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Il disperato appello delle aziende di sigarette elettroniche: “Vicine alla chiusura, il governo ci aiuti”


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di Stefano Caliciuri

Le aziende del vaping sono sull’orlo del fallimento. A settembre la maggior parte di esse potrebbe essere messa in liquidazione, mandando a casa migliaia di lavoratori. Il comparto attualmente impiega circa 30mila addetti. Con una lettera urgente inviata alle istituzioni, il presidente Umberto Roccatti e il vicepresidente Gianluca Giorgetti di Anafe lanciano un ultimo disperato appello. Non riguarda però solo i posti di lavoro ma anche la salute dei consumatori perché, dice sempre Anafe, con le attuali regole il mercato potrebbe essere invaso da prodotti di dubbia derivazione, provenienza ed efficacia.
Questo il testo integrale della lettera inviata ai vicepremier Di Maio e Salvini e ai sottosegretari Garavaglia, Castelli e Giorgetti.

roccatti-giorgetti-anafe-300x192.jpgIllustri Ministri ed egregi Sottosegretari, a seguito del difficoltoso iter parlamentare dell’emendamento avente ad oggetto la riforma del comparto del Fumo Elettronico, malgrado l’esito fallimentare, ci teniamo a manifestarVi tutta la nostra riconoscenza per l’interesse e per l’impegno che i gruppi parlamentari della Lega e del M5S hanno profuso a tutela del nostro settore e dei suoi occupati, dell’indotto e della salute dei cittadini.
Tuttavia, per motivazioni che sappiamo essere del tutto estranee alla Vs. volontà politica, ad oggi – malgrado il Vs. evidente impegno – è ancora pienamente vigente una normativa immotivatamente punitiva che sta uccidendo giorno dopo giorno e inesorabilmente il nostro settore, e ciò sia per effetto di una tassazione irragionevolmente elevata e insostenibile per imprese e consumatori, sia a causa dell’elevatissima esposizione debitoria che grava i bilanci delle nostre imprese a causa delle evidenti e insuperabili incertezze della normativa fiscale fin dagli albori del settore; in particolare – per fare chiarezza sui motivi reali per i quali il settore ad oggi è in grave difficoltà anche per gli ingenti debiti con l’erario – sottolineiamo come tale esposizione sia originata dal solo fatto che, negli anni decorsi tra la prima (n. 83/2015) e la seconda (n. 240/2017) sentenza della Corte Costituzionale, l’industria nazionale della sigaretta elettronica, seguendo il principio espresso inizialmente dalla Consulta, ha versato un’imposta parametrata al contenuto di nicotina e non alla quantità totale di liquido, traslando sul consumatore solo tali (minori) importi.
Solo a seguito della seconda pronuncia – con la quale è stato stabilito un principio di diritto del tutto differente e contrastante rispetto a quello fissato nel 2015 – le aziende si sono viste gravate da imposte mai traslate (e mai riscosse) sul consumatore, trovandosi oggi nell’evidente ed oggettiva situazione di non poter pagare importi mai incassati per i periodi fiscali di riferimento.
salvini.jpgPurtroppo, il protrarsi dell’attuale condizione di crisi non è più in alcun modo sostenibile per i produttori, ed è per questo che la nostra Associazione non può far altro che lanciare un ULTIMO E DISPERATO GRIDO DI AIUTO ALLE FORZE POLITICHE che hanno sempre manifestato interesse per i numerosi problemi che affliggono il nostro settore, in quanto, in assenza di un provvedimento urgente che – quanto prima, e comunque non oltre il mese di agosto – disciplini in maniera differente il comparto riducendo l’imposta e consentendo alle imprese di sopravvivere, dal mese di settembre le nostre aziende (di produzione, di commercializzazione e relativo indotto) saranno senza alcun dubbio costrette ad avviare i processi di liquidazione e licenziare gran parte dei lavoratori – gettando nella povertà e nella disperazione circa 30.000 famiglie – e a cessare definitivamente l’attività di impresa, con tutte le conseguenze, anche economiche, che ne conseguirebbero anche a danno dell’Erario.
Questo scenario – purtroppo ogni giorno sempre più vicino – sarebbe aggravato dal fatto che, come dimostrato da dati certi e riconosciuti da tutti gli interlocutori, il mantenimento dell’attuale regolamentazione del settore – non tutelando in alcun modo le aziende che svolgono la loro attività in conformità alla disciplina di leggeconsegnerebbe definitivamente il comparto all’illegalità più totale, e ai produttori e rivenditori di prodotti vietati in quanto gravemente pericolosi per la salute dei consumatori (ad esempio, nei primi sette mesi del 2018 – e nonostante le numerosissime segnalazioni di ANAFE – è cresciuta a dismisura la vendita di nicotina disciolta in acqua, prodotto con concentrazioni di nicotina potenzialmente mortali che necessita di diluizione da parte dell’utente finale, con tutti gli intuibili pericoli derivanti dall’errata diluizione).

Considerato quanto sopra e in ragione del fatto che l’emendamento è stato dichiarato inammissibile solo per ragioni attinenti alla pertinenza al decreto e del tutto estranee a questioni di merito e/o economiche (considerato, peraltro, che il provvedimento era pienamente sostenuto da ampie coperture), Vi chiediamo un tempestivo intervento normativo in modo da poter salvare un settore che oggi si trova sull’orlo del baratro.
Augurandoci di aver ben rappresentato il grave momento del nostro settore e l’improcrastinabile necessità di porvi urgentemente rimedio, rimaniamo a disposizione per ogni necessità, certi che il Governo si spenderà senza risparmiarsi a tutela dei cittadini e delle imprese coinvolti nella crisi del settore
“.

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