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Juul in Italia per convertire al vaping 12 milioni di fumatori


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Juul Labs, la start up statunitense che in poco più di tre anni ha conquistato il mercato del vaping a stelle e strisce, approda in Italia. E lo fa per dare “una importante opportunità ai 12,2 milioni di fumatori del Paese”. Lo ha detto Adam Bowen, cofondatore e chief technology officer di Juul Labs nel corso della conferenza stampa di presentazione tenutasi questa mattina presso la Fondazione Feltrinelli di Milano. Cristina Santucci, general manager di Juul Italia, ha puntualizzato: “Offriremo a 12 milioni di italiani una alternativa semplice ed efficace per smettere di fumare. Lo affermo forte del nostro successo negli Stati Uniti. In tre anni abbiamo sbaragliato l’industria del tabacco e triplicato il numero degli utilizzatori di ecigs. Il 64 per cento di questi ha smesso di fumare definitivamente in non più di tre mesi. Juul sarà venduta in tutte le tabaccherie e nei negozi specializzati di ecig della catena Puff“.
juul-platea-300x169.jpgSecondo i produttori, il punto di forza del prodotto sono le dimensioni ridotte e un circuito elettronico in grado di garantire un rilascio di nicotina lineare e costante. Inizialmente le pod di ricarica saranno disponibili quattro aromatizzazioni (menta, tabacco, mango e crema catalana) declinate soltanto nella gradazione di nicotina da 1,7 milligrammi per millilitro.  Una piccola spia luminosa sulla mod indica la capacità rimanente della batteria. È sufficiente dare un colpetto con il dito per capire se occorre ricaricarla: luce bianca, gialla o rossa a seconda dell’autonomia rimanente rispettivamente del 70 per cento, 50 per cento o inferiore al 30 per cento.
juul-2-300x195.jpgSecondo quanto riferito in conferenza stampa, la strategia aziendale punta a conquistare più fumatori possibile, semplificando loro il passaggio al vaping con uno strumento semplice, maneggevole e grazioso. Come ha puntualizzato James Monsees, cofondatore di Juul Labs, “essendo stati noi stessi fumatori, Adam ed io cercavamo un prodotto che non assomigliasse a una sigaretta e abbiamo così applicato il design e l’innovazione ad un oggetto che servisse per ridurre la tossicità del tabacco ma nello stesso tempo fosse grazioso e piacevole”. A fine anno sarà avviato un progetto pilota per il riciclaggio delle pod e delle batterie, ma sin da subito i rivenditori avranno un punto di raccolta per la differenziata.
Nel corso della mattinata sono stati presentati i risultati di un ricerca condotta da Alessandra Ghisleri (Euromedia Reserch) consotta su un campione di 4 mila persone. Emerge che il 51% dei fumatori ha provato ad utilizzare la sigaretta elettronica ma è poi tornata a quella tradizionale perché poco soddisfatta. L’altra metà del campione di fumatori di sigarette elettroniche non ha invece mai provato l’elettronica. Tra i motivi: è troppo costosa ed è poco informato sul funzionamento e diffusione. Presente anche il professor Riccardo Polosa (Coehar): “È fondamentale una corretta informazione applicata alla riduzione del danno. Maggiore informazione significa più vite salate in Italia e nel mondo“.

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