Caleb

La repubblica, anteprima ins. salute - sigarette elettroniche: svapare non è una buona idea.


14 messaggi in questa discussione

Riporto, in anteprima, un articolo a cura di Simone Valesini che comparirà domani 5 Novembre, nell'inserto "Salute" di Repubblica.
L'articolo originale si trova QUI (accessibile agli abbonati a Rep:)

Sigarette elettroniche: svapare non è una buona idea

Le e-cig non sono innocue. Sono tossiche, anche se meno di quelle tradizionali. E creano dipendenza. Soprattutto tra i giovani. Ecco perché vanno evitate. Con un'eccezione: i forti fumatori che non riescono a smettere e rischiano il tumore

DI SIMONE VALESINI

Si porta alla bocca, si inala e si espira. Il gesto è simile, eppure diverso. Tanto da meritare un neologismo: la sigaretta elettronica infatti non si fuma, ma piuttosto si “svapa”. Un termiche che vuole sottolineare le differenze, specie in termini di rischi, con le sigarette tradizionali: si tratta di vapore dopo tutto, prevalentemente glicerina e glicole propilene, presente in molti farmaci e in diversi tipi di amari. Occhio però: le ultime ricerche suggeriscono che potrebbe non essere sempre e del tutto innocuo. Una delle più recenti arriva dall’Università di Birmingham, e indica che il liquido delle e-cig, specie quando viene riscaldato per essere trasformato in vapore, ha un effetto tossico sui macrofagi alveolari, cellule del sistema immunitario presenti all’interno dei polmoni. "Svapando si aumenta la tossicità dei condensati che raggiungono i polmoni", spiega David Thickett, professore di medicina respiratoria dell’Università di Birmingham e coordinatore della ricerca pubblicata sulla rivista Thorax.

Il fatto comunque è che le sigarette elettroniche sono comunque meno dannose di quelle tradizionali, perché hanno al loro interno migliaia di sostanze chimiche in meno, tra cui decine di noti cancerogeni. Quello che bisogna capire piuttosto è quanti e quali siano i rischi legati a questa nuova forma di dipendenza. "Quello che ci preoccupa è che le aziende che producono e-cig iniziano ad essere acquisite dai grandi produttori di tabacco – sottolinea Thicket – e che in futuro questa possa rivelarsi una strategia per normalizzare la dipendenza da nicotina, in un periodo in cui la diffusione del tabagismo è finalmente in calo". Anche se, parlando di tumori, il rischio non è paragonabile, non vuol dire necessariamente che sia assente. A raccontarcelo è Silvia Balbo, ricercatrice italiana trapiantata in America, che durante l’ultimo congresso dell’American Chemical Society ha presentato una serie di dati che parlano della possibile cancerogenicità delle e-cig. Insieme ai colleghi del Masonic Cancer Center dell’Università del Minnesota, Balbo ha analizzato i composti presenti nella saliva degli “svapatori” prima e dopo una fumata, individuando livelli fino a 60 volte maggiori di tre sostanze potenzialmente pericolose:formaldeide, acroleina e metilgliossale. E ha quindi cercato nella saliva indizi di un possibile danno al Dna, specchio di mutazioni che possono indurre lo sviluppo di un tumore.

"Le nostre analisi hanno rivelato che i soggetti che utilizzano sigarette elettroniche hanno livelli più alti di modificazioni del Dna legati all’azione dell’acroleina, rispetto ai non-fumatori o a chi non utilizza sigarette elettroniche", spiega la ricercatrice: "E questo indica che l’uso di sigarette elettroniche può esporre a sostanze genotossiche, e produrre un danno misurabile". Per parlare di rischi, o fare paragoni, è presto – ammette Balbo – anche perché i risultati dello studio sono ancora preliminari. Ma i tasselli emersi negli ultimi anni sono tanti, e il puzzle che compongono, per quanto incompleto, sembra ormai piuttosto chiaro: pensare alle sigarette elettroniche come un’alternativa priva di rischi è un errore grave. Eppure fin troppo comune. L’American Cancer Society lamenta ad esempio una scarsa percezione del rischio negli Stati Uniti, e un aumento del consumo tra gli adolescenti. Già nel 2016 lo Us Surgeon General aveva diramato infatti una call to action per difendere i più giovani dalle sigarette elettroniche, sottolineando che l’utilizzo tra gli adolescenti è aumentato quasi del 90% tra il 2011 e il 2015. Lo stesso accade in Italia: nonostante i divieti, circa il 4% dei fumatori italiani tra i 14 e i 17 anni ammette infatti di fare uso anche delle e-cig.
 

"Se parliamo di innocuità, i dati che abbiamo a disposizione ci dicono che le sigarette elettroniche non lo sono", commenta Roberto Boffi, responsabile del centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano: "Abbiamo svolto diversi studi a riguardo, e quello che posso dire con certezza è che emettono polveri sottili, anche se in quantità 20 volte inferiore alle sigarette tradizionali; la svapata espone il consumatore a metalli pesanti come il nichel, cromo, argento e titanio, a volte in quantità superiore a quella contenuta nei prodotti contenenti tabacco, e persino a sostanze pericolose come la formaldeide, un noto cancerogeno". Questo non vuol dire che siano paragonabili alle sigarette – ammette l’esperto – ma di certo servono ancora studi di lunga durata per poter dare una risposta definitiva sui possibili effetti nocivi. "In questi casi il senso comune non basta – assicura Boffi – quando sono state introdotte sul mercato le sigarette light si diceva che facessero meno male di quelle normali, e oggi sappiamo invece che provocano tumori e disturbi respiratori al pari di quelle non light".


Contro il cancro sono utili

Per alcuni esperti l’alternativa è una sola: smettere di fumare. Altri hanno un approccio più laico, e accettano l’idea che per i tabagisti impenitenti anche scegliere il male minore, come una sigaretta elettronica, può fare la differenza. Viene definita riduzione del danno, e se chiedete agli inglesi non hanno dubbi: secondo Public Health England, l’agenzia inglese per la salute pubblica e la lotta alle dipendenze, in Gran Bretagna tra le 18mila e le 50mila persone smettono di fumare ogni anno con l’aiuto delle e-cig. E la Commissione scienza e tecnologia della House of Commons ha pubblicato di recente un rapporto in cui afferma che, seppur non prive di rischio, le e-cig offrono ai tabagisti l’opportunità concreta di ridurre sostanzialmente il rischio di morte prematura e disabilità. I dati italiani, purtroppo, raccontano una storia diversa: stando al rapporto nazionale sul fumo, realizzato da Doxa e Istituto superiore di sanità, nel 2017 poco più del 14% di chi ha provato ad abbandonare le bionde con la sigaretta elettronica è riuscito nell’intento. Risultati che riflettono differenti scelte di politica sanitaria, almeno secondo Riccardo Polosa, direttore del Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania: "Il Regno Unito ha dato dimostrazione di lungimiranza e coerenza ponendo il vapagismo al centro delle proprie politiche antifumo", spiega: "Da loro la prevalenza del tabagismo si è ridotta del 15% in soli tre anni, analogamente a quanto osservato in tutti quei paesi, come Svezia, Norvegia, Islanda e Francia, che hanno deciso di promuovere la sostituzione della nicotina con alternative a basso rischio".

Corretta informazione e una minore tassazione, che non equipari le e-cig ai prodotti contenenti tabacco, secondo Polosa sarebbero la chiave per ottenere risultati simili anche nel nostro paese. Perché a detta dell’esperto l’Italia starebbe perdendo l’occasione per una vera e propria rivoluzione. Perché? Promuovere l’utilizzo di un dispositivo non privo di rischi per la salute, specie in mancanza di dati affidabili, può in effetti sembrare una scelta contraria alla deontologia medica. Eppure la risk reduction è accettata nel contrasto alla dipendenza dalla droga, e persino nella scelta delle terapie chirurgiche, mentre, obietta Fabio Beatrice, direttore del Centro antifumo dell’ospedale S.G. Bosco di Torino: "Per il tabagismo continuiamo a perseguire l’obbiettivo della cessazione". È vero dunque che con le e-cig non si risolve il problema della dipendenza, ma lo si sposta semplicemente verso un prodotto meno nocivo. Ma a fronte di quasi 80mila morti l’anno causati dalle sigarette, per Beatrice potrebbe essere arrivato il momento di un cambio di strategia: "Dobbiamo riuscire a raggiungere i fumatori con una proposta ricevibile, perché attualmente solo lo 0,1% chiede aiuto ai centri antifumo E la sigaretta elettronica potrebbe essere un buon mezzo per tenere il fumatore legato al suo medico".

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Oggettivamente, ragazzi, le cose scritte possono anche essere condivisibili.
Noi ce lo diciamo spesso, ma ragioniamo anche per chi è fuori dal forum, ovvero la maggioranza di fumatori e svapatori: la sigaretta elettronica è una riduzione del danno, non è un'assenza totale di rischio. Questo, se non ancora comprovato, è almeno ipotizzabile, no?

Il punto, però, è il modo in cui le cose vengono dette.
Il furbo non ti dirà mai una bugia come verità, ma ti dirà una verità "truccata" al fine di perseguire il suo scopo.
Qual è il suo fine? Boh! :) 

Detto ciò, non leggo nulla di nuovo...solo l'ennesimo "occhio, che potrebbe".
Dal mio punto di vista, preferisco di gran lunga un rischio che "forse è 20 volte inferiore", piuttosto che uno che sicuramente e inequivocabilmente porta, se non a morte certa, a gravi handicap.
il resto è fuffa: parole di giornalisti, studi compiuti ad arte, con gravi lacune (quantomeno informative) e spesso con sponsor "strani". Così non si va da nessuna parte...eppure, volendo, le premesse per studi inattaccabili ci sarebbero anche...

Tutti noi siamo circondati da storie che testimoniano i danni delle sigarette, ma ancora non vedo intorno a me danni causati da e-cig...per ora la storia, almeno la mia, è questa.

 

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Nel complesso mi sembra un buon articolo, non difende e non attacca nulla a spada tratta.

Trovo positivo che l'indicazione sia quella della sicura riduzione del danno ma che sia altrettanto importante approfondire gli studi in modo scientifico e possibilmente imparziale.

 

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Inviato (modificato)

8 minuti fa, Migotto Federico ha scritto:

Nel complesso mi sembra un buon articolo, non difende e non attacca nulla a spada tratta.

Trovo positivo che l'indicazione sia quella della sicura riduzione del danno ma che sia altrettanto importante approfondire gli studi in modo scientifico e possibilmente imparziale.

 

D'accordo, ma buona parte dell'impatto di un articolo vengono dal titolo e dal "summary"...quello di questo articolo è, a quanto pare, il seguente:

39 minuti fa, Caleb ha scritto:

Sigarette elettroniche: svapare non è una buona idea

Le e-cig non sono innocue. Sono tossiche, anche se meno di quelle tradizionali. E creano dipendenza. Soprattutto tra i giovani. Ecco perché vanno evitate. Con un'eccezione: i forti fumatori che non riescono a smettere e rischiano il tumore

Ecco cosa intendo con verità "truccata" ad arte...

Un altro titolo e un altro incipit avrebbero sicuramente mantenuto alto l'interesse per l'argomento, senza buttare tutto in caciara con allarmismi...

Modificato da Cilindro
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@Cilindro pienamente d'accordo l'impatto che ha il titolo influenza tutto l'articolo che sarebbe anche condivisibile.

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Vero, @Cilindro

Il titolo dell'articolo non è il massimo ma forse è azzeccato al fine di incuriosire e portare a leggere. Per me è già positivo che se ne parli, se poi lo si fa con equilibrio e su basi scientifiche valide o quantomeno auspicando studi validi, la direzione è quella giusta.

Piuttosto del solito articolo che, a spada tratta, difende o attacca senza benche minima cognizione di causa, questo lo trovo equilibrato e onesto.

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Per la maggior parte di noi sono una mano santa per averci fatto smettere di fumare, molti di noi delle domande ce le poniamo. L'aspetto dei giovani io non lo conosco, se iniziano perchè fa figo o perchè fumano. Crea dipendenza ed è vero, se appunto uno non fuma e parte con la nicotina. L'articolo non dice niente di nuovo rispetto a tanti discorsi e dubbi detti tra di noi. Se qualcuno si aspetta un articolo" Lo svapo è la svolta nella vita" aspetta e spera, anche perchè a parte toglierti dall'analogica, non ha altro

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Inviato (modificato)

20 minuti fa, Migotto Federico ha scritto:

Vero, @Cilindro

Il titolo dell'articolo non è il massimo ma forse è azzeccato al fine di incuriosire e portare a leggere. Per me è già positivo che se ne parli, se poi lo si fa con equilibrio e su basi scientifiche valide o quantomeno auspicando studi validi, la direzione è quella giusta.

Piuttosto del solito articolo che, a spada tratta, difende o attacca senza benche minima cognizione di causa, questo lo trovo equilibrato e onesto.

Mhhh...non è il modo giusto per suscitare interesse! :) 

D'accordo sul fatto che sia assolutamente positivo parlarne. Io sono tra quelli (pochi in effetti) che già da anni auspicano studi, studi e ancora studi, senza appoggiarmi su presunte verità di cui vogliamo autoconvincerci. 

Molto spesso quello che si scrive sul forum a riguardo non è per nulla costruttivo, al pari di alcuni "studi" che ci sono passati sotto mano...lo svapo, almeno in Italia, è iniziato in un modo, poi è proseguito in un altro e (per fortuna) si sta evolvendo in altro ancora. Buona parte di questa evoluzione è passata per buffonaggine a livello extreme. 

Di certo, vedere orde di ragazzini fare i nuvoloni davanti ai negozi o nei cessi delle medie non è la migliore pubblicità che ci si possa fare...così come non trovo giusto che chiunque possa produrre e vendere liquidi da inalazione nel sottoscala. In altre parole, ci sono aspetti che possono far storcere il naso a chi non conosce questo mondo. Dobbiamo sempre ragionare come se fossimo sotto attacco e come se certi comportamenti ci portassero a mostrare il fianco...spero che il mio discorso sia chiaro. ;) 

Se fin dall'inizio questo settore si fosse sviluppato con un filo più di serietà, penso che buona parte dell'immagine negativa che circonda lo svapo non ci sarebbe.
Invece il settore si è riempito di pagliacci da circo, di avvoltoi, di influencer...e chi più ne ha, più ne metta.

Modificato da Cilindro
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dissento dai più. dissento dall'articolista.
mai na volta che se ne parla bene aò! mai!
e dei ragazzini che svapano a nicotina zero, magari scimmiandosi nelle gare di cloud-style perchè nn ne parla?
chi è simone valesini? è il figlio di sai baba che ci vuol propinare corsi di meditazione induista, un tuttologo come l'odioso andrea scanzi o solo uno che a milano o a roma va in giro con la mascherina bianca?
 

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Se non altro, questo Valesini ha usato titoli e toni un po' meno mirabolanti rispetto a quanto certa stampa ci ha abituati. Riduzione del rischio, è questo un aspetto che, nel momento in cui ho deciso di intraprendere la strada dell' ecig, ho tenuto in forte considerazione; di sicuro non mi sono illuso di immettere nei polmoni aria del Cervino (per quanto questa possa essere realmente scevra da inquinanti), e credo che chiunque dotato di un minimo di buon senso abbia fatto il solito ragionamento. Non è stato tuttavia questo aspetto determinante, almeno nel mio caso, quanto la ferma volontà di interrompere la sudditanza psicologica che avevo verso le sigarette. Parimenti, sono consapevole del fatto che gli studi fatti fino ad oggi, spulciando tra quelli più scientificamente probanti e quelli più "fantomatici", sono tutti giovani, fatti sul breve periodo, essendo ovviamente il vaping relativamente recente: niente è certo, niente è noto sugli effetti a lungo termine, e questo penso sia giusto sottolinearlo: del resto negli anni 50 nessuno (o forse in pochi) avrebbe potuto preventivare l'asbestosi come conseguenza dell' inalazione delle fibre di amianto. La riduzione del danno è un parametro che trovo accettabile e auspicabile, in un mondo in cui niente è realmente privo di rischio, evitare di mettere il carico da 11 mi sta bene. Quello che proprio non mi sta bene è certa ipocrisia che ancora aleggia, ipocrisia di uno stato che da un lato martella senza pietà l'unico settore che ad oggi rappresenta un modo concreto per ridurre il rischio, e dall'altro continua ad incrementare il prezzo delle sigarette di pochi spiccioli alla volta, in un' infinita ricetta del brodo di rana che niente porta, solo maggior gettito nelle casse erariali.

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Grazie di averlo postato, così ho potuto leggerlo (non sono abbonato). Più o meno le stesse cose. Relativamente al fatto che le e-cig possono portare ad una dipendenza non esente da rischi anche i non fumatori, dico solo: sempre di gente sottratta al fumo si tratta. Se vai verso una dipendenza, giusto scegliere quella che impatta meno sulla salute.

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Inviato (modificato)

Ormai di articoli come questo se ne sono visti, scritti e sentiti. Che sia meglio respirare aria questo è palese. Fino ad ora gli studi a breve termine, quelli non politicamente o lobbysticamente inquinati, non danno risultati negativi, (come dimostrato da vari utenti in vari forum, che dopo lo svapo alcune loro difficoltà di salute dovute alla sigaretta sono migliorate). È vero che ha ribadito un amico del forum, qualche commento fa, che negli anni 50 non si immaginava il danno di alcuni materie prima, ma negli anni 50 non esistevano nemmeno gli strumenti o i laboratori per controllarli, esaminarli, e capire cosa potevano causare. Poi, se quel 90% di giovani che si avvicinano allo svapo, sono 90% in meno di introiti al tabacco, allora è un altra storia sentita e risentita. Dimenticavo, in alcuni stati i vapotizzatori sono entrati nel piano nazionale della sanità come valida alternativa al tabacco. 

Modificato da ottoplus73

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Pemsate se tutti quei ragazzini invece di fare nuvoloni magari senza nicotina avessero in bocca una sigaretta, come sicuramente sarebbe senza il boom delle e-cig, avrebbero iniziato lo stesso come è sempre successo.

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17 minuti fa, Ghiua ha scritto:

Pemsate se tutti quei ragazzini invece di fare nuvoloni magari senza nicotina avessero in bocca una sigaretta, come sicuramente sarebbe senza il boom delle e-cig, avrebbero iniziato lo stesso come è sempre successo.

È ovvio, lo scopo di fare terrorismo sulle e.cig è quello, farti fumare le sigarette

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