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Svapo

Spagna, associazioni del vaping in rivolta contro divieto vendite online


5 messaggi in questa discussione

di Barbara Mennitti

In Spagna il Decreto Reale 579/2017, che regolamenta la produzione, la vendita e la pubblicità dei prodotti per il vaping, è stato approvato lo scorso 9 giugno. Si tratta, in sostanza, del recepimento della Direttiva europea per i prodotti del tabacco, dunque di un atto dovuto che porterà nei prossimi mesi il mercato spagnolo ad allinearsi a quello degli altri Paesi dell’Unione: limite dei 10 ml per i flaconi di liquido per inalazione, limite massimo di 20 mg/ml per la concentrazione di nicotina, obbligo di notifica e così via.
Ma, forse per farsi perdonare il ritardo nel recepimento della Direttiva, il governo di Mariano Rajoy ha allo studio una nuova legge che, se approvata dal Parlamento, inasprirebbe le misure previste dalla TPD, vietando completamente le vendite online di tutti i prodotti del vaping. In realtà non è la prima volta che questo provvedimento viene ventilato in Spagna, ma ora sembra un pericolo reale, tanto che si sono mobilitati tutti i sostenitori del vaping, spagnoli e non.
Associazioni dei consumatori come Anesvap e Efvi Espana, entità come M.O.V.E. Medical organizations supporting vaping and electronic cigarettes) e associazioni dei produttori hanno scritto al Ministero della Salute spagnolo, sottolineando come il divieto di vendite online priverebbe di fatto i fumatori e gli ex fumatori spagnoli di un importante strumento di lotta al tabagismo. UPEV, Union de promotores y empresario del vapeo, sottolinea anche l’impatto economico che avrebbe la misura. Secondo Upev, attualmente nel Paese il 40 per cento del volume delle vendite dei prodotti del vaping è costituito da vendite online. Proibirle, stima il settore, causerebbe la chiusura di circa 100 aziende e la perdita di circa 1250 posti di lavoro, fra quelli occupati direttamente e indirettamente nel vaping.
riccardo-polosa.jpgAnche la Lega Italiana Anti Fumo, the International Network of Nicotine Consumer Organization e New Nicotine Alliance hanno preso posizione contro la misura al vaglio del governo spagnolo. Riccardo Polosa, direttore scientifico di Liaf, pone la questione in termini di salute. “Consideriamo la sigaretta elettronica – scrive nel suo appello alle autorità spagnole – uno strumento essenziale di salute pubblica, perché permette a quei fumatori che non riescono o non vogliono smettere di fumare di passare ad una alternativa del 95 per cento meno dannosa del tabacco convenzionale. Per questo Liaf sostiene che questi prodotti non debbano essere regolamentati come il tabacco”. E poi conclude: “Proibire le vendite online favorirà il consumo di tabacco”.

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Il 6/7/2017 alle 14:53 , Svapo ha scritto:

Proibire le vendite online favorirà il consumo di tabacco

Lo sanno perfettamente; la legislazione sul vaping misura l'indipendenza dei governi.

Gli italiani sono un po' delusi peché tradizionalmente ritengono che i loro rappresentanti politici siano molto sensibili agli interessi e poco saggi, invece scopriono di essere nella stessa situazione degli altri paesi dell'unione europea.

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Questa notizia è bruttissima, e spero vivamente che non se ne inizi a parlare anche nei nostri governi... e non me ne meraviglierei, ohimè.

Secondo me in tutte queste direttive stupidamente restrittive c'è lo zampino delle lobbies dei produttori di sigarette.

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Dopo l'introduzione della TPD si somo accorti che la maggior parte degli svapatori usa basi tra i 2 ed i 9 di nicot. ? E che quindi questa stupida legge non ha arrecato "grossi" danni al settore…..  E allora che fare? Dai che bell'idea…. Vietiamo gli acquisti online 😟😟😟

ASSURDO 

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Allarmismo...non vieteranno nessun commercio online, e se lo faranno dovranno motivarlo. Un po’ come la TPD e il discorso del tank ridotto...quei volponi che hanno fatto la legge (a conferma del fatto che il legislatore, il più delle volte, non sa nemmeno di cosa stia parlando), non hanno considerato che bastava la frase "non per uso con nicotina" sulle scatolette dei prodotti per mettersi al sicuro.
Così come non avevano considerato le mix series...

Sulla nicotina possono "agire", come hanno tentato inutilmente di fare con la TPD appunto, ma sui generici "sistemi per il vaping" la vedo impossibile.
Cosa vietano? Le box? E come? Adducendo quale motivo? Se c'è un rischio reale per la salute possono fare quello che vogliono (nicotina, dipendenza, ecc), altrimenti no. Sarebbe come vietare la vendita online delle creme per il viso.

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