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  1. Dicodes sbs18350qi (wireless charging)

    Una prima apparizione alla Hall of Vape Stuggart Messe nei primi giorni di maggio, poi una sfuggente presenza alla veronese Vapitaly 2023, ora finalmente in distribuzione. Esatto, proprio lui: l’ultimo gioiello firmato Dicodes, dalle sembianze pescate d’altri tempi ma imbottito di tecnologia ed elettronica tutta nuova e come al solito a nessuno seconda, ennesimo stabile punto di riferimento per coloro soliti “svapare” in controllo della temperatura. SBS18350Qi è l’ultima creazione scaturita a Herne nei laboratori di DIgital COntrolled DEviceS, una box mod interamente modulare come personalizzabile la cui caratteristica più eclatante è l’essere dotata di sistema Wireless Charging secondo standard Qi. Gli amici di Dicodes GmbH me ne hanno inviato un esemplare accompagnato dai suoi accessori opzionali e come non dimostrare in parte la mia gratitudine se non produrre un rapido scritto introduttivo a SBS18350Qi? Buona lettura. SBS18350Qi si presenta nel “classico” elegante e minimale cofanetto in metallo fustellato 12cm * 12cm dalla finitura argentea opaca dove unico centrale elemento è il nome apposto in rilievo secondo uno stile al quale ormai indissolubilmente legata l’intera riconoscibile produzione Dicodes, già solo foriero di qualità elevatissima a livello top gamma ed anche oltre in chiave vaping. Un semplice cofanetto a racchiudere una lucente gemma perché fondamentalmente nel tempo, lo confermeranno i vapers di lungo corso, Dicodes ha senza ombra di dubbio dimostrato di essere ben sopra gli altri e quindi immagino non abbia bisognodi sgargianti e colorati packaging per mettersi in mostra né tantomeno essi considerati l’attrattiva per acquirenti disposti a spendere i €229,00 necessari per possederla, oltremodo ben consapevoli di mettere le mani su un perfetto “orologio svizzero” fatto mod, ineguagliate idee, interessanti novità e materiali agli antipodi della produzione di massa orientale, impietoso sarebbe qualunque confronto. Certo è che a fronte di un cospicuo esborso si acquista sì un piccolo pezzettino di storia del vaping od almeno uno dei suoi particolari esponenti, ma nella pratica oltre “alle migliori delle prospettive” ecco quanto ricevuto in cambio: ● Dicodes SBS18350Qi box Mod; ● Dicodes Charger for SBS18350Qi; ● Cavo USB Type-C to USB Type-C; ● campione della lunghezza di 0,5m di Dicodes Resistherm Nife30 resistance wire; ● talloncino in cartone formato business card con Qr-Code per il download e consultazione del fondamentale manuale operativo esclusivamente reso disponibile in lingua inglese oppure tedesco. Sembra essere uscita dalla fucina di uno zelante maniscalco dallo spiccato pallino inventivo oppure timido tentativo di un creativo alle prime armi, nulla di più sbagliato! SBS13850Qi è rappresentazione, tanto anacronistica quanto lineare semplificazione portata all’estremo confine, dell’idea Dicodes di proporre un dispositivo altamente modulare, probabilmente l’aggettivo più calzante, ed allo stesso tempo always ready to vape libero dalla “schiavitù da ricarica”. Per rendere tutto ciò possibile quali miglior alleati se non fare affidamento ancora una volta sulla comprovata ingegnerizzazione, accurata manifattura, precisione ed appurata raffinatezza di una elettronica per l’ennesima volta farcita di features tutte nuove? Più che oggetto il nuovo dispositivo Dicodes è, mi si permetta l’eccesso, originale interpretazione e proposta di vaping rilassato; sempre pronto ed efficiente, fatto “reale” tramite materiali di elevata qualità provenienti per intero dalla filiera industriale tedesca e nessun componente utilizzato originato nella “fabbrica del mondo”: orgogliosamente teutonici l’acciaio e la totalità della elettronica progettata e realizzata in loco, del produttore vanto principe, come “made in Germany” il complessivo assemblaggio di ciò che con pochi e semplici tratti i designers Dicodes hanno trasferito dalle idee alla materia. Somma miniaturizzazione convogliata in un lucido “lingotto” con massa a vuoto di circa 65 grammi dalle estremità gentilmente semicircolari, dall’aspetto tanto essenziale quanto insolitamente elegante in cui è il solo “ritratto di impianto produttivo da estrazione mineraria”, simbolo del brand Dicodes, a giganteggiare per contrasto quale riconoscibile elemento distintivo. Tutto realizzato in una inedita commistione di materiali in cui la nobile lega ferrosa è sia intelaiatura per la tazza anch’essa in acciaio 316L del diametro di 24mm dal noto pin positivo in rame berillio dalla caratteristica escursione con resistenza incrementale logaritmica ed inciso il numero seriale di produzione, che guscio protettivo per la sublime affidabile elettronica questa volta capace di ricaricare per induzione l’accumulatore Li-Ion installato al momento. Dietro all’adozione della ricarica wireless, ovvero spinta per la nascita della stessa SBS18350Qi, vi è l’idea di evitare la sostituzione frequente della batteria semplicemente poggiando, tra una sessione e l’altra, il device su “un pad caricabatterie” mimetizzato tra i vaporizzatori della propria collezione oppure palesemente in bella vista sulla propria scrivania: così l’accumulatore sarà sempre carico e mantenuto tale per tutto il giorno, ovviamente stile di svapo dell’utente permettendo. Non sorprende, alla luce della motivazione gestazionale, se i signori di Dicodes abbiano scelto di abbinare SBS13850Qi alle fonti energetiche più “piccole” già adoperate nelle flashlights di alta gamma e traslate poi nel modo del vapore; questa a personale giudizio la “giustificazione” secondo la quale il nuovo gingillo arriva nelle mani dell’acquirente dotato di un “battery tube” adeguatamente calibrato per ospitare esclusivamente il formato di batterie 18350, da depositare nell’apposito alloggio dal pin positivo esposto ricavato nel corpo del “lingotto” e successivamente inglobare saldamente avvitando il tubo preposto. Così assemblata SBS18350Qi meraviglia per la sua compattezza e maneggevolezza, un dispositivo tanto minuto quanto ingombrante nel carisma, catalizzante piccolo gioiello con le sembianze pervenute dagli albori del modding ma innegabilmente immarcescibili allo scorrere del tempo: chapeau! Ma le sorprese non finiscono qui! Parallelamente alla distribuzione della nuova SBS18350Qi, Dicodes ha ben pensato di affiancarle tubi batteria opzionali così da modulare l’aspetto complessivo del dispositivo alle esigenze “estetiche” ed oltremodo adeguarlo a quelle energetiche della clientela: 18500 battery tube, il mio preferito, e 18650 battery tube, acquistabili al costo di €25,00 per “misura”, sono dedicati ai corrispondenti formati di accumulatori reperibili più o meno agevolmente sul mercato. Entrambi i 2 tubi accessori opzionali mi sono stati forniti a titolo gratuito. Inutile ribadire ancora una volta la raffinata fattura di ognuno di essi, indifferentemente se per formato 18350, 18500 oppure 18650, tutti dotati di perfetta e scorrevolissima filettatura, di una sorta di ammortizzatore interno nel punto di contatto con il polo negativo per stabile connessione ed conseguentemente ottimale conduzione elettrica dell’accumulatore, come di un o-ring di “fine corsa” utile ad impedire eccessiva rotazione tra le parti e barriera contro possibili infiltrazioni di e-liquid verso l’interno del corpo mod, che in sua assenza sarebbero potute occorrere in caso sfortunate perdite da parte dell’atomizzatore. Lapalissiano, ma l’uso dell’uno oppure dell’altro battery tube graverà, al netto della corrispondente batteria, sul peso complessivo dell’insieme con addizionali 36g, 55g oppure massimi 75g: da un minimo di 101g quando SBS18350Qi modulata per gli accumulatori più piccoli, fino ad un massimo di 140g se ricercata la massima capacità energetica garantita da celle 18650. Ma veniamo alla “cosa più succosa” di SBS18350Qi, ovvero la “magia” della ricarica wireless possibile grazie al pad induttivo incluso nella confezione denominato Charger for SBS18350Qi, sul cui funzionamento specifico ho avuto spiegazioni dall’ Ing. Achim Kleinlogel progettista dell’intera nuova elettronica pensata per la box mod firmata Dicodes. Il Charger for SBS18350Qi é progettato e realizzato secondo le direttive e specifiche dello standard Qi codificato dallo Wireless Power Consortium, quindi per conseguenza con il protocollo Power Delivery ora reso obbligatorio tramite direttiva della Commissione Europea sull’ultima generazione di caricabatterie da muro ad alta potenza, ossia semplificando quelli con il connettore microUSB Type-C perché gli unici approvati come “caricabatterie universali” ed ora imposti come unico mezzo di ricarica all’interno dei territori facenti parte della Unione Europea a partire dall’anno venturo. Ecco schematicamente quanto appreso con una doverosa premessa: sebbene pratica e scenografica la libertà da cavi e cavetti ha un suo prezzo, infatti la ricarica di accumulatori per induzione senza filo energicamente soffre di netta minor efficienza rispetto alle comuni “cablate” ed il dover venire a patti con correnti parassite, “barriere induttive” e leggi della termodinamica è lo scotto da pagare quando si ha intenzione di adottare tale tecnologia. Il pad di SBS18350Qi è per lo specifico scopo quanto di meglio siano riusciti a realizzare nei laboratori Dicodes e l’uso di plastica alla base della box mod, sacrificando un po’ di acciaio, è diretta conseguenza di tali necessità, perchè la presenza di metallo in tale punto avrebbe impedito il processo di induzione vanificandolo con una sorta di “schermatura” che avrebbe solo generato correnti spurie ed eccessivo calore da dispersione energetica. A seconda della tipologia di caricabatterie “da muro” utilizzato il Charger for SBS18350Qi avrà comportamenti specifici: se come consigliato connesso ad uno certificato Power Delivery, per la intrinseca capacità di negoziare tra dispositivi corrente e tensione secondo tale standard, una volta poggiata sopra SBS18350Qi e stabilita la connessione si avvierà una fase di pre-carica a tensione costante della durata massima di 30 muniti a 100mAh fino al raggiungimento dei 3V di carica della batteria installata.Successivamente la modalità di ricarica cambierà in corrente costante con valore di 500mAh, idonea soprattutto per i formati 18350 e 18500, ciò fino ai 4,1V di carica dell’accumulatore per poi ritornare alla precedente tensione costante con corrente di 100mAh quale “energia necessaria”al mantenimento dello stato acquisito della batteria. Invece quando utilizzato un “comune” caricabatterie da muro con sola “uscita” USB Type-A il Charger for SBS18350Qi irrorerà sempre corrente di 500mAh partendo da una fonte di almeno 5V/1,5A necessaria a sopperire la scarsa efficienza del sistema di ricarica senza fili. Diversa però la “situazione” quando in uso il battery tube più grande affiancato a batterie formato 18650 con capacità complessiva di circa 2800mAh ed oltre la cui carica residua è inferiore a 2,8V. In tale caso il tempo di 30 minuti di pre-carica a 100mAh previsto dalle routine del Charger for SBS18350Qi non sarà sufficiente a raggiungere la soglia dei 3V necessari ad attivare la “carica standard a 500mAh”, come con tale “potenza” reputato eccessivo il tempo necessario al completo ripristino della riserva energetica dell’accumulatore; in queste eventualità il consiglio di Dicodes è di provvedere ad una iniziale ricarica avvalendosi di un tradizionale caricabatterie standalone e successivamente utilizzare il pad Charger for SBS18350Qi per il solo suo “mantenimento energetico”. Vi è inoltre da notare che a causa dell'alloggiamento metallico che circonda la parte inferiore della mod vengono prodotte ulteriori perdite rispetto ai dispositivi con ricarica wireless fatti di sola"solo plastica", e che la scocca in metallo è anche il motivo per cui altri pad di ricarica wireless di altri produttori/dispositivi per lo più non riescono a caricare SBS18350Qi, questo perché la bobina di trasmissione in questi pad di ricarica è più grande della mod stessa, il che crea ulteriori correnti parassite nel metallo. Utile presumo segnale che durante le fasi di ricarica le “perdite di potenza” dovute alla scarsa efficienza della tecnologia induttiva, più quelle della batteria durante tale fase sono anche il motivo per cui il dispositivo e il pad si surriscaldano, comportamento previsto e quindi ritenuto normale è fino a +18°C - 20°C riferito alla temperatura ambiente: con una temperatura ambiente di 20°C il dispositivo si riscalda fino a circa 38°C - 40°C. Oltre tale soglia di incremento interverrà un sistema di protezione sia per il Charger for SBS18350Qi che per l’elettronica adibita alla ricarica wireless all'interno del device arrestando del tutto la sequenza di ricarica fino al raffreddamento; in questa evenienza il pad inizia a lampeggiare e deve essere temporaneamente disconnesso dall’alimentazione. Sul pad di ricarica è posizionato un LED con il quale visualizzati i tre status operativi: colore rosso ad indicare che l’accessorio è connesso ad una fonte energetica e pronto alla ricarica, colore blu a significare stabilita connessione con il relativo “ricevitore” presente sulla mod SBS18350Qi e ricarica dell’accumulatore in corso e, come accennato, lampeggiante in caso di entrata in funzione della protezione contro l’eccessivo innalzamento della temperatura di esso oppure della mod posta in ricarica. A complemento degli indicatori l’esclusiva elettronica di SBS18350Qi sul “fronte ricarica” prevede inoltre la visualizzazione del livello di carica raggiunto sul display alla veloce pressione del pulsante di attivazione e la presenza di una piccolo ulteriore LED di colore rosso, che è possibile intravedere osservandone il bordo inferiore, il cui bagliore è indicazione della corretta trasmissione della corrente indotta verso la batteria. Oltre tutto questo, l’inedita circuiteria di SBS18350Qi è riconoscibile anche grazie ai 2 “nuovi proiettati” a schermo: rinominata in Power la modalità di erogazione precedentemente conosciuta come Standard e la presenza di una ulteriore “schermata” tra le statistiche relative allo stato della batteria. In essa visualizzati i valori relativi alla resistenza interna complessiva dell’insieme mod (6mΩ) ed accumulatore in uso assieme ad una dettaglia misurazione del voltage drop di quest’ultimo utile a capirne sia lo “stato di usura” che a valutarne l’idoneità in caso di builds necessitanti di potenze prossime al massimo erogabile di SBS18350Qi. Parlando di mere specifiche tecniche SBS18350Qi non si discosta da quanto gli abituali utilizzatori di prodotti Dicodes abbiano ormai ben fissato in mente: Potenza massima erogata di 60W in presenza di impedenze comprese in un intervallo di 0,15Ω e 1,67Ω; Tensione massima erogata 10V; Corrente massima eroga 20A; Range di potenza erogabile compreso tra 5W e 60W; Regolazione del livello massimo di scarica della batteria tra 2,5V e 3V; 5 modalità di erogazione: variwatt, controllo di temperatura, bypass, interruzione pulsata riscaldamento, picchi di potenza; In temperatura controllata preimpostati 7 “programmi” per: NiFe30 (Dicodes Resistherm), nichel200, titanio, acciaio 304, acciaio 316, acciaio 316L, NiFe48 (formulazione proprietaria); In temperatura controllata possibile l’uso di qualsiasi materiale purchè se ne conosca il coefficiente TCR tramite profilo “Other”; Misurazione della resistenza interna dell’accumulatore; Resistenza interna della mod data dalla somma di quelle dei materiali utilizzati, connessioni e saldature pari a 6mΩ; Impedenza supportata compresa tra 0,05Ω e 5Ω totali; In erogazione tempo di 0,10 secondi per raggiungere il picco massimo di potenza selezionata; Funzionalità di auto-spegnimento selezionabile a piacere tra 1 minuto e 60 minuti; Garanzia 2 anni sulle componenti elettroniche per malfunzionamenti non imputabili all’utente. Come tutte le produzioni Dicodes la nuova SBS18350Qi è in grado di operare secondo 5 differenti modalità, 3 delle quali inizialmente per impostazione predefinita di fabbrica nascoste all’utente, scelta questa giustificata per semplificare e snellire il settaggio in prima impronta e per rendere graduale la curva di apprendimento dei principi fondamentali di base del mondo Dicodes. Solo dopo aver preso adeguata confidenza ed attivata la “modalità Esperto” Exp.Mode si avrà a disposizione l’intera gamma delle opzioni di erogazione: Power: voce di menù HCtrl Power, la classica operatività in VariWatt con potenza selezionabile tra 5W e massimi 60W con incrementi di 0,5W per potenze fino a 30W e con variazione di 1 Watt fino alla massima potenza consentita di 60W. Dicodes consiglia di non superare i 20W se utilizzata una batteria formato 18350 e 30W se installata una 18500 per le intrinseche minori prestazioni ti tali accumulatori rispetto alle pià comuni 18650. Temperatura controllata: voce di menù HCtrl TmpCtrl, la modalità di erogazione che ha portato al vertice Dicodes e sue elettroniche; da utilizzare per uno svapo in ineccepibile controllo di temperatura da 120°C a 280°C con variazioni di 5°C già con codificati settaggi per numerosi idonei materiali resistivi quali i comuni Acciaio 304, Acciaio 316, Acciaio 361L, Titanio, Nichel200, Nife30 Resistherm Dicodes e NiFe48 StealthVape. Nel caso si desideri utilizzare altri materiali come ad esempio Nife48 Zivipf necessario utilizzare il preset “Other” ed immettere il corretto valore TCR. Protezione di calore: voce di menù HCtrl HtrProt, particolare modalità operativa nella quale la potenza applicata alla coil è periodicamente interrotta, quasi un pulsare più o meno marcato secondo selezionabili preimpostate tempistiche e correlate percentuali di potenze. Tale erogazione è descritta come utile a mantenere perfetto l’afflusso di e-liquid alla coil e grazie alle frequenti interruzioni di “corrente” mantenere in ottimo stato di salute cotone ed avvolgimento resistivo limitando il calore sprigionato. Boost di Potenza: voce di menù HCtrl P-Boost, come intuibile più che una vera e propria differente erogazione tale modalità può essere considerata, personale giudizio, una estensione o variazione sul tema della classica VariWatt utile in caso si abbia necessità di raggiungere in tempi brevissimi la massima eccitazione dell’avvolgimento resistivo. Se selezionata il circuito si occuperà di fornire una iniziale maggiore potenza personalizzabile alla coil per un lasso di tempo regolabile da 0,1 secondi a 1,2 secondi fino a massimi 60W. ByPass: voce di menù HCtrl ByPass, la mod si comporterà come “una meccanica” in cui tensione e corrente saranno direttamente inviate alla coil senza che il circuito ne controlli le operazioni pur mantenendo attive tutte le routine di sicurezza prima fra tutte la limitazione a massimi 20A di corrente in uscita. Per le restanti nozioni sulle funzionalità del dispositivo ed approfondimenti sul suo menù di configurazione rimando ad una attenta lettura dell’apposito manuale scaricabile inquadrando il QR-Code stampato sul cartoncino incluso nella confezione. Per completezza di “panoramica” vi lascio ad una breve galleria di immagini in cui ammirare il risultato estetico dell’accoppiata SBS18350Qi con alcuni degli atomizzatori facenti parte della mia modesta collezione in relazione ai tre battery tubes opzionali 13850,18500 e 18650. SBS18350Qi + battery tube 18350 SBS18350Qi + battery tube 18500 SBS18350Qi + battery tube 18650 Ringrazio Dicodes GmbH per la cortesia che mi è stata ancora una volta riservata concretizzata nell’invio a titolo gratuito di Dicodes SBS18350Qi e suoi accessori oggetto del presente scritto, i sig.ri Ing. Georg Usai, Ing. Achim Kleinlogel per la disponibilità e pazienza dimostrata rispondendo sempre alle mie continue domande e richieste di chiarimenti. dicodes Box Mods: SBS18350Qi - dicodes-mods.com Ringrazio svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori, per lo spazio e visibilità che mi è anche in questa occasione cortesemente concessa e tutti Voi pazienti Utenti lettori come sempre liberi di regalarmi costruttive critiche e/o graditi consigli. Grazie!
  2. Trattasi forse della riproduzione in scala di una colonnina per rifornimento carburante? Il diorama di un parchimetro? Oppure il modellino di un distributore automatico di bevande? No, niente di tutto questo! AMPBB Boro Mod di BP Mods, che trae spunto dal mondo degli Hi-Fi di alta gamma, è l’interpretazione tutta particolare in perfetto “Bruce Style” della tipologia di battery box che da quale tempo sta concentrando gli sforzi di numerosi produttori, quelle numerose “boro mods” che partendo della iconica Billet Box di Billet Box Vapor cercano di interpretare, coniugare e proporre nei più disparati esempi la filosofia dello svapo “per immersione”. Di AMPBB Boro Mod lo store online Sourcemore.com me ne ha messo gratuitamente a disposizione in campione nella sua versione “Luxury Edtion”, cioè corredata di accessorio drip-tip polivalente chiamato per l’occasione DACBB, per scriverne rapidamente delle mie. Buona lettura. La confezione nella quale ho ricevuto AMPBB + DACBB Boro Mod è lo stesso identico semplice packaging già proposto in dai tempi della prima apparizione del marchio tempo coinciso con la commercializzazione dell’atomizzatore Pioneer RTA, il quale consta di: uno spazioso cofanetto di color arancione impreziosito dal solo logo del brand: BPMods. Attorno ad esso per le comunicazioni informative di rito avvolta una rigida fascetta in spesso cartoncino di colore grigio sul quale per chiaroscuro ecco apparire un motivo che ricorda parti meccaniche composte da leve ed ingranaggi, sulla quale frontalmente con inchiostro dalla finitura metallizzata che ricorda il colore della scatolina impresso di nome del dispositivo. Oltre questo, al contrario di quando solito adottato in differenti altrui produzioni, a tutte le nozioni di rito comprensive di fedele riproduzione di alcuni dettagli del dispositivo principale AMPBB Boro Mod, nomenclatura del prodotto, indicazione della colorazione ed elencazione del corredo in dote, dedicata la parte di lembo cartonato posteriore e con esse dichiarate le certificazioni di conformità ed gli obbligatori divieti mediante le ormai conosciutissime icone, che nel complesso avrei grafito essere stampati impiegando inchiostri di maggior contrasto perché la tonalità di grigio adottata rende il decifrare di quando stampato alquanto difficoltoso. Presenti inoltre codice a barre di tipo EAN e “Scratch&Check” per la verifica in due passaggi dell’originalità del prodotto ed a completarne la generale impaginazione l’indicazione, con relativo indirizzo di contatto, del produttore Dovpo in compagnia di quella del modder BPMod, ideatore del progetto, che risponde al nome o meglio presumo allo pseudonimo Bruce, simpaticamente ritratto con un barbuto smile dai tratti orientaleggianti. Con la solita “pulizia” che caratterizza la linearità di ogni packaging BP Mods, all’interno del cartonato ordinatamente presentati il prodotto e sua dotazione in un gradevole colpo d’occhio: ● dispositivo AMPBB Boro Mod, ricevuto in colorazione silver; ● accessorio DACBB in confezione retail nella versione POM abbinata al colore del device e venduto anche al i fuori del kit, che consiste un 3 differenti drip-tips, flush niut ed adattatore/innesto 510; ● 3 * Engraved Flush Nut Spanners; ● cavo con connettore µUSB Type-C per la ricarica dell’accumulatore; ● sacchetto di spare parts comprendenti viti, anelli anti-condensa, particolari Light Tubes cilindrici trasparenti, ma non o-rings come indicato nella confezione; ● manuale di istruzioni in lingua inglese sottoforma di tagliando di generose dimensioni che da sempre accompagna la produzione BP Mods. “Luxury Edition” ossia alla spicciolata AMPBB Boro Mod ed il kit accessorio DACBB confezionati assieme è, dopo aver sfornato addons a tema come ad esempio Pioneer Insider e TMD Boro Tank, il concretizzarsi del desiderio del team di BP Mods capitanato dal panciuto Bruce, di accalappiare una fetta dei proventi che attualmente sta generando un più che mai vivo interesse attorno al particolare “mondo delle Billet Box e suoi derivati”: un segmento merceologico quasi totalmente dominato da produzioni artigianali dal costo quasi elitario, in cui sporadiche apparizioni di “commerciali” hanno riscosso nullo o quasi successo, perché tutte accomunate da pressoché simile design. da materiali di qualità non eccelsa e risibile cura dei dettagli. Trasparenze dalle quali affiora circuiteria, superfici materiche dl carattere industriale ed un aspetto tanto controverso quanto eclettico, sono quanto di meglio BP Mods sia riuscita a racchiudere in un dispositivo dall’incedere esclusivamente verticale condito delle solite futilità e frivolezze che stabilmente “impreziosiscono” ogni produzione del marchio orientale: AMPBB Boro Mod è sinteticamente tutto ciò. Ed è proprio il discutibile, caratteristico od opinabile design, la sua innaturale spigolosità che più che ad una Billet la accomuna ad una tradizionale mod il suo punto di forza, come straordinaria la sua inaspettata maneggevolezza senza considerare che. seconda solamente a Delro AIO, l’accumulatore LiPo integrato da 2000mAh gioca un fondamentale ruolo nella percezione globale regalata dal progetto; dicono sia interamente frutto dei tratti scaturiti dalla matita di tale Shane, braccio destro del più noto Bruce, accanito audiofilo e feticista di amplificatori valvolari e digital audio converters, le cui forme e disparati materiali sembrano aver inciso in modo notevole sull’ideazione esteriore della “stramba” boro mod targata BP Mpds e prodotta negli stabilimenti Dovpo in quel di ShenZhen, patria incontrastata dell’elettronica di largo consumo made in Cina. Per il corpo mod al contrario di alcune aziende concorrenti preferita alla plastica leggera lega di alluminio, nella quale realizzata scorrevole filettatura con passo anglosassone pienamente “Billet Box compatibile”, dove avvitare qualsivoglia flush nut o drip-tip ibrido di proprio gradimento, oppure in mancanza di essi, affidarsi a DACBB ed ai suoi tre “insensati beccucci” intercambiabili, ossia l’accessorio già incluso nella confezione; dissimili per altezza e diametro esterno ma con risibile differenza “all’interno”, spacciati per essere stati proposti per soddisfare tutti gli utenti e relativi stili di svapo: dall’arioso Dl, al ristretto MTL senza dimenticare l’intermedio RDL. Possibile che in Oriente non abbiano ancora capito che è soprattutto il diametro del foro interno di un drip-tip la variabile fondamentale e non la sua altezza? Al di sotto lo scontato alloggio per i boro tanks, e come non notare un così evidente “vuoto”? Serbatoi "Boros" in AMPBB Boro Mod da inserire scenograficamente a vista a contatto del necessario “pin piatto del positivo” non regolabile in altezza condito da un piccolo tampone assorbente lavabile e riutilizzabile, oltre che sostituibile con altri forniti nelle spare parts del vaping device con il gravoso compito di trattenere eventuale condensa, obbiettivamente mai è occorsa in quantità eccessiva durante le prove proprio per come concepita la boro mod di BP Mods. Fibra di carbonio o, come nel caso nell’esemplare in mio possesso, fibra di vetro è invece il materiale scelto per la creazione delle pannellature decorative oltre che funzionali che rivestono i lati “più importanti” di AMPBB boro Mod. La maggiore di esse, con incastonato il piccolo display monocromatico ed i 2 pulsanti per la variazione dei parametri, costituisce nella pratica la “schiena” del dispositivo ed in più protezione della maggior parte della circuiteria che lo anima ed una volta rimosse le 6 viti torx T2, ecco accessibile anche il connettore che la congiunge all’accumulatore LiPo con capacita di 2000mAh e dichiarati 20A di scarica per eventuale futura sua sostituzione, ovviamente sempre se possibile, quando necessario, procurarsi il corretto ricambio. Sul frontale il minore dei due pannelli, quello scenografico perché “quello a vista”, dalle caratteristiche finestre trasparenti tramite le quali intravedere particolari di ulteriore circuiteria e dove posto il grande pulsante rettangolare per l’attivazione del dispositivo assieme ad un sorta di scudetto, Quest’ultimo non ha solamente funzione estetica, ma è uno dei 3 engraved flush nut spanners insuti nella confezione, cioè più o meno utili “chiavette” decorate con incisioni per avvitare oppure rimuovere proprio il nut filettato che alla sommità di AMPBB Boro Mod tiene in posizione i boro tanks e fornisce “connessione negativa” all’elettronica. Tre inserti che lasciamo il tempo che trovano, tre scudetti per svitare il nut e come se non bastassero l’apoteosi della futilità è insita proprio qui, sull’anteriore della boro mod, in piena vista! Tubi luminosi che si accendono e spengono al rito delle attivazioni, apprezzabili solamente attraverso quelle trasparenze, omaggio e sicuramente ispirate ai valvolari degli HiFi e fortunatamente disattivabili portando a “zero” il valore “Light” nelle impostazioni del device. Nel caso il kitch non sia già sufficiente, addirittura personalizzabili secondo proprio estro e manualità sfruttando i tubicini trasparenti presenti nelle spares ed installabili rimosso proprio quel pannello frontale che sembra sia il centro nevralgico dell’intera estetica di AMPBB Boro Mod. Idea simpatica? Accattivante? Superflua oppure Genialata? Ho ben chiara la mia opinione su tale opportunità di personalizzazione e ritengo meglio non esprimerla apertamente, la vostra? Al netto del superfluo e sorvolando su piacevolezza o meno del design, è sinceramente difficoltoso non apprezzare AMPBB Boro Mod nelle sue basilari funzionalità; infatti il “circuito” del quale dotata svolge egregiamente tutti i compiti per i quali realizzato: erogazione in VariWatt da 5W a 60W con incrementi al decimale, VariVolt da 1V a 8V sempre con variazioni al decimale di unità e l’ormai ovunque presente ByPass utile nel caso si voglia simulare il comportamento di un dispositivo meccanico. Pronta “la spinta” al limite dell’aggressivo, eccellente l’autonomia garantita dai 2000mAh dall’accumulatore LiPo, che con il mio stile di svapo è sempre riuscito a permettere la fruizione di circa “2 boro tanks” che approssimativamente corrispondono a quasi 9ml di e-liquid, come discreta la velocità di ricarica che grazie ai 5V/2A in ingresso garantisce di rimpinguare la scorta energetica in circa 1 ora. Per coloro che apprezzano “luci e lucine” probabilmente gradito l’accendersi e lo spegnersi dei tubicini colorati ad ogni attivazione ed il loro pulsare durante le fasi di ricarica, per gli altri come per chi scrive ottima la possibilità di poterli definitivamente disattivare attraverso l’apposito menù accessibile attraverso 3 semplici clicks. Il vaping kit AMPBB + DACBB Luxury Edition è riuscito ad incuriosirvi? in caso affermativo ricordo che lo store online Sourcemore.com lo propone nelle due uniche colorazioni silver e gun metal al prezzo molto interessante di $55,99 se utilizzato il coupon code promozionale AMPBB nelle fasi conclusive della procedura di acquisto. che attuale cambio corrispondono a circa €51,00. Sourcemore.com - BP MODS AMPBB Internal Battery Boro Mod 60W Ringrazio ms. Ella marketing PR dello store online Sourcemore.com per aver permesso questa stesura con l’invio gratuito del prodotto BP Mods AMPBB + DACBB Luxury Edition qui discusso. Saluto ringraziando doverosamente svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori, per lo spazio e visibilità che mi è concessa ancora una volta ed allo stesso modo tutti Voi pazienti Utenti e lettori, come sempre liberi di regalarmi se costruttive preziose critiche e/o mai ignorati graditi consigli. Grazie.
  3. Voopoo argus gt ii

    La rouged mod di Voopoo si rifà il look in vista dell’estate 2022, praticamente pronta a raggiungere gli scaffali dei migliori stores forte di certificazione IP68: shock-proof, dust-proof, waterproof e con rinnovato design a metà strada tra il classico e l’arrogante, impeccabile cura nei dettagli, evoluta elettronica gene.Chip TT di seconda generazione e con un atomizzatore tutto acciaio e pirex interamente progettato attorno ad essa non mancherà di far certamente parlare sé. @VOOPOO Techme ne ha inviato un campione in anteprima da presentare al pubblico e del quale secondo libero giudizio evidenziare pregi e difetti, acute addizioni e particolari rivedibili. Buona Lettura. Il vaping kit Argus GT II, spedito direttamente dalla factory Voopoo, mi è stato recapitato in un nuovo interessante packaging, non più la coriacea “military bag” in ABS come nella passata edizione, bensì in quello che originariamente doveva essere un bel cofanetto in metallo, presumo in lega di alluminio prima che le delicate attenzioni dello spedizione UPS sarcasticamente lo “coccolassero con amore e cura” durante il tragitto. Di quella che nelle intenzioni di Voopoo sarebbe dovuta essere un accattivante confezione decorata per rilievo da imponente brandizzazione con la quale evidenziato quanto di contenuto, poco o nulla rimane se non accennate forme inspiegabilmente brutalizzate che solo in minima parte rendono giustizia a quanto augurato ed non poco imbarazzo causano in chi scrive, perché oggettivamente non in grado in questa circostanza di presentare adeguatamente quanto di ricevuto. Unico superstite allo scellerato trasporto l’anello in cartone riciclato che ne avvolge quanto rimasto ed al quale deputato il compito di introdurre e presentare all’acquirente l’ultima fatica made in Voopoo, dove stampata con contrastato nero la denominazione del vaping kit Argus GT II con sue caratteristiche salienti, marchio del produttore ed una interessante sua riproduzione dai contorni essenziali. All’opposto come consolidata tradizione vuole impresso il contenuto della confezione, mai scontate avvertenze per un consapevole uso e sicura conservazione del prodotto ed indirizzo di contatto del fabbricante ShenZhen Woody Vapes Technology Co., LTD (VOOPOO). Sempre sulla stessa faccia dell’anello cartonato ovviamente presenti tutta la sequela di icone attestanti le certificazioni e le imposizioni necessarie per l’immissione sui mercati comprensive di indicazione della società medicale European Representative conto Voopoo e della sempre più diffusa UKCA, versione anglosassone del “marchio CE” introdotta a seguito della Brexit; in loro compagnia tre adesivi recanti codice a barre per catalogazione meccanografica EAN, indicativo della colorazione, seriale di produzione e “Scratch&Check” olografico per la verifica della originalità del device. Nulla di eclatante da segnalare riguardo a quanto presente sulle facce minori dello sleeve in materiale riciclato solitamente utilizzate come elementi per ridondanti informazioni, che nel caso di Argus GT II Vaping Kit si concretizzano in un evidente duplicato della brandizzazione ARGUS e serie di quattro QR-Codes da scansionare per raggiungere in un “batti-baleno” le pagine social approntate da Voopoo e la relativa al supporto tecnico dedicato “alla GT II”, forse la meno banale di esse. Scampato a quanto occorso al cofanetto e fortunatamente nel bene o nel male illeso, ecco quanto racchiuso nel martoriato involucro: ● dispositivo Argus GT II in colorazione Silver Grey; ● atomizzatore MAAT New Tank di capienza 6,5ml colore Silver, TPD soli 2ml; ● TPP-DM2 Double Zone mesh headcoil con impedenza 0,20Ω e range di attivazione compreso tra 40W e 60W con best spot consigliato in 50W/55W; ● TPP-DM3 Double Zone mesh headcoil con impedenza 0,15Ω, intervallo di potenza applicabile compreso tra 80W - 100W, best 85W - 95W; ● cavo per ricarica batteria ed applicazione aggiornamenti firmware con connettore µUSB Type-C; ● talloncino business card con avvertenze per corretta “gestione” degli accumulatori; ● manuale di istruzioni multilingua, italiano compreso. Fin dagli esordi Voopoo ha presentato la serie Argus come quella destinata “al lavoro sporco”, progettata per durare e resistente a sollecitazioni d’ogni sorta: fedele compagna di escursionisti, trackers se non amanti della vita all’aria aperta e per tutte le situazioni in cui attenzioni, delicatezza e cura sembrano essere latitanti. Ne è passato di tempo dall’estate 2020, apparizione del primo coriaceo esemplare Argus GT, e lecito in vista della ventura stagione estiva proporre almeno degno successore: Voopoo Argus GT II è un massiccio dispositivo dual batteries capace di erogare in modo fulmineo e senza batter ciglio in potenza fino ad un massimo 200W, in ogni situazione incurante di acqua, polvere, urti e cadute: ciò quanto per lo meno afferma la ottenuta certificazione International Protection Rating IP68. Un ragazzone pensato per i cloud chasers in cui resistenza ed affidabilità, con netto taglio rispetto al passato, ben si sposano con ricercatezza estetica nei dettagli, materiali di prim’ordine e squisiti pellami FU in una impattante visione di insieme e sapiente mix tra affidabilità e durabilità con design di “livello superiore” ed ergonomica maneggevolezza dove nulla è lasciato al caso. Ed ecco quindi, sia pur mantenendo l’originale imprinting, abbandonati tratti decisi, spigoli, linee rette e fin troppo evidenti elementi di brandizzazione, lasciare spazio allo scorrere di avvolgenti morbidi profili, delicate giunzioni e gentili intersezioni ermetiche in un rotondo susseguirsi di distinguo materici tra opache plastiche e cornici metalliche lucidate a specchio, sigillanti gomme ed accenti decorativi. Per non distogliere lo sguardo in Argus GT II, tra riflessi e lucentezze, perfino mimetizzate le impercettibili serigrafie di rito con marchi e luogo di produzione con l’unica eccezione della stampa a caldo sul pellame sintetico del rivestimento, quel mastodonte Argus GT II messo lì tanto per non dimenticare cosa si stia maneggiando! Vale la pena però sottolineare che con Argus GT II non si è solamente di fronte ad un mero e semplice restyling esteriore, l’operazione di svecchiamento coinvolge tutti i comparti e l’adozione di particolari dettagli non fa che accentuare tale sensazione come ad esempio tutta nuova è la tazza con passo 510 e pin autoregolante placcato oro. Per la prima volta su un device Voopoo totalmente “incassata”, praticamente quasi interamente nascosta alla vista se non per l’accennata sporgenza del profilo della circonferenza del “filetto” nel quale avvitare atomizzatori massimo diametro 25mm senza “sbordare”, così come altrettanto inedita l’idea di predisporre il connettore microUSB Type-C per la ricarica rapida bilanciata a 5V/3A dei due necessari accumulatori formato 18650 anche se differenti marchi al suo fianco, in una cavità protetta e sigillata ermeticamente da una copertura scorrevole da far scivolare secondo evenienza. Con identico spirito ecco apparire un nuovo sportellino al vano batterie: non più dall’apertura “scorrevole e ballerino” ma saldamente incernierato su solido fulcro molleggiato dalla chiusura a battente ed interamente circondato da notevole guarnizione in robusta gomma mediante la quale assicurata la tenuta stagna dell’intera camera dove al riparo da qualsivoglia accadimento esterno risiedono ben protette le due celle Li-Ion formato 18650 connesse in serie ovvero “carburante” indispensabile a muovere Argus GT II come qualsiasi altro paragonabile dispositivo. Per sfruttare in pieno le potenzialità di cotale fonte energetica, che non smetterò mai consigliare di optare su accumulatori ad alta capacità di scarica, si è reso necessario intervenire anche al livello più nascosto del device con completa “riscrittura” dell’intera elettronica di controllo, relativo firmware ed ovviamente interfaccia utente software ed hardware. Con l’adozione del neo gene.Chip TT 2.0, oltre a maggior limite di massima potenza raggiungibile con la bellezza di 40W in più rispetto al passato, viene in parte data all’utente l’opportunità di “sperimentare e personalizzare” la propria vaping experience ed introdotta una nuova tipologia di erogazione. Non ci si aspettino chissà quali miracoli! Nulla di trascendentale in vero ma, in confronto a quanto fino ad ora concesso dalle statiche elettroniche proprietarie Voopoo, finalmente possibile in piena liberà regolare il tempo per lo screen time-out da 10 a 20 secondi come variarne la luminosità secondo proprio desiderio e non da ultima la utile (?) opportunità offerta da tre slot di memoria dove in un infinito loop memorizzare i propri settaggi quando attiva modalità di funzionamento in temperatura controllata per soli materiali acciaio, titanio e nichel200; Voopoo Argus GT II la ha già “di serie” senza necessità di aggiornamenti firmware e data la premessa avrei augurato anche l’introduzione di TC secondo coefficiente TCR, ma non è che si possa “pretendere la Luna”, sempre meglio di niente, un piccolo passo alla volta! Ovviamente oltre alla succitata TC con la nuova Argus GT II "concessa" al vaper la possibilità di scegliere tra ulteriori 3 modalità di erogazione: l’immancabile SMART “for beginners” con uscita massima consentita fino a 80W che così lustro ha portato al brand in cui a seconda della headcoil installata sarà il circuito di controllo a suggerire la potenza ottimale e limitare eventuali eccessi di alimentazione, la denominata e già vecchia conoscenza RBA da preferirsi se in uso un atomizzatore rigenerabile con la quale “giocare liberamente” con la potenza da applicare alla resistenza senza che il circuito intervenga con limitazioni e suggerimenti. Ed infine la terza inedita opzione chiamata TURBO paragonabile per concetto alla “libera RBA” ma specificatamente pensata e proposta per setups particolarmente “spinti” in cui necessaria una curva di erogazione estremamente aggressiva e suggerita od ancor meglio consigliata per l’uso di headcoils premade i cui requisiti superano gli 80W come ad esempio la testina TTP-DM3 già inclusa nel kit. Rivoluzionate anche tutte le gestures per interagire con l’hardware, con la sola eccezione degli standardizzati “5 clicks” per accendere e spegnere il dispositivo, non più necessarie le sequenze di rapide pressioni del pulsante di attivazione/erogazione per navigare nel firmware di Argus GT II. Scegliere la tipologia di funzionamento, resettare i contatori, regolare la luminosità ed anche il tempo di spegnimento del generoso display a colori da 0,96” alla diagonale? Nulla di più immediato ed indubbiamente più agile rispetto al passato, tutto concentrato nella simultanea pressione dei “tasti + e -“, bastano alcuni secondi per far apparire il menù principale con le varie opzioni da navigare e confermare attraverso “quello” di attivazione. E se si desiderasse bloccare interamente il dispositivo per evitare accidentali variazioni dei parametri impostati come non volute attivazioni? Questo il motivo della presenza di un puntuale selettore al di sotto degli elementi dell’interfaccia utente, dove solitamente posizionato il connettore USB, addio quindi scomoda combinazione “fire + up” e un bentornato a quanto di già “visto” in Drag X|S Pro: il Quick Switch da spostare per “bloccare oppure sbloccare la mod” ma in Argus GT II privato della possibilità “sostituirne” la funzione con quella di accensione/spegnimento della quale ne auguro l’implementazione con futuri aggiornamenti! MAAT New Tank è il compagno di avventure di Argus GT II mod, altrimenti che vaping kit sarebbe, non ennesima rivisitazione del pod-tank in PGTC fumèe che tanto successo ha riscosso grazie alle produzioni Voopoo; il tank di approssimati 27mm di diametro fornito ed accluso nella confezione è questa volta un "vero e proprio" atomizzatore tutto acciaio e pirex! Forse un po’ azzardata la scelta del materiale vetroso per un oggetto che nella teoria dovrebbe sopportare assieme alla fida mod numerose sollecitazioni, ma indubbiamente fresca novità e netto strappo rispetto alla più o meno recente produzione che oggettivamente non può “che far bene”, sufficiente che a differenza del “pacchetto sample” ricevuto, nella versione retail del kit Argus GT II vengano allegati “vetro” e spare parts di ricambio per non scadere in inspiegabili incongruenze date dalla intrinseca fragilità del pirex. Trascurando per comodità la capacità di sopravvivenza ad urti e cadute e le divisive sembianze in totale stridore con la presenza scenica della mod, nulla impedisce di apprezzare la pulita semplicità di MAAT New Tank ed il suo ridotto numero di costituenti sufficienti ad assemblare un bel bombolotto della modica capienza di 6,5ml se extra-TPD, nel quale installare a pressione tutte le headcoils premade progettate da Voopoo per il cloud chasing serie TPP Platform presenti e future. Un totale di “3 macro pezzi” di facile manutenzione ed agevole profonda pulizia tenuti insieme da una sola filettatura alla base ed un migliorabile innesto a baionetta al vertice intramezzati da coppia di guarnizioni sigillanti, sono in MAAT New Tank il risultato di 1257 tentativi per offrire la migliore esperienza di svapo al riparo da condensa, perdite, stagnazione di e-liquid ed aumentata efficienza di permeazione dei flussi di aria del 60% senza dimenticare la rapida ricarica dall’alto, almeno questo secondo quanto dichiarato da Voopoo. Ma al netto di roboanti comunicati stampa e paroloni spesi sulle miracolose features del nuovo arrivato ciò che veramente sembra fare la differenza rispetto al “vecchio pod-tank” è quanto realizzato all’interno del fondello integrato del sistema di regolazione di aria in ingresso e connettore passo 510, nella particolare conformazione della struttura sopraelevata che ospita i pin flottanti placcati oro per il trasferimento dei “segnali elettrici” da e verso la testina. Nel nuovo MAAT New Tank il punto di contatto non è più interamente piatto, un semplice pianoro dal quale sporgenti i 3 pogo-pins, ora più corretto descriverlo come una depressione concava ad interamente circondare ed ospitare la parte basale della resistenza, addirittura dalla stessa Voopoo paragonata fantasiosamente alle forme di un cratere vulcanico, e così ottenere un forzato “giro di aria”, quasi nulla formazione di condensa e nello sventurato caso di copiosa fuoriuscita di liquido una barriera a trattenerlo evitandone il percolare verso l’esterno. Ne consegue un "tiro" sufficientemente pulito e per nulla turbolento, dal contrasto finemente regolabile ed addirittura, forse illusione o condizionamento, capace di rendere ancora più corposo e “grasso” l’esplosivo vaporizzato che le headcols TPP Platform Series riescono a sprigionare. Dei due esemplari in dotazione al vaping kit Argus GT II che dire se non minimamente confermare quanto già espresso in occasione del primo loro incontro avvenuto merito di Drag X|S Pro: ancora una volta TPP-DM3 Meshed Headcoil di impedenza 0,15Ω per erogazioni limite di 80W/100W, straordinaria “interprete dello zuccherino fruttato” se già spinta in modalità TURBO alla potenza mediana dei 90W, momento in cui tutti gli ingredienti degli ultimi millilitri dell’e-liquid fruttato ispirato al cocktail Green Jamaica utilizzato durante le mie prove, il Summer Taste di Cover per Svapatori, distintamente identificabili con la componente ghiacciata lasciata piacevolmente in disparte solamente per regalare quel tocco di necessaria freschezza; ed ancora una volta confermare quanto in passato percepito: se vaporizzato a potenze verso il limitare massimo del consentito prepotente il sentore di melone sovrastare tutto il resto con spiccato ghiaccio, mentre con valori prossimi al valore minimo eccessivo il corpo del cocco. Per cremosi ed e-liquids “dal cuore vellutato” ho ancora una volta preferito TPP-DM2 Meshed Heacoil di impedenza 0,20Ω ed il suo intervallo di potenza applicabile dai requisiti energetici nettamente più parchi perchè compreso tra 40W e 60W. Merito di essa se Black Haze di Iron Vaper sprigiona tutta la grassezza e corposità del cioccolato bianco unito al tostato della crema di nocciole ed alla croccante fragranza della sfoglia di wafer: piacevolmente “nuvoloso” tutto distintamente identificabile già a partire da 45W di potenza applicata, perfetto senza necessità di variare quanto impostato. Voopoo Argus GT II vaping kit sarà mi auguro con cofanetto metallico intonso disponibile per l’acquisto presumibilmente a partire dal prossimo 11 Aprile presso tutti gli stores in cinque interessanti combinazioni cromatiche tra le quali scegliere quella di proprio gradimento. Ringrazio Voopoo - ShenZhen Woody Vapes Technology Co. LTD. ed in particolar modo Mr. Aimer Fu diretto referente del reparto marketing e contatto per l’accesso ai settori tecnici per la graditissima possibilità di provare in anteprima Argus GT II Vaping Kit, del quale in caso di necessità si potranno trovare ulteriori informazioni ed approfondimenti nella landing page dedicata che sarà consultabile sul sito ufficiale Voopoo a partire dal giorno di ufficiale commercializzazione: VOOPOO Vape - Spark Your Moments Ancora una volta doveroso il mio ringraziamento a svapo.it nella sua interezza, Amministratore e Moderatori, per lo spazio e visibilità concessami ed a tutti Voi pazienti Utenti lettori come sempre liberi di regalarmi se costruttive utili critiche e graditi preziosi consigli. Grazie!
  4. Damnmod the reveal sbs

    Per questa occasione nessuna recensione, beccata anche la rima, ma una brevissima presentazione dell’ennesimo soddisfacente acquisto effettuato ancora una volta presso il modder tutto italiano Mario D’Andrea, “nell’ambiente” meglio conosciuto con il brand Damnmod. The Reveal è una limitata produzione di 50 esemplari per tre diverse tipologie di mods: side-by-side, bottom feeder, battery mod “tradizionale”, tutte accomunate da elettronica Evolv Vapor DNA e dalla appurata cura e professionalità che il modder ha saputo dimostrare almeno nei miei confronti. The Reveal SbS è dopo Yam24 Starplat e Warlock Project Elite Edition la terza Damnmod side-by-side in mio possesso alimentata da singola batteria Li-Ion formato 18650, dotata di circuito DNA60 con perfino porta microUSB per completa personalizzazione tramite software eScribe. Queste le specifiche salienti: ● corpo inciso in PA12; ● tazza 510 incisa e diametro 24mm, pin autoregolante in rame-berillio; ● tubo batteria in acciaio ● pulsante di erogazione laterale in alluminio anodizzato ed in acciaio i due frontali; ● display incassato lateralmente; ● distanza tazza/vertice mod 35mm; ● circuito Evolv DNA 60; ● resistività interna misurata in 0,004Ω; ● dimensioni 55mm * 82mm * 26mm; ● peso 100 grammi. Due le colorazioni disponibili: Black/Silver (quella che ho acquistato) e Green/Gold Punto di forza di The Reveal SbS è la particolare estetica, il ricco motivo simil flogliame che ne pervade interamente la struttura realizzato a mano per incisione diretta e messo in evidenza grazie al gioco di chiaro-scuri tra brillantezza della superficie lievemente argentea e l’opacità degli intarsi. Rispetto al prototipo iniziale nel quale il “nome” The Reveal era posto nella zona più “alta della mod” in corrispondenza del tubo batteria ed alla prova dei fatti ben poco visibile se non interamente nascosto dalla decorazione “vegetale”, ho preferito richiedere la sua incisione sulla tazza assieme al solo previsto numero di serie per maggiore austerità e perché il logo del modder è posizionato sul frontale assieme ai 2 coriacei pulsanti adibiliti alle funzionalità di navigazione tra i meandri del firmware e selezione dei valori. The Reveal SbS può ospitare al massimo atomizzatori con diametro 23,5. Particolare della tazza e del fronte mod: Invece di “serie” alla base l’accesso al vano batteria e connettore MicroUSB per ricarica dell'accumulatore e funzionalità software legate ad eScribe: Panoramica d’insieme: Qualche fotografia con atomizzatori dalla mia collezione: Saluto con un quadretto di famiglia Damnmod: Yam24 Starplat, Warlock Project Elite Edition e The Reveal SbS. Per informazioni sui prodotti Damnmod oppure altre necessità lascio il contatto email: [email protected]