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Spagna, sigarette elettroniche per il terzo anno con segno positivo


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di Stefano Caliciuri

Oltre 70 milioni di euro. È il fatturato complessivo del settore delle sigarette elettroniche in Spagna raggiunto l’anno scorso, con un aumento del 28,2 per cento rispetto al 2016. Per il terzo anno consecutivo i dati sono in crescita. I dati sono stati diffusi dall’associazione delle imprese e negozianti di settore Upev. In Spagna sono presenti 400 negozi specializzati che, secondo le stime, impegano 3.200 persone; i consumatori sono invece circa 450mila. Secondo le statistiche, quasi tutti sono utilizzatori unici, hanno cioè abbandonato completamente il tabacco combusto. L’associazione ha attribuito questo importante successo alla formazione e professionalità dei negozianti, oltre al miglioramento della qualità dei prodotti, sia dal punto di vista delle prestazioni che della sicurezza. I dati, sostengono i rappresentanti di Upev , sono “un chiaro segnale che in Spagna sempre più fumatori adulti hanno preso la decisione di sostituire il tabacco con alternative meno dannose“. negozio-spagnolo-300x200.jpgIl futuro però è visto con scetticismo, anche in virtù delle pressanti campagne denigratorie e della normativa volta a contrastare la diffusione della sigaretta elettronica. Upev ha chiesto alle autorità governative e sanitarie di fare un altro passo nella lotta contro il fumo e considerare l’ecig come uno strumento utile alle politiche antifumo. In questo modo, sottolinea, “è necessario abbandonare l’allarmismo infondato e aprirsi ai progressi che, nella lotta al tabacco, si stanno sviluppando in paesi come il Regno Unito, il Canada o gli Stati Uniti“. Il presidente di Upev, Arturo Ribes, rimarca infine che occorre guardare con attenzione a quanto accade in Europa, visto che è in fase di elaborazione l’armonizzazione fiscale sui prodotti del tabacco. “L’obiettivo è incoraggiare i fumatori che non riescono a superare la loro dipendenza a passare ad alternative meno dannose. La nuova tassa europea sul tabacco non dovrebbe essere estesa ai vaporizzatori personali perché altrimenti si scoraggerebbe il passaggio all’utilizzo degli strumenti di riduzione del danno. Si continuerebbe a incentivare, cioé, il consumo di tabacco e questo avrebbe gravi conseguenze sulla salute pubblica“.
Nei giorni scorsi anche la multinazionale Imperial Brands si è dimostrata contraria alla tassazione unitaria di prodotti del fumo e sigarette elettroniche poiché queste ultime non contengono tabacco e dunque devono essere escluse dalla Direttiva fiscale.

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