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Sigarette elettroniche, l’Italia sotto la lente della Commissione europea


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di Stefano Caliciuri

Dopo l’annunciato ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, anche la politica comincia a muoversi a livello europeo. Il deputato leghista Lorenzo Fontana ha formalmente chiesto alla Commissione europea presieduta da Jean-Claude Junker Schermata-02-2458162-alle-14.13.21.pngdi esprimersi sulla imposizione fiscale italiana che grava sui prodotti liquidi da inalazione. Fontana, che è anche vicesindaco di Verona e visegretario della Lega, ha puntato il dito anche contro l’introduzione del reato di contrabbando, così come previsto dalle norme inserite in Legge di Bilancio. Secondo l’europarlamentare, così come si legge nell’interrogazione, il “glicole Propilenico e/o la glicerina ed aromi alimentari, che formano il liquido di ricarica per sigarette elettroniche, sono di libera vendita sul territorio dell’UE. A partire dal 2015 l’Italia ha introdotto un’imposta di consumo. Attraverso successive modificazioni, sono state introdotte misure sempre più restrittive al commercio di tali prodotti, distanziando sempre di più la legislazione nazionale da quella comunitaria. L’attuale normativa introduce delle limitazioni nella vendita al dettaglio dei liquidi con e senza nicotina, è soggetta ad autorizzazione dei Monopoli di Stato, vieta la vendita a distanza (sia nazionale che transfrontaliera), è soggetta ad imposta di consumo e l’importazione ed il possesso è considerato reato di contrabbando“.  Schermata-02-2458162-alle-14.21.42.pngTutto ciò premesso, la Commissione sarà tenuta a rispondere “se la Commissione ha ricevuto notifica dall’Italia in merito alle limitazioni alla Libera Circolazione e se tali limitazioni rientrino nell’ambito della discrezionalità del singolo Paese; se la Commissione ritiene tali limitazioni compatibili con il “Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea” ed in particolare con gli articoli relativi alla libera circolazione” e, in ultimo “come intende agire la Commissione per tutelare i cittadini dell’Unione che, trovandosi nel territorio italiano, possono essere soggetti a sanzioni amministrative e penali, per il semplice possesso di liquidi senza nicotina da inalazione ad uso personale“.
I controlli sanitari e fiscali su chi produce – commenta Lorenzo Fontanasono fondamentali e necessari, come già previsto dalla direttiva europea TPD/2, ma sembra che, nel caso di specie, si sia ecceduto nel porre vincoli e nell’imporre costi, che si ripercuotono inevitabilmente sui consumatori. Non a caso la quasi totalità dei Paesi europei ha fatto scelte assai meno vincolanti“.

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