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Parere Scheer su sigaretta elettronica: uno schiaffo in faccia al buonsenso


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Questo documento è una tragedia per la salute pubblica ed avrà terribili conseguenze sia per i fumatori che per gli svapatori. È uno schiaffo in faccia ai consumatori e al buonsenso”. È il duro commento del direttore di World Vaper’s Alliance, Michael Landl, al parere definitivo sulle sigarette elettroniche dello Scientific committee on health, environmental and emerging risks (Scheer), pubblicato poche ore fa. Secondo l’alleanza di associazioni di utilizzatori di e-cigarette, le posizioni espresse dal Comitato rappresentano “un passo indietro per l’Europa”, si basano su dati deboli e “ignorano le evidenze scientifiche cruciali, l’esperienza dei consumatori e le opinioni degli esperti”.
manifestazione-consumatori-bruxelles-300Per un mese, infatti, fra settembre e ottobre 2020, la bozza preliminare del parere era stata aperta ai commenti e alle osservazioni del pubblico. Vi avevano partecipato associazioni, esperti e scienziati nel tentativo di correggere il tiro del documento. Ma, lamenta Landl, “lo Scheer ha ignorato gran parte delle evidenze scientifiche sul vaping, fornite da esperti e consumatori durante la consultazione pubblica. Hanno scelto di farlo”. Wva lamenta anche che il parere non prenda in considerazione le evidenze indipendenti provenienti da Public Health England, l’agenzia operativa del Ministero della salute britannico, che indica non solo che la sigaretta elettronica è meno dannosa del fumo del 95%, ma anche che è lo strumento più usato per smettere di fumare. Anche la Francia negli ultimi anni incoraggia i fumatori a passare al vaping e ha condotto importanti studi, che non sono stati presi in considerazione nel documento.
Nei prossimi mesi, continua l’associazione, saranno aggiornate le legislazioni europee come la Direttiva sui prodotti del tabacco (Tpd) e quella sulle accise, come delineato dal Piano europeo contro il cancro. In questo contesto, il parere dello Scheer, richiesto proprio in vista della nuova Tpd, può rivelarsi dannoso per la salute dei cittadini europei, secondo Wva. “Sembra che si sia dimenticato l’obiettivo principale: ridurre il numero di fumatori e contrastare le malattie indotte dal fumo – conclude Landl – Lo svapo non è fumo e non deve essere trattato come tale. La legislazione deve incoraggiare i fumatori attuali a passare al vaping. L’Ue deve concentrarsi su soluzioni pratiche per ridurre i danni e questo punto importante manca nell’analisi Scheer. La sigaretta elettronica può aiutare i fumatori a smettere, ma questo rapporto lo ignora e equipara il vaping con il fumo. Quindi non sorprende che le conclusioni non rispecchino la realtà”.

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