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Svapo

Ecco perché lo studio su vaping e ictus non è attendibile


3 messaggi in questa discussione

di Barbara Mennitti

Chi è abituato a dare uno sguardo ai giornali stranieri, probabilmente nei giorni scorsi ha fatto un salto sulla sedia. La sigaretta elettronica aumenta il rischio di ictus più del fumo, titolavano moltissimi siti e testate con la tipica mancanza di prudenza riservata all’argomento vaping. La “notizia” veniva da uno studio preliminare condotto su topolini da laboratorio dall’assistente di ricerca Ali Ehsan della Texas Tech University e presentato durante la conferenza internazionale della American Heart Association.
Vista la sede prestigiosa della presentazione, c’è quindi poco da meravigliarsi della risonanza avuta dallo studio. Il problema delle ricerche e delle notizie scientifiche in generale, è che vengono quasi sempre riportate da giornalisti che, ovviamente, non hanno studiato medicina e non hanno mezzi per giudicare la validità di uno studio. Il cronista non può che limitarsi a riportare quanto dicono scienziati, pensando – quasi sempre in buonafede – che questi ne sanno certamente più di lui.
siegel-300x201.jpgNoi non facciamo certo eccezione e per questo ci affidiamo ai commenti del professor Michael Siegel della Boston University, più che titolato a giudicare l’affidabilità di questo studio che lancia un allarme da non sottovalutare. E la prima cosa che il professore americano fa notare è che lo studio di Ehsan non è stato ancora pubblicato né sottoposto alla prova del “peer-rewieving”. Cioè non ha subito alcuna valutazione dalla comunità scientifica per stabilire se ha rispettato procedure, standard e protocolli universalmente riconosciuti. Insomma, nessuno garantisce l’attendibilità di questo lavoro. Traslare poi i risultati di un unico studio preclinico dai topi agli esseri umani è, secondo Siegel, “ridicolo”.
Il professore cita la pubblicazione in materia dei neurologi tedeschi Stefan Braeuninger e Cristoph Klienschnitz: “Esistono significative differenze fisiologiche, neuroanatomiche e metaboliche fra gli esseri umani e i piccoli roditori. Per esempio, i piccoli roditori solitamente hanno bisogno di maggiori dosi di medicinali su una base di mg per chilo di peso corporeo per avere un effetto rispetto ai grandi mammiferi. Quindi la dose efficace ricavata da studi preclinici sull’ictus nei piccoli roditori non si può semplicemente trasferire agli uomini, nemmeno adeguandola alla massa corporea”.
E che gli studi fatti sugli animali non siano automaticamente trasferibili all’uomo sono in molti a sostenerlo. Sul numero 4 del 2010 della rivista bimestrale Charta Minuta la biologa Michela Kuan scriveva: “La sperimentazione animale ha comportato, e continua farlo, grandi errori e ritardi nella scienza, diventando la quarta causa di morte negli Stati Uniti per reazioni avverse ai farmaci non individuate durante la sperimentazione pre-clinica sull’animale; inoltre solo l’8% dei farmaci passa la fase clinica sull’uomo, con un indice di insuccesso altissimo”.
Sempre secondo Kuan la scarsa affidabilità di questi test è dovuta non solo alle differenze fra l’uomo e l’animale, ma anche alle condizioni delle cavie da laboratorio: “Gli animali mantenuti in cattività nei laboratori mostrano chiari segni di stress psicologico, fisiologico e comportamentale, predisponendo il corpo dell’animale all’insorgenza di patologie che si traducono in variabili non deducibili nei risultati sperimentali”. Dubbi simili esprimeva nello stesso numero della rivista anche il professore Umberto Veronesi.
Insomma, spiega Siegel, l’American Hearth Association non ha giustificazioni scientifiche per diffondere la notizia che il vaping causa l’ictus, men che meno per sostenere che lo faccia più del fumo e parla di “negligenza in campo di salute pubblica”. Milioni di fumatori che pensavano di passare all’ecig, potrebbero essere scoraggiati da queste notizie. “Non è solo un modo di fare non scientifico – scrive – è anche dannoso per la salute pubblica”. E noi non potremmo dirlo meglio.

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è inattendibile perchè è solo un esile studio pilota, il cui campione è statisticamente insufficente (N=10 di che parliamo?) ed i criteri di validità, affidabilità, e costrutto.. sono semplicemente un suicidio accademico come già avevo detto. Non è di studi come questo che dobbiamo preoccuparci, anzi dobbiamo sperare ne facciamo di nuovi e più solidi per essere consapevoli di ciò che stiamo facendo e di eventuali effetti collaterali. Detto questo quando vedrò uno studio con campione ad ampiezza superiore a 100 soggetti sperimentali, i cui si ricreano le reali condizioni di svapo sull'uomo, applicando stressor plausibili controllati e coerenti allora mi starà bene sia che venga soddisfatta l'ipotesi nulla sia che venga soddisfatta l'ipotesi alternativa. ma fino ad allora non mi metto minimamente in ansia e nessuno dovrebbe farlo, sul serio:)

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15 minuti fa, Franzsvapo ha scritto:

è inattendibile perchè è solo un esile studio pilota, il cui campione è statisticamente insufficente (N=10 di che parliamo?) ed i criteri di validità, affidabilità, e costrutto.. sono semplicemente un suicidio accademico come già avevo detto. Non è di studi come questo che dobbiamo preoccuparci, anzi dobbiamo sperare ne facciamo di nuovi e più solidi per essere consapevoli di ciò che stiamo facendo e di eventuali effetti collaterali. Detto questo quando vedrò uno studio con campione ad ampiezza superiore a 100 soggetti sperimentali, i cui si ricreano le reali condizioni di svapo sull'uomo, applicando stressor plausibili controllati e coerenti allora mi starà bene sia che venga soddisfatta l'ipotesi nulla sia che venga soddisfatta l'ipotesi alternativa. ma fino ad allora non mi metto minimamente in ansia e nessuno dovrebbe farlo, sul serio:)

Ma infatti per un "vaper" di lungo corso, che ha visto uscire i peggio articoli sulla ecig in questi anni, questo è solo l'ennesimo articolo spazzatura, scritto dal solito giornalista incompetente (o pilotato), su uno studio inesistente basato su dati neanche minimamente attendibili... ma ci rendiamo conto... un abstract su un esperimento di 15 giorni su 10 topi!!! :muro:

La cosa che mi fa girare i maroni, è che il 99% della popolazione, compresi i newbie dello svapo, non fanno parte della cerchia dei vapers di lungo corso, quindi un articolo del genere, per loro ha tutt'altro peso...

E purtroppo nonostante si dia ampia risonanza sui giornali ad un abstract senza fondamenti, ma che va contro allo svapo, non si da poi minimamente notizia della smentita da parte della comunità scientifica, se non su sigmagazine, che in Italia lo leggeranno in 10 persone...

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