dodi75

Svapare tabacco e nicotina: solo piacere psicologico o … parliamone


326 messaggi in questa discussione

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48 minuti fa, casmar ha scritto:

anche se appare pazzesco, la dipendenza dalla madre e quella da fumo hanno una miriade di tratti in comune.

Io infatti avevo inaugurato la mia partecipazione al forum postando, tanto per affrontare questo discorso ancor prima di quello sui dispositivi e liquidi, la foto di un poppante, ma poiché si intravvedeva appena il seno della mamma, per un pelo non si è scatenata una reazione che ci si sarebbe potuta aspettare da un gruppo di adolescenti vergini, e sconvolti da una forte pressione ormonale inespressa (con i quali magari avrei evitato quel gesto, che nelle mie intenzioni non poteva evocare più innocenza, o almeno, io penso alla nutrizione materna come a qualcosa di sacro, e non di provocante).

Pur essendo stata in terapia da diversi tuoi colleghi, nessuno di loro aveva fatto notare che la dipendenza esiste prima della forma in cui poi si sceglie di manifestarla, concetto davvero interessante, comunque pur non avendo mai avuto in mente quel pensiero, forse per comprendere cosa mi aveva legata al fumo io ho cercato di discutere nel forum di queste cose, in parallelo alla richiesta di consigli e scambi di opinioni in merito alle scelte dei mezzi pratici con cui svapare.  

Non ho mai creduto che lo svapo da solo potesse essere risolutivo, se la meccanicità con cui lo si affronta non è diversa da quella propria al fumo analogico, ma lo svapo più un poco di autocoscienza invece si.

Modificato da Svaposoffice
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8 minuti fa, Svaposoffice ha scritto:

Pur essendo stata in terapia da diversi tuoi colleghi, nessuno di loro aveva fatto notare che la dipendenza esiste prima della forma in cui poi si sceglie di manifestarla, concetto davvero interessante, comunque pur non avendo mai avuto in mente quel pensiero, forse per comprendere cosa mi aveva legata al fumo io ho cercato di discutere nel forum di queste cose, in parallelo alla richiesta di consigli e scambi di opinioni in merito alle scelte dei mezzi pratici con cui svapare.  

Guarda faccio un'altra provocazione, questa grossa. Io credo che il numero di sigarette che si fumano siano direttamente proporzionali al numero di disastri affettivi della vita. E al posto di sigarette o in contemporanea potresti metterci, alcool, shopping compulsivo, cibo, droghe e il discorso non cambia. Io ho la netta sensazione che quelle, siano due strade molto, troppo, parallele.

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3 minuti fa, casmar ha scritto:

Guarda faccio un'altra provocazione, questa grossa. Io credo che il numero di sigarette che si fumano siano direttamente proporzionali al numero di disastri affettivi della vita. E al posto di sigarette o in contemporanea potresti metterci, alcool, shopping compulsivo, cibo, droghe e il discorso non cambia. Io ho la netta sensazione che quelle, siano due strade molto, troppo, parallele.

Beh, io non ho chiamato fallimenti, ma esperienze, le mie storie affettive di varia natura, poi concluse, che poche non sono state, però sono ottimista per scelta di vita; e fumavo parecchio.

Certo, bisogna vedere cosa ne pensa "lui", cioè quello che voi psic chiamate in vari modi, inconscio, subconscio, Minotauro, vattelapesca, perché da un pezzo ho imparato che ciò che non è razionale in noi in realtà ci domina alla grande.

Per gli altri vizi, se ce li avessi tutti starei fresca, non dico di non essere una che è incline ad averceli, ma almeno ho persistito solo col fumo, e, come molte donne, ho un rapporto ambiguo col cibo.

Scimmia vera no, solo all'inizio ho speso troppo, poi mi sono fermata, salvo attuali ampie e costose scorte da carestia imminente, per i motivi a tutti noti.

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43 minuti fa, Svaposoffice ha scritto:

la dipendenza esiste prima della forma in cui poi si sceglie di manifestarla

come molte altre cose: le emozioni, ad esempio. 
Certo che il discorso sulla dipendenza è interessante al tal punto che mi sorge spontaneo un quesito: è un problema, oppure un meccanismo ineludibile al quale dobbiamo semplicemente applicare una dinamica che sia funzionale ad ottenerne, se non addirittura solo dei benefici, il minor numero di controindicazioni possibile.

 

 

36 minuti fa, casmar ha scritto:

il numero di sigarette che si fumano siano direttamente proporzionali al numero di disastri affettivi della vita

io ci metterei anche le cacche pestate quel giorno, senza dover necessariamente chiamare in causa i disastri 😁

 

Comunque io sono felice della nico 0 non certo perché mi illudo di avere eliminato la Dipendenza, ma perché così l'ho "sterilizzata" ancora un pochettino di più 

 

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13 minuti fa, mocassino ha scritto:

Certo che il discorso sulla dipendenza è interessante al tal punto che mi sorge spontaneo un quesito: è un problema, oppure un meccanismo ineludibile al quale dobbiamo semplicemente applicare una dinamica che sia funzionale ad ottenerne, se non addirittura solo dei benefici, il minor numero di controindicazioni possibile.

Io non credo alle teorie per cui le dipendenze si superano cercando "dentro se" l'appagamento. Detto questo è utile dire che forme di dipendenza anche invisibili sono presenti in tutti. Ripeto, la dipendenza ha a che fare con comportamenti ancestrali quindi difficilmente cancellabile del tutto. La famiglia è tutto nell'uscita dalle dipendenze e la presenza affettiva e consapevole di papà e mamma nell'età dell'infanzia aiuta molto. la mamma e il papà ti aiutano a capire che puoi farcela da solo e, ahimè, la famiglia Italiana aiuta poco. Se però si è fatto fatica a gestirla e rimane la pulsione innata io credo che l'unica medicina sia la consapevolezza e il comportamento sapendo che.

Modificato da casmar
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@casmar :clap

Non commento ma vi leggo e vi osservo un occhio qua e uno sulla proposta contro la Vicari

Saluti

Modificato da renata1
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3 minuti fa, casmar ha scritto:

Io non credo alle teorie per cui le dipendenze si superano cercando "dentro se" l'appagamento

Cavoletti, riesci a sorprendermi, sei non soltanto l'unico terapista, ma l'unico essere umano che non attacchi con la solita solfa dell'amore per sé stessi, con il quale mi hanno rotto le scatole all'infinito, essendo uno dei miti moderni più diffusi.

Io da tempo ho rovesciato il problema, secondo me non è che gli altri ti amano se tu ti ami, o almeno, non soltanto questo; è che se tu non ami davvero tanto qualcuno o qualcosa, non saprai mai amare anche te stesso. Come diceva una grande poetessa, solo l'amore non conosce morte, perché dona quel senso di immortalità che rende la propria vita degna.

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2 minuti fa, Svaposoffice ha scritto:

Cavoletti, riesci a sorprendermi, sei non soltanto l'unico terapista, ma l'unico essere umano che non attacchi con la solita solfa dell'amore per sé stessi, con il quale mi hanno rotto le scatole all'infinito, essendo uno dei miti moderni più diffusi.

Io da tempo ho rovesciato il problema, secondo me non è che gli altri ti amano se tu ti ami, o almeno, non soltanto questo; è che se tu non ami davvero tanto qualcuno o qualcosa, non saprai mai amare anche te stesso. Come diceva una grande poetessa, solo l'amore non conosce morte, perché dona quel senso di immortalità che rende la propria vita degna.

In linea di principio tutto ciò che rientra in "amor proprio" è certamente una buona "medicina", ottima direi, la migliore, per affacciarsi ai discorsi che stiamo facendo. Il punto, e questo è un grandissimo nodo critico della psicologia clinica, è che, poi, la tale difficoltà a cercarlo quel cavolo di amor proprio e la quasi impossibilità dei più, secondo me, nel trovarlo, davvero, fa di questa teoria una bella leggenda. Alla fine pochissimi riescono in quel percorso. Tralasciando il fatto che quelli che ci riescono, vista la forzatura, si ritrovano nel narcisismo spietato... Lo so è un cavolo di casino 

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1 hour ago, casmar said:

Guarda faccio un'altra provocazione, questa grossa. Io credo che il numero di sigarette che si fumano siano direttamente proporzionali al numero di disastri affettivi della vita. E al posto di sigarette o in contemporanea potresti metterci, alcool, shopping compulsivo, cibo, droghe e il discorso non cambia. Io ho la netta sensazione che quelle, siano due strade molto, troppo, parallele.

Devo aver avuto una vita di...fficile :)

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@aaddrrr Ciao, 

...è sempre gradita una Presentazione al Forum, poche righe :) ... Qui, grazie.

 

Thread ripulito.

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1 minuto fa, casmar ha scritto:

si ritrovano nel narcisismo spietato

Io invece considero i narcisisti come i meno sicuri, sembrano burattini che fanno di tutto per auto convincersi di essere ok, e che vivono ossessionati dal loro bisogno di piacere, a sé stessi, agli altri, insomma, non sono liberi per niente, e questo con l'equilibrio di una sana affettività ha poco a che fare.

Io mi sono amata solo quando ho amato, di questo mi sono accorta, seguo perciò la via dei poeti, non degli intellettuali; e a ben pensarci bisognerebbe nel mio caso applicare questo allo svapo, per farlo funzionare, ma bisogna vedere come, non certo diventando appassionati collezionisti di materiale del settore.

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1 minuto fa, Giorgioroby ha scritto:

@aaddrrr Ciao, 

...è sempre gradita una Presentazione al Forum, poche righe :) ... Qui, grazie.

 

Thread ripulito.

Grazie @Giorgioroby 

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6 minuti fa, lemie ha scritto:

Devo aver avuto una vita di...fficile :)

E' una provocazione e non intendo proporla come legge universale, ecco... 😁

Io trovo che dipendenza da sostanze e disastri affettivi abbiano una relazione ma è un mio pensiero.

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2 minuti fa, casmar ha scritto:

E' una provocazione e non intendo proporla come legge universale, ecco... 😁

Io trovo che dipendenza da sostanze e disastri affettivi abbiano una relazione ma è un mio pensiero.

Mi accetti come paziente? 🙏

Sono un caso disperato :D seriamente parlando

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7 minuti fa, Svaposoffice ha scritto:

Io invece considero i narcisisti come i meno sicuri, sembrano burattini che fanno di tutto per auto convincersi di essere ok, e che vivono ossessionati dal loro bisogno di piacere, a sé stessi, agli altri, insomma, non sono liberi per niente, e questo con l'equilibrio di una sana affettività ha poco a che fare.

Lo sfociare nel narcisismo non lo intendevo, assolutamente, come una sana pratica affettiva, anzi. Scusa, forse mi sono spiegato male. Dico che ho innumerevoli esempi di persone che, uscite da percorsi di psicoterapia hanno trovato amor proprio nel narcisismo.

9 minuti fa, Svaposoffice ha scritto:

Io mi sono amata solo quando ho amato

Siamo in due, benvenuta nel club...Ma questo, se ci rifletti davvero, è l'espressione più alta di dipendenza.

1 minuto fa, dodi75 ha scritto:

Mi accetti come paziente? 🙏

Sono un caso disperato :D seriamente parlando

Se tu che devi accettarmi come terapeuta. 😂. Tu scegli il tuo terapeuta, ricordalo se senti di averne bisogno.

Se il tuo essere disperato, per qualsiasi cosa, invalida la tua vita, allora, te lo consiglio e non perché è il mio lavoro ma perché se trovi davvero "il tuo" terapeuta, allora, farai il più bello e importante viaggio dentro di te mai fatto.

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1 minuto fa, casmar ha scritto:

Siamo in due, benvenuta nel club...Ma questo, se ci rifletti davvero, è l'espressione più alta di dipendenza.

In apparenza si, ma in realtà, anche se parlo per me sola, capisco se amo davvero dal grado di insofferenza che ho al sentirmi costretta in un rapporto; se quel disagio non c'è, allora, ma è rarissimo, si tratta di quel bene che io considero autentico, senza dipendenza come negatività; dipendenza naturale, fisiologica, non morbosa. Magari le donne certe cose le masticano meglio, gli uomini sono molto portati all'astrazione mentale, ma l'affettività non può spiegarsi solo razionalmente (per fortuna).

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10 minuti fa, Svaposoffice ha scritto:

In apparenza si, ma in realtà, anche se parlo per me sola, capisco se amo davvero dal grado di insofferenza che ho al sentirmi costretta in un rapporto; se quel disagio non c'è, allora, ma è rarissimo, si tratta di quel bene che io considero autentico, senza dipendenza come negatività; dipendenza naturale, fisiologica, non morbosa. Magari le donne certe cose le masticano meglio, gli uomini sono molto portati all'astrazione mentale, ma l'affettività non può spiegarsi solo razionalmente (per fortuna).

😂😂 Scusa Svaposoffice ma se ti rispondo a questo messaggio vado OT di qualche migliaia di KM. Stiamo entrando nel mio campo specifico quindi un paio dei tuoi termini mi fanno prudere le mani. 😂😂.

Per farti soffrire un po' a bagno di alcuni enigmi psicologici ti dico che il contrario di dipendenza è anoressia. In psicologia anoressia e dipendenza sono effetto della stessa causa, la mancanza. Hehehehehehe. Dipendenza e anoressia sentimentale sono le due facce di una medaglia sola.

Modificato da casmar
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2 minuti fa, casmar ha scritto:

😂😂 Scusa Svaposoffice ma se ti rispondo a questo messaggio vado OT di qualche migliaia di KM. Stiamo entrando nel mio campo specifico quindi un paio dei tuoi termini mi fanno prudere le mani. 😂😂.

Niente OT @casmar, le sedute di psicologia facciamo le nel tuo gabinetto

Qui discutiamo di nicotina e tabacco e svapo: ci appagano si o no?

Scherzo ovviamente. Siamo qui per crescere insieme :D

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1 minuto fa, dodi75 ha scritto:

Niente OT @casmar, le sedute di psicologia facciamo le nel tuo gabinetto

Qui discutiamo di nicotina e tabacco e svapo: ci appagano si o no?

Scherzo ovviamente. Siamo qui per crescere insieme :D

Si si infatti, mi trattengo... giuro. Nicotina tabacco e svapo appagano il bisogno di dipendere e quindi appagano, si. Saremmo idioti a suicidarci senza nemmeno essere appagati. 😂

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2 minuti fa, casmar ha scritto:

Si si infatti, mi trattengo... giuro. Nicotina tabacco e svapo appagano il bisogno di dipendere e quindi appagano, si. Saremmo idioti a suicidarci senza nemmeno essere appagati. 😂

Quante pagine hai letto di questa discussione? :D

Qui troverai pane per i tuoi denti. L'obiettivo era ed è un confronto comune su tre elementi: svapo nicotina e tabacco, che in qualche modo sono tra loro connessi. 

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14 ore fa, casmar ha scritto:

Per farti soffrire un po' a bagno di alcuni enigmi psicologici ti dico che il contrario di dipendenza è anoressia. In psicologia anoressia e dipendenza sono effetto della stessa causa, la mancanza. Hehehehehehe. Dipendenza e anoressia sentimentale sono le due facce di una medaglia sola.

Lo so, i tuoi colleghi me lo hanno spiegato, ed ho avuto un'amicizia che mi ha mostrato cosa sia l'anoressia, la smania di controllo è palese. Poi, specialmente nelle donne di questa società attuale, è evidente la loro perenne lotta all'obesità, vera o presunta, che forse è la stessa cosa in forma diversa.

Ma come dice @dodi75andando a ciò che qui ci interessa (che ritengo riguardi soprattutto le possibilità che ha lo svapo di risanarci abbastanza in profondità, sia fisicamente che emotivamente), il punto è: come applicare alcune di queste cognizioni alla nostra situazione, per far funzionare al meglio quanto abbiamo intrapreso svapando?

Forse ancora non lo sa nessuno...

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1 ora fa, Svaposoffice ha scritto:

come applicare alcune di queste cognizioni alla nostra situazione, per far funzionare al meglio quanto abbiamo intrapreso svapando?

Salve,

è una curiosa coincidenza che ieri dopo aver passato il pomeriggio a insegnare il concetto di copione della vita in narrativa, durante la pausa mi sia capitato di leggere il bello e colto intervento di @casmar - ma non serve lo dica io - e le vostre osservazioni compresa quella di @Svaposoffice cui mi ispiro per intervenire.

Per copione della vita in tecnica narrativa si intende, detto in poche parole, che per l'agire di un personaggio si possa fare riferimento alla sua infanzia e ciò che di sé stesso i genitori innanzi tutto, poi gli altri, gli hanno ripetuto tanto da persuaderlo a essere un pò come loro lo vedevano.

Lo dice @casmar molto meglio di me, ma anch'io convengo che i messaggi culturali, del gruppo incidano in maniera determinante sulla nostra dipendenza, prima dal fumo ora dallo svapo, ma secondo me influisce molto anche come noi vediamo, percepiamo noi stessi - il copione della vita - e nella fattispecie noi ci vediamo dapprima fumatori e poi svapatori.

Ecco, lo svapo, con la sua insita libertà, mi ha insegnato questo: capire che mi legava al fumo la fissazione che senza una sigaretta il pranzo non era buono; che senza una sigaretta l'ansia non avrei potuto controllarla; che senza una sigaretta fumata in compagnia non c'era amicizia o altro.

Secondo me, dovremmo capire, liberi dal tabagismo e immersi nella gioiosità dei mille aromi dello svapo, i colori delle boxes, la forma estetica degli atom, questi punti che ci fanno percepire noi stessi attaccati ancora in alcuni casi al fumo, decisi nello svapo, benché ammaestratori falliti di scimmie che ci riempiono i cassetti di ciò che non abbiamo bisogno. In sociologia c'è il concetto di bisogno indotto. A indurre molti bisogni che non abbiamo sono i forum come questi, adoperando una leva formidabile come quella del ricatto dell'essere esclusi dal gruppo e solitari nella nostra battaglia contro la dipendenza che ci sentiamo, per lo più, destinati a perdere se non avessimo lo svapo.

Ho sempre creduto che la dipendenza da nicotina fosse come ho già detto, l'apparire della mia dipendenza, Lo zoccolo duro era l'aspetto psicologico. Ho pensato di smettere quando sono cambiata come sempre avviene nella vita di una donna, ma anche di ciascuno di noi, transitando dai quarantanni a l'età di ora. È mutato come percepisco me stessa non solo nello svapo. Accettato il cambiamento - altre concetto narrativo che vi risparmio , però - ho voluto smettere di fumare, sapendo che ci sarei riuscita come è stato.

Insomma tanti idee, tanti ragionamenti che forse chi è più capace di me vorrà ordinare

Saluti a tutti

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15 minuti fa, renata1 ha scritto:

Insomma tanti idee, tanti ragionamenti che forse chi è più capace di me vorrà ordinare

Quoto come sempre @renata1, e per me l'unica considerazione conclusiva, al momento, è che è difficilissimo staccarsi dall'attaccamento, come potrebbe essere altrimenti?

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Il 6/1/2018 alle 12:06 , Svaposoffice ha scritto:

Lo so, i tuoi colleghi me lo hanno spiegato, ed ho avuto un'amicizia che mi ha mostrato cosa sia l'anoressia, la smania di controllo è palese. Poi, specialmente nelle donne di questa società attuale, è evidente la loro perenne lotta all'obesità, vera o presunta, che forse è la stessa cosa in forma diversa.

 

Non paravo di anoressia da cibo ma di "anoressia sentimentale"... ma così andiamo OT, scusa se ti ho punzecchiato.

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Il 6/1/2018 alle 14:05 , renata1 ha scritto:

Per copione della vita in tecnica narrativa si intende, detto in poche parole, che per l'agire di un personaggio si possa fare riferimento alla sua infanzia e ciò che di sé stesso i genitori innanzi tutto, poi gli altri, gli hanno ripetuto tanto da persuaderlo a essere un pò come loro lo vedevano.

Prima comprendiamo che le scelte che facciamo oggi, convinti di prenderle noi, adesso, nel qui e ora, sono in realtà il rimettere in campo vecchie esperienze, prima riusciremo nella magnificenza della rivoluzione interna. La specie umana affronta il mondo per archetipi. Noi oggi siamo la somma perfetta delle nostre esperienze passate e, ahimè, la natura socio/culturale del popolo latino tende ad usare le ferite come lente per guardare il mondo e scegliere di conseguenza, ovviamente, tentando di stare lontani dal male che quelle ferite richiamano.

Noi facciamo di tutto per non finire all'inferno.

Per dirla breve, gran parte del nostro tempo e delle nostre risorse lo spendiamo per stare lontani da scenari che ci hanno fanno male. Ma, guarda caso, non riusciamo a non ricomportarci, sempre, nello stesso, identico, modo. Qualcuno, per caso, ha notato quanto rituale è il gesto del fumare? Pensate a quella dopo il caffè.

Mi ripeto e torno a bomba sull'argomento del post. Non c'è, secondo me, nessuna relazione tra Nicotina/tabacco e piacere psicologico. Il piacere psicologico risiede nella tendenza a ripetere un atto che soddisfa la nostra dipendenza e che quindi ci tranquillizza. Il tabacco e la nicotina sono, soltanto, il primo mezzo che abbiamo conosciuto. Oggi svapiamo, ma non cambia nulla e se ricerchiamo il tabacco nello svapo e soltanto per tentare di ripetere, il più fedelmente possibile, il rituale del fumo che tanto ci appaga.

E, perdonatemi ma oggi sarò ancor più duro, continuiamo a giustificarci col fatto di "farci meno male". "Evviva... posso continuare la pratica dell'aspirazione facendomi meno male, posso continuare ad abbeverare la scimmia (la dipendenza) e lo faccio contento contento perché, tanto, non prendo il cancro. E quindi via... giù a svapare come aspirapolveri, tanto, da oggi, mi faccio meno male. 

N.B ragazzi, scusate ma io sono fatto così. Son provocatorio, non mi piace indorare la pillola, tollero le miserie umane ma non riesco a nasconderle quando le vedo.

Modificato da casmar

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