Emme Pi

Rigenerazione velocity ni200


41 messaggi in questa discussione

24 Ga 9 spire su punta da 3mm dovresti andare intorno agli 0.4 ohm e lo puoi spingere a 75W, col tubo non so se è sicuro però

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Skate-n-Vape post=889081 wrote: 24 Ga 9 spire su punta da 3mm dovresti andare intorno agli 0.4 ohm e lo puoi spingere a 75W, col tubo non so se è sicuro però

Come produzione di vapore è migliore rispetto ad un 24ga 6 spire su punta da 3mm?(0.29 ohm)

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Più o meno sei li, solo che secondo me vai con lo 0.29ohm vai tanto basso e in dual chiedi parecchio al tubo :sgrat

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Per chi potesse essere interessato, ho appagato i miei desideri facendo una quad coil con un kanthal A1 da 0.50mm e 5 spire in punta da 3mm (0.16ohm). Fa una quantità di vapore assurda, che nemmeno potevo immaginare. Aroma buono, il solito degli atom da dripping.
[attachment=33017]20160224_173222.jpg[/attachment]

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Per chi potesse essere interessato, ho appagato i miei desideri facendo una quad coil con un kanthal A1 da 0.50mm e 5 spire in punta da 3mm (0.16ohm). Fa una quantità di vapore assurda, che nemmeno potevo immaginare. Aroma buono, il solito degli atom da dripping.

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A quanto la spingi? 90/100 Watt?

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Rasty83 post=889470 wrote: A quanto la spingi? 90/100 Watt?

Normalmente 90 watt, ma se voglio spingerla anche 110

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@Skate-n-Vape Quelle coil non volevano sincronizzarsi :mur

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Ciao DrGi

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DrGi post=886030 wrote: Provo a farti un sunto.....
[...]
Eccoti dimostrato che coil di resistenze totalmente diverse per poter rendere allo stesso modo possono necessitare esattamente della medesima potenza, potenza che quindi non si lega agli ohm della resistenza ma solo alla sua superficie.
[...]
Ciao!

Giusto una considerazione, partendo dalla tua conclusione, e riferendomi al tuo esempio di due coil con uguale superficie:
- coil A: Stessa lunghezza, ma sezione del filo maggiore
- coil B: Più lunga, ma stessa sezione del filo
Resistenze diverse, ma stessa superficie di contatto.

Io non credo che daranno la stessa resa, alimentate allo stesso W/mm2 (quindi alla stessa potenza), come invece scrivi tu.

Considera che:
- La coil A presenta un filo che si avvolge in un volume del cotone minore rispetto alla coil B (è più corta!)
- il calore ovviamente un po' si trasmette al'interno del cotone bagnato, quindi ad 0.1mm di distanza dal filo resistivo immagino che il liquido in parte sia lì lì per evaporare anch'esso, oltre a quello a contatto col filo.

Di conseguenza aumentare il diametro del filo per aumentare la superficie della coil credo che influenzi molto meno la resa rispetto ad aumentarne la lunghezza: aumentandone il diametro andrei a "toccare" col filo una parte del cotone che comunque era già quasi a contatto col filo prima della maggiorazione, mentre aumentandone la lunghezza di conseguenza aumenterei il volume di cotone interessato dalle temperature di vaporizzazione, andando a scaldare zone che prima erano abbastanza lontane dal filo, e di conseguenza non si sarebbero minimamente vaporizzate

Forse ho solo scoperto l'acqua calda, e ho scritto una banalità, ma era solo per conferma di essere sulla buona strada quando rigenero.

ciao
MarcoF

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@MarcoF
Quindi, secondo il principio del maggior volume, una coil rende meglio di una microcoil (ammesso che il filo si scaldi uniformemente e allo stesso modo in entrambe), giusto o dico una boiata?

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Tenderei a dirti di si, ma onestamente vado solo "a sentimento", non ho ancora la competenza in materia: le mie sono solo considerazioni avvallate da alcune ipotesi (forse corrette forse no) alle quali però serve conferma o smentita.

Ad ogni modo nella coil distanziata la superficie a contatto con il cotone è maggiore: nella microcoil alcuni tratti della superficie del filo sono a contatto tra loro, riducendo quindi la superficie totale a contatto con il cotone/liquido.
Ma onestamente credo si perdano poche unità percentuali, quindi distanziando leggermente le spire mi aspetto un miglioramento si, ma lieve.
Distanziandole invece di più, confido in un ulteriore miglioramento (per il discorso del volume di avvolgimento).

Ma attendo la risposta illuminante di DrGi

ciao

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Grazie per la risposta, completa, dettagliata ed esauriente, oltre che molto interessante :)

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Approfitto del ritardo altrui che mi lascia un po' di tempo libero per proseguire il ragionamento........

Premesso che l'esposizione fatta nel post che citi era un sunto (del sunto) e che, per questo, era anche piuttosto approssimativa, fondandosi sui concetti di base a presindere totalmente da "distinguo" e sfumature, il tuo ragionamento ci sta anche.

Parlavo di resa collegata solo ed esclusivamente al parametro di W/mm2 giusto per semplificare e non introdurre tanti altri elementi che sarebbero stati confondenti per l'approccio al concetto di base.

Le differenze tra le coil fatte nel modo "A" ed in quello "B" ci sono, sono tante, e sono rilevanti.

Non è però che l'aumento di diametro del filo rispetto allaumento della lunghezza influenzi "meno" la resa, secondo me la differenza non è tanto (o solo) "quntitativa" quanto. soprattutto, "qualitativa".

Una differenza quantitativa, a mio modo di vedere, è sicuramente presente e va nel senso che hai giustamente immaginato ma non è poi necessariamente così eclatante. Molto infatti può dipendere da altri fattori in gioco che la sola definizione del diametro e lunghezza del wire precludono di considerare. Ci sono infatti almeno altri due fattori che incidono sulla resa quantitativa e sono, da un lato, la distanza tra le spire, e dall'altro il diametro interno delle stesse. La differenza quantitativa cioé, pur sempre presente, può assumere proporzioni molto diverse al variare di altri aspetti della geometria della coil.

Le differenze qualitative invece concernono la "massa" del filo e la propagazione del calore.

la massa del filo incide perché il filo più spesso (e che se fai i conti ha anche maggiore massa) ci metterà più tempo a raggiungere la temperatura desiderata ma, quando lo farà, la raggiungerà quasi contemporaneamente in tutta la sua lunghezza visto che, più corto, il trasferimento termico dal centro verso le estremità sarà più rapido. Il probabile risultato è di avere un maggiore ritardo nella risposta che però, quando arriva, sarà pressoché repentina, piuttosto aggressiva anche se ritardata. Anche nella fase successiva all'attivazione, quando "stacchi", la maggiore energia termica immagazzinata all'interno del wire ci metterà più tempo a disperdersi generando un inerzia termica che porterà la coil a continuare a vaporizzare liquido anche per parecchio tempo dopo che è cessata l'alimentazione elettrica.

Nel filo di massa inferiore l'iniziale raggiungimento della temperatura di vaporizzazione sarà, almeno al centro della coil, più immediato ma la diffusione del calore dal centro alle estremità più lenta. Dal che la coil inizierà da subito, ma in modo più moderato, a sviluppare vapore per poi aumentare la resa col tempo, rendendo la reattività quasi istantanea ma con uno sviluppo più morbido. Anche l'inerzia sarà minore e non renderà indispensabile continuare l'aspirazione molto oltre il rilascio del "fire".

Anche in questo ragionamento entrano altri fattori come distanza e diametro delle spire, ma in modo molto più marginale, rendendo queste differenze qualitatrive più "stabili" rispetto a quelle quantitative.

Poi, a ben vedere, si potrebbe disquisire anche della maggior superficie disperdente "sprecata" nelle "leg" della coil fatta con il wire di maggior diametro che, di fatto e soprattutto se lunghe, potrebbe diminuire in proporzione la resa teorica, ma mi paiono un po' questioni "di lana caprina".

Questo è il mio modo di vedere il problema che MarcoF ha prospettato.

Se ci sono idee diverse ben venga la discussione abbiamo tutti da imparare e gli "esperti" abitano altrove. Io mi limito ad esporre quello che credo di aver capito, sperando di averlo capito bene....

Ciao!
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Ottimi spunti, e interessanti.
Le mie nozioni di fisica e termodinamica sono sufficientemente sbiadite per un approfondimento relativamente "indolore", anche se tuttavia non mi dispiacerebbe, se non altro per pura curiosità.

Concordo comunque che i parametri siano talmente vari già nella situazione ideale, ai quali poi si possono aggiungere variabili impreviste (linearità delle fibre del cotone, grado di pulizia/oleosità del wire, composizione del wire, ovalità o altra deformazione della coil, composizione del liquido, dissipazione termica dell'atom, etc etc etc) da rendere di fatto impossibile una trattazioen scientifica.
Si potrebbe vedere come puro "vape hacking", un esercizio di stile.

Quindi ok, torniamo al più semplice W/mm2, ai concetti principali, che probabilmente garantiscono una buona percentuale di risultato finale, lasciando le sfumature da parte.

ciao
MarcoF

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