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Svapo

Sigarette elettroniche, anche Anafe si appella all’Oms: “Retromarcia sui divieti”


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di Stefano Caliciuri

L’industria e le associazioni del vaping internazionali si uniscono e si mobilitano per sensibilizzare l’opinione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sugli strumenti di riduzione del danno. Anche Anafe-Confindustria partecipa all’iniziativa promossa a livello internazionale affinché l’OMS riveda le sue posizioni in materia di regolamentazione dello “svapo”: una vera e propria call to action lanciata dall’UKVIA, l’associazione delle aziende del Regno Unito, alla quale si sono unite le associazioni di Nord America, Europa, Asia e Australasia con l’obiettivo di rivedere le attuali e discordanti politiche in tema di salute pubblica a livello globale.
no-sigarette-300x189.jpgL’occasione è la riunione del WHO Tobacco Control Group, che si terrà nel corso della 8a sessione della Conferenza delle Parti (COP8) in programma a Ginevra dal 1 al 6 ottobre. Obiettivo del meeting sarà l’analisi delle linee guida internazionali sui dispositivi elettronici da inalazione contenenti nicotina, come appunto le sigarette elettroniche. Pur avendo riconosciuto le potenzialità delle sigarette elettroniche ai fini della lotta al tabagismo, nel 2016 il WHO Tobacco Control Group si è espresso a favore della possibilità per gli Stati di vietare completamente i prodotti dello svapo, come parte di una più ampia azione di contrasto. Una posizione che va in direzione opposta a quella seguita dagli Stati membri dell’Organizzazione, in particolare dal Regno Unito e Nuova Zelanda che si sono espressi a favore della e-cig come strumento sostitutivo della sigaretta tradizionale in un’ottica di riduzione del rischio. Altri Paesi inoltre – come gli Emirati Arabi Uniti, Filippine e Australia – stanno attualmente valutando l’ipotesi di abolire i divieti sullo svapo.
La call to action è stata dunque avviata anche in relazione all’eventualità che la posizione dell’OMS possa compromettere i risultati raggiunti proprio da quei Paesi che hanno aperto allo svapo, introducendo nuovi potenziali divieti. Anche i consumatori ritengono la posizione del WHO Tobacco Control Group dannosa non solo in termini di salute pubblica, ma di fatto incomprensibile se si considera che parte delle imposte da loro versate contribuiscono a finanziare un’organizzazione che non li vede partecipi nella definizione delle politiche.
roccatti.jpg“Siamo orgogliosi – ha detto il Presidente di Anafe Confindustria, Umberto Roccatti – di difendere, anche in questa occasione, il settore delle sigarette elettroniche che rappresentano un’alternativa meno dannosa rispetto alle sigarette tradizionali. Siamo disponibili a collaborare con le autorità dell’OMS affinché le decisioni che saranno adottate a Ginevra rispecchino dati oggettivi e il buon senso. Per quanto riguarda l’Italia, l’auspicio – aggiunge Roccatti – è che in vista delle prossime attività legislative e regolatorie in tema di fumo elettronico, Governo e Parlamento tengano conto di una realtà, come il settore delle e-cig, che in Italia dà lavoro ad oltre 20 mila persone tra occupati diretti e indiretti. In questa prospettiva, alla luce di quanto definito nello stesso contratto di Governo dal premier Giuseppe Conte e dai vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, mentre il nostro Paese sembra andare nella direzione di un riconoscimento, anche per legge, del rischio ridotto quale politica di sanità pubblica da attuare anche attraverso la riduzione del peso fiscale sulle e-cig, il rischio è che le conclusioni della COP8 vadano nella direzione esattamente opposta, limitando in modo significativo i nuovi prodotti” conclude.
plenaria_oms-300x174.jpgAttraverso la call to action i firmatari esortano il WHO Tobacco Control Group a considerare il vaping come parte di una più ampia strategia di riduzione del rischio, fare retromarcia sulle precedenti posizioni in materia di divieti e invitare i singoli stati a regolamentare separatamente i tradizionali prodotti del tabacco e quelli del fumo elettronico di nuova generazione senza combustione. Le associazioni firmatarie della call to action sono: ANAFE – Confindustria – Italia; Asian Vape Association (AVA) – Asia; Australian Taxpayers’ Alliance (ATA) – Australia; Australian Vaping Advocacy, Trade and Research (AVATAR) – Australia; Canadian Vaping Association – Canada; Global Vaping Standards Association (GVSA) – USA; France Vapotage – Francia ; Koora Elektronické Kouřeni (KELK) – Repubblica Ceca; Malaysia E-Vaporizers and Tobacco Alternatives (MEVTA) – Malesia; Philippine E-Cigarette Industry Association (PECIA) – Filippine; Udruga Korisnika Osobnih Isparivača (CROHM) – Croazia; Vape Business Ireland (VBI) – Irlanda; Vaping Trade Association of New Zealand (VTANZ) – Nuova Zelanda; Verband des eZigarettenhandels (VdeH) – Germania.

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