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In Gran Bretagna per la prima volta diminuiscono i consumatori di e-cig


2 messaggi in questa discussione

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Anche la Gran Bretagna, il Paese più e-cigarette-friendly del mondo, non è rimasta immune dalla pesante campagna anti-vaping dell’ultimo anno, partita soprattutto dagli Stati Uniti. È quanto emerge da un rapporto appena pubblicato dalla fondazione Ash (Action on smoking and health), che da decenni si occupa di lotta l fumo. Tenere sotto osservazione i trend del Paese in cui le autorità sanitarie si sono apertamente e coraggiosamente schierate dalla parte della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno da fumo, è sicuramente importante per capire quanto allarmismi e disinformazione possano influenzare i cittadini.
Per la prima volta in Gran Bretagna diminuisce l’uso della sigaretta elettronica: i consumatori sono passati dal 7,1% della precedente rilevazione al 6,3% della popolazione adulta. In totale i vaper sono 3,2 milioni, 400mila in meno rispetto alla rilevazione del 2019. Questi i grandi numeri del rapporto che riassume di dati dell’indagine annuale Smokefree GB, condotta da YouGov per conto di Ash sui cittadini maggiorenni. L’edizione 2020 del documento comprende anche i risultati di sondaggi condotti a febbraio e a marzo del 2020.
rapp-ash-300x184.pngMa torniamo ai numeri. Qui ci sono delle buone notizie: la percentuale degli ex fumatori fra chi usa l’e-cigarette è in crescita e si attesta al 58,9%. Un dato – nota il rapporto – che è in aumento costante anno dopo anno, passato dal 33% del 2014 alla proporzione odierna (era il 54,1% del 2019). In maniera altrettanto costante, ma inversa, diminuiscono gli utilizzatori duali, cioè quelli che svapano e fumano. Erano più della metà nel 2014 (65,1%) e oggi sono il 38,3%. Lieve diminuzione anche fra i vaper che non erano già fumatori: sono lo 0,3% della popolazione (erano lo 0,8% nella scorsa rilevazione), che equivale al 2,9% dei consumatori. I fumatori che non hanno mai provato la sigaretta elettronica sono il 32,4%, in lenta ma costante diminuzione.
Fra i motivi della diminuzione dell’uso della sigaretta elettronica, secondo Ash, c’è l’errata percezione dei rischi del vaping rispetto al fumo, che ha avuto un picco in seguito alla copertura mediatica dei casi della cosiddetta Evali, i casi di lesioni polmonari verificatisi negli Usa e dovuti al consumo di prodotti adulterati illegali a base di Thc, ma inizialmente attribuiti al vaping. È dovuto molto probabilmente a questo il balzo in avanti dei cittadini che ritengono l’e-cig più dannosa o altrettanto dannosa della sigaretta tradizionale: erano il 26% nel 2019, sono diventati il 37% nel 2020. Il dato è comunque in continua crescita dal 7% del 2013, a dimostrazione che la costante cattiva informazione ha fatto i suoi danni.
vaper-donna.jpgQuasi la metà dei vaper ex fumatori (il 41%) usa la sigaretta elettronica per smettere di fumare e il 20% per prevenire una ricaduta. I fumatori che usano anche l’e-cig, invece, lo fanno principalmente diminuire il fumo (24%), come ausilio alla cessazione (il 14%) e per prevenire ricadute /14%). Per tutti i consumatori i prodotti preferiti rimangono i sistemi a tank: li usano il 77% dei vaper britannici. È invece il 19% a preferire i sistemi a pod o a cartucce. Dati che non si discostano dalla rilevazione precedente. Nel 2020 il 67% dei vaper usa liquidi con concentrazione di nicotina compresa fra 1 e 12 mg/ml, il 24% fra 13 e 20 mg/ml e il 2% in concentrazione superiore. Il 52% dei consumatori dichiara di aver diminuito la concentrazione di nicotina nel corso del tempo, il 39% di usare la stessa quantità di quando ha iniziato a svapare e l’8% di averla aumentata. Il dato cambia leggermente, però se si distingue fra ex fumatori e utilizzatori duali: fra gli svapatori esclusivi è il 60% ad aver diminuito la concentrazione di nicotina, rispetto al 35% che l’ha tenuta invariata e il 5% che l’ha aumentata.
Questo è il quadro dell’uso della sigaretta elettronica in Gran Bretagna. La diminuzione dei consumatori, secondo Ash, non è una buona notizia. “Lo Smoking Toolkit Study (una serie di sondaggi mensili sulla popolazione inglese, ndr) ha dimostrato – si legge nel rapporto – una chiara associazione fra i cambiamenti nei tassi di cessazione del fumo e la prevalenza dell’uso della sigaretta elettronica. Se l’associazione è causale, nel 2017 si devono circa all’e-cigarette 69.930 cessazioni in InghilterraUn studio, inoltre, dimostrano che la sigaretta elettronica, utilizzata nel contesto dei centri antifumo inglesi,  è due volte più efficace delle terapie sostitutive a base di nicotina per smettere di fumare“.

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Articolo importato automaticamente da Sigmagazine

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se il mercato del tabacco non fosse redditizio non ci sarebbe contro-informazione

è logico che quando si va a sottrarre milioni di $ dalle casse di aziende che si reggono sul tabacco (e della loro filiera) queste provino più o meno in tutti i modi di correre ai ripari...e vuoi che non si trovi un medico, un giornalista, una università, che opportunamente motivata, torni a buttare fango sulla concorrenza?

poi, del suo, ognuno è libero di fare quel che meglio crede...

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