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anglin

Sali e t'abacchi virginia


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: : : VIRGINIA : : :

copertina-virginia.png

E’ il viaggio di Cristoforo Colombo. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che il tabacco fu scoperto proprio dal nostro connazionale mentre si trovava sull'isola di Cuba, dove questa pianta cresceva selvaggia, ed i nativi lo fumavano o arrotolato come arcaici sigari, oppure bruciandolo all'interno di lunghe canne.
La colonia britannica del Virginia fu la prima ad introdurre la coltivazione di questa pianta, grazie a John Rolfe, che molti di voi ricorderanno come il marito di Pochahontas. Da buon imprenditore quale era, nel 1612 inaugurò la prima coltivazione in Virginia. E' interessante sapere che Rolfe diede vita alla sua prima piantagione, grazie all'acquisto illecito di alcuni semi di una speciale varietà di tabacco, che cominciava a crescere nella zona di Trinidad ed in Sud America. L'acquisto di questa sementa fu particolarmente pericolosa per Rolfe, in quanto la Spagna, di cui erano colonie le zone in cui venivano prodotti questi semi a quel tempo, prevedeva la pena di morte per la vendita di tali prodotti agli stranieri. Pochi anni dopo, nel 1616 il capitano George Yeardly, venne investito della nomina di Vicegovernatore della Virginia. Grazie alla sua posizione fu in grado di spostare l'attenzione popolare sulla coltivazione ed il relativo profitto della pianta di tabacco, da quel momento ci fu un enorme e rapido aumento della quantità annuale prodotta.

Arriviamo così alla guerra di indipendenza, nel 1783 le esportazioni annuali dalla Virginia non furono considerevoli. La guerra lasciò un segno sull'esportazione della foglia di tabacco, segno che ci volle più di un secolo e mezzo affinchè ci fosse una ripresa. Per 31 anni immediatamente precedenti alla guerra le esportazioni annuali erano costanti ed in aumento di anno in anno, ma per successivi 50 anni dopo la rivoluzione rimasero ferme. La spiegazione per questa diminuzione era che i paesi europei, durante la guerra, si addentrarono nella cultura del tabacco, e questo creò una sempre minore dipendenza dalle colonie per la produzione. Nel caso  del Virginia, ci furono anche onerose tasse da parte dei governi europei per l'esportazione tra il 1800 ed il 1860.

Negli anni che seguirono, tra guerre, trattati e la modernizzazione dell'industria, la produzione di questa speciale varietà di tabacco crebbe, tanto che ad oggi è uno dei tabacchi più usati e più conosciuti al mondo. Lo possiamo trovare come elemento principale in molte misture usate per le sigarette, infatti, quasi il 99% di questi prodotti ha al suo interno almeno una parte di tabacco Virginia.

: : : LAVORAZIONE & PRODUZIONE : : :

virginia.jpg

Prima di iniziare, è doveroso dire che di tabacchi Virginia non ne esiste una sola tipologia, altresì i più esperti sapranno che di questa pianta ne esistono tre differenti varietà prodotte: 

Virginia scuro, dal sapore “ampio”, pesante, ceroso e scuro, molto apprezzato in Europa, soprattutto ad inizio dello scorso secolo.

Virginia fine, curato al sole con l'utilizzo di legno di mogano, adatto ad essere fumato o masticato, molto in voga nelle americhe.

Virginia Giallo, utilizzato nelle misture di tabacchi più scuri per dare leggerezza e smorzare sapori più intensi.

 In realtà esisterebbe anche una quarta lavorazione di questo tabacco, utilizzata per lo più nella produzione di sigari; purtroppo la sua produzione non è mai stata aperta a larga scala e quindi non è facilmente reperibile.

Ma andiamo ora a vedere il metodo di coltivazione del Virginia.Quello che descriveremo di seguito è uno dei processi di coltura, e potrebbe differire da produttore a produttore per territorio o per impiego di tecnologie diverse. Noi vi illustreremo il processo in origine di questo tabacco.

Si comincia con la selezione del terreno, ed è molto importante che sia limoso, una tipologia di terreno molto particolare che essendo difficile nel mantenimento richiede che venga lavorato all'ultimo momento, poco prima della semina. Un terreno dolce, che non sia eccessivamente zolloso durante i periodi di siccità e che non assorba troppo la pioggia. La presenza delle querce è un sintomo di questa tipologia di terreno, l'esposizione a sud o ovest è la più auspicabile.

Successivamente si prepara il terreno; il campo per il tabacco dovrà essere profondo e completamente arato. Un terreno non arato in inverno spesso diventa duro e secco, facendo si che in primavera, non si abbiano le giuste condizioni per la semina. Questa deve essere effettuata distanziando le piante di circa 90 cm l'una dall'altra.
La distanza può variare in base alla tipologia di pianta che si vuole produrre: colture più ravvicinate conferiranno alla pianta foglie di colore più chiaro ed una maggiore lucentezza, mentre colture più distanziate porteranno a foglie più spesse che renderanno il tabacco più consistente e fibroso.

Diverse settimane dopo, le piante inizieranno a mostrare segni di germogliamento. La stagione della raccolta è ora vicina.

L'obiettivo è di avere il raccolto maturo e in condizioni uniformi sia per migliorare la qualità della foglia prodotta, che per ottenere una resa più ampia possibile.
Esperienza e giudizio sono necessarie in questa operazione. La migliore resa si otterrebbe lasciando sulla pianta tutte le foglie, estirpando il bocciolo non appena diviene distinguibile. Questa pratica è generalmente utilizzata nella produzione dei sigari, mentre per quel che riguarda i trinciati, le foglie sarebbero troppo piccole e conseguentemente povere del corpo e della tenacia richiesta.

Da novanta a cento giorni dopo lo sviluppo dell'arbusto, e circa trentacinque giorni dopo la germogliazione,  il tabacco sarà pronto per la raccolta.
Alcuni segni accompagneranno questo momento, il campo avrà un colore verde intenso, i polloni avranno cessato di crescere con la stessa intensità e i bordi della foglia saranno diventati tendenzialmente gialli e avranno cominciato a raggrinzirsi. La foglia sarà spessa, pesante ma anche fragile.
A questo punto si può raccogliere.

La cura del tabacco segue alcuni semplici passaggi:

L'ingiallimento è la prima fase di cura del tabacco, il passaggio al color giallo è causato da una rottura dei granuli di clorofilla verdi durante i primi giorni trascorsi dalla raccolta. Più il tabacco è maturo più rapidamente questo cambiamento avrà luogo.

Non è consuetudine utilizzare calore artificiale per ingiallire il tabacco poichè ne risentirebbe la qualità finale del prodotto.

Si passa dunque a stendere i pali sui quali saranno assicurate le foglie di tabacco all'interno dello stabile per “l'ammarronamento”, e questo processo verrà portato avanti grazie all'utilizzo dell'aria che circola all'interno del locale che non dovrà mai scendere sotto i 32°.

In pochissimi giorni il tabacco passerà da un colore giallo ad un marrone chiaro, dovuto a determinati enzimi ossidanti sui composti cromogeni all'interno della foglia.
Arrivati a questo punto verranno accesi i primi fuochi indiretti, che manterranno l'aria che circola nello stabile tra i 35° c ed i 37° c necessario ad asciugare l'umidità in eccesso.

Infine si porteranno i fuochi a produrre calore non oltre i 51° c, questo permetterà la finale essiccazione della foglia prima che si verifichino cambiamenti di colore involuti.
Ora il nostro tabacco Virginia è pronto per essere stoccato ed esportato in tutto il mondo.

: : : SAPORI & PROFUMI : : :

virginia_infografica.jpg

Di Alessio Cona & Flavio Ceccanti

Modificato da Spider77
Titolo modificato. Meglio non inserire nei titoli i punti, doppi punti ecc...
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Metterli tutti in uno stesso 3D non era male come idea.. 

E magari nella sezione off topic invece che liquidi e ricette....

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