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lotsogrigio

La partita si gioca sulla "equivalenza di consumo convenzionale"


15 messaggi in questa discussione

Salve a tutti,

imho l'unico terreno sul quale poter ottenere qualche vantaggio è quello della "equivalenza".

Cerco di spiegarmi andando per punti:

  1. la Corte Costituzionale ha deciso sulla legittimità costituzionale  dell’art. 62-quater, comma 1-bis, del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504...nella parte in cui assoggetta alla medesima imposizione – pari al cinquanta per cento dell’accisa gravante sull’equivalente quantitativo di sigarette – i prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide, contenenti o meno nicotina, esclusi quelli autorizzati all’immissione in commercio come medicinali e nella motivazione;
  2. nella motivazione della sentenza si legge 6.1.– Gli elementi essenziali della fattispecie impositiva sono determinati dalla disposizione legislativa in esame in maniera esaustiva, risultando di conseguenza sufficientemente delimitata la discrezionalità dell’amministrazione.
    L’oggetto dell’imposizione, infatti, non è più costituito dai «succedanei dei tabacchi lavorati», così come individuati dall’amministrazione. Esso, invece, è rappresentato dai «prodotti da inalazione costituiti da sostanze liquide», secondo la destinazione d’uso datane dal fabbricante. Non vi è più, quindi, uno spazio definitorio per l’amministrazione, alla quale spetta solo la determinazione, sulla base di criteri già individuati dalla norma di legge (prezzo medio e tempi di aspirazione), del procedimento tecnico teso ad individuare il quantitativo equivalente di sigarette su cui viene applicata l’imposta, nella misura di metà dell’accisa prevista per le sigarette tradizionali.
    In tal modo, quindi, non si ravvisano profili di criticità rispetto all’art. 23 Cost., risultando soddisfatti i requisiti costantemente sottolineati da questa Corte: la preventiva determinazione di sufficienti criteri e linee generali di disciplina della discrezionalità amministrativa (tra le tante, sentenze n. 307 del 2013, n. 33 del 2012, n. 350 del 2007, n. 105 del 2003, n. 435 del 2001, n. 157 del 1996 e n. 4 del 1957), nonché la necessità che l’entità della prestazione imposta sia chiaramente desumibile dalla legge (ex plurimis, sentenze n. 115 del 2010, n. 190 del 2007 e n. 236 del 1994).
    6.2.– L’art. 62-quater, comma 1-bis, del d.lgs. n. 504 del 1995, inoltre, ha effettuato una differenziazione ragionevole tra sigarette elettroniche e sigarette tradizionali, fondata, nell’esercizio della discrezionalità legislativa, sul diverso processo di assunzione del fumo elettronico e del fumo da sigarette tradizionali, quest’ultimo ritenuto più dannoso per la salute del consumatore. Per tale motivo, non a caso, l’imposta di consumo sui prodotti liquidi da inalazione è stata fissata in misura ridotta rispetto a quella prevista per i prodotti tradizionali da fumo, in virtù dell’assenza di combustione.
  3. la Corte Costituzionale, dunque, pur non essendo oggetto specifico della propria decisione, precisa due aspetti importanti: i criteri fissati dalla legge per la determinazione dell'imposta sono sufficientemente predeterminati; è ragionevole differenziare svapo e fumo perchè il secondo è (più) dannoso del primo ed è quindi giusto che la tassa sia fissata in misura inferiore a quella prevista per il fumo;
  4. l'art. 62 quater comma 1 bis prevede "I prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide, contenenti o meno nicotina, esclusi quelli autorizzati all'immissione in commercio come medicinali ai sensi del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, e successive modificazioni, sono assoggettati ad imposta di consumo in misura pari al cinquanta per cento dell'accisa gravante sull'equivalente quantitativo di sigarette, con riferimento al prezzo medio ponderato di un chilogrammo convenzionale di sigarette rilevato ai sensi dell'articolo 39-quinquies e alla equivalenza di consumo convenzionale determinata sulla base di apposite procedure tecniche, definite con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, in ragione del tempo medio necessario, in condizioni di aspirazione conformi a quelle adottate per l'analisi dei contenuti delle sigarette, per il consumo di un campione composto da almeno dieci tipologie di prodotto tra quelle in commercio, di cui sette contenenti diverse gradazioni di nicotina e tre con contenuti diversi dalla nicotina, mediante tre dispositivi per inalazione di potenza non inferiore a 10 watt. Con provvedimento dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e' indicata la misura dell'imposta di consumo, determinata ai sensi del presente comma. Entro il primo marzo di ogni anno, con provvedimento dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e' rideterminata, per i prodotti di cui al presente comma, la misura dell'imposta di consumo in riferimento alla variazione del prezzo medio ponderato delle sigarette."
  5. l'art. 39 bis comma 1 lett. e bis) include tra "tabacchi lavorati" anche i "i tabacchi da inalazione senza combustione";
  6. il successivo art. 39 terdecies comma 3 prevede "I tabacchi di cui al comma 1 sono sottoposti ad accisa in misura pari al cinquanta per cento dell'accisa gravante sull'equivalente quantitativo di sigarette, con riferimento al prezzo medio ponderato di un chilogrammo convenzionale di sigarette, rilevato ai sensi dell'articolo 39-quinquies, e alla equivalenza di consumo convenzionale determinata sulla base di apposite procedure tecniche, definite con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, in ragione del tempo medio necessario per il consumo di un campione composto dalle cinque marche di sigarette piu' vendute, in condizioni di aspirazione conformi a quelle adottate per l'analisi dei contenuti delle sigarette ed utilizzando, per i prodotti senza combustione, il dispositivo specificamente previsto per il consumo, fornito dal produttore."
  7. con provvedimento del 24/12/2014 (che trovate qui https://www.agenziadoganemonopoli.gov.it/portale/documents/20182/1319380/DETERMINAZIONE+CONSUMO+EQUIVALENTE+24_12_14_con+imposta+transitoria+%283%29.pdf/8673d3ff-67f0-43f7-8bea-59805fce276c )  l'Agenzia ha sostanzialmente determinato le modalità in cui stabilire l'equivalenza tra il consumo di sigarette, tabacchi da inalazione senza combustione e i nostri liquidi, l'equivalenza è stata stabilita mediante il tempo medio di consumo di dette sostanze;
  8. in buona sostanza, e lo capirebbe anche un bambino, questa benedetta equivalenza di consumo convenzionale è stata fatta sommando le mele con le pere sia perché la sigaretta è un dispositivo unico, per i tabacchi da inalazione senza combustione esiste, penso, solo un dispositivo tra l'altro fornito dal produttore, mentre come sappiamo per i liquidi esistono una miriade di dispositivi con caratteristiche di consumo completamente differenti (e la scelta dei dispositivi è stata fatta dall'Agenzia, se ho ben inteso), sia perché, brutalmente, un liquido non è tabacco, sia ancora perché il tabacco è sempre tabacco, mentre un liquido ha composizioni differenti con caratteristiche di consumo differenti, sia perché non vi è alcuna comparazione tra ciò che si assume mediante il consumo, sia etc.;
  9. il risultato di questa equivalenza fasulla è sotto gli occhi di tutti, ossia i liquidi sono tassati più delle sigarette e dei tabacchi da inalazione senza combustione e ciò in aperto contrasto con quanto ritenuto ragionevole dalla Corte Costituzionale, ossia con una tassazione ridotta dei liquidi rispetto alle sigarette;
  10. per concludere secondo me ci sono margini per un nuovo sindacato di legittimità Costituzionale sul meccanismo di determinazione della equivalenza perché la questione non è stata già oggetto specifico del giudizio della Corte che non ne ha apprezzato in concreto né il reale procedimento di equiparazione né i risultanti aberranti ai quali conduce;
  11. siccome siamo in Italia ed in qualche modo i due famosi deputati lo hanno già annunciato (il riferimento è al famoso comunicato pubblicato anche su questo forum) è probabile che, a seguito di qualche tavolo tecnico, l'Agenzia si "accorga" che il provvedimento del 24/12/2014 era sbagliato in qualche aspetto tecnico oppure che c'era qualche strumento tarato male etc...in modo da riformulare l'equivalenza rendendo più bassa la tassazione.

Vi saluto ed auguro buone feste a tutti, ma senza consumare tutte le scorte! :-)

P.s. avendo qualche capello bianco in testa, se proprio dovessi puntare qualche euro lo farei sul punto 11, se poi si riesce ad ottenere un'altra sospensiva dal TAR, tanto di guadagnato.

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Ottimo lavoro! Anche se a mio parere è una contraddizione (ma qui la consulta ha parlato) che un liquido senza nicotina debba essere tassato, laddove il calcolo per la tassazione prende come punto do riferimento le sigarette, che per definizione non possono essere senza nicotina. 

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1 minuto fa, Vanvarg ha scritto:

Ottimo lavoro! Anche se a mio parere è una contraddizione (ma qui la consulta ha parlato) che un liquido senza nicotina debba essere tassato, laddove il calcolo per la tassazione prende come punto do riferimento le sigarette, che per definizione non possono essere senza nicotina. 

lui parla di ricalcolare l'equivalenza, se 1ml corrisponde a una sigaretta l'attuale tassa la dividono per 5.

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io sono d'accordo con iotsogrigio, rilevavo semplicemente la follia degli effetti della Sentenza della Corte Costituzionale. Dire che un liquido senza nicotina è sostitutivo del tabacco è una contraddizione logica....poi piegando il diritto si può dire qualsiasi cosa, come hanno fatto gli Ermellini. Immagino la competenza di Giuliano Amato, il relatore, in materia di svapo...

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@Vanvarg mi limito a dirti che ho un'opinione diversa a proposito ;)

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@paperboy riassumila in 100 battute😁 

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4 minuti fa, Vanvarg ha scritto:

@paperboy riassumila in 100 battute😁 

aspettiamo prima che esce la legge in gazzetta e successivamente le disposizioni AAMS, nel frattempo le spedizioni europee continuano a essere legali.

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Le spedizioni dall'Inghilterra, sono sottoposte a dogana ora che sono fuori dalla UE?

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4 minutes ago, The Godfather said:

Le spedizioni dall'Inghilterra, sono sottoposte a dogana ora che sono fuori dalla UE?

se non vado errato l' Inghilterra sarà ufficialmente fuori dall'Europa a partire da  marzo 2019

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Inviato (modificato)

45 minuti fa, dolphin890 ha scritto:

se non vado errato l' Inghilterra sarà ufficialmente fuori dall'Europa a partire da  marzo 2019

e si conclude nel 2021 ma vogliono rimanere nel mercato libero anche dopo 😈

Modificato da paperboy
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Inviato (modificato)

Non credo di essere l'unico a pensare che il problema non sia l'ammontare della tassa per ogni ml di liquido con nicotina o meno, ma proprio l'esistenza della tassa e l'idea stessa di far passare  i prodotti da svapo sotto i monopoli, assoggettandoli a una legge che ha 71 anni e che non è stata evidentemente pensata per questo genere di prodotti.

Se tutto questo fosse legato a un'effettiva equivalenza con le sigarette di tabacco dovuta alla presenza di nicotina, allora i liquidi privi di nicotina, come è stato fatto notare più volte, dovrebbero essere salvati da questo ridicolo teatrino, al contrario prodotti quali i cerotti alla nicotina e le gomme da masticare contenenti nicotina o gli spray per smettere di fumare dovrebbero essere tassati e passare sotto il monopolio di stato. Il problema è che qualunque ragionamento logico sul perché ci ritroviamo in questa situazione e sulle possibili soluzioni è destinato a fallire in partenza, perché quello che è successo prescinde da ogni logica.

Questo è chiaro ripercorrendo le motivazioni buttate lì alla rinfusa da chi questa legge l'ha fortemente voluta. Volevano regolamentare la jungla dei prodotti da svapo, ma io non vedo traccia di regolamentazione: non ci sono direttive sulla produzione dei liquidi, molecole ammesse e non in base a studi scientifici sulla loro tossicità , metodi di conservazione, etichettatura. Questo sarebbe stato un modo di mettere ordine. Ma per certe cose serve competenza. Spero non agiscano nello stesso modo per il riordinamento carcerario e delle scuole, altrimenti nelle mense di questi istituti inizieranno a servire per legge polpettoni all'arsenico (anche se certo, i morti si controllano praticamente da soli).

La tassazione serviva per mettersi in tasca l'esorbitante cifra di 44 milioni di euro. Inoltre pugno di ferro verso i produttori di liquidi che devono versare le imposte pregresse, tutte e subito. Ovviamente questo porterà queste aziende al fallimento: ciao ciao ai 44 milioni di euro, perché chi fallisce non paga. Inoltre sui prodotti da svapo si pagava l'IVA e probabilmente altre imposte di cui sono all'oscuro data la mia ignoranza in materia, e venivano versati i contributi per i 30000 dipendenti del settore. Tutto questo portava un bel po' di soldi nelle casse dello stato. Solo di contributi, calcolando circa 10000 euro di contributi versati allo stato per ogni lavoratore, fanno 300milioni di euro l'anno. Saluta pure questi Stato italico, perché un'azienda chiusa è un'azienda senza dipendenti. E non ho tenuto conto delle tasse sui prodotti venduti. Probabilmente la cifra persa dalle casse dello stato a causa della morte del settore dello svapo si avvicina al miliardo di euro. In piu' vanno considerate le spese a carico del servizio sanitario, a causa di un sicuro aumento delle malattie legate a un ritorno al tabacco. Percio' anche la motivazione del voler far cassa raccimolando 44 milioni è semplicemente ridicola.

Amazon qualche giorno fa ha patteggiato con il fisco 100 milioni di euro a fronte di non so quanti centinaia di milioni di euro che doveva versare. Ma amazon e le altre aziende della new economy (che oltretutto soffocano il commercio tradizionale proprio grazie a una concorrenza fiscale sleale, portando perdite di posti di lavoro  e di produzione e quindi togliendo altri soldi che verrebbero versari nelle casse dello Stato sotto forma di tasse) hanno fior fior di lobbysti nel parlamento italiano e in quello europeo e finanziano le campagne elettorali dei partiti in modo trasversale(invito tutti a guardare la puntata di Report di qualche settimana fa sui lobbysti) . Lo stesso discorso si applica evidentemente al settore dello svapo, che si è trovato sul cammino del gigante Golia delle multinazionali del tabacco, le uniche beneficiarie di quel che è successo.

Alla luce di tutto questo schifo io non mi accontento di rimoludazioni, limature, livellamenti vari: la m***a resta m***a, per quanto continui a girarla (e quel che ottieni è che puzza di piu', aggiungeva mia nonna). L'unico modo per restaurare una situazione di normale razionalità sarebbe eliminare il monopolio e tassa, completamente. Se c'è voglia di regolamentare un settore come quello dello svapo, forse sarebbe il caso di sentire, anziché i contabili, qualche medico e scienziato, come faranno a gennaio gli inglesi (ironia della sorte, verrà sentito dalla camera inglese un medico italiano, massimo esperto dell'argomento a livello mondiale).

Quel che secondo me è sensato da parte nostra,  è far valere il nostro numero, in vista delle imminenti elezioni, cercando di far emergere e diffondere questo scandalo, che al di là dell'interesse o meno per lo svapo in se', è sintomatico delle pressioni e dell'influenze lobbystiche sulla attività politica (come se ce ne fosse bisogno verrebbe da dire, guardando a quel che è successo con le banche). Siamo/eravamo in qualche milione a svapare. Di questi la metà non vota e, intenzioni di voto alla mano, un terzo ha/aveva intenzione  di votare i partiti che hanno approvato tutto ciò (includo in questa fetta me stesso, a malincuore). Invito la metà che non vota a tratte le proprie conseguenze sul proprio disinteresse alla politica (lei si interessa sempre di te), e le centinaia di miglialia di persone che voterebbero i partiti che hanno portato a questo, di pensare seriamente a chi vogliono dare il proprio voto. Diffondiamo il messaggio (anche bombardando i mezzi di informazione con richieste di attenzione se necessario) e sono convinto che qualcosa si muoverà.

Modificato da Malebranche
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25 minuti fa, Malebranche ha scritto:

Non credo di essere l'unico a pensare che il problema non sia l'ammontare della tassa per ogni ml di liquido con nicotina o meno, ma proprio l'esistenza della tassa e l'idea stessa di far passare  i prodotti da svapo sotto i monopoli, assoggettandoli a una legge che ha 71 anni e che non è stata evidentemente pensata per questo genere di prodotti.

Se tutto questo fosse legato a un'effettiva equivalenza con le sigarette di tabacco dovuta alla presenza di nicotina, allora i liquidi privi di nicotina, come è stato fatto notare più volte, dovrebbero essere salvati da questo ridicolo teatrino, al contrario prodotti quali i cerotti alla nicotina e le gomme da masticare contenenti nicotina o gli spray per smettere di fumare dovrebbero essere tassati e passare sotto il monopolio di stato. Il problema è che qualunque ragionamento logico sul perché ci ritroviamo in questa situazione e sulle possibili soluzioni è destinato a fallire in partenza, perché quello che è successo prescinde da ogni logica.

Questo è chiaro ripercorrendo le motivazioni buttate lì alla rinfusa da chi questa legge l'ha fortemente voluta. Volevano regolamentare la jungla dei prodotti da svapo, ma io non vedo traccia di regolamentazione: non ci sono direttive sulla produzione dei liquidi, molecole ammesse e non in base a studi scientifici sulla loro tossicità , metodi di conservazione, etichettatura. Questo sarebbe stato un modo di mettere ordine. Ma per certe cose serve competenza. Spero non agiscano nello stesso modo per il riordinamento carcerario e delle scuole, altrimenti nelle mense di questi istituti inizieranno a servire per legge polpettoni all'arsenico (anche se certo, i morti si controllano praticamente da soli).

La tassazione serviva per mettersi in tasca l'esorbitante cifra di 44 milioni di euro. Inoltre pugno di ferro verso i produttori di liquidi che devono versare le imposte pregresse, tutte e subito. Ovviamente questo porterà queste aziende al fallimento: ciao ciao ai 44 milioni di euro, perché chi fallisce non paga. Inoltre sui prodotti da svapo si pagava l'IVA e probabilmente altre imposte di cui sono all'oscuro data la mia ignoranza in materia, e venivano versati i contributi per i 30000 dipendenti del settore. Tutto questo portava un bel po' di soldi nelle casse dello stato. Solo di contributi, calcolando circa 10000 euro di contributi versati allo stato per ogni lavoratore, fanno 300milioni di euro l'anno. Saluta pure questi Stato italico, perché un'azienda chiusa è un'azienda senza dipendenti. E non ho tenuto conto delle tasse sui prodotti venduti. Probabilmente la cifra persa dalle casse dello stato a causa della morte del settore dello svapo si avvicina al miliardo di euro. In piu' vanno considerate le spese a carico del servizio sanitario, a causa di un sicuro aumento delle malattie legate a un ritorno al tabacco. Percio' anche la motivazione del voler far cassa raccimolando 44 milioni è semplicemente ridicola.

Amazon qualche giorno fa ha patteggiato con il fisco 100 milioni di euro a fronte di non so quanti centinaia di milioni di euro che doveva versare. Ma amazon e le altre aziende della new economy (che oltretutto soffocano il commercio tradizionale proprio grazie a una concorrenza fiscale sleale, portando perdite di posti di lavoro  e di produzione e quindi togliendo altri soldi che verrebbero versari nelle casse dello Stato sotto forma di tasse) hanno fior fior di lobbysti nel parlamento italiano e in quello europeo e finanziano le campagne elettorali dei partiti in modo trasversale(invito tutti a guardare la puntata di Report di qualche settimana fa sui lobbysti) . Lo stesso discorso si applica evidentemente al settore dello svapo, che si è trovato sul cammino del gigante Golia delle multinazionali del tabacco, le uniche beneficiarie di quel che è successo.

Alla luce di tutto questo schifo io non mi accontento di rimoludazioni, limature, livellamenti vari: la m***a resta m***a, per quanto continui a girarla (e quel che ottieni è che puzza di piu', aggiungeva mia nonna). L'unico modo per restaurare una situazione di normale razionalità sarebbe eliminare il monopolio e tassa, completamente. Se c'è voglia di regolamentare un settore come quello dello svapo, forse sarebbe il caso di sentire, anziché i contabili, qualche medico e scienziato, come faranno a gennaio gli inglesi (ironia della sorte, verrà sentito dalla camera inglese un medico italiano, massimo esperto dell'argomento a livello mondiale).

Quel che secondo me è sensato da parte nostra,  è far valere il nostro numero, in vista delle imminenti elezioni, cercando di far emergere e diffondere questo scandalo, che al di là dell'interesse o meno per lo svapo in se', è sintomatico delle pressioni e dell'influenze lobbystiche sulla attività politica (come se ce ne fosse bisogno verrebbe da dire, guardando a quel che è successo con le banche). Siamo/eravamo in qualche milione a svapare. Di questi la metà non vota e, intenzioni di voto alla mano, un terzo ha/aveva intenzione  di votare i partiti che hanno approvato tutto ciò (includo in questa fetta me stesso, a malincuore). Invito la metà che non vota a tratte le proprie conseguenze sul proprio disinteresse alla politica (lei si interessa sempre di te), e le centinaia di miglialia di persone che voterebbero i partiti che hanno portato a questo, di pensare seriamente a chi vogliono dare il proprio voto. Diffondiamo il messaggio (anche bombardando i mezzi di informazione con richieste di attenzione se necessario) e sono convinto che qualcosa si muoverà.

Se ne parla qua di qualche iniziativa se sei interessato. ;)

 

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Rileggendo credo che un passaggio non possa essere molto chiaro e allora per intenderci:

  • l'unico tabacco da inalazione senza combustione è quello della iqos;
  • l'unico dispositivo per "consumare" tabacco da inalazione è la iqos;
  • l'equivalenza ricarica iqos/sigaretta è sostanzialmente determinata in 1;
  • tanto significa che su un pacchetto da 20 ricariche l'imposta è sostanzialmente pari alla metà di quella pagata sull'equivalente pacchetto di sigarette da 20;
  • la conseguenza è che il produttore vendendo il pacchetto di ricariche allo stesso prezzo del pacchetto di sigarette guadagna in più un valore sostanzialmente pari alla metà dell'imposta (senza contare il fatto che, probabilmente, una ricarica iqos ha un costo di produzione inferiore di una sigaretta);
  • il tutto mentre in contemporanea i liquidi da inalazione subiscono un rincaro minimo del 50% circa (liquido pronto in boccetta da 10 ml) fino a valori che in determinate ipotesi (basi neutre da 100 ml ad esempio) superano il valore commerciale del bene.

Tutto questo perché?

Molti di voi la risposta già la conoscono, ma per i pochi che ancora non la sanno...

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/01/12/news/philip_morris_parla_prodi_bologna_batte_la_germania-75682562/

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/10/10/news/renzi_accende_la_philip_morris_taglio_del_nastro_a_zola_ma_c_il_rischio_contestazioni-97736459/

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/economia/philip-morris-crespellano-1.3228411

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/impresa-e-territori/2017-06-26/philip-morris-raddoppia-l-investimento-bologna-153100?fn=swipefeed&id=N_IMTEMAIN/AEGAGGmB&p=3

Per chi non avesse voglia di leggere: in provincia di Bologna nel 2014 la Philip Morris ha "scelto" di aprire l'unico (o il più grande a seconda delle fonti giornalistiche) stabilimento al mondo per la produzione delle ricariche iqos. 

Questa "scelta" è stata caldeggiata e vista con successo dal PD.

Ora non sono un esperto di diritto europeo di disciplina della concorrenza, ma a naso c'è qualcosa che puzza e anche tanto.

C'è una cosa in tutta questa vicenda che non ho mai capito: perché le associazioni del mondo dello svapo non hanno mai denunciato questa cosa nelle sedi competenti? Perché nessun politico dichiaratosi a favore dello svapo lo ha ha fatto?

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24 minuti fa, lotsogrigio ha scritto:

senza contare il fatto che, probabilmente, una ricarica iqos ha un costo di produzione inferiore di una sigaretta

Premetto che sono d'accordo su tutto il resto e mi perdonerai se rimarco l'unica cosa su cui non concordo (sul resto non c'è proprio nulla da dire se non ricopiarlo e sottoscriverlo). Credo che fabbricare un prodotto industriale pur semplice costi di più che avvolgere una verdura nelle cartine. La mia esprienza di sporadico consumatore di insalata mi porta a dire che il prezzo dei tabacchi lavorati, gonfiato dalle imposte e da un guadagno smisurato per il produttore che è offuscato dalla stessa imposta, ci fa sopravvalutare il costo della materia prima che invece è irrisorio.

 

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Inviato (modificato)

Leggevo da qualche parte che il costo di produzione di un pacchetto di sigarette, venduto a 5,00 EURI, è inferiore ai 20 centesimi....mentre nel costo finale del prodotto rientrano 50 cent. per il distributore, 50 x l'aggio del tabaccaio, circa 3 euro di accuse e il resto I.V.A.

 Con iqos PM guadagnerebbe una cifra esorbitante, se vendesse le ricariche allo stesso prezzo delle

analogiche con le accise dimezzate! 

Modificato da Vanvarg
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