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Sigarette elettroniche, dall’OMS una opportunità per la riduzione del danno


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di Barbara Mennitti

Il summit di Ginevra (COP 8 recentemente conclusosi) ha sancito per la sigaretta elettronica un momento epocale legalizzando un suo ambito normativo ben chiaro e distinto dagli altri prodotti del tabacco“. Così, in un comunicato congiunto, le associazioni Anpvu, Coiv, Uniecig e il CoEhar (Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo) commentano i risultati dell’ottava conferenza delle parti della Convenzione quadro per la riduzione del tabacco dell’Oms, conclusosi poco più di una settimana fa. Una serie di sigle che copre un ampio spettro del settore del vaping: consumatori (Anpvu), produttori e distributori (Coiv), negozianti (Uniecig) e centri scientifici.
Secondo i firmatari, la scelta dell’Organizzazione mondiale di sanità di non includere la sigaretta elettronica fra i nuovi prodotti del tabacco apre uno scenario di opportunità per i sostenitori della riduzione del danno. Soddisfazione anche per la distinzione netta operata fra ecigarette e riscaldatori di tabacco: “Abbiamo accolto bene – si legge nel comunicato – la decisione dell’OMS di prendere le distanze dai c.d. ‘riscaldatori di tabacco’ chiedendo una maggiore analisi sull’efficacia dello strumento. Mentre le elettroniche sono sotto la lente di ingrandimento dei laboratori scientifici internazionali da anni, i riscaldatori di ultima generazione necessitano ancora di studi specifici e indipendenti e pertanto non dovrebbero essere considerate al pari delle e-cig“.
Il comunicato si conclude con un auspicio rivolto alla politica nazionale: “La speranza è che con l’imminente riforma dell’attuale regime fiscale dei liquidi da inalazione promessa dal Governo, possa finalmente aprirsi un fronte di concreta e fattiva collaborazione con le istituzioni sanitarie, come già avvenuto in altri Paesi“. E con un appello a “tutti i consumatori, produttori ed esercenti a sostenere in ogni modo e forma gli obiettivi comuni“.

Ecco il testo integrale del comunicato a firma di Carmine Canino (presidente Anpvu), Dario Colaianni (presidente Coiv), Antonella Panuzzo (presidente Uniecig) Riccardo Polosa (direttore CoEhar):

Polosa-300x169.pngConsapevoli che nei prossimi mesi, a livello mondiale, si giocherà una partita determinante sul destino dei prodotti del vaping, ci sentiamo in dovere di sottolineare alcuni punti salienti per il futuro del nostro amato settore. In primis, ci preme evidenziare l’importanza che ha ormai assunto nella comunità scientifica internazionale il concetto della riduzione del danno, inteso come utilizzo di strumenti alternativi al fumo di sigaretta convenzionale (ad esempio le sigarette elettroniche) capaci di ridurre in maniera esponenziale i danni provocati dalla cattiva abitudine al fumo. Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che il passaggio dal tabagismo al vapagismo arresta o riduce il danno fumo correlato anche in popolazioni vulnerabili come quelle di fumatori ipertesi, con malattie respiratorie croniche e affetti da schizofrenia.
A pochi giorni dalla conclusione a Ginevra del COP8, vogliamo qui commentare la recente presa di posizione dell’OMS che non include la sigaretta elettronica nella lista dei nuovi prodotti del tabacco e rimanda ogni decisione al 2020. Tale scelta, se da un lato costituisce uno “scampato pericolo”, dall’altro rappresenta una nuova opportunità di impegno e determinazione in vista di una decisione finale che dovrà per certo affrontare il dibattito con una visione diversa. D’altra parte non pensiamo che l’OMS avrebbe potuto far bene diversamente trattando allo stesso modo prodotti del tabacco e prodotti liquidi e dovendo differenziare tra vaporizzazione e combustione. Abbiamo accolto bene la decisione dell’OMS di prendere le distanze dai c.d. “riscaldatori di tabacco” chiedendo una maggiore analisi sull’efficacia dello strumento. Mentre le elettroniche sono sotto la lente di ingrandimento dei laboratori scientifici internazionali da anni, i riscaldatori di ultima generazione necessitano ancora di studi specifici e indipendenti e pertanto non dovrebbero essere considerate al pari delle e-cig.
cop8-300x185.jpgIl summit di Ginevra (COP 8 recentemente conclusosi) ha sancito per la sigaretta elettronica un momento epocale legalizzando un suo ambito normativo ben chiaro e distinto dagli altri prodotti del tabacco. Era ora! Molto positivo anche il fatto che non si sia più insistito nell’incaricare l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) a stilare preparare un dossier sulla tossicità dei prodotti da svapo; il taglio che si intendeva dare al dossier era palesemente mirato ad enfatizzare la presenza di sostanze chimiche negli aerosol emessi dalle sigarette elettroniche senza alcun riguardo per la evidente riduzione della tossicità a confronto del fumo di tabacco.
In ultimo, ma non per importanza, vogliamo precisare che stiamo attraversando un cambiamento epocale che eliminerà la combustione delle sigarette. Paesi come Francia e Regno Unito, sono baluardo di questa rivoluzione. È indispensabile procedere ad una giusta qualificazione di liquidi e vaporizzatori per conferire loro finalmente la dignità che meritano: prodotti atti alla diminuzione e/o azzeramento del danno procurato dai prodotti del tabacco per tutti coloro che non riescono a raggiungere in altro modo la cessazione del fumo!
La speranza è che con l’imminente riforma dell’attuale regime fiscale dei liquidi da inalazione promessa dal Governo, possa finalmente aprirsi un fronte di concreta e fattiva collaborazione con le istituzioni sanitarie, come già avvenuto in altri Paesi. Vogliamo essere pronti, se e quando sarà richiesta, ad offrire tutta la nostra collaborazione, mettendo a disposizione tutti i dati e testimonianze che abbiamo raccolto in questi anni. Permane, con sempre maggior vigore, l’appello a tutti i Consumatori, Produttori ed esercenti a sostenere in ogni modo e forma gli obiettivi comuni“.

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