazioni, colpa della “scellerata” decisione di adottare un fragile polimero plastico per dare forma al suo intero corpo. Oltre al metallo ci sarà qualcosa di più, oppure tutto il resto rimasto deludentemente invariato? Per scoprirlo lo store online Sourcemore.com mi ha inviato un campione della nuova All-In-One firmata Vandy Vape, tale Pulse AIO V2 da spulciare e testare per poi, come al solito, scriverne delle mie probabilmente con dovute ripetizioni. Già al primo impatto “questa signorina” mi ha fatto “storcere la bocca”… Buona lettura. Come solitamente accaduto lo store online Sourcemeore.com mi ha fatto recapitare il vaping kit Vandy Vape Pulse AIO V2 nella sua espressione formato retail che racchiude l’accessorio rigenerabile RBA forse prossimamente acquistabile anche al di fuori del kit. Vandy Vape Pulse V2 AIO arriva racchiusa in quella scenografica cardboard windowed box che non raramente il colosso orientale adotta per promuovere le produzioni di maggiore spicco e di volta in volta decorata secondo un imprecisato stile. Ora su uno sfondo blu profondo giocano il ruoto dei particolari decorativi onde sinusoidali come sprazzi di luce e trasparenze di imponenti aperture, che altro non hanno se il solo scopo di porre l’accento sull’apertura quasi fosse una particolare vetrinetta che senza indugi mette immediatamente in mostra l’intera mercanzia. Sulla faccia frontale della interessante confezione per trasparenza messo bene in risalto il piatto forte del vaping kit affiancato dal marchio del produttore Vandy Vape con la firma autografa dell’ideatore del dispositivo e mente dietro ad alcune vaping solutions di maggior successo targate proprio Vandy Vape, tale Tony B che i vapers di lungo corso da tempo hanno imparato a conoscere grazie al noto canale Youtube “The Vapor Trails”. Per la presentazione della dotazione accessoria inclusa nella confezione come sempre impiegata la faccia “posteriore” del cartonato, dove stampato l’elenco di quanto contenuto all’interno, una stringata avvertenza su corretta conservazione e la corposa lista delle main features del dispositivo Vandy Vape. Le restanti informazioni di rito imposte per normativa comprensive di “Scratch&Check” per la verifica della originalità, indicazione della colorazione, lotto di produzione, seriale ed identificativo EC-ID di catalogazione TPD con il necessario codice a barre EAN per archiviazione meccanizzata sparse sulle “fasce” perimetrali del cartonato. Tra esse non manca neppure un duplicato del logo impresso assieme alle informazioni di contatto del produttore ShenZhen Vandyvape Technology Co. LTD, così come le icone rappresentanti le obbligatorie certificazioni necessarie per l’immissione di Vandy Vape Pulse AIO V2 sui mercati globali. Questa la totalità di quanto racchiuso nella scenografica vetrinetta approntata per Vandy Vape Pulse AIO V2: ● dispositivo Pulse AIO V2 in colorazione Red la ricevuta; ● Pulse AIO V2 Tank; ● Atomizzatore rigenerabile Pulse AIO V2 RBA; ● 4 * Pulse AIO V2 RBA air-pins; ● 2 * Drip-tips; ● 3 * riduttori diametro per drip-tip; ● particolare adattatore 510; ● cacciavite Torx T5; ● bustina con guarnizioni e viti di ricambio; ● speciale nichelino per imprecisato utilizzo; ● bustina con guarnizioni e viti di ricambio; ● Tagliando QC, Warning Card e Manuale di istruzioni multilingua italiano escluso; V2 è cronologicamente la quarta e più minuta edizione di Pulse AIO che arriva nei negozi nell’arco di pochi mesi, e sembra questa volta veramente pronta a far dimenticare tutte le criticità che hanno afflitto le precedenti uscite, tutte imputabili in larghissima parte allo sconsiderato ed eccessivo uso di plastica. Per l’ultima occasione il dispositivo prodotto da Vandy Vape e disegnato, si fa per dire, dal noto Tony B fa sfoggio di materiali più “nobili” e di un design che molto si differenzia dalle tre precedenti produzioni, ma che in realtà di inedito non ha assolutamente nulla, perché a parere personale il caro youtuber con pochissima fantasia si è limitato a copiare spudoratamente quanto proposto per la prima volta agli inizi del 2023 dal best seller della categoria Exode AIO di L’Atelier e 3.14 Mods, In Pulse V2 AIO è perfino identica la disposizione delle “viti”. Inutile girarci intorno, le spicciate somiglianze sono troppo evidenti per essere ignorate e ciò non è che “sia un male”, ma lungi da poter essere catalogato come decantato innovativo progetto con design nuovo di zecca. Fortunatamente il corollario ed a gusti personali scivoloni estetici chiarificano con esattezza di Pulse AIO V2 la spiccata economicità ed un piazzamento merceologico che nulla ha che vedere con produzioni artigianali di alta gamma. L’eccessivo uso di scellerate trasparenze “da giocatolo” come a voler forzatamente mettere in mostra chissà quali roboanti caratteristiche tecniche, il decantare l’adozione di più solida imprecisata lega di alluminio, oppure l’incensare il dispositivo perché contenitore di inarrivabili soluzioni non fa che generare sguaiati sorrisi tra coloro abituati a maneggiare dispositivi dello stesso “genere” ma non di pari livello: mi spiace ma il giudizio è questo. Però, ma c’è un però, necessario è focalizzare la fascia di mercato in cui Vandy Vape con la sua Pulse AIO V2 vuole posizionarsi per in un certo qual modo apprezzarla e così, forse, le “cose” possono prendere un’altra piega; ovvero in quella fascia di prezzo compresa tra minimi €50,00 e massimi €80,00 in cui la parte del leone è sempre stata quella di Cthulhu AIO: piccola, maneggevole, leggera e stilosa, che presumo e mi auguro voglia essere effettivamente il vero target da eguagliare. Al di sotto dei delicati pannelli trasparenti accoppiati al corpo metallico con soli due magneti “dall’effetto strong”, ode al fai da te oppure all’immediato acquisto di altre soluzioni estetiche “diligentemente” offerte da Vandy Vape, come per Exode AIO l’unico grande vano predisposto per accogliere affiancati senza interruzioni sia l’accumulatore 18650 che un qualsiasi Boro Tank. Alla batteria riservata la zona “più alta” in cui secondo polarità segnalata sulla scocca innestarla tra un contatto fisso dedicato al polo positivo ed uno dalla particolare forma a vite per il polo negativo, in una soluzione già nota a modder casalinghi di Billet Box, da “movimentare per allentare oppure aumentare la presa” tutte le volte in cui necessario procedere alla sua ricarica perché Pulse AIO V2 non è dotata di un “connettore” che ne permette tale operazione in loco. Senza alcuna separazione il restante volume libero è riservato al boro tank di turno con il suo pin positivo come nelle passate iterazioni regolabile in altezza, pronto ad accogliere sia esso quello in dotazione del vaping kit Pulse AIO V2, l’originale a stelle e strisce firmato Billet Box Vapor LLC oppure uno delle decine di serbatoi di terze parti che ormai hanno invaso il mercato con infinite forme e decorazioni, differenti materiali ed altrettante imprecisate colorazioni. Logico oltre che ovvio, data la particolare assenza di qualsivoglia forma di “paratie” a separare batteria e serbatoio di e-liquid, è da prestare particolare attenzione nonché cura nella costruzione dei setup preferendo soluzioni “conservative” in grado di tenere a bada formazione di condensa e prevenire fuoriuscite causate da grossolane disattenzioni, perché far arrivare liquido al polo positivo della batteria “è un attimo”: il quale, al contrario della ben più pregiata Exode AIO presa a modello, è praticamente a filo con la “base del mod” e quindi totalmente in balia di tali spiacevoli accadimenti, che nelle peggiori delle eventualità possono causare catastrofici corto circuiti con tutte le conseguenze che ogni vaper dovrebbe ben conoscere. Per tale motivo ritengo consigliabile dedicare a Pulse AIO sempre lo stesso accumulatore, di ispezionarlo ogni qualvolta si provveda alla sua ricarica, e se necessario sostituire immediatamente sia wrap esterna che il dischetto isolatore poggiato sull’anodo di ogni cella. Completano la “dotazione” della mod Pulse AIO V2 una barretta in acciaio avvitata alla base del dispositivo che il marketing Vandy Vape accredita capace di migliorare la conduttività elettrica tra accumulatore e circuiteria di controllo a tal punto da rendere fulminea ogni attivazione, ma che nella realtà dei fatti pochissimo o nulla apporta rispetto a soluzioni “più tradizionali con cavo”, sostituibile in caso lo si desideri con una di “maggiori prestazioni” costruita in casa rimuovendo lo sportellino trasparente che la mette in bella mostra, e la board di controllo certificata IP67, ovvero a prova di infiltrazioni di polvere e resistente all’immersione di acqua dino ad 1 metro di profondità per massimi 30minuti, la cui elettronica è incentrata sulle routines proprietarie del Vandy Chip, lo stesso identico micro-controller adottato in Pulse AIO Mini di 4 mesi addietro. Il già noto Vandy Chip versione 3.0.1, che muove anche la “scheda logica” di Pulse AIO V2, oltre a fornire le canoniche routines di protezione a salvaguardia di hardware ed utente, è in grado di offrire le più comuni opzioni di erogazione: in un intervallo compresso tra 5W e 80W se in modalità VariWatt, da 0,5V a 6,0V se preferita la VariVolt, in modalità di temperatura controllata fra i 100°C e 315°C per soliti acciaio 316, Titanio e Nichel 200 per i quali possibile intervenire modificando per ognuno di essi il relativo coefficiente TCR ma che alla prova dei fatti sembra essere pensata per funzionare decentemente solamente se utilizzati wires marchio Vandy Vape, ed infine ByPass per imitare una mod meccanica ma in totale sicurezza grazie alle protezioni che il circuito fornisce. Rispetto alle altre Pulse AIOs ed al più vetusto Jackaroo Pod Kit l’elettronica di controllo di Pulse AIO V2 è stata privata della modalità di erogazione VariWatt SMART pensata per accompagnare le headcoils premade serie VCC allegate alle precedenti produzioni, la quale aveva il compito di selezionare automaticamente la potenza più consona da applicare a seconda della “testina” in uso. All’interno della confezione assieme alla mod Vandy Vape ha inserito un grazioso Rebuildable Billet Atomizer con un suo dedicato serbatoio, manco a dirlo tutto trasparente e decisamente votato al “polmoncino” ed un simpatico “adattatore 510” da impanare direttamente nel corpo mod per poterlo rigenerare. Pulse RBA è un rigenerabile di buona fattura, al contrario del serbatoio con il quale giunge che definire cheap è un eufemismo, interamente fabbricato in acciaio dedicato in larghissima parte ad e-liquid di sintesi dalla forte carica zucchina, ottimo per qualsiasi vaper, sia esso totalmente inesperto oppure rodato in altri sistemi, che per la prima volta si avvicina agli atomizzatori “ad immersione”dedicati alle Billet Box Boro Mods. Un numero risibile di “pezzi” tenuti insieme da ‘o-rings lievemente sottodimensionati compongono un Pulse RBA da mettere rapidamente in opera secondo pratica ormai comune dai tempi di Hellfire Mods Exocet RBA. Per fare ciò utilizzando quanto fornito da Vandy Vape con il suo vaping kit Pulse AIO V2 è sufficiente una volta rimosso il tank avvitare il particolare adattatore 510 alla mod, separare la base del deck dall’anello “estetico” inferiore per scoprire la parte filettata e prima di accoppiare il tutto installare l’air pin di proprio gradimento scegliendo tra i forniti 1,5mm, 2mm, 2,5mm, 3mm e 4mm. Avvolgere 5 o 6 volte del filo in Nichrome 80 sezione 0,36mm su un “tondino da 2,5mm”, questo fino alla completa acquisizione della dovuta sicurezza “per poter sperimentare”, e fissarlo ai due posts paralleli avendo cura di lasciare almeno un paio di millimetri tra coil e base del deck. Provvedere alla cotonatura lasciando i baffi lunghi ma ben pettinati. Accoppiare deck e campana senza che le fibre del cotone vadano ad impigliarsi nella zona di contatto, procedere quindi al taglio delle eccedenze partendo da circa 1,5mm dal bordo della campana. Sfoltire e disporre le restanti fibre in modo da coprire per intero “i fori laterali”. Quando acquisita maggiore manualità, per puro effetto estetico, con leggere pressioni far retrocedere all’interno della campana il cotone sporgente per ottenere identico ma più “pulito” risultato. Una volta rimosso lo RBA così rigenerato dall’adattatore, procedere a nuovamente avvitare l’anello estetico e quindi installarlo nella base del serbatoio, accoppiandolo poi con il tank in PCTG secondo orientamento imposto dallo “smacco laterale” ed infine installare il camino facendolo scorrere l’alto attraverso il foro sommitale del serbatoio stesso. Al termine di tutto ciò non resta che posizionare il tutto all’interno di Pulse AIO V2, avvitare il drip-tip ibrido di serie, od in alternativa in sua vece fare affidamento su un più tradizionale flush-nut ed un qualsiasi tip 510, oppure uno dei molteplici ibridi compatibili con Billet Box clone da acquistare in separata sede; soluzioni queste a me più congeniali in quanto per le mie preferenze reputato quello fornito da Vandy Vape totalmente inadeguato se non per un aperto direct to lung ed anche poco confortevole, riempire il serbatoio con l’e-liquid desiderato ed iniziare a svapare senza particolari controindicazioni! Vandy Vape Pulse AIO V2 vaping kit in 6 colorazione ed i sui accessori estetici sono da qualche tempo già acquistabili presso i migliori negozi di settore ed il marketplace Sourcemore.com ne promuove l’acquisto al prezzo promozionale di $ 57.29 che al cambio attuale corrispondo a circa € 53,00 inserendo in fase di checkout il codice sconto VVV2. Sourcemore.com - Vandy Vape Pulse AIO V2 Kit 80W Sourcemore.com - Vandy Vape Pulse AIO V2 Kit DIY Accessory Per gli amanti del Do It Yourself, ovvero “sei hai una stampante 3D e vuoi divertirti”, a seguire il link per il download dei progetti per poter personalizzare in autonomia la propria Pulse AIO V2: Vany Vape - PULSE AIO V2 KIT Panel DIY blueprints (Windows e Mac OS) Vany Vape - PULSE AIO V2 KIT Panel DIY blueprints Option A (Windows e Mac OS) Vany Vape - PULSE AIO V2 KIT Panel DIY blueprints Option B (Windows e Mac OS) Vany Vape - PULSE AIO V2 KIT Panel DIY blueprints Option C (Windows e Mac OS) Saluto ringraziando doverosamente svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori, per lo spazio e visibilità che mi è concessa ancora una volta ed altrettanto ringrazio tutti Voi pazienti Utenti e lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive preziose critiche e/o mai ignorati graditi consigli. Grazie.
  7. Stupisce che gli amici orientali abbiano impiegato solamente 3 anni per rendersi conto del successo e delle potenzialità commerciali di un vaping kit dal nome che di fatto ricorda uno dei frutti più succulenti originari proprio dalle terre meridionali del loro Paese natale e lì coltivato da ben 700 anni. Tre lunghi anni nei quali la “tutta italiana ma prodotta in Cina” Kiwi di Kiwi Vapor è stata, come lo è tutt’ora, l’unico vero best seller di ogni vaping store, poco importa se afflitta da innegabili criticità ma pur sempre capace di vendersi da sola senza necessità di adoperarsi in più o meno elaborate campagne pubblicitarie: il solo prodotto capace di attirare nuova utenza e fare breccia trasversalmente in un pubblico maschile quanto in quello femminile fino a divenire un vero stylish trend del vaping. Lo dimostrano statiche e dati di vendita. Meglio tardi che mai! La concorrenza, soprattutto se agguerrita, non può che far bene al mercato spingendo prodotti e produttori a costante miglioramento nell’ottica di una offerta commerciale sempre più variegata. Doric Galaxy è la versione carica dell’estro Voopoo di questa nuova categoria di vaping kits pronta a giungere tra pochissimo sui mercati, “aggeggiata” di tutto punto per scontrarsi proprio con quel colosso che quotidianamente ha il merito di introdurre platea al “vapore” ed avvicinare possibili ex fumatori ad un più salutare stile di vita. Del vaping kit Doric Galacy, Voopoo - Woody Vapes Technology Co., LTD mi ha inviato un campione con la richiesta di valutarlo e suggerire eventuali correzioni da appontare a ciò che a breve verrà commercializzato; queste le mie rapide impressioni sul un prodotto che non nego abbia enormi potenzialità. Che Voopoo Doric Galaxy vaping kit sia il primo di una lunga serie di emuli? Buona lettura. Il nuovo vaping kit Voopoo Doric Galaxy mi è stata recapitato, a meno di improvvisi stravolgimenti, nella sua definitiva forma pensata per il mercato globale che nello specifico caso differisce dalla controparte TPD solamente per “sottigliezze” all’esterno del cofanetto cardboard box scelto quale packaging dal produttore Voopoo. Per quello che per personali gusti avrei preferito essere agghindato in modo più sobrio ed elegante al fine di risultare gradevole al più elevato numero di acquirenti, è un colore grigio tenue il motivo protagonista del layout che occupa buoni 2/3 della superficie texturizzata con la restante area decorata con forme geometriche o parti di poligoni dalle sfumature violacee con, a completamento della scenografia frontale della confezione sulla quale spicca il motto “Excellent Vaping Experience, No Power Anxiety”, il logo di grandi dimensioni del produttore Voopoo, denominazione del vaping kit ed una generosa riproduzione del nuovo dispositivo Doric Galaxy impressa a rilievo con colori materici dalla finitura lucida. Come da consolidata prassi, invece, la faccia opposta del rigido packaging è interamente dedicata a contenere l’elenco di quanto fornito di primo impianto con l’acquisto del vaping kit Doric Galaxy e tutte le informazioni accessorie necessarie alla presentazione del prodotto comprensive delle legislative icone attestanti il superamento dei percorsi di certificazione, divieti di vendita ed le avvertenze per corretto uso ed adeguata conservazione. Non manca l’obbligatoria indicazione per una consapevole modalità di eventuale smaltimento sottoforma di ulteriori “disegnini” oltre alle informazioni di contatto del produttore ed ideatore del dispositivo ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. (Voopoo) e del suo European Representative tale società medicale Prolink GmbH con sede in Germania. Codice a barre EAN di catalogazione e GS-1 per il numero seriale, iconografia dedicata ad alcune main features di Voopoo Doric Galaxy e l’immancabile QR-Code per immediato accesso al mondo Voopoo, tutti insieme distribuiti sulle facce minori del cartonato ed in loro compagnia lo sticker “Scratch&Check” essenziale amico di ogni utente perchè unico strumento per verificare la genuinità di ogni acquisto. Questa la dotazione di serie inclusa nella confezione di Voopoo Doric Galaxy colorazione Silver & White: ● Doric Galxy Power Bank, con accumulatore integrato di capacità 1800mAh; ● Doric Galaxy Pen, con accumulatore integrato con capacità di 500mAh; ● Doric Galaxy Cartridge con impedenza 1,20Ω e 2ml di capienza; ● Drip-tip in POM (Delrin); ● 3 * drip-tip filtro in cotone; ● cavo per la ricarica degli accumulatori integrati e per probabile installazione di eventuali aggiornamenti firmware con connettore µUSB Type-C; ● manuale di istruzioni multilingua, italiano compreso. Diciamocelo subito, Doric Galaxy è forse il vaping kit più interessante sfornato da Voopoo nell’ultimo periodo! Lungi da me sminuire le recenti DRAG S2|X2, Doric E oppure la nuovissima Argus Pro 2, ma questo è per Voopoo un prodotto inedito a tutti gli effetti per nulla scaturito da necessità industriale di “aggiornare” il proprio catalogo, ovvero l’operazione che il colosso orientale sta portando avanti da qualche tempo. Un prodotto che entra a far parte di una ristrettissima cerchia che attualmente conta 4 o massimo 5 dispositivi, una categoria “inventata” da quella Kiwi di Kiwi Vapor della quale ho accennato nell’incipit dell’articolo, tutti alquanto somiglianti tra loro e nemmeno velatamente ispirati nell’aspetto come nella modalità di fruizione al riscaldatore di tabacco attualmente più venduto: quello prodotto da “Filippo & Moreno” ormai diventato quasi una sorta di status symbol tra i tabagisti e che ha avuto ed ha tutt’ora il merito di allontanare dalla pura combustione numerosi fumatori. Una spiccata similare estetica che ne ha decretato un successo commerciale che perdura da oltre 3 anni nonostante “fragilità intrinseche del prodotto originario” e che ha portato verso le lande del vapore numerosi nuovi adepti. Doric Galaxy di Voopoo, come la progenitrice Kiwi e le altre, più che un vaporizzatore personale di e-liquids inteso nel senso più “stretto del concetto” è un sistema di vaporizzazione composto da svariati elementi che servono proprio a “simulare” quello che “Filippo & Moreno” sono riusciti a stravedere; un sistema che per funzionare al meglio necessita della presenza di tutto “l’armamentario”: una leggerissima vape pen dalla limitata autonomia energetica, un corposo power bank nel quale accoppiarla per ricaricarla, una cartuccia da riempire con il proprio e-liquid preferito e dulcis in fundo un drip-tip, o meglio un filtrino in cotone, per simulare la sensazione di tenere tra le labbra una classica bionda. Per dare vita alla “sua kiwi” Voopoo ha scelto di avvalersi di materiali di appurata solidità e comprovata leggerezza per così conferire all’intero vaping kit un peso che approssimativamente raggiunge scarsi 100 grammi: madreperlato policarbonato opaco all’esterno e lucido all’interno con innesti cromati per il power bank dove per contrasto apposte le informazioni di branding che comprendono marchio Voopoo e denominazione del vaping kit stesso, metallizzato argenteo alluminio per definire il corpo della vape pen dove riproposte le stesse informazioni, mentre PCTG di grado alimentare preferito per dare forma alla cartuccia vaporizzatrice proprietaria. Ma prima di dedicare spazio alla corale esperienza d’uso di Voopoo Doric Galaxy, momento in cui il vaping kit esprime le sue massime potenzialità, doveroso penso sia dare una rapido sguardo ad ognuno dei suoi costituenti partendo proprio dal più “ingombrante e scenografico” di essi: il power bank. Voopoo per quella che è la riserva energetica del vaping kit Doric Galaxy ha scelto un involucro che ricorda molto da vicino il più classico dei parallelepipedi, gradevole al tatto con i suoi angoli smussati e vertici rotondeggianti, qui sono racchiusi un piccolo servo motore per il feedback aptico ed un accumulatore LiPo di capacità nominale pari a 1800mAh con differenza di potenziale massima disponibile di 4,2V accoppiato al relativo circuito di controllo probabilmente basato sull’elettronica proprietaria Gene di casa Voopoo, che ne permette la ricarica con correnti in ingresso in massimi 5V/2A attraverso la presa microUSB Type-C accessibile sul “lato superiore”. Il power bank di Doric Galaxy oltre a fornire energia all’intero vaping kit, offre la possibilità di essere sfruttato per alimentare/ricaricare un altro dispositivo dotato esclusivamente di porta microUSB Type-C in caso di estrema necessità, come ad esempio uno smartphone con carica agli sgoccioli quando improrogabile è effettuare una telefonata, ma solamente se utilizzato un cavo microUSB Type-C OTG full range maschio/maschio da acquistare in separata sede perché non incluso nella confezione. Vanno a completare quanto messo in campo dal power bank da un lato una interfaccia utente estremamente semplificata nonchè basilare piazzata in modo strategico e scenografico in corrispondenza dell’innesto cromato lucidato a specchio che occupa il suo “lato più lungo: mediante l’iterazione con 3 punti luminosi ed un soft-touch button capacitativo è possibile con un solo “tocco” tenere traccia del livello di energia residua erogabile, stato delle operazioni di ricarica quando collegato ad un caricabatterie e, sfiorando 5 volte la “zona cerchiata”, intervenire sul comportamento always on predefinito dell’accessorio forzando od interrompendo il trasferimento di energia verso la vape pen. E, all’opposto del particolare distintivo di Doric Galaxy, il vano di forma concava comune a tutte questa tipologia di dispositivi necessario per alloggiare la vape pen: qui presente l’imprescindibile trio di minuscoli contatti flottanti ai quali deputato il trasferimento dell’energia alla vape pen quando accoppiata per magnetismo al power bank ed unico possibile tallone di Achille strutturale, sulla cui solidità e resilienza alle continue sollecitazioni meccaniche è al momento impossibile preventivare longevità. In più a differenza della concorrenza, Voopoo Doric Galaxy presenta in tale zona un comodissimo accorgimento che concretamente si manifesta in una piccola rientranza da utilizzarsi quale “ripostiglio” per un drip-tip addizionale sia esso in Delrin quanto in “cotone”. La Doric Galaxy Vape Pen è il lapalissiano cuore pulsante del vaping kit, un classico vaporizzatore che non molto si discosta dalla moltitudine che ormai è presente negli scaffali di numerosi negozi specializzati, infatti Doric Galaxy Vape Pen è acquistabile anche al di fuori del kit: un tubetto in alluminio anodizzato decorato con colori che, anche se complementari, ben si differenziano dalle cromie dedicate ai power banks per un complessivo effetto visivo particolare e di sicuro effetto. Sulla leggera scocca metallica non manca la riproposizione in forma ridotta delle informazioni di brand assieme ai particolari contatti elettrici piatti necessari all’accoppiamento con il Doric Galaxy Power Bank ed un punto luminoso da intendersi come accennata interfaccia utente attraverso la quale un ulteriore circuito di controllo, quasi sicuramente basato sul chipset Gene.AI che assicura costante e stabilizzata alimentazione alla coil di 10W e 3,5V ed una “attivazione al tiro” dalla fulminea risposta, comunica all’utente l’intera operatività del dispositivo: virando dal colore verde al rosso per la carica residua, doppio flash di colore verde per l’assenza o problematiche alla cartuccia e di pari numero ma in rosso quale ultima avvisaglia di scarsità energetica prima che Doric Galaxy Vape Pen smetta di erogare. Lo stesso micro-controller che permette al vaporizzatore di rimpinguare la piccolissima batteria LiPo integrata e non sostituibile con capacità 500mAh, che “sulla carta” regala al massimo un centinaio di brevi attivazioni, di ricaricasi con sufficiente rapidità con correnti in ingresso di 5V/1A mediante il connettore microUSB Type-C posto alla sua base, trasmettere in alcune occasioni feedback aptico all’utente come nel caso di avviso per “over vaping” facendo vibrare la vape pen se si sia vaporizzato per più di 20 volte nell’arco di 10 minuti, quando installata la cartuccia oppure connessa a fonte energetica sia essa caricabatterie esterno oppure al suo improrogabile accessorio power bank, solo in questo caso è possibile continuare a “svapare” senza che il rifornimento energetico venga interrotto grazie alla funzionalità passthrough charging. Per il comparto vaporizzatore di Doric Galaxy Voopoo ha prodotto una cartuccia pod a suo uso esclusivo, in cui la parte riscaldante convive in modo indissolubile con il serbatoio di capienza 2ml realizzato in PCTG fumèe di grado alimentare e logicamente purtroppo incompatibile con il restante catalogo del colosso orientale. Racchiusa all’interno del fin troppo scuro serbatoio una coil in Kanthal A1 di tipo mesh e impedenza 1.2Ω avvolta da una stratificazione di materiale assorbente e termostabile capace di sopportare agilmente ben oltre 60ml di e-liquids con formulazione massima 70VG/30PG, anche se a personale opinione l’ottimale è in ogni caso attenersi alla standardizzata 50VG/50PG soprattutto se consuetudine è “attivare con doppiette o triplette”. Riguardo le restanti specifiche non è che la Voopoo Doric Galaxy Cartridge si discosti molto da quanto messo in campo da altri produttori per le stessa tipologia di vaporizzatori a pod forniti a corredo di dispositivi similari: piccolo gommino laterale sul quale intervenire ogni volta fosse necessario effettuare il refill e possibilità di intercambiare il drip-tip dal passo proprietario scegliendo tra uno classicheggiate dalla forma allungata in nero Delrin oppure, se ancora alla ricerca del feeling da sigaretta “analogica”, uno in cotone capace di imitare “per consistenza” in tutto e per tutto quello all’apice di ogni bionda. Ovviamente, ma sempre bene chiarire, nel caso venga preferito al Delrin il drip-tip in cotone sarà necessario cambiarlo periodicamente acquistandone in confezioni da 20 pezzi al costo presunto di circa €5,00, perché soggetto ad impregnarsi assorbendo parte del vapore prodotto, ciò con una frequenza che è direttamente proporzionale alla assiduità di utilizzo, ma che solitamente in caso di fruizione “normale” non supera la singola volta al giorno. Non nego che nonostante io sia un assiduo utilizzatore di sistemi rigenerabili votati ai tabacchi, in alcune situazioni preferisca fare uso di dispositivi che siano meno appariscenti oppure maggiormente pratici se non incuranti di eventuali strapazzamenti; nel tempo sono passato attraverso atomizzatori a testine, ultra compatte pod mods e svariate vape pen, fino ad approdare alquanto scettico a proprio quella Kiwi di Kiwi Vapor croce e delizia di molti vapers prima di me. Immarcescibile allo scorrere del tempo, alle inspiegabili ed improvvise rotture, ad assurdi cedimenti meccanici ed elettronici grazie alle particolari clausole di garanzia il surrogato in chiave vapore del riscaldatore di tabacco più famoso è riuscito a fare breccia nel mio cuore. Di Kiwi ho apprezzato e tutt’ora apprezzo la buona autonomia energetica, la sua spiccata portabilità, l’immediatezza d’uso e non da ultima una discreta fedeltà nella restituzione aromatica in coppia con i moderni distillati di tabacchi. Fin dal giorno in cui la ho messa in pista, da buon curioso ho sempre cercato ad essa una valida alternativa preferibilmente se economicamente più vantaggiosa lato consumabili. ma ahimè senza trovare qualcosa che uguagliasse il costoso vaping kit dai natali tutti italiani: ho rapidamente riposto nel cassetto o regalato ad amici Vilter Pro di Aspire perché troppo pesante col suo “strambo” sistema di ricarica, Reever di Da One dal tiro turbolento e dai consumi da fuoriserie fino ad arrivare a Zeep 2 di Puff & UD con le sue cartucce affette da muting ed altre che inutilmente non starò qui ad elencare; ogni volta con l’illusione di essere sempre di fronte al vaping kit definitivo capace di accontentare un pignolo veterano quanto educare qualsiasi neo vaper. Memore di ciò ho successivamente cercato di tenere a bada istinti di acquisto compulsivo e sopire forse mal celate aspettative fino a circa 3 mesi fa, momento in cui mi giunse la notizia di una possibile nuova soluzione proposta da Voopoo, un brand al quale come è facile intuire sono particolarmente legato. Complice l’occasione del redigere questo articolo non ho potuto esimermi dal paragonare la “mia Kiwi” alla nuova Doric Galaxy promovendola come mio esclusivo vaporizzatore quotidiano da circa 25 giorni, durante i quali non ne ho lesinato l’uso cercando di elevare al grado più alto i momenti di stress per al meglio poterne valutare pregi e difetti, punti di forza e lati deboli con tutta la dovuta imparzialità assieme ai miei fidi compagni distillati di tabacchi. Finalmente ci siamo! Un degno sostituto di Kiwi e per di più ad un prezzo che sembrerebbe essere veramente vantaggioso! Sia ben chiaro, questo non per il mio “particolare legame” con il produttore Voopoo, ma per dati ed osservazioni oggettive: Doric Galaxy è un vaping kit estremamente solido e dalla spiccata propensione all’essere “la prima sigaretta elettronica” forte di una estetica particolarmente azzeccata sia “per lui che per lei” e dimensioni compatte rispetto alla “concorrenza”. Nella sua faretra però non solo portabilità e beltate, infatti Doric Galaxy vaping kit porta in dote all’utente una resistenza strutturale da non sottovalutare; tale da sopravvivere a rovinose cadute sul manto stradale che avrebbero decretato la fine di numerosi dispositivi riportando appena un paio di scalfitture, autonomia energetica complessiva superiore alla “reginetta della categoria” sufficiente a completare un’intera giornata di assiduo utilizzo; non me ne vogliano gli amici di Voopoo ma le “100 ore di vaping” pubblicizzate vanno ben oltre le più rosee capacità di ogni hardware a meno di non inserire nel computo totale oltre ad una fruizione sporadica anche le ore notturne, in cui se non vampiri o nottambuli si sta al calduccio sotto le coperte senza svapare! Dalla sua una restituzione aromatica chiara e dettagliata nei limiti della tecnologia di vaporizzazione imposta dalla soluzione cartuccia/pod adottata con hit proporzionale alla concentrazione di nicotina disciolta nella formulazione del’e-liquid, contrasto al tiro per me forse lievemente “aperto” se utilizzato il drip-tip in POM ma accostabile alla tradizionale sigaretta con quello in cotone, che a parere personale è il vero punto di forza sul quale spingere per avvicinare nuova possibile utenza alla ricerca di una soluzione definitiva per staccarsi dal pacchetto quotidiano di bionde. Migliorabile la “leggibilità” del livello di e-liquid residuo attuabile “schiarendo” leggermente la mescola per la produzione delle Doric Galaxy Cartridges oppure, soluzione da preferire, includendo tra i consumabili anche pods interamente trasparenti; simpatica ma trascurabile a livello di focus commerciale l’opportunità di ricaricare altri dispositivi facendo uso del Doric Galaxy Power Bank. Per la perfezione manca solamente una raffinata custodia oppure uno scenografico holder dove riporla quando inutilizzata. Il vaping kit Voopoo Doric Galaxy sarà entro breve tempo distribuito presso i migliori stores online e negozi di prossimità in 4 iniziali azzeccatissime combinazioni cromatiche alle quali, presumo, se ne aggiungeranno sicuramente di altre ad un costo che al momento non mi è dato conoscere, ma che stando alle poche informazioni giunte dovrebbe attestarsi a consigliati €49,00. Ringrazio Voopoo - ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. e sua referente Ms. Rita Wu per aver avuto la graditissima possibilità di provare in anteprima il nuovo vaping kit Voopoo Doric Galaxy, del quale in caso di necessità è possibile trovare ulteriori informazioni ed approfondimenti seguendo il link che punta alla landing page ufficiale: DORIC Galaxy-VOOPOO VAPE Spark Your Life Saluto con il mio doveroso ringraziamento a svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori per lo spazio e visibilità che mi è concessa in ogni occasione, lo stesso a Voi pazienti Utenti lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive utili critiche e graditi preziosi consigli. Grazie!
  8. Voopoo argus pro 2 3.000mah 80w

    Con l’arrivo di DRAG S2 e DRAG X2 e l’introduzione della nuova piattaforma PnP X, Voopoo paventò anche un prossimo rinnovamento di buona parte del suo catalogo a supporto della nuova generazione di vaporizzatori, tutto mi aspettavo che tale operazione iniziasse così rapidamente. Argus Pro 2 è l’evoluzione della “quasi DRAG” dedicata agli sportivi, a coloro maggiormente propensi a maneggiare dispositivi dall’aspetto più aggressivo che austero nei quali non lesinano prestazioni e praticità, apparsa per la prima volta ben oltre tre anni fa ed ora nuova esponente di questa annunciata rinnovata gamma di dispositivi. Il reparto marketing di Voopoo - ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. me ne ha inviato un campione per poter al meglio presentare ciò che il nuovo prodotto ha in serbo per gli acquirenti. Buona lettura. La nuova Voopoo Argus Pro 2 mi è stata recapitata nella sua definitiva forma pensata per i mercati non facenti parte dell’area TPD e che solitamente non differisce dalla controparte “europea” se non per particolari all’esterno della stray tuck cardboard box, un rinnovato packaging con il quale il produttore Voopoo ha dedicato abbastanza recentemente a tutte le nuove uscite. Ora è il colore bianco e sue declinazioni il protagonista del nuovo layout ad occupare buoni 2/3 della superficie finemente texturizzata con la restante area decorata con motivi geometrici di volta in volta ispirati a “particolari del quotidiano”, nel caso di Argus Pro 2 scelti elementi che non poco somigliano a tracciati di circuiti elettronici riprodotti con stampe dalle tonalità del ciano. A completare la scenografia frontale della confezione a grandi dimensioni logo del produttore Voopoo, denominazione del vaping kit ed una generosa riproduzione del nuovo dispositivo Argus Pro 2 impressa in rilievo con colori materici dalla finitura lucida. Da ormai consolidata prassi, invece, anche la faccia opposta del rinnovato packaging è interamente dedicata a contenere l’elenco di quanto fornito di primo impianto e tutte le informazioni accessorie necessarie alla presentazione del prodotto comprensive delle legislative icone attestanti il superamento dei percorsi di certificazione, divieti di vendita ed avvertenze per corretto uso ed adeguata conservazione. Non mancano l’indicazione per una consapevole modalità di eventuale smaltimento oltre alle informazioni di contatto del produttore ed ideatore del dispositivo ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. (Voopoo), del suo European Representative tale società medicale Prolink GmbH con sede in Germania. Codice a barre EAN di catalogazione e GS-1 per il numero seriale, iconografia dedicata ad alcune main features di Voopoo Argus Pro 2 e l’immancabile QR-Code per immediato accesso al mondo Voopoo, tutti insieme distribuiti sulle facce minori del cartonato ed in loro compagnia lo sticker “Scratch&Check” essenziale amico di ogni utente perchè unico strumento per verificare la genuinità di ogni acquisto. Questa la dotazione di serie inclusa nella confezione integralmente sigillata da un avvolgimento translucido: ● dispositivo Argus Pro 2, campione ricevuto in colorazione Lake Blue; ● PnP X Cartridge DTL di capienza 5ml, nei territori TPD la stessa ridotta ad insufficienti 2ml; ● PnP X headcoil con impedenza 0,15Ω e range di attivazione compreso tra 60W e 80W; ● PnP X headcoil con impedenza 0,30Ω, intervallo di potenza applicabile compreso tra 32W e 40W; ● cavo per la ricarica dell’accumulatore integrato ed installazione di eventuali aggiornamenti firmware con connettore µUSB Type-C; ● card di presentazione dedicata alla nuova PnP X Super Platform; ● manuale di istruzioni multilingua, compreso italiano. Non è mistero che sia dalla prima apparizione Voopoo abbia voluto ed inteso la gamma Argus come una alternativa meno “elitaria e raffinata” della serie DRAG dalla quale, inutile ignorare l’enorme pachiderma che stazione nella stanza, eredita tutte od in buona parte le caratteristiche salienti; una cadenzata serie di dispositivi per coloro che preferiscono il casual al formale, i tratti metropolitani al design serioso. Dal marketing la serie Argus è, infatti, da sempre presentata come sinonimo di sportività ed indirizzata ad una clientela che il radicato luogo comune intende dedita costantemente ad attività outdoor, ma che in realtà probabilmente riscuote maggior successo tra gli acquirenti che preferiscono un dispositivo più spigoloso dove non lesina quell’aggressività che latita sui lidi occupati dalle “fighette” DRAGs. Per loro il nuovo vaping kit Argus Pro 2 mette sul piatto, come lo fece quasi quattro anni or sono la “vecchia Argus Pro”, linee marcatamente diritte dove la commistione di metallo e rivestimenti F.U. scandisce l’intera estetica di un dispositivo che non manca di farsi notare per l’assenza di visibili elementi di assemblaggio e per un complessivo coriaceo impatto visivo. Ora come in passato è in Argus Pro 2, come lo fu in Argus Pro del 2000, proprio tale la sapiente fusione tra soluzioni morbide al tatto e rigidi innesti in lega di zinco il punto focale del nuovo dispositivo targato Voopoo dove perfino superflue le “vecchie enormi” titolazioni che per l’occasione lasciano il campo a più discreta stampa a caldo sul pellame artificiale e quasi invisibili dettagli di branding apprezzabili solamente se debitamente illuminati. Con Argus Pro 2 perdura o meglio reinizia inoltre quel continuo interscambio di esperienze di svapo con l’intero catalogo Voopoo che vide nella PnP Platform fulcro a dettare il ritmo nel rapporto con l’utente finale al quale garantito un possibile eventuale sconfinamento in ogni ambito vaping, oggi però aggiornato alla più recente tecnologia di vaporizzazione possibile esclusivamente con la nuova PnP X Super Platform: un insieme di numerosi “innesti tecnologici brevettati” e processi produttivi interamente automatizzati che limitato a percentuali quasi nulle il margine di errore dell’intera filiera per creare un unico nuovo “ambiente” in cui simbioticamente headcoils, serbatoi, hardware ed apposite routines firmware danno vita a quell’ecosistema che secondo Voopoo è la atomizing next generation. Nuovo ecosistema ma pur sempre come in passato semplice, veloce ed immediato nel solo atto di connettere magneticamente una delle soluzioni all’essenziale vertice del corpo mod che ha nei soli contatti flottanti glu unici elementi necessari al suo funzionamento e così godere di oltre 100ml di e-liquid vaporizzabile per singola headcoils, vapore mai così sfaccettato, risposta all’attivazione da “prima della categoria” e garantita totale assenza di perdite. Al momento sono quattro le headcoils della serie PnP X Super Platform, tutte già disponibili alla vendita e ben rodate perché introdotte con DRAG X2 e DRAGS S2 alle quali ovviamente nel corso del tempo se ne aggiungeranno altre per offrire la miglior “copertura” possibile che, bene sottolinearlo, come nel caso di Argus Pro 2 allo stesso tempo gradualmente andranno ad “rimpiazzare” la totalità dell’attuale offerta PnP Platform attraverso l’introduzione di ulteriore nuovo hardware con esse solamente compatibile. Le nuove headcoils PnP X promettono prestazioni incredibili ottenute con l’adozione di una particolare intelaiatura che mantiene separate canalizzazioni per l’afflusso di aria, zona riscaldante e cavità centrale di ogni “testina” con un design brevettato a doppia “L” pensato per sfruttare al meglio le correnti di aria in ingresso e garantire tenuta stagna. Non meno importate per il raggiungimento di tali traguardi l’impiego di un materiale assorbente prodotto selezionando fibre naturali altamente termostabili ed alla loro particolare disposizione in quattro layers diversi per orientamento delle fibre, numero dei filamenti e loro stratificazione, tutto per meglio alimentare il comparto riscaldante a maglia mesh che ne sfrutta la totalità delle peculiarità ed ottimizza la vaporizzazione di ogni e-liquid tramite bilanciate zone di eccitazione ed assicura capacità di sopportate potenze superiori i 100W senza mai degradare. PnP X Cartridge DTL è il medium con il quale interfacciare Argus Pro 2 e tutti i futuri hardware con la recente famiglia di headcoils PnP X dedicato ad uno svapo decisamente “di polmone”, un nuovo serbatoio senza dubbio ispirato alla precedente generazione, sostanzialmente identico e come prassi ormai consolidata installabile magneticamente all’apice del nuovo hardware Voopoo, che come nel passato permette di alloggiare a pressione dal basso le headcoils PnP X, questa volta secondo un imposto orientamento dettato dalla “forma” della parte terminale di ogni testina per “inglobarla” interamente e “sigillare” totalmente assieme i due elementi prevenendo così perdite di liquido, garantire massima stabilità nella connessione sia magnetica che elettrica e, motivazione principale, assicurare il corretto flusso di aria verso il comparto vaporizzatore perché, altra novità introdotta con la PnP X Super Platform, tutte le headcoils PnP X sono realizzate per dare il massimo con sistemi top-airflow. Ecco quindi spiegata la presenza di quell’anello metallico che cinge la parte alta di PnP X Cartridige DTL, libero di ruotare senza interruzioni di sorta con il solo scopo di aprire, chiudere e parzializzare il flusso delle correnti di aria che entrano dalle due aperture contrapposte, percorrono dedicati canali ed arrivano nella voluta quantità alla base di ciascuna PnP X headcoil investendo alla perfezione l’area di vaporizzazione; sul solito gommino in silicone, invece, è necessario intervenire esclusivamente per le operazioni di refill. Al fine di esaltare al meglio ognuna delle peculiarità delle headcoils PnP X Voopoo ha deciso di equipaggiare Argus Pro 2 con il suo più diffuso e collaudato chipset di controllo, quel Gene.TT V2.0 che regna imperturbabile in ogni sua più recente produzione. Con routines appositamente pensate per Argus Pro 2 il microcontroller Gene.TT V2.0 è capace di spingere il nuovo dispositivo fino alla potenza massima di 80W spremendo al massimo i 3000mAh messi a disposizione dall’accumulatore LiPo integrato e non sostituibile secondo 3 distinte tipologie di erogazione: le onnipresenti SMART e RBA che non starò ancora una volta a spiegare alle quali affiancata per l’occasione la denominata TURBO, che a dirla tutta ho incontrato un paio di volte in scorse produzioni, la quale è pensata per evidenziare tutta la potenza nascosta sotto il cofano di Argus Pro 2. Se attivata la modalità TURBO l’elettronica di controllo provvederà, tramite particolari intrinseci settaggi, a fornire circa il 25% di potenza in più durante il primo secondo di erogazione per far “esplodere l’esperienza di svapo”. Le tipologie di attivazione SMART, RBA e TURBO ed un paio di basilari opzioni sono tutte agilmente “navigabili” tramite l’interfaccia utente che, manco a dirlo, ricalca in buona parte quella dell’omonimo prodotto del 2020: ritorna a delimitarla in alto l’eclettico e pratico “anello metallico” per i più svariati utilizzi, come ad esempio appendere Argus Pro 2 al collo, oppure con un moschettone stile anni ‘80 alla cintura se non addirittura al passante dei propri jeans e magari, in un eccesso di fantasia, utilizzarla come se fosse un’ingombrante portachiavi e con esso nero il grande pulsante di forma rettangolare per l’erogazione; a seguire un ampio display multicolor di 0,96” alla diagonale, il bilanciere per l’impostazione dei valori desiderati e, nascosto da un gommino che lo protegge dagli agenti esterni, il connettore micro USB di tipo C utile per la ricarica in circa 90 minuti dell’accumulatore e quando necessario da utilizzarsi per applicare eventuali aggiornamenti migliorativi al firmware di Argus Pro 2. A tutto ciò i progettisti Voopoo hanno deciso di affiancare un pratico switch, lo stesso visto all’opera ad esempio in Argus XT ed Argus MT, sul quale intervenire per rapidamente “bloccare in todo” il dispositivo ed evitare accidentali attivazioni come involontarie variazioni dei parametri impostati. Delle 4 headcoils di nuova generazione PnP X Super Platform attualmente acquistabili in confezione da 5 pezzi il vaping kit Argus Pro 2 è fornito in partenza con un campione di 2 tra esse, entrambe testate con lo stesso identico e-liquid così da poterne individuare le differenze: ancora una volta Black Haze di Iron Vaper è quello selezionato. il quale da tempo sosta tra le mie scorte perché spiccatamente dedicato a sistemi che non sono solito utilizzare. PnP X 0,15Ω, la “testina” con l’impedenza minore delle quattro, è stata la prima ad essere stata messa alla prova alimentata alla potenza di 65W suggerita automaticamente dal chipset Gene.TT V2.0 di Argus Pro 2 sia in modalità di erogazione SMART che in TURBO ed afflusso di aria interamente “aperto”. Incredibile nuvolosità e persistenza del vapore capace di saturare con pochi sbuffi l’ambiente, riproduzione estremamente aggressiva e senza tentennamenti per una restituzione cristallina e dettagliata che esalta tipologie di e-liquids “cremosi” come Black Haze riprodotto con perfetta riconoscibilità di ognuna delle sue componenti aromatiche: ho chiaramente individuato l’intelaiatura a base di biscotto wafer sulla quale stratificate in egual misura crema di nocciole lievemente tostata e la morbidezza di un eccellente cioccolato bianco; quando in TURBO Mode maggiore la presenza del tostato. PnP X 0,15Ω immagino inoltre possa dire la sua anche in combinazione con aromatizzazioni a base di frutta e ghiaccio soprattutto se spinta in TURBO Mode, purtroppo mi è impossibile confermarlo non avendo a disposizione tale tipologia di e-liquids. PnP X 0,30Ω headcoil è stata provata alimentata alla potenza di 35W, secondo suggerimento di chipset Gene.TT V2.0 ed airflow control regolato a ¾ della massima portata, sempre sia in modalità di erogazione SMART che TURBO. PnP X 0,30Ω headcoil ha la qualità di amalgamare interamente la totalità degli ingredienti di un aroma, per cui presumo essere la soluzione preferita per coloro siano alla ricerca di una restituzione globale piuttosto che una “chiara elencazione” della stratificazione di un aroma. Importante la vaporosità ma non “fuori scala” come nel caso della precedente PnP X 0,15Ω e comunque sempre di grande persistenza per una globale esperienza che esalta il coro e non il solo solista. Quando in modalità TURBO accentuata la produzione di vapore e percepibile un generale aumento della temperatura del riprodotto, per cui consiglio di limare in modo opportuno il flusso di aria verso il comparto riscaldante. Il vaping kit Voopoo Argus Pro 2 è stato ufficializzato solamente da qualche giorno ed al momento non è stata resa pubblica la data della sua distribuzione, la notizia certa è che al momento giusto sarà disponibile all’acquisto in 7 variazioni cromatiche presso tutti gli stores nazionali ed internazionali ad un costo che non molto dovrebbe discostarsi dalla cifra richiesta per dispostivi appartenenti alla stessa fascia merceologica. Ringrazio Voopoo - ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. e sua referente Ms. Rita Wu per aver avuto la graditissima possibilità di provare in anteprima il nuovo vaping kit Voopoo Argus Pro 2, del quale in caso di necessità è possibile trovare ulteriori informazioni ed approfondimenti seguendo il link che punta alla landing page ufficiale: ARGUS PRO 2-VOOPOO VAPE Spark Your Life Saluto con il mio doveroso ringraziamento a svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori per lo spazio e visibilità che mi è concessa in ogni occasione, lo stesso a Voi pazienti Utenti lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive utili critiche e graditi preziosi consigli. Grazie!
  9. Dicodes sbs18350qi (wireless charging)

    Assieme alla minuscola Dani Box Micro18500 gli amici di Dicodes mi hanno inoltre inviato un nuovo accessorio di prossima commercializzazione dedicato dalla loro più recente mod side-by-side SBS 18350QI, un’interessante addon pensato per espandere ulteriormente le sue opportunità di fruizione. SBS 510-extension 24/15 è un particolare adattatore realizzato al fine di permettere l’uso di atomizzatori “corti” in combinazione con il battery tube 18650 senza andare ad intaccare il particolare design dell’ultima SBS prodotta da Dicodes e sino a questo momento “relegati” ad essere utilizzati esclusivamente in combinazione di batterie 18500 e loro relativo battery tube opzionale. SBS 510-extension 24/15 è a tutti gli effetti una sorta di prolunga interamente realizzata in acciaio pensata per essere avvitata direttamente sulla tazza di SBS 18350QI per elevarla in altezza mantenendo inalterato il liscio design che la caratterizza; il nuovo addon ha un diametro di 24mm ed una altezza di 15mm, ecco svelata la sua particolare denominazione, ed è costruito in modo da preservare, al contrario di possibili similari artifici, il contatto positivo flottante della tazza di SBS 18350QI e, aggiungo, di tutte le altre eventuali tazze sulle quali l’utente sarà vorrà avvitarlo! SBS 510-extension 24/15 è una vera manna per coloro che come me amano degli atomizzatori le versioni “nano” oppure ne hanno nella loro collezione numerosi di “piccoli o bassi in altezza”, da sempre costretti ad appellarsi a strumenti quali introvabili e poco probabili radiatori filettati passo 510 per regalare qualche millimetro in più al proprio vaporizzatore e così farlo sposare in altezza con le restanti parti della mod SBS preferita spesso minando la complessiva estetica di una “combo”. Finalmente non più necessario armeggiare di volta in volta con il cacciavite e regolare per quanto possibile il precario pin di tali “rimedi” nella speranza di ottenere un costante contatto tra gli elementi, ciò grazie al particolare “centrale in rame-berilio” del nuovo addon totalmente flottante, libero di scorrere senza interruzione così da “ereditare e simulare” il gioco di quello sul quale avvitato e garantire la massima stabilità nella conduzione dei segnali elettrici in un “concetto” che è così difficile per me da descrivere. Gli interessati sappiano che l’addon Dicodes SBS 510-extension 24/15 sarà immesso alla vendita durante il corrente mese di Gennaio ad un costo consigliato al pubblico di € 30,00. Come al solito a seguire alcuni scatti che ritraggo alcuni atomizzatori “nano” utilizzati con SBS 18350QI “versione 18650” e SBS 510-extension 24/15.
  10. Dicodes dani micro 18500 40 w

    E’ senza ombra di dubbio diventata un piacevole tradizione, con cadenza annuale, il ricevere a pochi giorni dalle Festività un bel pacchetto con tanto di ben augurante bigliettino da parte degli amici tedeschi di DIgital COntrolled DeviceS. Quest’anno, come sempre senza preavviso, mi è stata inviata la più recente produzione Dicodes, la più piccola regulated box mod fin’ora progettata dal brand; un eccellente esercizio di stile che sembra essere stato immesso sul mercato senza tanto clamore: Dani Box Micro18500, ovvero in parte la versione rimpicciolita di Dani Box Micro del Dicembre 2021 con la quale il team teutonico introdusse il particolare “Dynamic Boost Vaping Mode” ed in parte di Dani Box Mini, la più diffusa tra le mod Dicodes. Un gradevole “evento” per il quale non smetterò mai di ringraziare e per in parte sdebitarmi ho voluto produrre questa breve presentazione dedicata proprio a quest’ultima simpatica nuova arrivata, voluta e realizzata attorno a batterie ricaricabili dall’inusuale e si spera non per molto desueto formato 18500. Buona lettura! La nuovissima Dani Box Micro18500 in colorazione Black mi è stata gentilmente inviata di tutto punto racchiusa nella tradizionale confezione in alluminio fustellato con la quale è ormai consuetudine Dicodes GmbH presentare l’intera produzione. Quel “classico” elegante e minimale cofanetto in metallo SPTE di circa 12cm per lato dalla finitura argentea opaca dove unico centrale elemento è il nome del dispositivo apposto in rilievo nello stile al quale ormai indissolubilmente legata l’intera riconoscibile produzione Dicodes e che solitamente nulla fa presumere di quanto racchiuso al suo interno ad eccezione della sola colorazione, svelata tramite l’uso di un piccolo adesivo circolare applicato ad uno dei vertici del “quadrato”. Come sempre per conoscere il contenuto del cofanetto è necessario osservare il fondo della scatolina metallica e leggere un ulteriore ma ben più evidente adesivo con riportato il nome del device al suo interno, niente di più e niente di meno! Perché, ribadendo il pensiero espresso qualche tempo fa ed in più di qualche occasione, Dicodes non ha bisogno di sgargianti orpelli per mostrare la mercanzia, chi si avvicina a tale produzione ha ben chiaro in mente cosa si appresta ad acquistare: qualità, idee, impareggiabile supporto tecnico e tutta l’esperienza che il brand tedesco infonde in ogni suo dispositivo. Questo quanto racchiuso all’interno del cofanetto SPTE: ● Dicodes Dani Box Micro18500 mod; ● campione della lunghezza di 0,5m di Dicodes Resistherm Nife30 resistance wire; ● talloncino in cartone formato business card con Qr-Code per il download e consultazione online del fondamentale manuale operativo esclusivamente prodotto in lingua inglese e tedesca certamente per comprensione non un insormontabile ostacolo, riferito all’idioma della Corona Britannica. Cara Dani Box Micro è con un pizzico di malinconia che ti annuncio non essere più la mod con le minori dimensioni mai prodotto da Dicodes, il tuo radioso regno è durato ben due anni, ma giunto è il momento di farsi da parte e lasciare lo scettro alla nuova arrivata: la minuscolta Dani Box Micro18500 che di te eredita quasi tutto, concentrandolo in ancora più succinti volumi! Come lo fu Dani Box Micro 18650 (la passata iterazione del 2021), Dani Box Micro18500 è ora “la più piccola e leggera delle Dicodes”, forse anche della maggioranza di equivalenti attualmente in commercio con batteria removibile, che giunge sui mercati in occasione delle Festività forte di tutte le addizioni e tutte le particolari soluzioni del modello precedente, ma ancora più minuta. Dani Box Micro18500 è a tutti gli effetti un grazioso gioiellino generato da estrema miniaturizzazione e dalle solide capacità che il marchio Dicodes ha sempre infuso in ogni sua produzione, che oso presumere essere destinato più ai collezionisti e dedicato ai “cultori” del marchio piuttosto che voluto per generare “grandi numeri” con la pretesa di una adozione di massa da parte della platea di vapers che fa dello svapo in temperatura controllata la sola ed unica ragion d’essere. Non senza minor difficoltà rispetto al passato in soli 73 grammi, 23mm di larghezza, circa 37mm di profondità e 61mm di altezza, gli ingegneri di Dicodes GmbH sono riusciti a condensare tutto lo spirito e la esclusiva elettronica delle più voluminose serializzazioni Dani Box, immagino obbligandoli nell’adozione di soluzioni ingegneristiche che rendono “elettronicamente” la nuova Dani Micro18500 in buona parte dissimile dalla sorella maggiore Dani Box Micro 18650 pur mantenendone intatta tutta l’ormai consolidata aura di esclusivo dispositivo di alta gamma. La nuova Dani Box Micro18500 è un evidente sforzo di miniaturizzazione oltre che di complessivo alleggerimento delle masse che ha interessato l’intero progetto, già evidente al solo semplice raffronto visivo con la già ristretta “vecchia Micro 2021”, in passato la più piccola delle Dicodes, senza intaccare l’intero inconfondibile stile ed i tratti caratteristici che da sempre rendono iconiche le Dani(s). Per raggiungere tale risultato all’esterno è stato sufficiente “limare” il corpo portante in alluminio anodizzato, oltre che per ovvi motivi reinterpretare l’interfaccia utente adottando un display di 0,49” alla diagonale posto frontalmente tra i tre pulsanti di iterazione utente/mod, mentre il “grosso” della sfida si è combattuta all’interno dovendo adeguare l’intera circuiteria di controllo al minor volume reso disponibile dalle ridotte nuove dimensioni. Grazie a questi sforzi Dicodes è riuscita a mantenere inalterato il tradizionale design che da sempre contraddistingue le sue produzioni: un corpo mod dalla conosciuta sezione a “otto” delimitato da lucidi monoblocchi in solido acciaio al cui vertice, in quell’unicum che racchiude il limitare superiore del dispositivo e tazza filettata di diametro massimo 23mm con pin autoregolante in rame - berillio (CuBe) dalla elevata conducibilità e durevolezza, inciso il noto logo Dicodes con le sue forme che ricordano un impianto industriale al culmine dell’attività produttiva ed il numero seriale univoco anch’esso scavato nel metallo seguendo le morbide forme che tracciano i contorni dell’elemento sommitale. Immutato in buonissima parte anche il blocco che delimita la zona inferiore della nuova mod Dicodes, punto di accesso al vano batteria che alloggia esclusivamente accumulatori formato 18500 e nel quale, fin dall’apparizione di “Micro 18650”, è presente una porta con connettore microUSB Type-C con il solo scopo di permettere la ricarica della cella senza necessità di rimuovere la fonte energetica dalla mod. Anzi, se proprio si vuole puntigliare è Dicodes stessa a consigliane in prima istanza l’uso da quanto si evince scorrendo il manuale d’uso, perché a tutta la procedura di rinvigorimento della batteria è deputato uno stadio attivo switch-mode indipendente ad alta efficienza capace di autoregolamentare in ogni momento le fasi della ricarica partendo da una fonte di almeno 5V/2A, il tutto può essere facilmente tenuto sotto controllo grazie alle chiare informazioni di volta in volta aggiornate in tempo reale e proiettate dal display. Ma non è tutto! Nel caso non si desideri ricaricare la 18500 tramite connessione USB Dicodes GmbH offre anche per Dani Box Micro18500 l’opportunità di effettuare tale operazione tramite “superficie di contatto” sfruttando il proprietario caricabatterie standalone Dicodes Charger-CS1, straordinario “battery doctor”, del quale accennai in occasione dello scritto dedicato a Dani SBS e l’innesto dorato visibile all’interno di un apposito foro predisposto alla base del device semplicemente appoggiando la propria Micro18500 sulla docking station secondo orientamento imposto dallo stesso inlay (inserto/guida sostituibile) già commercilizzato per Dani Box Micro “versione 18650” . Ma le similitudini con la “sorellona del 2021” non finisco qui, quasi a voler far erroneamente presupporre una certa facile riproposizione degli sforzi del passato, infatti anche in Dani Box Micro18500 osservando il “fondo” della mod spicca la mancanza delle informazioni di brandizzazione che solitamente Dicodes GmbH è solita apporre, assenza giustificata dalla ristrettezza di superficie libera disponibile, al contrario dei soli marchi communitari normativi CE e RAEE. Ma il fatto che queste non siano ben visibili non significa che siano assenti: infatti in Dicodes non hanno trascurato nemmeno questo dettaglio e risolto il problema della mancanza di superficie utile con estrema fantasia, ovvero posizionando tali dati sul tappo batteria caratterizzato da una “corsa” più breve rispetto alle controparti più incidenti direttamente a contatto con il polo negativo dell’accumulatore. Questo quanto possibile descrivere Dani Box Micro18500 dall’esterno, sovrolando l’interfaccia utente ed alle funzionalità “software” che gli acquirenti navigati del marchio ben conoscono, quel valore aggiunto che nel tempo ha portato la produzione Dicodes ai vertici della categoria temperature control vaping. Vorrei di contro porre l’attenzione sull’assenza in Dani Box Micro18500 della peculiare funzionalità che contraddistingue Dani Box Micro 18650 dalla restante gamma di dispositivi Dicodes e che erroneamente ho supposto, vista l’assonanza della nomenclatura, essere anche qui presente. Nonostante abbia tentato di scavare nei meandri dei menù di Dani Box Micro18500 ed assorto in molteplici letture del manuale di istruzioni attualmente pubblicato, mi è stato impossibile individuare ed utilizzare l’erogazione Dynamic Boost, la particolare funzionalità fin’ora disponibile nella sola Dani Box Micro “versione 18650”, che permette di applicare alla coil un boost di potenza personalizzabile in qualsiasi momento con la semplice ulteriore pressione del pulsate “+” durante il normale funzionamento del dispositivo. Dando per scontato l’essere in difetto ho contattato gli amici di DIcodes chiedendo lumi in merito che, sempre estremamente cordiali e disponibili nel dialogare, ne hanno confermato la mancanza e sua sostituziuone in favore di un più “convenzionale Repetitive Boost Mode” traslato da Dani Box Mini nella nuova “Micro18500”, perché da test effettuati il dover eseguire la gesture prevista per il boost dinamico su un dispositivo così minuto si è rivelata praticamente impossibile, anche impugnando Dani Box Micro 18500 a mo’ di flauto dolce. Preso atto di ciò, che verrà anche chiaramente indicato nella prossima definitiva revisione del manuale utente, Dani Box Micro18500 come tutte le Dani Boxes è in grado di operare secondo 5 differenti modalità interamente accessibili esclusivamente con “Exp.Mode” attiva, infatti delle 5 esperienze di erogazione per impostazione di fabbrica ne sono immediatamente fruibili solamente 2 con le restanti inizialmente nascoste: HCtrl 0 Power e HCtrl 1 TmpCtrl sono quelle che fin da subito introdurranno l’utente nel modo Dicodes. HCtrl 0 Power, la classica operatività in VariWatt con potenza selezionabile tra 5W e massimi 40W con incrementi di 0,5W per potenze fino a 30W e con variazione di 1 Watt fino alla massima potenza consentita. HCtrl 1 TmpCtrl, la modalità di erogazione in temperatura controllata, ciò che ha portato al vertice Dicodes e sue elettroniche; da utilizzare per uno svapo in ineccepibile controllo di temperatura da 120°C a 280°C con variazioni di 5°C con codificati settaggi per numerosi idonei materiali resistivi quali i comuni Acciaio 304, Acciaio 316, Acciaio 361L, Titanio, Nichel200, Nife30 Resistherm Dicodes e NiFe48 StealthVape, oppure nel caso si desideri utilizzare altri materiali possibile farlo attraverso preset “Other” nel quale immettere lo specifico valore TCR del materiale voluto. HCtrl 2 HtrProt, particolare modalità operativa nella quale la potenza applicata alla coil è periodicamente interrotta, quasi un pulsare più o meno marcato secondo selezionabili preimpostate tempistiche e correlate percentuali di potenze. Tale erogazione è descritta come utile a mantenere perfetto l’afflusso di e-liquid alla coil e grazie alle frequenti interruzioni di “corrente” mantenere in ottimo stato di salute cotone ed avvolgimento resistivo limitando il calore sprigionato. HCtrl 3 P-Boost, come intuibile più che una vera e propria differente erogazione tale modalità può essere considerata una estensione o variazione sul tema della classica VariWatt, utile in caso si abbia necessità di raggiungere in tempi brevissimi la massima eccitazione dell’avvolgimento resistivo. Se selezionata il circuito si occuperà di fornire una iniziale maggiore potenza (Power Boost) personalizzabile alla coil per un lasso di tempo regolabile secondo 10 differenti “intervalli” chiaramente descritti nel manuale d’uso che è sempre bene leggere e comprendere. HCtrl 4 ByPass, Dani Box Micro18500 si comporterà come “una meccanica” in cui tensione e corrente residue della batteria saranno direttamente inviate alla coil senza che il circuito ne controlli le operazioni, pur mantenendo attive tutte le routines di sicurezza. A seguire una serie di scatti che ritraggono Dani Box Micro18500 in coppia con alcuni dei più “piccoli” atomizzatori della mia collezione con il solo scopo di rendere chiare e visibili le sue proporzioni nel “mondo reale”, sperando inoltre di essere riuscito ad introdurre nel modo più chiaro e semplice possibile il nuovo prodotto Dicodes tramite questa brevissima infarinatura, al contrario sempre disponibile a rispondere alle vostre domande. Nel caso si fosse interessati è possibile acquistare il nuovo dispositivo Dicodes Dani Box Micro18500 già da qualche giorno presso tutti i migliori negozi di settore optando tra una delle 6 colorazioni previste ad un costo consigliato di € 249,00. Ringrazio Dicodes GmbH per la cortesia che mi è stata ancora una volta riservata, i sig.ri Ing. Georg Usai e Ing. Achim Kleinlogel per la disponibilità e pazienza dimostrata rispondendo sempre alle mie continue osservazioni e perplessità. dicodes Box Mods: Dani Box Micro18500 - dicodes-mods.com Ringrazio svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori per lo spazio e visibilità che mi è anche in questa occasione cortesemente concessa e tutti Voi pazienti Utenti lettori come sempre liberi di regalarmi costruttive critiche e/o graditi consigli. Grazie! Ah! Dimenticavo… … Buone Feste!
  11. Voopoo doric-e mtl pod pen

    A distanza di quasi un anno la “guancia” torna ad essere protagonista nel catalogo Voopoo, con lei una cerchia di utenti che da sempre sembra “relegata” ai margini della produzione del colosso orientale e di tanto in tanto assecondata con sparute apparizioni di pod-mods tascabili e, con rarissime eccezioni, da dispositivi con maggiore incisività: DRAG Q del “lontano” Maggio 2022 l’ultimo ed il più promettente tra essi. Di DRAG Q e della capostipite della serie Doric 20, la nuova proposta firmata Voopoo è sicuramente una interessantissima commistione pronta per soddisfare la bramosia degli affezionati al tiro “chiuso” oppure allettante soluzione per graditi regali da far trovare sotto l’albero. Voopoo – ShenZhen Woody Vape Technology Co., LTD mi ha inviato un campione della nuovissima Doric E da presentare in un succinto articolo infarcito con alcune personali considerazioni. Buona lettura! La nuova Voopoo Doric E mi è stata recapitata nella sua quasi definitiva forma pensata per i mercati non facenti parte dell’area TPD e che solitamente non molto si discosta dalla controparte “europea” se non per l’esterno della stray tuck cardboard box, con la quale il produttore Voopoo ha iniziato abbastanza recentemente a presentare i propri oggetti di equivalente fascia di prezzo. Per la nuova creatura Doric E predisposta una superficie suddivisa tra lucide sfumature avorio intramezzate da elementi semicircolari con proprietà luce rifrangenti ed un motivo mix di grigi e color celeste che non sono riuscito a decifrare, immagino essere un qualcosa che ricordi la cartografia nautica degli inizi del Seicento. A completare la scenografia frontale della confezione a grandi dimensioni logo del produttore Voopoo e denominazione del vaping kit, con tra le due una generosa finestra trasparente attraverso la quale intravedere proprio Doric E nella colorazione ivi racchiusa. Da ormai consolidata prassi, invece, la faccia opposta dell’essenziale packaging è interamente dedicata a contenere l’elenco di quanto fornito di primo impianto e tutte le informazioni accessorie necessarie alla presentazione del prodotto comprensive delle legislative icone attestanti il superamento dei percorsi di certificazione, divieti di vendita, avvertenze per corretto uso ed adeguata conservazione, modalità di eventuale smaltimento oltre alle informazioni di contatto del produttore ed ideatore del dispositivo ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. (Voopoo), del suo European Representative tale società medicale Prolink GmbH con sede in Germania. Codice a barre EAN di catalogazione e GS-1 per il numero seriale, iconografia dedica ad alcune ulteriori main features di Voopoo Doric E e l’immancabile QR-Code per immediato accesso al mondo Voopoo, tutti insieme distribuiti sulle facce minori del cartonato ed in loro compagnia lo sticker “Scratch&Check” essenziale amico di ogni utente perchè unico strumento per verificare la genuinità di ogni acquisto. Questa la dotazione di serie inclusa nella confezione integralmente sigillata da un avvolgimento translucido: ● dispositivo Voopoo Doric E ricevuta in colorazione Orange; ● serbatoio ITO Pod Plus con capienza 3ml, nella versione TPD al suo posto inclusa una ITO Pod Cartridge con capienza 2ml; ● ITO-M1 Headcoil di impedenza 0,7Ω, mentre integrata nella ITO Pod versione TPD un vaporizzatore mesh di identica impedenza; ● cavo per la sola ricarica dell’accumulatore integrato µUSB Type-C; ● compatto manuale di istruzioni multilingua, italiano compreso. Quando l’inaspettato è una vera piacevole sorpresa! Non solo Voopoo non sembra essersi dimenticata di una particolare utenza non così radicata globalmente, ma con Doric E la coccola attraverso finiture luxury ed accorgimenti che non fanno altro che far toccare con mano la qualità di hardware, firmware e consumabili. Già, “E” è la più stunning tra le Doric: infarcita di aggiornamenti tradotti nella recentissima iCosm Code Technology, che un paio di mesi fa fece il suo debutto accompagnata dalla pod-mod Argus P1s. Esteticamente appagante, non più semplice e “spoglia” vape pen, ma ora quasi lussuosa con il suo rivestimento in pellame F.U. spezzato “frontalmente” da lucidissime finiture in cui la stratificazione CMF gioca un importante ruolo con la complicità di percettibili particolari argentei, che non fanno altro che accentuarne la brillantezza. Matura al punto di voler essere, oggi come non mai in passato, un dispositivo “premium” nonostante il suo piazzamento merceologico; curata al punto di aspirare quasi “scavallare” la categoria e contendere lo scettro per l’estetica alle più raffinate DRAGs, ed in particolare ad una di esse: tale DRAG Q che ne condivide la piattaforma di vaporizzazione. La grande brandizzazione impressa a caldo ne è forse la riprova della sua spiccata personalità, perfino la inusuale colorazione ricevuta gioca un ruolo non indifferente a trasmettere la “voglia di stupire sotto l’albero” forse prefissata dai designer Voopoo. Doric E è, lasciatemelo dire, un economicissimo grazioso gioiellino di circa 11 centimetri e soli 85 grammi di peso da godere, oppure spensieratamente regale in occasione delle vicine Festività, che non ha paura di nulla: pronto e scattante per soddisfare le bramosie quotidiane del provetto ”guanciaiolo”. Doric E promette e mantiene le aspettative di affidabile compagna per l’interno arco della delle giornata forte dei 1500 mAh forniti dall’accumulatore LiPo integrato e non sostituibile ricaricabile in circa 45 minuti tramite il connettore microUSB Type-C nascosto alla base; non da meno è la restante dotazione della “mercanzia” a tutti gli effetti realizzata per trarre il massimo dalla famiglia di vaporizzatori ITO, ora interamente aggiornati alla piattaforma tecnologica iCosm Code che promette, tra le altre cose, incredibile purezza del riprodotto, abbondante longevità e la sempre gradita garanzia di totale compatibilità con l’intera famiglia di dispositivi Voopoo presenti e con i futuri che la adotteranno. Al vertice il tradizionale profondo vano sommitale che accomuna tutta la categoria di similari dispositivi nel quale installare “meccanicamente” tutti i serbatoi oppure le ITO Cartridges attualmente reperibili, compreso lo stiloso ITO-X Pod Tank, nel quale svettano gli immancabili contatti flottanti necessari al trasferimento elettrico verso l’avvolgimento resistivo e l’ugello al di sotto del quale risiede un precisissimo sensore piezoelettrico deputato all’erogazione automatica “al tiro”. Attorno ad essi una ulteriore depressione direttamente connessa a coppia di “paratie mobili”, ovvero il pratico mezzo per regolare con perfetta puntualità i flussi di aria in ingresso che successivamente saranno obbligatoriamente instradati verso la coil. Per gestire interamente la basilare elettronica che muove Doric E, Voopoo fa ancora una volta affidamento sul suo più compatto ed “intelligente” microcontroller Gene.AI aggiornato alla versione V1.2 dalle precise routines appositamente pensate per spremere al massimo dispositivi entry level. Così equipaggiata l’elegante creatura Voopoo è capace di erogare in tre distinti “livelli” raggiungendo una potenza di picco in uscita di 25W applicando tensione da 3,2V a 4,2V in base al vaporizzatore attualmente in uso garantendo al contempo stabilità “in uscita” e le necessarie protezioni a salvaguardia di hardware ed utente. A quest’ultimo richiesto solamente di scegliere la “spinta” desiderata con una semplice serie di tre rapide pressioni del pulsante di erogazione. Come anticipato Doric E di Voopoo nella sua edizione “globale” è commercializzata fornita del relativo serbatoio ITO Pod Plus con capienza 3ml assieme ad una ITO-M1 Meshed Headcoil di impedenza 0,7Ω, mentre l’edizione riservata al mercato europeo TPD è dotata di una ITO Cartridge praticamente “equivalente” con vaporizzatore integrato non sostituibile di pari impedenza, una scelta che reputo non renda giustizia e non perfettamente idonea a “definire correttamente il nuovo prodotto Voopoo”. Avrei preferito trovare incluso nel packaging una headcoil meno “aggressiva” scelta tra ITO Meshed Headcoil M2 di impedenza 1,0Ω e ITO Meshed Headcoil di impedenza 1,2Ω, oppure loro controparte in formato cartridge, che già in passato ho avuto modo di trovare ed utilizzare con immensa soddisfazione in entrambe le “proposte”, perché capaci di interpretare al meglio ogni e-liquids quando vaporizzato con flussi di aria molto ridotti; non dimentichiamo che Voopoo Doric E è un prodotto dedicato allo svapo di “guancia”. Con ciò non è mia intenzione affermare che la “testina” ITO-M1 della dotazione iniziale sia una pessima soluzione per gli amanti del tiro ristretto, semplicemente non è l’ottimale per una adeguata presentazione del dispositivo: ITO-M1 di impedenza 0,7Ω oppure la incarnazione “pod”sono secondo quanto già appurato in passato più indicate con tutte le tipologie di e-liquids che nulla o poco contengono “in tabacchi”, le aromatizzazioni solitamente più ricercate dai vapers MTL, ed indirizzate a stile di svapo arioso oltre il limite della "pura guancia". Con ITO-M1 il vapore è abbondante ed con hit nella norma paragonabile a paritari vaporizzatori di tipo meshed; la coil si è dimostrata quasi a suo agio con recenti “tabacchi idrolati purificati” quanto con gli attuali distillati con restituito cristallino della stratificazione dell’aromatizzazione, ma palesemente meno dettagliato rispetto a quando identico e-liquid è vaporizzato con headcoils con struttura appositamente pensata per minori correnti d’aria in ingresso ed impedenze maggiori come ad esempio le succitate ITO-M2 ed ITO-M3. Per essa consiglio di aprire ben oltre la metà se non al massimo il sistema di controllo aria. Concludo rimandando al manuale di istruzioni per le basilari nozioni operative, perché scrivere dell’esperienza d’uso presumo sia più importante. Voopoo Doric E è stata ufficialmente presentata lo scorso mercoledì 6 Dicembre e, se fortunati, forse disponibile all’acquisto in una delle sue 6 variazioni estetiche presso tutti gli stores nazionali ed internazionali entro le prossime Feste, ad un costo che non molto dovrebbe discostarsi da ipotetici €30,00 o comunque in linea per dispostivi appartenenti alla stessa fascia merceologica. Ringrazio Voopoo - ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. e sua referente Ms. Rita Wu per aver avuto la graditissima possibilità di provare in anteprima il nuovo vaping kit Voopoo Doric E, del quale in caso di necessità è possibile trovare ulteriori informazioni ed approfondimenti seguendo il link che punta alla landing page ufficiale: DORIC E-VOOPOO VAPE Spark Your Life Saluto ancora una volta con il mio doveroso ringraziamento a svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori per lo spazio e visibilità che mi è concessa in ogni occasione, lo stesso a Voi pazienti Utenti lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive utili critiche e graditi preziosi consigli. Grazie!
  12. Inutile negare un certo generale appiattimento del mercato, tutto è ormai standardizzato e limitato alla sola continua produzione di dispositivi basic entry level, tutti indistintamente simili sia nelle forme che nella modalità di fruizione, innegabilmente appetibili per chi è alle prime armi ma non per color che gravitano nel “giro” da qualche tempo: quel bacino di utenza più smaliziata che di buon grado accoglierebbe soluzioni “più avanzate” non riconducibili solamente a pods e vape pens con o senza filtrino, e verso il quale solamente uno sparuto gruppo di produttori sembra averne a cuore. Lost Vape è uno della ristretta cerchia, un “gigante” capace di differenziare le proprie proposte per venire incontro alle necessità sia dei neofiti che dei più esperti; proprio a questi ultimi dedica due abbordabilissimi vaping kits capaci di soddisfare sia un rapido approccio che di stimolare il do it yourself abbracciando lo “standard boro”: un fenomeno particolarmente in fermento negli ultimi mesi. Con Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO Lost Vape catapulta il potenziale acquirente nell’universo “Billet Style” con le sue personalizzazioni e compatte soluzioni ad immersione, una prima volta per il marchio che notoriamente non manca di dedicare ai sui prodotti cura ed attenzione nella qualità. ShenZhen LostVape Technology Co. LTD mi ha chiesto di redigere con delle mie un breve articolo di presentazione dedicato alle sue nuove “boro mods” Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO inviandomene alcuni campioni da poter toccare con mano. Questo è il risultato. Buona lettura! Con mia grande sorpresa ho ricevuto i campioni di Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO racchiusi in due straordinari nonchè scenografici packaging AIO Gift Box, confezioni che per nulla corrispondono alle controparti previste per la commercializzazione che mi dicono essere riservate alla “stampa” ed inviate anche a quasi sconosciuti fortunati individui come il sottoscritto. Ognuno dei cofanetti con apertura frontale magnetizzata di un profondo nero, spezzato da stampe in color argento metallizzato luce rifrangente, racchiude un integrale compendio dell’ultima proposta vaping firmata Lost Vape, ed in più la gradita addizione di coppia di accumulatori Li-Ion ricaricabili formato 18650 Golisi Gold G30 che, nonostante non rappresentino l’optimum tra la moltitudine di celle utilizzabili per il vaping, sono comunque apprezzabili ”muletti” per lavori a bassa necessità di scarica energetica e più che sufficienti per alimentare decorosamente dispositivi di tipo regulated principalmente dedicati allo svapo di guancia oppure quasi al limitare del flavor ristretto. Sui lussuosi cofanetti non mancano i riferimenti al produttore Lost Vape mostrati attraverso il ben visibile logo sul “frontale” a coadiuvare l’immensa titolazione “Centaurus” ed alla sequenza di tutti gli “indirizzi social” che vi puntano impressi su uno dei lati minori del cartonato dal lembo magnetico. Su esso non mancano nemmeno le tradizionali iconografie sfruttate universalmente per porre l’attenzione sulle main features di quanto scenograficamente contenuto e dalle quali trarre spunto per conoscere più approfonditamente i due dispositivi in quanto, nel presente caso, non accompagnati da alcuna documentazione. Con l’aiuto delle informazioni presenti sul sito web ufficiale dedicato a Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO questa è la dotazione di ognuna delle versioni dei vaping kit reperibili pressi i negozi di settore: Lost Vape Centaurus B60 AIO ● dispositivo Centaurus B60 AIO; ● serbatoio UB AIO Empty Pod con capienza 5ml; ● UB Ultra M7 headcoil di impedenza 0,2Ω da utilizzarsi in un range di potenza compreso tra 40W e 60W; ● UB Ultra M6 headcoil di impedenza 0,3Ω utile in un intervallo di potenza compreso tra 30W e 40W; ● particolare utensile con funzione di cacciavite dedicato al fush nut dalla filettatura proprietaria; ● 2 * drip-tip con passo 510 e relativi o-rings; ● cortissimo cavo con connettore µUSB Type-C per la ricarica dell’accumulatore; ● manuali di istruzioni multilingua comprensivi di italiano; ● certificato di garanzia. Lost Vape Centaurus B80 AIO ● dispositivo Centaurus B80 AIO; ● serbatoio UB AIO Empty Pod con capienza 5ml; ● atomizzatore rigenerabile Centaurus Boro Tank con capienza 5ml; ● UB Ultra M8 headcoil di impedenza 0,15Ω da utilizzarsi in un range di potenza compreso tra 60W e 80W; ● UB Ultra M7 headcoil di impedenza 0,2Ω utile in un intervallo di potenza compreso tra 40W e 60W; ● particolare utensile con funzione di cacciavite dedicato al fush nut dalla filettatura proprietaria; ● 2 * drip-tip con passo 510 e relativi o-rings; ● sacchetti con accessori e spare parts per Centaurus Boro Tank; ● cortissimo cavo con connettore µUSB Type-C per la ricarica dell’accumulatore; ● manuali di istruzioni multilingua comprensivi di italiano; ● certificato di garanzia. Lost Vape è solamente l’ultimo produttore in ordine cronologiaco ad essersi accorto dell’attenzione che i consumatori al momento rivolgono a “tutto ciò che è o ricorda” l’illustre Billet Box di Billet Box Vapor, l’iconica “scatolina” in alluminio aereonautico che da sempre rappresenta un modo tutto particolare di fare vaping. Quell’universo fatto di innumerevoli possibilità di personalizzazione, accessori provenienti da ogni parte del Globo, sempre stato caratterizzazto da costose e talvolta introvabili produzioni artiginali e che da qualche mese ha fatto breccia nel cuore di un gran numero di utenti, al punto che i maggiori marchi orientali hanno finalmente inizaito a commercializzare con alterne fortune proprie soluzioni. A questa fetta di mercato Lost Vape dedica “due dispositivi fratelli”, due “scatoline” con le quali espandere la propria collezione oppure avvicinarsi a quel particolare mondo che ruota attorno alle produzioni “ad immersione”. Per il primo ingresso nel segmento Lost Vape con Centaurus B60 AIO e Centaurus B60 AIO non osa preferendo una più semplice strada del proporre dispositivi ispirati diettamente alla standardizzata morfologia che dagli esordi ha caratterizzato il progetto progenitore dell’intera filiera, da esso ne riprende le forme decliandole in più vibranti soluzioni. Per la scocca preferita robusta lega di zinco al più costoso e malleabile alluminio aereonautico, “comune” ABS piuttosto che più particolare FR4 G10 epossidico made in Billet Vapor LCC per i particolari laterali removili e sostituibili, ma tutto caratterizzato da nuances particolarmente appariscenti come nel caso delle colorazioni dei campioni che mi sono stati sottoposti: combinazioni che per gusti personali mai mi sarei sognato di acquistare, preferendo soluzioni nella palette del nero e lucido acciaio, ma che indubbiamente offrono un perfetto modello quanto sotto l’obiettivo di una fotocamera. Benchè sostanzialmente simili le nuove Centaurus di Lost Vape sono un altro lampante esempio su come differenziare il proprio catalogo per venire incontro alle esigenze del più ampio numero di clienti, nella spicciola pratica il voler accontentare sia gli amanti di soluzioni con poca o nulla “manutenzione”, sia coloro che non disdegano un po’ di minimale lavoro manuale per far funzionare il proprio amato device. Ed ecco quindi Centurus B60 AIO dedicata i primi: compatta e slanciata, equipaggiata di primo impianto con sole headcoils premade ed alimentata da accumulatore integrato non sostitubile di tipo Li-Po con capacità di 1600mAh e potenza massima erogabile di 60W. Di contro la seconda, Centaurus B80 AIO forte dei suoi massimi 80W, accumulatore removibile in formato 18650 e già pronta ad un primo approccio al mondo dei rigenerabili con il suo Centaurus Boro Tank incluso in partenza nella confezione. Queste sono le uniche differenze che possono far preferire l’una all’altra, perché “tutto il resto è comune” nelle due nuove Lost Vape. Liberi dagli sportellini ecco pronti all’uso entrambi i devices con da un lato un solitario connettore microUSB per rimpinguare la riserva energetica di B60 AIO oppure installare l’accumulatore Li-Ion 18650 in B80 AIO, nell’altro il vano dedicato ai ”boros” di terze parti se non ai serbatoi UB Empty Pod con i quali Centaurus B60 AIO e Centurus B80 AIO sono già dotati in partenza; ma a differenza della concorrenza, questa la particolarità più eclatante delle nuove Billet Style di Lost Vape, tale alloggiamento non è munito di un solo “contatto” come usualmente accade, ma di ben due pogo pins, uno “positivo” ed uno “negativo”, pensati e realizzati per massimizzare le zone di contatto e la trasmissione dei segnali elettrici nel caso vengano utilizzate soluzioni preconfezionate a base di headcoils, eliminando così la necessità di utilizzare particolari “adattatori”. Una “variazione sul tema”, questa soluzione adottata per la conduzione, che non nego inizialmente mi abbia particolarmente lasciato perplesso, sollevando dubbi sulla solidità e longevità di tale stratagemma così soggetto a sollecitazioni e non meno anche sulla reale efficacia quando utilizzati serbatoi boro ed atomizzatori RBA di terze parti. Ma che alla prova dei fatti, durante le circa due settimane durante le quali ho assiduamente utilizzato sia Centaurus B60 AIO che Centaurus B80 AIO, non ha mostrato segni di cedimento concettuale nè tentennamenti quando installati alcuni atomizzatori RBA in mio possesso: SVT Crossbow, RAM Mods Ovis, GUS Aiolos Uncharted ed altri ancora che non sto qui inutilmente ad elencare. Diverso invece il capitolo “resistenza meccanica” dei due contatti flottanti alle sollecitazioni, perchè tale lasso di tempo così ridotto è talmente labile per poter fornire dati certi o quasi per essere considerati affidabili e sbilanciarsi in ipotetici riscontri è secondo me un azzardo il quale non mi è permesso compiere per pura e semplice obiettività. Per “pilotare” le nuove Centaurus Lost Vape ha preferito ancora una volta “cercare in casa” senza andare a scomodare brevetti altrui in una ottica di ulteriore contenimento dei prezzi; di qui la scelta di imbastire l’intera elettronica di entrambe sul chipset Quest V2 che ultimamente sembra essere predominate nella sua produzione, innegabilmente affidabile e con discrete “prestazioni” anche se per personale gusto sarebbe stato molto più interessante ed appetibile dotare B80 AIO, con la sua batteria removibile, di un più blasonato circuito di controllo come ad esempio DNA60 di Evolv Vapor LLC seguendo un passato trend che vedeva proporre contemporaneamente alla clientela soluzioni sia abbordabili che dallo spirito più “elitario”. Il chipset Quest V2 di Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO è forse la versione più semplificata che mi è capitata di incontrare nell’intero catalogo Lost Vape, privato di tutto quanto; dal “modello standard” infatti rimosse le funzionalità relative alla personalizzazione dell’interfaccia, l’accesso ai menu di configurazione e persino, purtroppo, anche tutto quello che concerne il vaping in controllo delle temperatura. Nella pratica quanto previsto per i nuovi dispositivi Lost Vape ruota esclusivamente attorno alla sola erogazione in potenza. Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO possono raggiungere rispettivamente massimi 60W e 80W regolabili in steps da 0,5W agendo sui 2 pulsanti “+ e –“ della piccola interfaccia dall’altrettanto risicato display monocromatico in modalità VariWatt battezzata per l’occasione “Dual Mode”. Dual Mode non è altri che la possibilità di utilizzare o meno apposite routine del firmware pensate per dare il meglio in congiunzione con headcoils premade in grado di autoregolare la potenza massima in uscita a seconda dell’impedenza della testina in uso, secondo reimpostati scaglioni come ad esempio nel caso di Centaurus B80 AIO: massimi 80W in presenza di impedenze comprese tra 0.12Ω e 0.28Ω, picco di 40W se tra 0.29Ω e 0.40Ω oppure limite di 16W per impedenza comprese tra 0.95Ω e 2.0Ω. e così via… tutto chiaramente elencato nei manuali operativi di entrambi i dispositivi. Possibile inoltre inibire totalmente questo ed utilizzare “liberamente” la potenza che le Centaurus possono sprigionare premendo rapidamente per 3 volte il pulsante di attivazione ed “entrare” così in modalità RBA, in cui possibile trasferire alla coil la potenza che più aggrada senza che le routines di controllo intervengano ed ovviamente consigliata in congiunzione di atomizzatori RBA rigenerabili. UB AIO Empty Pod è il serbatoio con il quali sono fornite le mod Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO, ed il solo incluso in partenza nella confezione della prima di esse e già il suo nome fa intuire l’essere quello dedicato ad ospitare solamente headcoils premade della serie UB Ultra, testine che a meno di cadere in errore ho l’impressione essere da tempo sulla piazza e quindi idonee per essere utilizzate in alcune altre produzioni Lost Vape come ad esempio Ursa Quest Multi Kit, Grus 100W Kit, Gemini Hybrid 80W Pod Mod Kit, Q-Ultra Kit, Thelema 80W Pod Mod Kit ed altre ancora. Alla vista UB AIO Empty Pod si presenta come un semplice contenitore trasparente di capienza massima 5ml dal cui fianco possibile effettuare il refill previa rimozione del più degli inflazionati tappini in morbido silicone ed “innestare in basso la testina” semplicemente a pressione. All’utente data solamente la possibilità di regolare approssimativamente il “contrasto” per l’aria in ingresso ruotando una sorta di ghiera tenuta in posizione ad una guarnizione la cui sede è ricavata direttamente in tale “anello”. UB Ultra M8, UB Ultra M7 e UB Ultra M6, rispettivamente di impedenza 0.15Ω, 0.20Ω, 0.30Ω sono le headcoils allegate ai due sistemi; testine purtroppo interamente votate al uno stile di svapo molto arioso per cui impossibile poter dare una sorta di opinione che possa essere d’interesse agli utenti più affezionati alla guancia. Premades dalle “resa” quasi sovrapponibile maggiormente orientata al cremoso piutt6osto che al fruttato con ottima scansione della ricetta nei primi millilitri di vaporizzato, per successivamente assestarsi su sufficienti sensazioni. Generosa la produzione di vapore dalla notevole densità e persistenza con hit proporzionale alla formulazione dell’e-liquid. Tra le tre preferita la intermedia UB Ultra M7 perché percepita più equilibrata, ma oltre questo non ho esperienza per poter esprimere ulteriori dettagli né le tempistiche relative alla stesura dell’articolo hanno permesso l’acquisizione di una maggiore familiarità con esse. Centaurus Boro Tank è l’indubbia più interessante offerta “do it yourself boro style” ed il secondo del duo di “serbatoi”accessori inclusi in partenza con il solo vaping kit Centaurus B80 AIO oltre che essere acquistabile separatamente. Centaurus Boro Tank è un atomizzatore rigenerabile RBA dedicato principalmente ad uno svapo mediamente arioso, ma che con gli opportuni accorgimenti riesce a cavarsela anche nelle mani di vapers che fanno del tiro di guancia abbastanza “chiuso” il loro credo. Ovviamente utilizzabile con Centaurus B60 AIO ed in tutte le “Billet Style”, Centaurus Boro Tank non ha una struttura particolarmente complessa, infatti è essenzialmente costituito da soli 4 pezzi tenuti insieme da “incastri” o guarnizioni: serbatoio translucido di capienza massima di 5ml adornato dal solito tappino nella zona superiore per rapido refill, elemento camera di evaporazione dal profilo ellittico a spiovente, camino intercambiabile tra quello per uso con il tank “nativo” oppure il dedicato da utilizzarsi che preferito installare lo RBA di Lost Vape con un qualsiasi altro tank di tipo boro, ed infine deck dual parallel posts nel quale avvitare preventivamente uno dei tre inserti per la regolazione del contrasto con fori da 1mm, 2mm e 3mm. Caratterista principe di Centaurus Boro Tank è la particolarmente “piccola” la camera di evaporazione, nella quale per far collimare avvolgimenti resistivi preferibilmente di tipo nano alien oppure fili semplici quando selezionato è l’inserto con il foro più piccolo , mentre agevole è il deck con le sue “guide” per adagiare il “baffo di cotone” secondo imposta geometria. Immagino tedioso proporre l’intera la sequenza delle operazioni per mettere in opera il rigenerabile Centaurus Boro Tank vista già la cospicua molte di parole fino a quei prodotte, mi limiterò quindi ai soli scatti che ritraggono posizionamento della coil e del cotone di uno dei setups utilizzati quanto utilizzato per lo svapo di guancia. Predisporre Centaurus Boro Tank al vaping è operazione agile e priva di particolari criticità con l’unica accortezza di effettuare il taglio della “wick” prendendo come riferimento il limite inferiore del deck e successivamente adagiarla nelle apposite fessure prestando attenzione a non comprimerne troppo le fibre altrimenti non poco accentuato il rischio di “secca”. Mi preme sottolineare che al termine delle operazioni di rigenerazione, rimosso l’adattatore con passo 510 utile per il solo posizionamento dello RBA su un tab oppure supporto, è importante prestare attenzione al senso di inserimento della base metallica con il serbatoio plastico, sincerandosi che le stampigliature siano orientate verso il tappino in silicone; in caso contrario non è garantito il corretto allineamento delle parti e la conseguente tenuta stagna dell’insieme. Nel caso ci si stia domandando se Centaurus Boro Tank offra appagamento con i nostri amati tabacchi, spiace informare che tali non sono il suo confortevole campo d’azione: il rigenerabile di Lost Vape da il meglio di se con e-liquids non molto complessi in cui frutta e creme sono la componente predominante. Possibile parzialmente apprezzarlo con NETs se la “componente vegetale” dell’e-liquid ha solamente funzione di substrato sul quale imbastito l’intero bouquet, oppure in quelle combinazioni in cui è l’aromatizzazione la vera protagonista; e ciò non deve meravigliare: Lost Vape, come la maggioranza degli attori orientali, non ha mai incentrato la sua produzione su devices “tobacco friendly”. Se alla ricerca di emuli di Billet Box senza bisogno di spendere cifre importanti, i vaping kit Lost Vape Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO sono probabilmente la soluzione più appetibile attualmente in vendita. Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO di Lost Vape, come già anticipato, sono già disponibili all’acquisto presso tutti i rivenditori nazionali ed internazionali in numerose combinazioni cromatiche translucide oppure multicolor ad un prezzo che indicativamente si aggira attorno a €45,00 per Centaurus B60 AIO e circa €65,00 per Centaurus B80 AIO. Ringrazio Lost Vape Ltd. nella figura della sua rappresentante ms. Bella Ye per la gradita opportunità di presentare i vaping kit Centaurus B60 AIO e Centaurus B80 AIO grazie all’invio delle esclusive confezioni AIO Gift Box. Nel caso si abbia necessità è possibile trovare ulteriori informazioni ed approfondimenti riguardo Lost Vape Centaurus B6 AIO e Centaurus B80 AIO seguendo il link che punta alla relativa landing page ufficiale: Centaurs B60 - B80 AIO POD MOD - Lost Vape Come sempre ed anche in questo caso doveroso il mio ringraziamento va a svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori per lo spazio e visibilità che tutte le volte mi sono cortesemente concessi ed ovviamente un caloroso grazie a tutti Voi pazienti Utenti lettori, sempre liberi di regalarmi se costruttive utili critiche e graditi preziosi consigli. Grazie!
  13. Voopoo drag s2 mod pod & drag x2 mod pod

    Pronti al prossimo grande balzo? Pronti saggiare la next generation di una serie di prodotti che, al di fuori di ogni più rosea auspicata intenzione, hanno tracciato ed non volutamente imposto uno standard? Pronti ad abbracciare il futuro dello svapo secondo Voopoo? A distanza di oltre tre anni dalla prima apparizione di un fenomeno da tutti invidiato e maldestramente tentato di emulare, Drag X2 e Drag S2 sono il primo esempio della nuova strada imboccata in quel di ShenZhen, e con esse ecco arrivare la nuova generazione di headcoils che promette mai raggiunte vette riguardo a ingegnerizzazione, prestazioni non equiparabili con addirittura longevità capace di arrivare alla soglia di ragguardevoli 100ml di e-liquid vaporizzato. Diamo il benvenuto alla nuova visione Voopoo ed alla sua straordinaria PnP X Super Platform! ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD – Voopoo mi ha inviato senza preavviso campioni di DRAG X2 e DRAG S2 con relativi consumabili ed accessori per i quali è mia intenzione ringraziare producendo una corale presentazione, indicando di volta in volta eventuali differenze degne di essere “raccontate” e non disdegnando se inevitabili similitudini col passato. Buona lettura! DRAG X2 e DRAG S2 in versione pre-production samples, ossia con installato firmware ancora non del tutto rifinito, mi sono state recapitate direttamente dalla factory Voopoo racchiuse nei rispettivi cartonati sleeved box che ritengo, a scanso di madornali errori, siano già pensati per la definitiva immissione sui mercati; ancora una volta utilizzato il tradizionale “cassetto” rigido avvolto da un astuccio dal colore argento metallizzato, sul quale impresse texturizzazioni in rilievo con inchiostri plastici visibili solamente se debitamente illuminate, che ricordano morbide fibre di pregiati filamenti a fare da sfondo alle fedeli riproduzioni degli esemplari della innovativa generazione. Ovvia inoltre la presenza sulla faccia espositiva della confezione dei richiami al marchio del produttore Voopoo ed alla titolazione di ognuno dei due vaping kit stampati con tecnica “a caldo”. Infine a completare il quadro di insieme nella zona inferiore una decorazione delle tonalità del celeste i cui motivi non poco ricordano elementi architettonici come bifore e rosoni. Con stampa all’opposto della “faccia principale della confezione” fornite tutte le necessarie informazioni di rito per ultimare la presentazione al pubblico della recente produzione: specifico elenco del contenuto, comuni e mai superflue avvertenze e consigli per un ottimale utilizzo e conservazione, indirizzo di contatto del produttore ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD (VOOPOO), obbligatoria iconografica normativa che comprende l’indicazione EC-REP del mandatario europeo per la distribuzione, analisi e certificazione per l’importazione di dispositivi medici secondo la normativa europea MDR (UE) 2017/745, nello specifico caso operante per Voopoo la società medicale Prolinx GmbH quale ponte in caso di comunicazioni ufficiali da parte delle competenti autorità nazionali e sua rappresentante in territorio comunitario. Mentre ai codici a barre EAN contenenti seriale di produzione, applicazione adesiva con “Scratch&Check” olografico per la verifica in due passaggi della originalità dei prodotti, codice maccanografico di stoccaggio e colorazione riservata una delle due spallette minori dell’avvolgimento protettivo, con l’altra occupata dall’iconico QR-Code per l’accesso diretto al mondo Voopoo, se scansionato, e le main features di ognuno dei due nuovi dispositivi. Drag X2 contenuto della confezione: ● dispositivo Drag X2 Mod Pod; ● PnP X Cartridge DTL di capienza 5ml, nei territori TPD la stessa ridotta ad insufficienti 2ml; ● PnP X headcoil con impedenza 0,15Ω e range di attivazione compreso tra 60W e 80W; ● PnP X headcoil con impedenza 0,30Ω, intervallo di potenza applicabile compreso tra 32W e 40W; ● cavo per ricarica batteria ed installazione di eventuali aggiornamenti firmware con connettore µUSB Type-C; ● manuale di istruzioni multilingua, compreso italiano. Drag S2 contenuto della confezione: ● dispositivo Drag S2 Mod Pod; ● PnP X Cartridge DTL di capienza 5ml, nei territori TPD la stessa ridotta ad insufficienti 2ml, oppure PnP X Cartridge MTL di capienza 5ml e 2ml se in versione TPD; ● PnP X headcoil con impedenza 0,20Ω, intervallo di potenza applicabile compreso tra 40W e 60W di serie nella sola edizione DTL; ● PnP X headcoil con impedenza 0,30Ω, intervallo di potenza applicabile compreso tra 32W e 40W; ● PnP X headcoil con impedenza 0,60Ω, intervallo di potenza applicabile compreso tra 18W e 32W di serie nella sola edizione MTL; ● cavo per ricarica batteria ed installazione di eventuali aggiornamenti firmware con connettore µUSB Type-C; ● manuale di istruzioni multilingua, compreso italiano. Che fosse arrivato il tempo di segnare il passo da ciò che sin da maggio 2020 influenzò un intero settore colpendo il pubblico forte di un generale design dall’innovativo form factor, dalla cura per i dettagli nonché dalla qualità dei materiali impiegati senza dimenticare la freschezza alla base della fruizione e sue sequenziali iterazioni, non è velato mistero. Tutto ad “occhi attenti” preannunciato nel recentissimo passato con soluzioni che a piccoli steps hanno avviato uno “stacco” da quanto fino a quel momento ben cristallizzato: l’introduzione del brevetto Dual in One Tech che ha investito la PnP Platform, il nuovo PnP Pod Tank 2 con il suo Halo Air-flow Control, senza dimenticare aggiornamenti cardine alle routines del Gene Chip.TT V2.0; tutte “minori” innovazioni necessarie a traghettare senza ferire colpi di spugna ed anzi utili avvisaglie della ormai giunta necessità di alzare definitivamente “l’asticella”. Una volontà che per Voopoo si concretizza con le nuove Drag X2 e Drag S2: forse meno austere per assecondare gli attuali gusti, ma ugualmente scandite da diritti lineamenti talmente semplici ed eleganti da nascondere qualsiasi indizio di parti assemblate, ancora una volta “il classico che non tramonta mai” monoblocco in cui all’esterno a fare la parte del leone è sempre il connubio tra l’abusata morbida pelle F.U. e complementare lega di zinco per una visione d’insieme d’oggetto forse un po’ relegato ad altri tempi, ma indubbiamente distante nonché spezzante verso lascivi polimeri multicolore ed inutili binomi metallo-caucciù così in voga, in cui la semplicità delle forme unite alla sobrietà degli accostamenti donano senza ombra di dubbio preziosi indizi di valore aggiunto che hanno massima vetta in un mai visto serbatoio tank di apparente coriacea solidità e compatta fattura. Del lustro passato ne rimangono comunque permeate le due nuove DRAGs, inequivocabilmente riconoscibili da distanze siderali nonostante l’assenza della ben nota imponente titolazione stampata a caldo con caratteri dal corpo concavo sui pellami della consolidata tradizione, e come sempre distinguibili se non a distanza ravvicinata solo se saldamente manipolate per così apprezzare il discostarsi in altezza di circa 10mm ed una dissimile massa prossima ai medi 20 grammi con la ben dissimulata brandizzazione sapientemente realizzata per essere “in secondo” piano, perché una DRAG è sempre una DRAG: sempre pronta a stupire e non c’è bisogno di urlarlo al mondo intero. Xceeding all expectations! Ma come noto un salto generazione porta solitamente anche il dover sacrificare qualcosa per fare largo all’evoluzione; che sia scienza, flora, fauna, od anche il solo “futile svapo” poco importa: per migliorare qualcosa bisogna sempre lasciare alle spalle, ciò vale anche per le DRAGs. Questo è ciò che giustifica in ambo i progetti l’assenza delle conosciute ghiere oppure di scorrevoli cursori tutt’uno con il corpo macchina ed unico strumento per modulare fino al raggiungimento dell’agognato contrasto, quindi non può stupire nemmeno il totale rifacimento del vano sommitale di ognuna delle nuove DRAGs perché non più utile l’accogliere il solo connubio tra serbatoio ed headcoils e verso essi canalizzare il flusso d’aria, ma necessario il suo adeguamento per accomodare una inedita cartridge in cui indissolubilmente convivono proprio quegli elementi la cui assenza balza immediatamente all’occhio. PnP X Cartridge DTL e PnP X Cartridge MTL sono solamente alcuni tasselli che danno vita alla nuova visione di svapo secondo Voopoo ed al momento fruibili esclusivamente con DRAG X2 e DRAG S2 e delle quali più avanti ne traccerò i dettagli, come sempre innestabili magneticamente nel rivisto avvallamento dal fondo interamente piatto e lucidato a specchio, dal quale prominenti si stagliano solamente i necessari due contatti molleggiati necessari al trasferimento del flusso elettrico verso i vaporizzatori. In esso, inoltre, come non notare se confrontato con quanto fino ad oggi proposto la scomparsa di qualsiasi “supporto circolare” sul quale obbligatoriamente far collimare il serbatoio, come la “rumorosa” assenza di un qualcosa che suggerisca la scenografica funzionalità di attivazione al tiro che fino a questo momento ha accompagnato nel bene e nel male l’evoluzione della serie ma che, diciamolo francamente, è stata spesso causa di imprevisti malfunzionamenti senza dimenticare che, a personale giudizio, quella dell’attivazione al “solo tiro” è sempre stata opzione il più delle volte mai utilizzata, perchè probabilmente calibrata per portare d’aria che il mio stile di svapo non è in grado di assicurare e conseguentemente mai “capace” di far sprigionare con costanza la necessaria potenza per vaporizzare al meglio. Pur mantenendo viva la dicotomia che dagli esordi distingue le DRAGs dovuta all’accumulatore energetico utilizzato, integrato di tipo LiPo con capacità di 2500mAh per DRAG S2 mentre preferita una cella removibile per DRAG X2, oltre al suddetto ammodernamento del vano superiore ulteriori variazioni sono state apportate al corpo mod della sola DRAG X2, probabilmente volute con il solo scopo di ottenere un relativo contenimento dei volumi. DRAG X2 gode infatti di un integrale ripensamento del vano batteria nel quale installare solamente accumulatori ricaricabili Li-Ion di formato 18650, ora accessibile non più dal basso facendo scorrere “lo spotellino” che tutti abbiamo imparato a riconoscere per adagiarvi la batteria, ma ancor più rapidamente fruibile con la totale rimozione del pannello decorativo rivestito in pellame F.U. tenuto saldamente in posizione da opposti magneti al neodimio che ne assicurano perfetta casuale inamovibilità. Una acquisita rapidità un po’ come se si fosse di fronte alla più classica delle “C-Shape mods” ed a memoria soluzione apparsa antecedentemente solo in occasione della scorsa DRAG H80S: al di sotto del profilato non unicamente estetico ecco spuntare “un’area vuota”, priva di pareti delimitata solamente agli estremi dai due contatti placcati tra i quali posizionare saldamente la batteria 18650 di turno con il polo positivo “rivolto verso l’alto” secondo evidente indicazione di polarità impressa sul solo rivestimento interno. Questo è quanto la nuova generazione differisce esternamente dalle passate incarnazioni, nessuna altra variabile utile a definire tra le due la scelta verso il device di proprio gradimento quindi ora più che mai condensabile superficialmente in “batteria esterna oppure accumulatore integrato”, minore ingombro oppure maggiore autonomia. Invece “all’interno” tutto è immutato, è Gene.TT ancora una volta il cuore pulsante di DRAG X2 e DRAG S2, come lo è sempre stato per ogni Drag, ed a loro dedicata l’incarnazione Gene.TT V2.0 del noto scalabile microcontroller con solide nuove routines e tutta la sicurezza che indissolubilmente impreziosisce l’intera produzione Voopoo. Ricarica rapida a 5V/2A sia per l’accumulatore sostituibile formato 18650 in DRAG X2 che per quello LiPo integrato di DRAG S2, 80W di potenza massima trasferibile alla coil nel caso della prima e di minori 60W per la “piccolina”, modalità di erogazione esclusivamente “manuale” SMART oppure RBA per entrambe coadiuvate dalla nuova ECO Mode già presente ed incontrata in occasione della presentazione di DRAG E60 e pensata per allungare ancora di più la durata delle proprie sessioni di svapo: ECO Mode promette un incremento del 10% del numero delle attivazioni in situazioni di penuria energetica rispetto al comportamento “standard”. ECO Mode consiste in una serie di routines studiare per ottimizzare i consumi modulando e bilanciando quanto richiesto all’accumulatore a partire da una drastica riduzione della luminosità del proiettato sul display oLED multicolor di 96” alla diagonale. Come ormai avvezzi ECO Mode può essere liberamente attivata “già in partenza” dall’utente attraverso l’apposita voce di menù, oppure confermando l’intenzione di utilizzarla una volta raggiunta la soglia del 40% di carica residua rispondendo affermativamente con la pressione di un tasto alla domanda che verrà “visualizzata” sull’interfaccia. Ma con tutta franchezza il solo rinnovamento della sezione superiore, l’adozione delle più recenti features del microcontroller Gene.TT che hanno investito indistintamente DRAG X2 e DRAG S2, come la “modifica” al vano batteria per la sola DRAG X2, non sono sufficientemente impattanti per poter annoverare le ultime due esponenti proposte da Voopoo come traghettatrici verso una nuova generazione, manca un qualcosa che possa veramente dimostrarlo ed interpretare nel migliore dei modi tutti questi piccoli tasselli. Quel qualcosa è la nuova Super Platform PnP X. PnP X Super Plaftform è, lo si intuisce dal nome, la diretta evoluzione della prima e più diffusa nonché impreziosita famiglia di vaporizzatori PnP Series e dedicati accessori creata da Voopoo per supportare i propri dispositivi. Una serie quasi smisurata di headcoils, pod-tanks, atomizzatori che fino ad oggi dal lontano 2019 è indissolubilmente legata alla maggior parte del catalogo Voopoo e con esso nel tempo ha saputo migliorare diventando di fatto un punto di riferimento nel panorama vaping internazionale, tanto che ad essa sono stati dedicati numerosi accessori/adattatori di terze parti che ne permettono l’uso anche in dispositivi non targati Voopoo. Dalla straordinaria PnP Platform la nuova PnP X Super Platform eredita tutto il meglio e lo trasla verso traguardi mai raggiunti grazie a numerosi “innesti tecnologici brevettati” ed a processi produttivi interamente automatizzati che limitato a percentuali quasi nulle il margine di errore dell’intera filiera. Solo così è possibile creare un unico “ambiente” in cui simbioticamente headcoils, serbatoi, hardware ed apposite routines firmware danno vita a quell’ecosistema che secondo Voopoo è la atomizing next generation. Al momento sono quattro le headcoils della serie PnP X Super Platform, tutte accompagnano le nuove DRAG X2 e DRAGS S2, alle quali ovviamente nel corso del tempo se ne aggiungeranno altre per offrire la miglior “copertura” possibile che, bene sottolinearlo, ed in contemporanea gradualmente andranno ad “integralmente rimpiazzare” la totalità dell’attuale offerta PnP Platform attraverso nuovo hardware con esse solamente compatibile. Le nuove headcoils Pnp X promettono prestazioni incredibili a partire dalla capacità di vaporizzare alla perfezione senza interruzione fino a 100 ml di e-liquid in qualsiasi formulazione e, merito della innovativa struttura, garantire la totale assenza di perdite. Questo ed altro ancora ottenuto con l’adozione di una intelaiatura che mantiene separate canalizzazioni per l’afflusso di aria, zona riscaldante e cavità centrale di ogni coil, con l’introduzione di un design brevettato a doppia “L” per sfruttare al meglio le correnti di aria in ingresso e garantire tenuta stagna, ed infine l’impiego di un materiale assorbente prodotto selezionando fibre naturali altamente termostabili ed alla loro brevettata disposizione in quattro layers diversi per disposizione delle fibre, numero dei filamenti, loro orientamento e stratificazione. La nuova “wick” assieme alla rivoluzionata geometria del comparto riscaldante a maglia mesh, che ne sfrutta la totalità delle peculiarità ed ottimizza la vaporizzazione di ogni e-liquid tramite bilanciate zone di eccitazione, assicura capacità di sopportate potenze superiori i 100W senza degradare con densità e precisione nella restituzione aromatica mai ottenute. PnP X Cartridge DTL e PnP X Cartridge MTL, come accennato in precedenza, sono il mezzo con il quale interfacciare i nuovi hardware DRAG X2 e DRAG S2 con la nuova famiglia di headcoils PnP X, con PnP Cartridge DTL fornita di serie con le nuove DRAGs dedicata ad uno svapo decisamente “di polmone” e la seconda, PnP X Cartridige MTL, acquistabile in separata sede oppure allegata ad una esclusiva edizione di DRAG S2 dedicata ai cultori dello svapo “di guancia”, per l’appunto denominata DRAG S2 MTL Edition commercializzata essenzialmente i quei Paesi in cui tale stile di fruizione è maggiormente radicato: Italia, Francia e Germania tanto per citare alcuni con il maggior bacino di seguaci. I due nuovi serbatoi sono senza dubbio ispirati alla precedente generazione, sostanzialmente identici e come prassi ormai consolidata in Voopoo installabili magneticamente sulle nuove DRAG X2 e DRAG S2; uniche palesi differenze tra i due sono riconducibili alle dimensioni del’anello metallico superiore e nella sola PnP X Cartridge MTL la presenza di un PnP X 510 DTL Drip-Tip sostituibile con uno qualsiasi dotato di innesto 510, oppure nel caso DRAG S2 MTL Edition venga acquistata in Italia, Francia oppure Germania, con l’esclusivo PnP X 510 MTL Drip-Tip dal design affusolato pensato appositamente per gli acquirenti di questi tre Paesi. Come nel passato i nuovi servatoi permettono di alloggiare a pressione dal basso le headcoils PnP X, ma questa volta secondo un imposto orientamento dettato dalla “forma” della parte terminale di ogni testina; ciò è necessario per “inglobare” interamente essa all’interno della PnP X Cartridge, così solo all’apparenza per farla rassomigliare ad una più tradizionale pod all-in-one ma nella pratica utile a sigillare totalmente assieme le due “parti” prevenendo così perdite di liquido, garantire massima stabilità nella connessione sia magnetica che elettrica e, motivazione principale, assicurare il corretto flusso di aria verso il comparto vaporizzatore perché, altra novità introdotta con la PnP X Super Platform, tutte le headcoils PnP X sono realizzate per dare il massimo con sistemi top-airflow. Ecco quindi spiegata la presenza di quell’anello metallico che cinge la parte alta di PnP X Cartridige DTL e PnP X Cartridge MTL, libero di ruotare senza interruzioni di sorta con il solo scopo di aprire, chiudere e parzializzare il flusso delle correnti di aria che entrano dalle due aperture contrapposte, percorrono dedicati canali ed arrivano nella voluta quantità alla base di ciascuna PnP X headcoil investendo alla perfezione l’area di vaporizzazione; sul solito gommino in silicone, invece, è necessario intervenire esclusivamente per riempire il serbatoio. Tutte le headcoils di nuova generazione PnP X Super Platform mi sono state fornite incluse nella dotazione di base di ognuno dei vaping kit qui presentati oppure come “pezzi sciolti” all’interno della spedizione, tutte quante testate con lo stesso identico e-liquid così da poterne saggiare le differenze: Black Haze di Iron Vaper che da tempo sosta tra le mie scorte perché spiccatamente dedicato a sistemi che non sono solito utilizare. Ovviamente per nessuna di esse ho potuto verificare la paventata longevità di 100ml, ma nella ristrettezza dei tempi imposti per la stesura dell’articolo questo è quanto ho toccato con mano in un crescendo di impedenze. PnP X 0,15Ω, la “testina” con l’impedenza minore delle quattro allegata solamente con DRAG X2, è stata la prima a scendere in campo alimentata alla potenza di 65W suggerita automaticamente dal chipset Gene.TT V2.0 di DRAG X2. Incredibile nuvolosità e persistenza del vapore capace di saturare con pochi sbuffi l’ambiente, riproduzione estremamente aggressiva e senza tentennamenti per una restituzione cristallina e dettagliata che esalta tipologie di e-liquids “cremosi” come Black Haze riprodotto con perfetta riconoscibilità di ognuna delle sue componenti aromatiche: ho chiaramente riconosciuto l’intelaiatura a base di biscotto wafer sulla quale stratificate in egual misura crema di nocciole lievemente tostata e la morbidezza di un eccellente cioccolato bianco. Quasi sovrapponibili le impressioni ricavate durante l’uso della headcoil PnP X 0.20Ω, inclusa nella confezione di DRAG S2, come nel precedente caso alimentata alla potenza automaticamente suggerita di 50W. Straordinaria ancora una volta la nuvolosità e tutta la persistenza del vaporizzato, presente il dettaglio dell’intero bouquet aromatico con lieve risalto della componente a base di crema di nocciola nella quale il tostato gioca ora un ruolo di primo piano. PnP 0,30Ω headcoil è compresa in partenza in ogni vaping kit DRAG X2 e DRAG S2 ed alimentata alla potenza di 35W, secondo suggerimento dal chipset Gene.TT V2.0, ha la qualità di amalgamare interamente la totalità degli ingredienti di un aroma; per cui presumo essere la soluzione preferita per coloro siamo alla ricerca di una restituzione globale piuttosto che una “chiara elencazione” della stratificazione di un aroma.Importante la vaporosità ma non “fuori scala” come nelle precedenti ma sempre di grande persistenza per una globale esperienza che esalta il coro e non il solo solista. La headcoil PnP X 0,60Ω è al momento presente di serie nel solo vaping kit DRAG S2 MTL Edition, che ricordo essere una particolare produzione riservata ai Paesi in cui lo svapo di guancia “va per la maggiore”, l’Italia è uno di questi. Da purista dello MTL non reputo PnP X 0,60Ω come perfetto supporto al vaper guanciaiolo al contrario di ulteriori prossime testine con impedenza prossima ad 1Ω o valori lievemente inferiori, piuttosto è a personale giudizio utile strumento per chi fa del flavor ristretto, del “polmoncino”, del limitare massimo dello svapo MTL molto arioso la tipologia di fruizione preferita. Al netto di questa personale considerazione PnP X 0,60Ω si è comportata niente male quando impegnata sul campo imposto da Black Haze di Iron Vaper alla potenza di 20W automaticamente suggerita dalle nuove DRAGs, ovviamente con nuvolosità ben meno importate ma sempre caratterizzata da marcata persistenza con buona restituzione della globalità degli ingredienti, paragonata alle altre headcoils attualmente disponibili è quella con minor “prestazioni” quando vaporizzato un cremoso come l’e-liquid che ho utilizzato, il quale per svilupparsi pienamente ha necessità di maggiori potenze. In tutti i casi hit proporzionale alla qualità di nicotina contenuta nella composizione finale dell’e-liquid utilizzato. DRAG X2, DRAG S2 e DRAG S2 MTL Edition saranno a breve distribuite presso tutti i maggiori rivenditori di settore e successivamente acquistabili presso tutti gli stores in sette combinazioni cromatiche ad un prezzo consigliato al pubblico che non mi è dato di conoscere, ma che presumo essere in linea con l’attuale proposta Voopoo. Per maggiori informazioni su Voopoo DRAG S2 e DRAG S2 MTL Edition è possibile trovare ulteriori approfondimenti seguendo il link che punta alla landing page ufficiale: DRAG S2 - VOOPOO VAPE Spark Your Life Per maggiori informazioni su Voopoo DRAG X2 è possibile trovare ulteriori approfondimenti seguendo il link che punta alla landing page ufficiale: DRAG X2 - VOOPOO VAPE Spark Your Life Mentre ulteriori nozioni sulla nuova PnP X Super Platform sono consultabili alla landing page ufficiale: PnP X PLATFORM - VOOPOO | Superior Open System Vape Brand | Spark Your Life Ringrazio Voopoo - ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. e la sua referente Ms. Rita Wu per aver avuto la graditissima possibilità di provare in anteprima i nuovi vaping kit Voopoo DRAG X2 e DRAG S2. Saluto con il doveroso mio ringraziamento rivolto a svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori per lo spazio e visibilità che mi è concessa in ogni occasione ed a Voi pazienti Utenti lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive utili critiche e graditi preziosi consigli. Grazie!
  14. Dall’estremo Est del Mondo torna in versione succinta l’atomizzatore rigenerabile MTL di forse maggior successo prodotto da Vandy Vape sotto la guida dell’influencer Alex from VapersMD. BSKR Mini V3 MTL RTA è la riproposizione in chiave 22 millimetri dell’omonimo B3 MTL RTA dello scorso anno, che dello stravolgimento delle eredità della serie ha fatto per alcuni il punto di forza, trasformatosi da alfiere dello svapo di guancia a base di tabacchi in eclettico interprete del cremoso e del fruttato. Con il nuovo BSKR Mini V3 MTL RTA è intenzione di Vandy Vape nel perdurare la strada intrapresa oppure tornare sui propri passi e riabbracciare la vocazione al tabacco che ha generato la notorietà della serie? Non resta che scoprirlo grazie ad un campione di Vandy Vape BSKR V3 Mini MTL RTA fornito gratuitamente dallo store online Sourcemore.com nella sua più elementare dotazione, forse il mettere a disposizione un sample BSKR Mini V3 MTL RTA full addons Standard Version piuttosto che la basilare Simple Version avrebbe permesso una migliore comprensione del nuovo hardware Vandy Vape. Buona lettura! Ho ricevuto Vandy Vape BSKR V3 Mini MTL RTA Simple Version racchiuso nella suo originale cofanetto predisposto per l’immissione sui mercati dalla particolare faccia in buona parte realizzata con trasparenza in rigida plastica traslucida che, come fosse una vetrina da esposizione oltre a permettere un rapido sguardo a buona parte del contenuto, lo mantiene con solidità al riparo da accidentali “movimentazioni” dovute allo stoccaggio. Completano il layout e vista di insieme superiore la sola titolazione del prodotto BSKR Mini V3 MTL RTA impressa con caratteri stampati a caldo con inchiostro argenteo rifrangente metallizzato e la dicitura in formato grafico o più correttamente qualsiasi cosa associabile ad una firma “designed by Alex from VapersMD”. Sulle restanti superfici utili, sempre in cartone dallo sfondo color nero, riportate tutte le informazioni di rito che per completezza di packaging ed obblighi normativi devono essere leggibili alla platea dei possibili acquirenti: esaustivo elenco della dotazione fornita a corredo della Simple Edition di BSKR Mini V3 MTL RTA, un paio di avvertenze su corretta conservazione del vaporizzatore e serie delle main features della nuova riposizione in scala. Ai lati minori delle sue confezioni Vandy Vape ha sempre delegato per comunicare ulteriori dati ed anche quella di BSKR Mini V3 MTL RTA non differisce dal consolidato stile del produttore orientale: ecco per cui le informazioni di contatto del produttore Dongguan Vandy Technolgy Co., LTD e la obbligatoria serie di icone normative piazzate su uno dei lati maggiori. Mentre gli altri adibiti ad accogliere gli adesivi con “Scratch&Check” per la verifica della originalità, codici a barre vari con tanto di indicazione della colorazione, EC-ID di catalogazione TPD, identificativo batch e seriale di produzione assieme ai “loghi” Vandy Vape e BSKR mini V3 MTL RTA. Con un gioco di stratificazioni ecco quanto a corredo dell’atomizzatore Vandy Vape racchiuso nel cartonato, che comprende: ● atomizzatore rigenerabile BSKR Mini V3 MTL RTA preassemblato in versione “corta 2ml”, ricevuto in una assurda colorazione Gold; ● 2 drip-tips differenti più per “lunghezza” che morfologia; ● ulteriori riduttori aria/pin positivo con 4 differenti “portate”; ● vetro-tank in pirex trasparente di capacità 4ml; ● tank in acciaio di colore abbinato con capacità 4ml; ● prolunga camino per trasformazione “a 4ml”; ● sacchetto delle spare parts con ‘o-rings, guarnizioni, grani di ricambio e chiave a brugola esagonale per essi; ● 2 * Superfine MTL Fused Clapton in Ni80 30ga*2+38ga diametro 2,5mm ed impedenza 0.74Ω; ● talloncino QC; ● pieghevole manuale di istruzioni multilingua tra le quali anche quella italiana. Inutile girarci intorno, BSKR V3 Mini MTL RTA è la copia spiccicata di quel B3 MTL RTA (Berserker V3) dello scorso anno. Nella nuova riproposizione tutto è immutato con la sola eccezione delle proporzioni, ora si è di fronte ad un atomizzatore con diametro di 22 millimetri e non 24mm come la precedente occorrenza. Quindi non può e non deve stupire se la presente stringata stesura può sembrare essere ripresa a piene mani dell’articolo che dedicai circa 18 mesi fa proprio a quel B3 MTL RTA, dal quale il nuovo BSKR Mini V3 MTL RTA ha in forma contratta origine. Per cui nulla di trascendentale se invariato è il numero degli elementi che lo compongono: sono ancora una volta ben 11 mattoncini, di cui ben 6 riservati a formare il solo deck, necessari al suo integrale assemblaggio; tutti realizzati in acciaio con la dovizia e la precisione le quali Vandy Vape ha da sempre riservato alla sua clientela, ma trascorsi 18 mesi circa dalla “cicciotta” apparizione non poco deludente è l’essere messo di fronte alla totale assenza di “ottimizzazione” progettuale. Ed oggi come allora il consiglio è di imbarcarsi nell’impresa della totale “esplosione” del pezzo solo ed esclusivamente per un primo e profondo lavaggio ante utilizzo e solamente un seguente giunto il momento del suo “riposo”, impensabile ritengo cimentarsi in tale impresa titanica ad ogni cambio di e-liquid oppure in casi di semplice rigenerazione- Sconcertante è inoltre il non aver limato con il nuovo progetto quel un paio di criticità o più correttamente imprecisioni “funzionali” che affliggevano il precedente Vandy Vape B3 MTL RTA da 24mm, ma al netto di personale appunti più o meno condivisibili il nuovo BSKR Mini V3 MTL RTA resta, nell’ambito del suo piazzamento merceologico, una proposta solida ed allo stesso momento differente nell’interpretazione rispetto alle passate omonime “uscite”, come lo fu il preso a modello. Nel nuovo resta presente anche la possibilità di sostituzione del “materiale del serbatoio” utile solo ed esclusivamente per puro senso estetico nel caso piaccia vaporizzare attraverso un “proiettile dorato”, come identica la fornitura di ulteriore drip-tip con altezza differente,la cui adozione consiste solamente nel vantaggio di ottenere una appena percettibile riduzione del calore del vapore, e come in passato ciò che l’utente deve ben valutare sin da subito è l’utilizzo principale che si voglia dare a BSKR V3 Mini MTL RTA prima di assemblare la configurazione corta oppure quella di maggiore capienza di 4 ml, perché proprio in questo ambito è ancora insita ed invariata la prima delle situazioni migliorabili che ho percepito tutt’ora e forse a personale giudizio la più limitante nell’uso esclusivo del vaporizzatore Vandy Vape nell’arco dell’intera giornata. No, non sono i soli 2ml benché risicati di autonomia quando “assemblato corto” ma relativamente sufficienti se messe in campo builds dai bassi wattaggi, il problema è ancora da ricercarsi nella semplice leggibilità del livello del liquido residuo; la “finestra è troppo stretta” e per giunta realizzata non al livello del punto di “scambio” del deck, ne consegue necessità di valutare con fin troppa approssimazione quando effettuare ricarica e per praticità rimane obbligata l’adozione del setup di massimi 4ml, relegando l’opzione di minore autonomia ad applicazione quasi da degustazione snaturando BSRK Mini V3 MTL RTA ed interpretandolo come se si stesse utilizzando un dripper. Quando sopra è solamente una personale chiave di lettura, per alcuni forse da intendere come probabile spassionato consiglio o per altri del tutto superfluo, ognuno è liberissimo nel caso gradito girare con in tasca il flacone dell’e-liquid preferito e ricaricare “ogni 3 per 2” nella paura di steccate, ma ho ritenuto corretto accennarvi ancora nonostante qui si debba vertere principalmente su altro: flessibilità, semplicità d’uso, curva di apprendimento e su tutto, cosa che più interessa benché influenzata da sensibilità soggettive, eventuale variazione nella fedeltà di quanto interpretato e restituito in aroma. Perciò, considerato il suo diretto derivare, ritengo in questa occasione inutile soffermarmi sul elementi come il top-cap e sistema di chiusura a baionetta “dal ¼ di giro” per accoppiarlo al serbatoio dalla grande guarnizione più avvezza ai beccucci dei flaconcini da 10ml che alle più capienti chubbies, come superfluo spendere parole per il fondello dal pin sempre troppo sporgente e le sue incisioni di rito, forse più interessante è volgere lo sguardo verso deck e campana nella speranza di individuare un qualcosa di diverso. Anche in BSKR Mini V3 MTL RTA camino, cupola della camera di evaporazione e struttura di contenimento formano un unico inseparabile corpo, non agevolmente lavabile né ovviamente così permissivo in fase di asciugatura. Di questa particolare poco gradita fusione strutturale ciò che immediatamente salta all’occhio sono lievi differenti dimensioni rispetto alla edizione da 24 mm di Giugno 2022 e conseguente innegabile è la curiosità per eventuali diverse sfaccettature percepibili di ogni e-liquid vaporizzato. La campana nell’ultimo arrivato di casa Vandy Vape rimane generosa, questa volta il diametro è di “soli” 16 mm con una profondità maggiore di appena 1 mm per totali 4 mm ed una geometria che ricalca per intero il precedente progetto. Sempre accostabile ad una sezione tronca di sfera dal risicato volume utile e ridotta possibilità di espansione del vaporizzato, quindi con BSKR Mini V3 MTL RTA ancora c’è necessità di contenimento delle temperature a causa la ovvia prossimità con l’avvolgimento riscaldante con il solo risultato finale di renderlo aromaticamente appena più cupo del precedente esponente della serie. Ovviamente “più piccolo” ma invariato è l’insolito deck di Vandy Vape BSKR Mini V3 MTL RTA, sempre privo di qualsiasi artificio per la regolazione del contrasto per la quale il produttore fa nuovamente affidamento su cinque pin “positivi”, uno in più rispetto alla versione 24 mm, innestabili a pressione dal basso e trattenuti in posizione esclusivamente da quelle minuscole guarnizioni che poco mi avevano già impressionato, perché costantemente a rischio di rottura o semplicemente “perdita” con la loro scenografica placcatura dorata ed attraverso i quali calibrare il tiro anche a tank pieno. Con tali “inserti” BSKR Mini V3 MTL RTA può così offrire differenti soluzioni in relazione ai diametri dei fori indicati su ognuno di essi a partire dal predefinito 1,2 mm oppure se preferiti il ristrettissimi 0,8 millimetri fino ad ariosi 2mm con intermedi 1 mm e 1,6 mm. Di essi fuori luogo per un dispositivo votato allo svapo di guancia la presenza dei due estremi: il maggior diametro perché troppo arioso con risultati ben oltre il ristretto flavorino tanto appagante per alcuni, perché con il quale necessario mettere in atto builds fin troppo “calde” e difficilmente mitigabili per una struttura come quella dell’atomizzatore Vandy Vape, strozzato invece il tiro offerto dal minore di essi in quanto nella pratica talmente asfittico da penalizzare ed appiattire per intero qualsiasi bouquet. Come per il passato l’optimum sarebbe stato, in loro vece e nel caso reputato necessario mantenere invariato numero di tali pins, predisporre più congeniali diametri intermedi ulteriori come ad esempio canonici 1,5 mm e massimi 1,7mm, secondo una più flessibile ed ormai consolidata visione delle produzioni internazionali e rendere sensato il numero dei pin utilizzabili inclusi nella confezione. Solo apparentemente ostico ed enigmatico è il deck sul quale costruita l’esperienza BSKR Mini V3 MTL RTA, risultato di un connubio tra accennati spunti concettualmente presi morfologicamente a piene mani da produzione KHW Mods per geometria di base, che dall’iconico Skyline RTA di eSmokeGuru con i suoi due post paralleli conditi di tanto odiati grani esagonali, ma che appena sviscerato ed ammansito è in tutta la sua “telefonata” di disarmante ed immediata fruibilità. Quello di BSRK Mini V3 MTL RTA è un deck spazioso ed agile da approcciare una volta rimossa la particolare “corona perimetrale”, barriera di contenimento ed obbligato percorso per canalizzare il liquido verso il materiale assorbente oltre che “particolare chiave” attraverso la quale procedere al suo integrale smontaggio con l’unico fine di, ripeto, occasionali profondi lavaggi. Non mancano accennati invasi, o similari accostabili per concetto, a guidare l’utente indicando il punto in cui “ammassare” delicatamente le estremità di una “cotonatura” né troppo sfoltita né eccessivamente compatta che, in relazione alle abbondanti dimensioni delle asole di pescaggio, per volume consiglio non essere inferiore alla quantità necessaria ad attraversare con minimo attrito un avvolgimento di sezione 2,25mm per evitare così spiacevoli “allagamenti” e non superiore a 2,5mm scongiurando l’opposta eventualità, ossia il rischio di “secca”. Per mettere in opera Vandy Vape BSRK Mini V3 MTL RTA non vi è da armeggiare molto, si tratta si seguire pedissequamente la stessa pratica del vecchio B3 MTL RTA e quello che produttore e l’ideatore del progetto tale Alex from VapersMD hanno previsto secondo design. Rimossa la “corona con le asole”, se come nel mio caso più affezionati al “filo singolo”, sufficiente arrotolare una coil leggermente “spaced” di 5,5 spire in Ka1 0,32 mm su tondino sezione 2,25mm per ottenere una impedenza prossima ad 1Ω, successivamente bloccarla ai due post paralleli imprecando nei confronti dei grani dalla testa esagonale e posizionarla proprio al di sopra del punto di ingresso dell’aria ad un’altezza che consiglio essere massima 2 mm con optimum compreso tra circa 1mm e 1,5mm. Passare alla cotonatura, l’unica vera “difficoltà” in BSKR Mini V3 MTL RTA, prestando particolare enfasi alla quantità del materiale assorbente da tagliare ben oltre il limite massimo della circonferenza del deck assicurandosi di aver prima riposizionato la “corona” precedentemente rimossa, una rapida sfoltita alle estremità della “wick” per conferire quel mimino di ariosità alle fibre e delicatamente adagiarle negli appositi invasi a diretto contatto con le corrispondenti aperture presenti sull’anello removibile. Infine bagnare fino a completa saturazione il cotone, verificare la corretta vaporizzazione e quindi provvedere ad assemblare deck al resto dell’atomizzare per effettuare consueta ricarica “dall’alto” del serbatoio oppure, altrettanto efficace, se preferita quella “dal basso”, che fino al perfezionamento della cotonatura è la soluzione consigliata per evitare occorrenze di sovralimentazione non così sporadiche quando messo in campo cotone in quantità non perfetta. Per verificare se sussistessero evidenti divergenze con la passata edizione da 24 mm dettate da differenti proporzioni di deck e camera di evaporazione ho voluto dare in pasto al nuovo Vandy Vape BSKR Mini V3 MTL RTA gli stessi identici e-liquid di allora; per cui in brevi sessioni di svapo ho utilizzato NET Burley La Tabaccheria, mio quotidiano “All-Day” che preferisco nelle interpretazioni più grevi e secche con appena percepibili od ancor meglio nulle le note erbacee, NET Kentucky La Tabaccheria del quale apprezzo la componente legnosa e NET Mandingo Angolo della Guancia che ritengo essere forse il latakia più rude. Ed ancora una volta con vapore denso e corposo dall’hit proporzionale al volume di “costruzione” dell’e-liquid ho avuto la netta sensazione di ricevere il bouquet aromatico in forma contratta, condensato in un “tutt’uno” senza la possibilità di apprezzare quanto l’e-liquid possa mettere sul piatto nonostante questa volta venga percepito un accennato maggior dettaglio nello spettro riprodotto. Meglio del passato sicuramente, ma non sufficiente a far tornare l’atomizzatore Vandy Vape per “secchezza” in cima alla classifica degli atomizzatori orientali a basso costo dedicati ai tabacchi come lo fu senza ombra di dubbio la sua prima apparizione di anni or sono. Fin troppo “zuccherino” con aromatizzati a base di frutta come ad esempio TVGC serie Noir Ghibli, Mistral e Blizzard con tutto il resto compresso ed accantonato in secondo, se non terzo, piano. Mio malgrado non ho potuto far altro che constatare ancora una volta, lo fu anche per il 24 mm B3 MTL RTA, una spiccata vocazione alle creme in cui il contratto restituito è riuscito a riprodurre con perfetta enfasi l’intera stratificazione di NexOs Darkstard tanto per citare uno degli utilizzati, meglio ancora se buildato con coils complesse micro alien: il solo unico momento in cui la densità del vaporizzato è esplosa con prepotente grasso e corpose vaniglie, creme pasticcere e tutte le possibili interpretazioni del cioccolato. In caso si fosse alla ricerca di un economico ed eccellente atomizzatore per tali tipologie di e-liquid, Vandy Vape BSKR Mini V3 Mini MTL RTA è forse l’occasione nella quale investire senza sperperare i propri danari. In tal caso lo store online Sourcemore.com lo propone in tutte le sue cinque varianti cromatiche, compresa l’imbarazzante combinazione Gold apprezzata probabilmente da invaghiti per paramenti liturgici, ad un costo di $23.19 che corrispondono al cambio attuale a circa €21,50 se utilizzato il codice sconto VBV3 durante le fasi finali della procedura di acquisto sul suo marketplace, ed al di fuori particolari eventi promozionali presenti e futuri. Sourcemore.com - Vandy Vape BSKR Mini V3 MTL RTA Φ22mm Ringrazio lo store online Sourcemore.com nella figura di Ms. Ella per aver permesso di scrivere senza censure nè vincoli le presenti personali impressioni con l’invio gratuito del campione di Vandy Vape BSKR Mini V3 MTL RTA qui trattato. Saluto ringraziando doverosamente svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori, per lo spazio e visibilità che mi è ogni volta concessa ed altrettanto ringrazio tutti Voi pazienti Utenti e lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive preziose critiche e/o mai ignorati graditi consigli. Grazie.
  15. Voopoo argus p1 s pod kit

    Sembra quasi uscito dall’universo fantascientifico cyberpunk vittoriano, ma è tutt’altro che immaginario. Argus P1s è l’ultima addizione al catalogo Voopoo sezione pod-mod elementari e di immediato utilizzo pensata per i neofiti. Il nuovo vaping kit Voopoo Argus P1s, appena svelato, arriva sui mercati forte di uno stile tutto particolare ed infarcito di alcune features che puntano a spostare un po’ più in alto l’asticella di cosa un very basic device sia in grado di interpretare. ShenZhen Woody Vapes Technology Co-, LTD - (Voopoo) me ne ha inviato un campione di pre-prduzione nella sua edizione dedicata ai mercati europei/TPD al fine di introdurlo alla platea di curiosi nonché di possibili acquirenti, scopriamo insieme la nuova creazione Argus P1s. Buona lettura! La nuova Voopoo Argus P1s Pod-Mod mi è stata recapitata nella sua quasi definitiva forma pensata per i mercati facenti parte dell’area TPD e che solitamente non molto si discosta dalla controparte “world wide” se non per l’esterno della stray tuck cardboard box con la quale il produttore Voopoo è solito da tempo presentare i propri oggetti di equivalente fascia di prezzo. Per la nuova creatura Argus P1s predisposta una superficie equamente suddivisa tra candore di sfumature avorio concentriche intramezzate da macchie interamente bianche con proprietà luce rifrangenti ed un motivo mix di grigi e color vinaccia, che non sono riuscito a decifrare a causa dell’ingombrante presenza del “per noi” obbligatorio avviso sulle proprietà psicotrope della nicotina nonostante di questa non ve ne sia alcuna traccia. A completare la scenografia frontale della confezione a grandi dimensioni logo del produttore Voopoo e denominazione del vaping kit con l’immancabile riproduzione del device Argus P1s nella colorazione ivi racchiusa. Da ormai consolidata prassi, invece, la faccia opposta dell’essenziale packaging è interamente dedicata a contenere l’elenco di quanto fornito di primo impianto e tutte le informazioni accessorie necessarie alla presentazione del prodotto comprensive delle legislative icone attestanti il superamento dei percorsi di certificazione, divieti di vendita, avvertenze per corretto uso ed adeguata conservazione, modalità di eventuale smaltimento oltre alle informazioni di contatto del produttore ed ideatore del dispositivo ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. (Voopoo), del suo European Representative tale società medicale Prolink GmbH con sede in Germania assieme a simile emanazione, ma deputata al solo mercato britannico, UK Representative Acmefog Commerce LTD con sede in Manchester. Codice a barre EAN di catalogazione e GS-1 per il numero seriale, iconografia dedica ad alcune ulteriori main features di Voopoo Argus P1s tra le quali spunta una inedita “iCosm code” e l’immancabile QR-Code per immediato accesso al mondo Voopoo, tutti insieme distribuiti sulle facce minori del cartonato ed in loro compagnia lo sticker “Scratch&Check” essenziale amico di ogni utente perchè unico strumento per verificare la genuinità di ogni acquisto. Questa la dotazione di serie inclusa nella confezione integralmente sigillata da un avvolgimento translucido: ● dispositivo Voopoo Argus P1s Pod-Mod; ● Argus POD Cartridge di impedenza 0,7Ω e potenza massima applicabile di 18W (preinstallata) con capienza di 2ml; ● Argus POD Cartridge di impedenza 1,2Ω e potenza massima applicabile di 12W con capienza di 2ml; ● cavo per la sola ricarica dell’accumulatore integrato µUSB Type-C; ● laccetto per appendere il dispositivo al collo; ● cartoncino formato business card introduttivo alla nuova “tecnologia” iCosm Flavor Interpratation Code che proprio con Argus P1s fa il suo debutto (incluso nella confezione retail finale); ● compatto manuale di istruzioni multilingua, italiano compreso. Quando ormai si pensava soddisfatta la necessità di offrire prodotti semplificati all’estremo pensati per utenza di primo pelo, ecco invece Voopoo sfornare l’ennesimo esponente pronto ad ingrossare le vetrine dei negozi di settore, un altro vaping kit basilare e dal piazzamento merceologico più che abbordabile buttato nella mischia per invogliare i curiosi che finalmente intraprendono la strada della riduzione del danno da tabacco combusto/riscaldato. Argus P1s fa forza su commistione di stili e di design direttamente ereditati dalle più recenti addizioni allo smisurato catalogo Voopoo, pescando un po’ dalla compatta Argus P1 con i suoi giochi di trasparenze e dal form factor della più evoluta Argus G, per accalappiare l’attenzione e catapultare l’acquirente in un vortice che non poco strizza l’occhio alla fantascienza ambientata nella Londra Vittoriana. Non stupisce quindi se Argus P1s sembra un marchingegno maneggiato dal protagonista steampunk di un futuro distopico tratto da un romanzo di H.G. Wells oppure da universi cyberpunk ancor più visionari, indubbiamente accattivante con i suoi “ingranaggi” bellamente in vista per trasparenza inglobati in un traslucido corpo di plexyglass. Ma Voopoo Argus P1s non è solamente una vape pen che punta tutto sulla inconsueta estetica per invogliare, con essa infatti numerosi gli strumenti forniti per far parlare di sè, perché totalmente imbottita di features da far sfigurare paritari dispositivi concorrenti. Iniziando, ad esempio, con i soli 20 minuti necessari alla completa ricarica dell’accumulatore LiPo integrato e non sostituibile di 800mAh di capacità quando collegata da un comune caricabatterie capace di fornire 5V/2A in uscita attraverso la “porta” microUSB Type-C accessibile alla sua base e così scongiurare patemi da autonomia. Non meno importante, anzi di fondamentale rilevanza sia per i rivenditori che per coloro i quali l’acquisto è dettato da eventuale “svecchiamento” di quanto già in possesso, è la totale compatibilità di Argus P1s con quanto fin’ora prodotto e commercializzato da Voopoo per le proprie pod-mod dedicate principalmente allo svapo di guancia. Nel vano sommitale dove predisposti i contatti flottanti per la trasmissione dei segnali elettrici al vaporizzatore ed incassato il sensore piezo-elettrico fautore della sola “attivazione al tiro”, è infatti possibile connettere magneticamente qualsiasi cartuccia Voopoo attualmente reperibile come tutte le diffuse Argus Pods e perfino headcoils premade della serie ITO se utilizzata l’apposita pod “universale” Argus Pod Empty Cartridge, unica eccezione le V-Series Cartridges al solo appannaggio della non folta schiera della produzione V-Series: veramente un approccio non male sul fronte della longevità ed intelligente ausilio nel favorire frequente rotazione dei magazzino dei consumabili lato retail. Una scommessa questa sulla quale già da tempo Voopoo sta investendo risorse al fine di offrire la più ampia gamma di possibili soluzioni ed iniziata, forse un po’ troppo in sordina con la prima delle “fully compatibles”, da quella ViNCI Pod che sembra in territorio nostrano non abbia riscosso un così straordinario seguito. Una filosofia che ha richiesto l’evoluzione di buona parte di quanto poc’anzi elencato, resa necessaria una quasi integrale rivisitazione dei serbatoi con conseguente adeguamento delle pre-mades, come paritario miglioramento nel caso di consumabili pod “mono uso” fino a sfociare nella iCosm Code Technology: una esclusiva piattaforma tecnologica che dicono addirittura riesca a raddoppiarne “la vita” voluta per enfatizzare non solo la fedeltà del vaporizzato, ma pensata per estendere del 99% l’integrità di ogni e-liquid trattato nella quale è confluita buona parte della produzione Voopoo dedicata allo svapo di guancia, il tutto consolidato dalla ricerca di una perfetta simbiosi tra hardware e software, tra consumabili ed il microcontroller Gene.AI che da sempre con le sue routines muove buona parte della produzione MTL ultracompatta di Voopoo. La nuova iCosm Code Exclusive Flavor Interpretation Technology ora racchiude in sè quanto ad oggi proposto: V-Series Platform, Argus Pod Series Platform e perfino la straordinaria ITO Superplatform, tutte rivisitate ed accorpate sotto un’unica egida assieme a nuove prestanti addizioni del firmware di gene.AI; di tutto questo un primo tangibile risultato è proprio il neo vaping kit Argus P1s con le sue “upgradate” Argus Pod Cartridges. Quella di Argus P1s è in buona parte la ben conosciuta intelaiatura che Voopoo ha ancora una volta voluto essere incentrata sul suo microcontroller appositamente realizzato per essere installato in sistemi ultraportatili, quel noto, affidabile ed ora arricchito Gene.AI V1.2 al quale deputare il gravoso compito di salvaguardare hardware ed utente, ed allo stesso tempo rendere quasi tangibile il ritmo della sua opera attraverso le dissimulate piste dorate del circuito stampato parzialmente esposto e mostrare, in ogni necessaria occorrenza, mediante il pulsare una piccola barra LED RGB: status della batteria, intensità del tiro ed anche eventuali criticità. Forte dei massimi 25W forniti dalla reattiva elettronica comandata da Gene.AI V1.2, Argus P1s è capace di “leggere in modo SMART” l’impedenza di quanto installato e regolare l’intensità della sola attivazione al tiro per erogare ottimale potenza al solo fine di ottenere una vaporizzazione integrale di ogni e-liquid senza stressare inutilmente il comparto utilizzato, ottimizzando i consumi della riserva energetica che, seppur limitata ai soli 800mAh con tali accortezze permette di fruire di oltre 2 “ricariche” prima del necessario suo ripristino. Comprese nella confezione di Argus P1s due confortevoli ed ergonomiche pods, cartucce ricaricabili da gettare quando esauste, in cui senza possibilità di separazione convivono serbatoio e-liquid ed il reparto vaporizzatore di tipo meshed, una per ogni opzione attualmente prevista ed inserita a catalogo Voopoo nella più evoluta incarnazione secondo iCosm Code Technology: cartridge Argus POD di impedenza 1,2Ω e cartridge Argus POD di impedenza 0,7Ω. Pods dal profilo a “becco d’anatra” in leggibilissimo PCTG dalla tinta fumèe costruite per essere interamente a prova di perdite attraverso un ingegnoso “gioco” di minuscole camere di decantazione a raccogliere gli eccessi del non vaporizzato, mentre la mescola della parte a diretto contatto con le labbra dell’utente è arricchita di “antibatterici” ioni di argento che ne assicurano una costante “sterilizzazione” contro il 99% dei contaminanti, e grazie al migliorato sistema di air-flow apprezzabile limpidezza e costanza del tiro rispetto alla passata generazione. Per entrambe al contrario della capacità di 2ml, indistintamente se incluse nei packaging commercializzati in territori TPD ed extra-EU, non è reso noto il range di potenza ad esse applicata, ma poco importa dato che il chipset di controllo gene.AI di Argus P1s automaticamente imposta il wattaggio più indicato e ne impedisce eccessi. Cartridge Argus POD di impedenza 1,2Ω è espressamente dedicata ad un contrastato svapo di guancia in puro stile MTL senza compromessi ed e-liquids che sento di consigliare esclusivamente in formulazione tradizionale 50VG/50PG. Con vapore lievemente rarefatto ed un hit nella norma, paragonabile a paritari vaporizzatori di tipo meshed, si è dimostrata pienamente a suo agio con recenti idrolati purificati quanto con gli attuali distillati. Restituito cristallino con perfetta interpretazione di eventuale stratificazione dell’aromatizzazione, ma benché palesemente più dettagliato rispetto al passato ancora lievemente al di sotto di quanto una headcoil ITO-M3 di identiche specifiche è capace di riprodurre, ciò probabilmente imputabile a differente geometria che minori dimensioni impongono per coniugare le cartucce Argus PODs. Mentre la rivisitata cartridge Argus POD di impedenza 0,7Ω è secondo quanto testato più indicata con tutte le tipologie di e-liquids che nulla o poco contengono “in tabacchi” ed indirizzata a stile di svapo arioso oltre il limite dello MTL. Anche con essa ho ricevuto sensazioni sovrapponibili a quanto poc’anzi espresso ed identico il consiglio di utilizzare e-liquids in formulazione standard, oppure al massimo con rapporto 60VG /40PG se si vuole dare enfasi alla “fumosità”, per non incappare in possibili sgradevoli dry hits ed ottenere la miglior coralità possibile dai layers di una aromatizzazione. Null’altro da aggiungere se non il confermare “alla prova dei fatti” la reale assenza di condensa accumulata all’interno del vano hardware sommitale al termine delle mie rapide prove con vaporizzati indicativamente circa 25ml, segno della intuibile “maturità” già raggiunta dalla nuova piattaforma Voopoo iCosm Code, l’ottima reattività al benché minimo accenno all’aspirazione ed in più una tangibile evoluzione sul fronte della fedeltà aromatica riprodotta. L’appena ufficialmente svelata Voopoo Argus P1s sarà entro breve lasso di tempo disponibile all’acquisto in un totale di 8 accattivanti variazioni estetiche cyber-steampunk presso tutti gli stores nazionali ed internazionali ad un costo che non molto dovrebbe discostarsi da quanto ipotizzato per dispostivi appartenenti alla fascia merceologica delle entry-level pod-mods. Ringrazio Voopoo - ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD. e sua nuova referente Ms. Rita Wu per aver avuto la graditissima possibilità di provare in anteprima il nuovo vaping kit Voopoo Argus P1s, del quale in caso di necessità è possibile trovare ulteriori informazioni ed approfondimenti seguendo il link che punta alla landing page ufficiale: ARGUS P1s-VOOPOO VAPE Spark Your Life Per nozioni sulla nuova tecnologia esclusiva Voopoo iCosm Code: iCOSM CODE-VOOPOO | Superior Open System Vape Brand | Spark Your Life Per concludere ancora una volta doveroso il mio ringraziamento va a svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori per lo spazio e visibilità che mi è concessa in ogni occasione ed a Voi pazienti Utenti lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive utili critiche e graditi preziosi consigli. Grazie!