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Operatori e consumatori di sigarette elettroniche: “Sanità inglese è il riferimento”


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L’ultima revisione di Public Health England (Phe) rafforza il ruolo della sigaretta elettronica come miglior strumento per combattere il fumo cessazione del fumo. Il documento arriva proprio alla vigilia della scrittura dei nuovi regolamenti sul tabacco e sui prodotti correlati dopo la Brexit. La reazione delle associazioni e dei rappresentanti di categoria esprime, evidentemente, piena soddisfazione. “Questo è un momento determinante per il settore dello svapo e mostra davvero i notevoli progressi che ha compiuto nonostante un contesto di significativa disinformazione nel settore. Public Health England afferma ancora una volta che anche la percezione del danno causato dallo svapo rispetto al fumo sono sempre più in linea con le prove“, ovvero anche i fumatori si rendono conto che la sigaretta elettronica funziona e apporta giovamento alla salute. E, allo stesso tempo, senza che i giovani vengano “invogliati” a provare la sigaretta elettronica.
uk.jpgQuesti ultimi dati su cui si basa la revisione – commenta John Dunne, direttore generale della UK Vaping Industry Association (Ukvia) – forniscono prove incontrovertibili sull’importanza dello svapo per smettere di fumare con successo e per la salute pubblica della nazione. Nonostante i molti aspetti positivi di questo rapporto, resta però ancora molto da fare. Ad esempio, solo l’11% dei centri sanitari antifumo offre prodotti per lo svapo a chi cerca di smettere di fumare. Un numero che dobbiamo riuscire a far crescere grazie alla chiara efficacia della sigaretta elettronica così come evidenziato dal report di Public Health England. D’altronde il fatto che più del 50% delle persone creda che lo svapo sia dannoso o più dannoso delle sigarette tradizionali significa che dobbiamo continuare a educare i fumatori. La sigaretta elettronica – conclude Dunne – ha letteralmente ha cambiato in meglio la vita degli ex fumatori ed è riconosciuto come uno dei modi migliori per smettere di fumare“.
landl-ok.pngAnche il rappresentante dei consumatori europei, Michael Landl di World Vapers’ Alliance commenta con soddisfazione il rapporto di Public Health England. “È un’ottima notizia per i vapers. Abbiamo un’ulteriore conferma che lo svapo è un modo per uscire dal fumo. Coloro che continuano a sostenere che lo svapo è una via d’accesso al fumo dovrebbero prendersi il tempo per leggere la scienza. “Ascolta la scienza” è infatti qualcosa che abbiamo sentito molto ultimamente a causa della pandemia da covid; si spera che stavolta lo faranno coloro che criticano continuamente lo svapo. Non possono continuare a scegliere solo la parte di scienza che fa più comodo o adatta a loro”.
Il rapporto redatto sanità pubblica inglese mostra che: il vaping è l’aiuto più popolare (27,2%) utilizzato dai fumatori che cercano di smettere di fumare in Inghilterra; più di 50 mila fumatori hanno smesso di fumare solo nel 2017 con l’aiuto della sigaretta elettronica; il 38% dei fumatori ritiene però che lo svapo sia dannoso quanto il fumo, mentre il 15% ritiene che lo svapo sia addirittura più dannoso, percezioni dovute alla disinformazione diffusa e continuativa. “Nonostante questo ulteriore esempio di prove scientifiche – continua Landl – la proposta della Commissione Europea per il Piano europeo contro il cancro di recente pubblicazione definisce le misure per frenare sistematicamente lo svapo utilizzando le stesse tecniche utilizzate per frenare l’uso del tabacco. Tali esempi includono l’espansione della tassazione a nuovi prodotti del tabacco, divieti di svapo all’aperto e divieti di aromi. La prossima settimana il comitato consultivo scientifico della Commissione, denominato Scheer, presenterà la relazione aggiornata sulle sigarette elettroniche che costituirà la base per ulteriori regolamenti dell’Ue. Ad oggi, la Commissione europea ha ignorato le evidenze scientifiche sullo svapo nel suo piano per sconfiggere il cancro. Spero che il rapporto di oggi della Public Health England possa essere da il campanello d’allarme affinché abbandonino l’approccio ideologico a favore di uno più pragmatico basato sull’evidenza”.

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