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Sigarette elettroniche, “occorre un codice di condotta sul Modello Vapitaly”


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di Stefano Caliciuri

Dopo i recenti fatti di Forlì, l’attenzione e la preoccupazione degli operatori del vaping è riversata sul Vapitaly di Verona, la fiera internazionale di settore che il prossimo mese di maggio spegnerà la quarta candelina. Mosè Giacomello, presidente della struttura organizzativa, si dimostra alquanto sereno e tende a rassicurare gli operatori, forte anche delle regole interne di comportamento e delle condizioni generali che da sempre caratterizzano la partecipazione alla fiera. “La scrittura di tali regolamenti – commenta Giacomello – rientra nelle prerogative degli organizzatori. Non rientra invece tra le nostre prerogative, quanto per legge viene demandato agli organi di polizia. In caso di illeciti, l’unica nostra possibile azione è quella di avvertire le forze dell’ordine. Nelle edizioni passate abbiamo sempre cercato di evitare l’insorgere di situazioni che avrebbero potuto mettere a rischio sia il lavoro delle aziende espositrici che il successo della manifestazione”.
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Vapitaly è diventato un punto “di confronto, incontro e approfondimento di settore. Ogni anno partecipano centinaia di aziende, decine tra medici e politici, decine di migliaia di visitatori. La gestione e il coordinamento non può che essere affidata ad uno staff competente e che si occupa della fiera per tutto l’anno a tempo pieno. Prima ancora delle aziende espositrici, è il settore del vaping che viene rappresentato al Vapitaly. Ed è questo l’elemento fondamentale su cui lavoriamo e continueremo a lavorare. Raccontare il settore a chi non ne fa parte ma, in qualche modo, può influirne l’andamento con le sue azioni. Quanto avviene durante il Vapitaly avrà sicuramente, nel bene e nel male, maggior impatto mediatico e politico. Dobbiamo utilizzare questa potenzialità a nostro vantaggio, non contro di noi o, peggio ancora, per ottenerne un vantaggio commerciale”.
La proposta allargata di Mosè Giacomello prevede di predisporre un Modello Vapitaly da estendere a tutti i livelli del comparto, dall’azienda di produzione al negoziante su strada. “L’attuale situazione legislativa – spiega il Presidente – unita all’incertezza della sua interpretazione, richiede un livello di attenzione mai immaginato fino ad oggi. È lo stesso mercato del vaping che si deve porre delle regole, comuni e largamente condivise, che possano fungere da difesa contro gli attacchi che stiamo subendo in questo periodo. E non possono che essere le associazioni di categoria a farsi promotrici di tali regole. Un codice di condotta quindi, da implementare e rispettare sia durante le manifestazioni fieristiche temporanee che sul mercato quotidiano. Una volontà di dimostrare che operatori e stakeholders vogliono crescere professionalmente e qualitativamente, non invocando regole imposte dall’alto ma grazie ad una forte presa di coscienza del proprio ruolo sociale.

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