Svapo

“Chiedere sicurezza non significa essere nemico del settore. Anzi…”


228 messaggi in questa discussione

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1 ora fa, liviomex ha scritto:

Grizzly volevo solo precisare l' affermazione "l possesso dei requisiti deve essere verificato e certificato dagli organismi notificati individuati dall'UE, che appongono la marcatura CE (quella vera....)." .

Detta così sembra che esistano in Europa organismi riconosciuti che appongono il marchio CE dopo aver effettuato e certificato i  prodotti che un produttore od un importatore vorrebbe immettere sul mercato e questo non è corretto, non esiste alcun ente in Europa che appone il marchio CE, lo fa direttamente il produttore, o l' importatore dichiarando ( ed ovviamente producendo la documentazione necessaria  ) i propri prodotti conformi.

Il marchio CE ha una sua rilevanza ci mancherebbe altro, ma è pur sempre un marchio dato in base a delle autocertificazioni il cui valore viene verificato dopo eventuali controlli.

Bax, sono dispositivi elettrici, assolutamente si.

Il problema è che il livello di qualità di questi dispositivi è spesso e volentieri da mani tra i capelli CE o non CE, proprio perchè il marchio CE non certifica alcun livello di qualità accettabile nella vita di un prodotto, ne in fase di progettazione, ne in fase di realizzazione, ne in fase di distribuzione e di assistenza post vendita.

 

Faccio prima a postare link attendibili. Qui sotto, in sintesi, si potrà leggere cosa sono gli organismi notificati, cosa accettano e cosa certificano.

https://www.marcaturace.net/articoli/organismi-notificati

http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=9&area=dispositivi-medici&menu=conformita

La marcatura CE (non "marchio"),  obbligatoria per tutti gli apparecchi o dispositivi elettrici, attesta la conformità alle norme di sicurezza europee. Nulla centra con i marchi di qualità, che sono un'altra cosa e, soprattutto, non sono obbligatori.

@Bax78, è dispositivo elettrico tutto ciò che funziona e ha a che fare con la corrente elettrica. Anche un semplice multimetro.

Modificato da grizzly
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mi son spaccato in due dalle risa :laughing:

best reply vape awards 2017

ma nn è che sei stefano benni sotto mentite spoglie?

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Premesso il mio dispiacere per quanto gli e' accaduto una considerazione: se non sei in grado di gestire (perché non conosci i fondamentali) un dispositivo meccanico, se sei stato avvertito in tutti i modi dal venditore e dal costruttore, se il web e' pieno di avvertimenti e consigli su precauzioni da adottare, se dici di svapare da tempo, se utilizzi un atom clone settato con una resistenza da 0,niente, se il tubo da qualche avvertimento che non cogli.... faresti solo bene a stare zitto.

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6 ore fa, Cheshire ha scritto:

Fosse il marchio CE il problema...

Vi dico una cosa:

Io azienda asiatica produco tubi meccanici tirando al risparmio, usando metalli di recupero dalle demolizioni dei reattori nucleari, facendo lavorare su torni a pedale dei bambini pagati a riso e schiaffi, senza nessun controllo qualità, senza nessuna regolamentazione sulla produzione...

Mi viene in mente che l'europa è un buon mercato per il mio prodotto, tanto basta oliare le tasche di un paio di youtuber e il prodotto diventa subito un must-have.

Però il mio prodotto non riesce a passare i controlli e gli standard qualitativi. Come farò? Ho già pagato 50 youtuber con buoni pasto scaduti e biglietti dell'autobus fotocopiati !

Chiamo mio cugGgino Tilamo Lamoje che "lavora" in italia. In un paio di mesi si apre partita iva e si registra come importatore. La sua azienda, la CinCinBoom , ha sede in un sottoscala e figura 4 dipendenti, che sono sempre lui con gli occhiali, senza gli occhiali, con la barba finta, con la parrucca di Gullit. La sua azienda ora però può importare e certificare gli standard qualitativi dei prodotti che importa... ottimo!

Mando subito 50 container di tubi e prodotti vari fatti sempre nel rispetto del non rispettare nessuna normativa. Tutto il materiale arriva a mio cugino Lamoje Tilamo. Questo applica marchi CE come non ci fosse un domani, anche 3 o 4 volte allo stesso prodotto, pure ai cartoni di imballo, pure a se stesso...certifica CE anche il contenitore del cibo da asporto con cui ha cenato.

Questi prodotti invadono il mercato a prezzi stratosferici, supportati da youtuber pagati a buoni pasto (che si vede sono di bocca buona) e acquirenti rassicurati dal marchio CE (quello vero).

Un giorno però , Mario Bimbogigio, mentre stà cercando di svapare con il suo atom clone da 58mm con octacoil da 0.03 ohm durante la ricreazione... qualcosa và storto e il tubo esplode. Le schegge uccidono le maestre della 3°C, una fiammata incenerisce presumibilmente 11 compagni di classe di Mario Bimbogigio, annientando di fatto la 2°B (i rilievi del RIS di parma determineranno quanti bambini sono stati polverizzati), il drip tip viene scagliato a velocità così alta da viaggiare indietro nel tempo e uccidere il padre di Salvatore Chefù,un compagno di Mario Bimbogigio (che dunque non avrà mai un figlio, e di fatto nessuno si accorgerà della differenza, essendo cambiato il continum spazio tempo,in barba al principio di auto consistenza di Novikov ) , e mentre i resti dell'atomizzatore hanno raggiunto la stratosfera e si apprestano a colpire la stazione spaziale internazionale causando un'incidente diplomatico in grado di scatenare una nuova guerra mondiale... qualcuno và a fare un paio di controlli, perchè il fatto che un bambino di 2° elementare stesse svapando a 19kW è trascurabile.

Viene così fuori che il magGgico tubo recensito dagli youtuber porta un marchio CE vero, ma applicato senza controlli.

Che succede?

Semplice, l'azienda di Tilamo Lamoje chiude, tutti i prodotti da lui importati vengono sequestrati e pure quelli che ha in magazzino (che tanto son già spariti). L'azienda viene messa sotto processo, Lamoje Tilamo viene indagato, ma scaricherà le responsabilità verso un dipendente già fuggito in Bosnia, e tutto finirà fra strette di mano e promesse "giurin giurello, non facciò più il cattivello".

E i mei tubi ? ho dei bambini sottopagati da far lavorare, io...non è che posso tenerli fermi, mi costano 30 grammi di riso e 5 schiaffi al giorni...a testa... son spese!

Ma nessun problema... telefono al mio cugGgino Tilamo Lamoje, il quale ha già trovato un prestanome di origini ghanesi per riaprire l'attività commerciale, però mi ha detto che i miei tubi li devo dipingere di un'altro colore, altrimenti poi si accorgono della truffa.

E fra 2 mesi voi vi ritrovate lo stesso tubo, con il nome di un'azienda fittizia diversa, con il marchio CE (quello vero) , e di un colore nuovo, convinti sia un prodotto sicuro.

 

Questo per dire...il marchio CE è una cag@ta pazzesca , in pieno stile fantozziano. E se vi preoccupate che in italia non sia possibile fare rigiri simili (rido...) ricordatevi che il marchio CE può essere rilasciato in qualsiasi stato comunitario... tipo Romania, Polonia, Grecia, Ungheria , Lettonia , Malta, Croazia, Estonia, Lituania... e fra qualche anno anche Turchia, Montenegro, Albania... 

 

Riguardo l'ultimo intervento di Maravilla... giuro, ho provato a pensare una risposta, ho provato a rileggere più volte cercando un significato nascosto, ho provato a buttar giù risposte simpatiche o ironiche che non cadessero nel turpiloquio , ho provato a rileggerlo in chiave provocatoria, ho provato ad ipotizzare un trollaggio maldestro....ma niente, non mi è possibile... resto allibito e basito.

Molto divertente il tuo racconto e condivido la poca utilità, talvolta, della MARCATURA CE. Nel contempo, quando un paio di anni orsono la gente si ustionava con le borse dell'acqua calda elettriche cinesi (per citare la prima che mi è venuta in mente) che la marcatura CE l'avevano farlocca, si fece il giusto processo contro gli organi di controllo che non erano intervenuti preventivamente. Eppure non erano  bimbimimkia quelli che si erano ustionati.

La marcatura CE non ha lo scopo di far magicamente diventare sicuro un prodotto pericoloso. Ha lo scopo di garantire gli standard minimi di sicurezza e di imporre le indicazioni sulle corrette modalità d'uso dell'oggetto. Abbassa il rischio, ma non lo azzera e non elimina il pericolo. Meno bimbominkia sei, più correttamente usi l'oggetto, meno saranno le probabilità che l'evento di danno si verifichi. È un concetto matematico.

Per quanto possa essere ritenuta inutile la marcatura, e potrei essere anche d'accordo in taluni casi, in punto di diritto, non certificare un dispositivo elettrico espone il produttore/venditore a sanzioni, ma soprattutto alle responsabilità derivanti da un incidente che può verificarsi (sempre per la legge delle probabilità). Non cambia la sostanza, sotto l'aspetto giuridico, se ad aver subito l'incidente è un bimbominkia o uno scienziato. L'Autorità chiamata a decidere, avvierà le sue valutazioni partendo da un dato di fatto: l'oggetto non era a norma e non rispettava i requisiti per la vendita al pubblico. Risultato, il produttore paga, il bombominkia ( che evidentemente tanto stupido non é....) si fa risarcire i danni fisici, morali, psicologici ed esistenziali, e si ricopre di soldi. E se i soldi non fanno la felicità, pensa quanto fa infelici la miseria.....

Questo era il senso della discussione, l'obbligatorietà e non l'utilità della marcatura, che comunque risulterà sempre utile, oltre che obbligatoria, per chi produce per vendere al pubblico (che comprende ahimè i bimbiminkia) un dispositivo elettrico o altro prodotto pericoloso.

Altrimenti si potrebbe pure affermare che metà delle leggi in Italia sono ingiuste e non servono ad un cavolo, anche perché a rispettarle sono in pochi, il più delle volte definiti "fessi".....è un discorso d'effetto, che fa presa e suscita il consenso della massa, ma è sterile se non si da un'alternativa valida.

Modificato da grizzly
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è un uomo pieno di talenti questo cheshire. :ghgh: 

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3 ore fa, Cheshire ha scritto:

Il fatto è che un'autocertificazione ,che prevede dei controlli solo postumi all'immissione nel mercato, garantisce solo degli standard teorici e non realistici. LA questione è qui. Non ci sono controlli prima, ma ci si fida e , eventualmente, si controlla dopo. Il concetto applicativo stesso rende del tutto inutile un sistema, di per sè, funzionale.

 

Errato. Non paga  e risponde il produttore, risponde l'importatore, colui che ha fisicamente certificato e si è assunto la responsabilità legale della certificazione. Differenza non da poco, perchè, guarda caso, si tratta sempre di società satellite, che nel caso dovessero finire in processo e perdere, chiudono e non si è risolto nulla. Si fà cadere le colpe, quando possibile, sul titolare della società satellite, la società principale si dichiara parte civile perchè non è stata informata che i suoi prodotti non erano omologabili (un paradosso troppo frequente), e alla fine? niente di fatto. Rimborsi, nel migliore dei casi, che sostanzialmente rappresentano una piccola perdita a fronte dell'abuso di un sistema pensato per prevenire, e non per dare un rimborso postumo (rimborso che, secondo casi, non è nemmeno così faraonico; se la società d'importazione che certifica i prodotti finisce i soldi, dichiara banarotta...e ti prendi quel che c'è, sempre ce ne sia)

Obbligatorietà intesa come protezione postuma e non come prevenzione. Perchè come prevenzione, sappiamo benissimo non funzioni. Il punto è questo. Ha poco senso chiedere delle garanzie di sicurezza all'acquisto, quando sappiamo chiaramente come il sistema di certificazione offra solo delle garanzie di rimborso.

Non è questione che non servono, è questione che và capito come lavorano realmente. La certificazione CE è una garanzia nominale, che di fatto non garantisce nulla perchè è un'autocertificazione, una garanzia che dà una persona e per la quale si prende le dovute responsabilità, ma nessun organo che verifichi anticipatamente. Ci si fida sull'onestà di chi rilascia la certificazione, che è interessato nell'averla e nell'assumersi meno responsabilità legali possibili nel caso che qualcosa vada storto (e non raccontiamoci favole, ci sono interi libri di diritto scritti appositamente per parare ils edere a queste aziende) e non sulla professionalità di un'organo competente e disinteressato.

La cosa poi, come facevo notare, è ben più larga. La stessa certificazione può essere rilasciata in un qualunque paese europeo, ed è da sognatori credere che tutti i paesi abbiano pari interesse e mezzi per garantire la qualità e veridicità di queste autocertificazioni.

Apriamo gli occhi e cerchiamo di capire quello che si è sempre saputo da quanto è stata introdotta la certificazione CE: non è altro che una sorta di tassa che un produttore esterno alla CE deve versare per poter commercializzare il suo prodotto. Un modo per avere un responsabile per la qualità presente nella comunità europea (che contemporaneamente offre una serie di scappatoie legali), un responsabile comodo sia alla UE per le ovvie questioni legali e per la figura protezionistica verso il cittadino, che alla società esterna per scaricarsi le responsabilità. Il tutto infiocchettato da tutela per il consumatore finale, peccato che una tutela che ha azione e potere dopo il suo fallimento non è esattamente una tutela, o quantomeno non combacia con l'idea di fornire prodotti sicuri che invece vuole trasmettere. Un po come dire che sulla macchina sono obbligato a montare i freni, ma nessuno li guarda e tutti si fidano della concessionaria, che garantisce ci siano. Ma finchè non ti schianti non puoi sapere se la concessionaria mentiva. E se ti schianti? alla peggio chiude la concessionaria e domani un'altra concessionaria vende la stessa macchina, e il produttore dell'auto è tranquillo e sostanzialmente intoccabile.

Ma tirando due somme.
La certificazione serve? certo, perchè così hai qualcuno da citare in giudizio con più facilità, ma solo per quello e non certo per la protezione e garanzia del consumatore.
La certificazione funziona? no. Almeno non nei presupposti di qualità minima garantita che vuole trasmettere.

Puoi attaccarci anche 10 ,100, 1000 marchi CE, non cambierà di una sola virgola la cosa. Ora in caso di prodotto fallato hai un'indagine che porta ad un processo verso il venditore e genera una serie di scarica barile infiniti.
Con la certificazione in caso di prodotto fallato hai un'indagine, che porta ad un processo verso il certificatore (che ripeto, non è il produttore, se il produttore non è scemo), che nella peggiore delle ipotesi chiude tutto, dichiara fallimento, e il rimborso che ti spetterebbe forse lo vedi per il 10% fra 15 anni.

La certificazione CE non dà garanzie di qualità, da solo garanzie di iter giuridico leggermente più rapido (se poi il certificato del prodotto in causa è stato emesso da certificatori/importatori tipo in romania...ti conviene prenderla a ridere).

Sono d'accordo. I controlli sui prodotti, però, richiesti dal fabbricante europeo o dall'importatore, vengono eseguiti preventivamente, prima dell'immissione in commercio. I controlli nelle fasi successive alla produzione sono effettuati dalle Autorità pubbliche, che possono intervenire in ogni momento, di iniziativa o per necessità. Una sorta di controllo (pubblico) sul controllore (privato).

I controlli dell'organismo notificato, altro non sono che collaudi e test di laboratorio, su esemplari campione dell'oggetto da marcare. Ci sarà sempre qualcuno in malafede (chi ci assicura che al collaudo non ci vadano esemplari diversi da quelli che vengono commercializzati nelle produzioni successive?) ma un minimo di garanzia sostanziale c'è. Hai comunque ragione quando sostieni che l'altra ragione sottesa all'obbligo della marcatura è quella economica (maggiori tasse) che mette i fabbricanti europei in concorrenza sleale con quelli dei paesi asiatici.

Lo spirito dichiarato  della legislatore, tuttavia, è la sicurezza.  Le borse dell'acqua calda elettriche munite di marcatura CE non hanno mai ustionato nessuno. A fare danni erano state quelle con marcatura contraffatta, che sempre cinesi erano. Così anche per le luminarie e mille altri oggetti che vengono sequestrati ogni anno a tonnellate.

Anche i cinesi, quando seguono le vie legali del commercio, indotti a rispettare le nostre norme sulla sicurezza dei prodtti dagli importatori ufficiali, riescono a immettere nel mercato prodotti di qualità e a più basso rischio. 

Il bimbominkia continuerà a fare boom, ma almeno legalmente, non potrà rivalersi su nessuno. A pagare sarà papà.

Modificato da grizzly
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15 ore fa, grizzly ha scritto:

Faccio prima a postare link attendibili. Qui sotto, in sintesi, si potrà leggere cosa sono gli organismi notificati, cosa accettano e cosa certificano.

https://www.marcaturace.net/articoli/organismi-notificati

http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=9&area=dispositivi-medici&menu=conformita

La marcatura CE (non "marchio"),  obbligatoria per tutti gli apparecchi o dispositivi elettrici, attesta la conformità alle norme di sicurezza europee. Nulla centra con i marchi di qualità, che sono un'altra cosa e, soprattutto, non sono obbligatori.

@Bax78, è dispositivo elettrico tutto ciò che funziona e ha a che fare con la corrente elettrica. Anche un semplice multimetro.

Grizzly che il marchio CE non abbia nulla a che vedere con le norme ISO è esatto, la tua prima affermazione poteva mettere in dubbio questa distinzione.

Infatti:

Nella normativa ISO la certificazione viene data dopo che l' ente certificatore ha valutato che progettazione, produzione, post vendita ( non necessariamente tutte e tre le fasi assieme ) avvengono secondo certi standard, in modo tale che se l' azienda si presenta sul mercato con una certificazione ISO9002 ( faccio un esempio della vecchia normativa che mi è più familiare ) io so con ragionevole sicurezza con quale fornitore sto lavorando.

Il marchio CE è una AUTOCERTIFICAZIONE del costruttore o del produttore che afferma di immettere sul mercato prodotti che seguono una specifica linea guida emessa dall' autorità europea.

Riguardo al link che citi, immagino tu sappia che si tratta di prodotti medicali, dove la presenza del marchio CE deve avere una valenza che va al di la di una mera autocertificazione del produttore o dell' importatore, giusto?

Spetta al produttore infatti verificare che il prodotto risponda a tutti i requisiti della legislazione europea e controllare se il suo prodotto deve essere certificato da un organo indipendente, una volta verificata che non esiste tale necessita ( ed è quanto accade per le sigarette elettroniche  ) il produttore certifica la conformità ad i requisiti tecnici valutando e segnalando eventuali rischi che l' uso del prodotto può comportare.

Tutto questo viene raccolto in un fascicolo tecnico a disposizione di eventuali controlli, a questo punto il produttore può apporre il marchio CE in modo leggibile ed indelebile e redigere una dichiarazione di conformità ai requisiti di legge.

Stesso discorso per gli importatori:

Gli importatori devono assicurare ( altra AUTOCERTIFICAZIONE  ) che i prodotti immessi sul mercato rispettano i requisiti indicati nella linea guida di competenza e non presentano rischi per il consumatore europeo.

Ora, non ci vuole la testa di Mazzini per capire quale sia il peso in termini di autorevolezza del marchio CE.

Il mio paragone con la normativa ISO deriva dal fatto che spesso e volentieri si tende a dargli un peso che all' atto pratico non ha: il marchio CE, è quì la leggenda metropolitana, NON è sinonimo di qualità del prodotto come si potrebbe pensare, non può esserlo perchè non esiste alcun ente ( casi particolari a parte che hai fatto benissimo a citare ) preposto obbligatoriamente a controllare i processi produttivi, la conformità al livello qualità accettabile  del prodotto sotto esame, del produttore.

 

 

 

 

 

 

 

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Il 20/1/2017 alle 16:07 , seven ha scritto:

Idiota: in autobus NON SI SVAPA! Ce l'avevi in bocca, infatti hai fatto ben due attivazioni a vuoto ed hai insistito...

acciaio 5 o 6 spire e sei a 0.4/0.5? ma raccontala a Topo Gigio Caligiuri! Che questa è una menzogna grande come una casa!

e tu che NON sei un minorenne, il tubo clonazzo e il kennedy clonazzo l'hai acquistato eh? Bisogna controllare anche i bimbiminkia 19enni come te per legge?

anche le auto che hanno servofreno e controllo di trazione vanno a sbattere: per colpa di chi guida! Niente è sicuro al 100% bimbominkia! Cita il produttore dell'auto per danni se vai a sbattere perché il servofreno non ti ha impedito l'incidente...

Bah!

ditemi sto caligiuri cosa rappresenterebbe nello svapo... ve prego

è un distributore? ma è il conduttore radiofonico, stessa persona?

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@Cheshire : ma davvero Zelig non ti interessa ? 😂 Mi hai fatto morire con il post sopra 😂

Detto ciò mi pongo una questione : d'accordo con tutti sul fatto che un tubo dovrebbe esser fatto con tutti i crismi, dovrebbe fare in modo che la batteria non vada in corto, avere fori di sfiato correttamente dimensionati, posizionati bene, pulsante che non si incricca e possibilmente niente 510 ibrido...se no Bimbogigio ci mette l'atom (magari clone) senza controllare il pin e boooom....

Però... è possibile produrre un tubo "idiot proof" ? 

Ovvero, tutti i discorsi del mondo e gli accorgimenti tecnici produrranno mai un tubo che nelle mani di un dodicenne gasato che vuol fare i nuvoloni con coil da 0,00000qualcosa con la batteria più cheap che trova non salti per aria ? 

Secondo me rimarrà sempre un buon margine di effetto boom...

Opinione personalissima: o si accetta che i tubi sono intrinsecamente pericolosi (anche quelli meglio fatti) e quindi vanno usati solo da persone con esperienza e testa sul collo (e di conseguenza in mano a chi non se ne intende il rischio c'è eccome)....o se ne proibisce la vendita a suon di sequestri , se serve. Di tutti i meccanici tout court.

 

Insomma un neopatentato non può guidare una Porsche 911R....per legge.

Ma con i tubi che facciamo ? Si istituisce il patentino da svapatore tipo quello per radioamatori ? 

Altrimenti la vedo dura. Anche se i soli tubi in commercio fossero prodotti in Italia (come quello esploso a Prato se non erro) con ogni crisma possibile di sicurezza...il tubo non ha meccanismi di sicurezza per proteggere da errori. E se gli metti un circuito che protegga non è più un meccanico...indi...

 

Modificato da LupoSolitario
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Secondo me vendere dispositivi meccanici in negozio di materiale da svapo può essere problematico se non ci si tutela adeguatamente, è vero che intercetti un mercato proponendo prodotti particolari, ma io non sono così sicuro che il gioco valga la candela.

I risultati di questa controversia sicuramente avranno effetti sul tipo di prodotto che i commercianti terranno sugli scaffali,.

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50 minuti fa, liviomex ha scritto:

 

Ora, non ci vuole la testa di Mazzini per capire quale sia il peso in termini di autorevolezza del marchio CE.

Il mio paragone con la normativa ISO deriva dal fatto che spesso e volentieri si tende a dargli un peso che all' atto pratico non ha: il marchio CE, è quì la leggenda metropolitana, NON è sinonimo di qualità del prodotto come si potrebbe pensare, non può esserlo perchè non esiste alcun ente ( casi particolari a parte che hai fatto benissimo a citare ) preposto obbligatoriamente a controllare i processi produttivi, la conformità al livello qualità accettabile  del prodotto sotto esame, del produttore.

 

Il punto è tutto qui. Essendo una certificazione fatta nel nostro caso dall'importatore, e che attiva controlli e verifiche solo dopo che il prodotto è in commercio, la certificazione CE non è sinonimo di qualità come la gente crede (e viene fatto credere).

Concettualmente il marchio CE è una garanzia di sicurezza tanto quanto un'avvisatore posto su un paracadute, che però ti dice "guarda, forse il tuo paracadute aveva dei problemi" dopo che non si è aperto e ti sei schiantato.

Perciò, se vogliamo valutare la sua valenza come deterrente, sicuramente ha utilità, ma dobbiamo anche ricordare come funziona il sistema legale (non solo italiano), e di come, parlando di prodotti a bassissima diffusione, Il piccolo importatore dedicato possa sobbarcarsi il rischio di certificazioni false senza difficoltà. E' lo stesso gioco delle piccole aziende che aprono, si indebitano, chiudono dopo 2 anni per fallimento e riaprono con una ragione sociale diversa 6 mesi dopo, cambiando solo due nomi, facendo lo stesso lavoro, con gli stessi dipendenti, con nuovi sgravi e finanziamenti.

La certificazione CE  non è garanzia reale di qualità, ma solo di responsabilità legale. Conviene alle aziende perchè così hanno, in caso di problemi, qualcuno da sacrificare in tribunale restando impunite, conviene alla UE perchè è una sorta di balzello e tiene buoni i cittadini, conviene ai cittadini perchè...in un processo hanno qualcuno da additare, e non un'azienda estera che nemmeno si presenta in aula.

Il concetto dell'autocertificazione potrebbe funzionare solo nei grossi numeri, solo se, per esempio, ad importare prodotti per lo svapo ci fosse un solo importatore che tratta tutto. In quel caso allora potrei fidarmi, perchè l'importatore non ha nessun interesse nel far passare per valido un prodotto  che non lo è, a rischio di giocarsi azienda e licenza e distribuzione anche per tutti gli altri prodotti importati. Fintanto però che ogni azienda exra-UE può tecnicamente aprirsi il suo importatore personale, che tratta solo i prodotti di quell'azienda (con ovvio conflitto di interessi), del bollino CE mi fido tanto quanto della sua controparte China Export  .

8 minuti fa, LupoSolitario ha scritto:

@Cheshire : ma davvero Zelig non ti interessa ? 😂 Mi hai fatto morire con il post sopra 😂

Detto ciò mi pongo una questione : d'accordo con tutti sul fatto che un tubo dovrebbe esser fatto con tutti i crismi, dovrebbe fare in modo che la batteria non vada in corto, avere fori di sfiato correttamente dimensionati, posizionati bene, pulsante che non si incricca e possibilmente niente 510 ibrido...se no Bimbogigio ci mette l'atom (magari clone) senza controllare il pin e boooom....

Però... è possibile produrre un tubo "idiot proof" ? 

Ovvero, tutti i discorsi del mondo e gli accorgimenti tecnici produrranno mai un tubo che nelle mani di un dodicenne gasato che vuol fare i nuvoloni con coil da 0,00000qualcosa con la batteria più cheap che trova non salti per aria ? 

Secondo me rimarrà sempre un buon margine di effetto boom...

Opinione personalissima: o si accetta che i tubi sono intrinsecamente pericolosi (anche quelli meglio fatti) e quindi vanno usati solo da persone con esperienza e testa sul collo (e di conseguenza in mano a chi non se ne intende il rischio c'è eccome)....o se ne proibisce la vendita a suon di sequestri , se serve. Di tutti i meccanici tout court.

 

Insomma un neopatentato non può guidare una Porsche 911R....per legge.

Ma con i tubi che facciamo ? Si istituisce il patentino da svapatore tipo quello per radioamatori ? 

Altrimenti la vedo dura. Anche se i soli tubi in commercio fossero prodotti in Italia (come quello esploso a Prato se non erro) con ogni crisma possibile di sicurezza...il tubo non ha meccanismi di sicurezza per proteggere da errori. E se gli metti un circuito che protegga non è più un meccanico...indi...

 

Grazie, almeno qui l'ironia viene compresa, sono reduce dalla dimostrazione che per accedere a internet servirebbe una prova del QI ,che non è possibile fare una battuta ironica (chiaramente) e venire attaccati verbalmente e minacciati da chi stai difendendo. Ma si parla di altri lidi dove il QI medio è molto inferiore, e la concentrazione di analfabeti funzionali è palese.

Tornando però al discorso di Lupo, un meccanico a prova di Bimbogigi è possibile, si chiama elettronico. :D 
Si, è una contraddizione di temrini, ma è come volere una vettura da rally sicura e alla portata di ogni guidatore...si chiama vettura stradale, e comunque non garantisce al 100% l'assenza di incidenti.

Il fatto è , appunto, che bisogna accettare l'idea che il tubo, in quanto tale, è pericoloso. Non possiamo condannare il tubo in sè, ma al massimo chi lo usa. Condannare chi li vende ,li produce o chi li recensisce (nel bene o nel male), sarebbe come condannare Guido Meda perchè a sentire le sue telecronache, il ritardato di turno esce, prende una qualunque moto stradale e si impasta in centro paese facendo una strage, o condannare Lotus perchè fà macchine estreme con cui serve manico per non farsi del male e fare del male al prossimo, o condannare Ken Block perchè a guardare i suoi numeri, il ragazzetto neo patentato prende il BMW station di papà e vuole fare traversi, finendo a falciare le vecchiette con annessi carrelli nel parcheggio della Coop.

Purtroppo, nel caso dei meccanici, non ci sono pretesti o appigli che ne possano regolamentare la diffusione o la sicurezza. Metti fusibili? non è più un meccanico Metti elettroniche di protezione passiva? non  più un meccanico. Qualunque intervento ne snaturerebbe l'essenza e ,di fatto, agirebbe verso prodotti che non sono i meccanici. Imponiamo per legge la commercializzazione solo di prodotti che non possono erogare più di 200W e 25A? ha senso, ma non stiamo agendo verso i meccanici,che co questi dispositivi di fatto non sono più meccanici.

Certo, si può vietare qualunque dispositivo che non disponga di un'elettronica atta a garantire protezioni minime e definite. Avrebbe senso. Di fatto ammazzi i meccanici invece di regolamentarli (e sarebbe una soluzione tipicamente all'italiana). Ma cosa ottieni?
Ottieni un proibizionismo, che storia insegna non aver mai funzionato in nessun settore, e aver sempre portato più danni che benefici.

Vieta i meccanici, e la gente no smetterà di comprarli o possederli. Non ci sarà più un mercato tracciabile, visibile e verificabile, e ti troverai con meccanici spacciati di sottobanco, fatti alla buona da chiunque (perchè rendendo illegale il prodotto, ne aumenti l'interesse per il suo mercato,dato di fatto) ,senza il minimo controllo ne pre vendita ne post vendita, ti troverai gente che se li fà in casa modificando una legalissima torcia (eh...son nati così, per chi non lo sapesse), gente che prova a farseli con i fili da impianto di casa, interruttori da lampade per comodini, filettature improvvisate... 
Vieti un prodotto e generi un pericolo 10 volte maggiore, come in tutti i proibizionismi.

La soluzione allora? nessuna. Si può agire sulla cultura, sulla consapevolezza, sul responsabilizzare il cliente... belle parole e belle idee, ma ricordiamoci come ragiona la maggioranza degli interessati, che chiede "una sigaretta per fare tanto fumo" o "cosa monto su questo atom per fare tanto fumo", ma mai chiede perchè una build rispetto all'altra fà tanto vapore. Tutto si risolve al primitivo concetto "questa è meglio di quella", e non si và oltre, perchè gli interessanti non vogliono andare oltre.

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Concordo con te Cheshire.

Se è un tubo meccanico non ha circuito. Indi per ben fatto che sia non ha protezioni di sorta che possano renderlo a prova di tonto.

E allora o li si lascia vendere (magari però con i venditori che controllano almeno la maggiore età dell'acquirente) tout court, senza troppe richieste di impossibili sicurezze o li si proibisce del tutto.

Perchè se meccanico deve essere non avrà alcun circuito di protezione. Altrimenti lo si vieta e stop (appunto all'italiana...se un tonto ci si può ammazzare priviamo tutti, anche i non tonti, della possibilità di utilizzarli perchè vogliamo un mondo "idiot proof") .

Il punto è , secondo me, che con il meccanico c'è solo un sistema di sicurezza: l'utente finale.  Dimestichezza, prudenza e attenzione dell'utente che non può demandare ad altri aggeggi la sua sicurezza. Deve saper far da sè, o rischiarci i denti se incapace di farlo lo vuole usare a tutti i costi...

In effetti agire sulla consapevolezza....beh in taluni casi la vedo dura :-)

 

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Inviato (modificato)

3 ore fa, liviomex ha scritto:

Grizzly che il marchio CE non abbia nulla a che vedere con le norme ISO è esatto, la tua prima affermazione poteva mettere in dubbio questa distinzione.

Infatti:

Nella normativa ISO la certificazione viene data dopo che l' ente certificatore ha valutato che progettazione, produzione, post vendita ( non necessariamente tutte e tre le fasi assieme ) avvengono secondo certi standard, in modo tale che se l' azienda si presenta sul mercato con una certificazione ISO9002 ( faccio un esempio della vecchia normativa che mi è più familiare ) io so con ragionevole sicurezza con quale fornitore sto lavorando.

Il marchio CE è una AUTOCERTIFICAZIONE del costruttore o del produttore che afferma di immettere sul mercato prodotti che seguono una specifica linea guida emessa dall' autorità europea.

Riguardo al link che citi, immagino tu sappia che si tratta di prodotti medicali, dove la presenza del marchio CE deve avere una valenza che va al di la di una mera autocertificazione del produttore o dell' importatore, giusto?

Spetta al produttore infatti verificare che il prodotto risponda a tutti i requisiti della legislazione europea e controllare se il suo prodotto deve essere certificato da un organo indipendente, una volta verificata che non esiste tale necessita ( ed è quanto accade per le sigarette elettroniche  ) il produttore certifica la conformità ad i requisiti tecnici valutando e segnalando eventuali rischi che l' uso del prodotto può comportare.

Tutto questo viene raccolto in un fascicolo tecnico a disposizione di eventuali controlli, a questo punto il produttore può apporre il marchio CE in modo leggibile ed indelebile e redigere una dichiarazione di conformità ai requisiti di legge.

Stesso discorso per gli importatori:

Gli importatori devono assicurare ( altra AUTOCERTIFICAZIONE  ) che i prodotti immessi sul mercato rispettano i requisiti indicati nella linea guida di competenza e non presentano rischi per il consumatore europeo.

Ora, non ci vuole la testa di Mazzini per capire quale sia il peso in termini di autorevolezza del marchio CE.

Il mio paragone con la normativa ISO deriva dal fatto che spesso e volentieri si tende a dargli un peso che all' atto pratico non ha: il marchio CE, è quì la leggenda metropolitana, NON è sinonimo di qualità del prodotto come si potrebbe pensare, non può esserlo perchè non esiste alcun ente ( casi particolari a parte che hai fatto benissimo a citare ) preposto obbligatoriamente a controllare i processi produttivi, la conformità al livello qualità accettabile  del prodotto sotto esame, del produttore.

 

 

 

 

 

 

 

UNI, EN, ISO sono Enti riconosciuti, di diritto privato, che elaborano, verificano e certificano norme tecniche sui processi produttivi dei vari prodotti (ne esistono anche per le ecig) in armonia con le direttive UE riguardanti i dispositivi elettrici. Le relative certificazioni danno ai prodotti presunzione di conformità. Si preoccupano, in sostanza, della bontà dei processi produttivi, nel rispetto dell'ambiente e dell'efficienza e sicurezza del prodotto.

La marcatura CE, è una certificazione di conformità di diritto pubblico, perché prevista e resa obbligatoria da Direttive UE. La ecig ci rientra in ragione di varie Direttive, tra le quali la Direttiva  ROHS riguardante i prodotti tossici (es., i metalli pesanti) e la direttiva "bassa tensione", posto che per ricaricare le batterie ci dobbiamo affidare alla rete elettrica domestica. In ogni caso, la Direttiva " compatibilità elettromagnetica' le fa sempre ricadere nell'obbligo della marcatura CE (anche se sprovviste di alimentatore).

Le direttive citate non si accontentano più di una semplice e mera autocertificazione del produttore, ma esigono un fascicolo tecnico, in cui sono raccolti, oltre alla dichiarazione di conformità, tutti i documenti tecnici relativi:  al progetto; all'analisi dei rischi; ai materiali impiegati per fabbricare il prodotto; alle modalità e precauzioni  d'uso (che devono poi accompagnare il prodotto): alle prove sulla sua sicurezza (che se fossero fatte sui tubi, mandando in corto la batteria, indurrebbero i produttori a prevedere, come minimo, sfiati adeguati per impedire sovrapressioni interne ed esplosioni, oltre che sicurezze efficaci contro le attivazioni accidentali dei tasti).

L'unico dubbio da sciogliere è:  chi fa il fascicolo tecnico? Come fa un piccolo produttore, non attrezzato di laboratori e personale tecnico, a  predisporre un fascicolo tecnico? Non può mica cavarsela con una semplice e incompleta dichiarazione di conformità. Progetti, test anslisi dei rischi e quant'altro, vanno eseguiti a regola d'arte, non certo inventati o immaginati. 

Posto che per alcuni prodotti, l'intervento dell'organismo notificato è sempre obbligatorio (vedi ad esempio gli elettromedicali) ritengo che l'obbligo del fascicolo tecnico, induca ormai tutti i  produttori/importatori, di medie piccole dimensioni, a rivolgersi agli organismi riconosciuti per le certificazioni o ad attrezzarsi. Non apporre la marcatura o autocerticala  in modo superficiale, comporta una pesante assunzione di responsabilità in caso di inconvenienti (fosse anche per imperizia del bimbominkia) oltre che pesanti sanzioni per inosservanza alle norme. Per non parlare dei possibili procedimenti penali, derivanti da querele per lesioni colpose.... Chi glielo fa fare? 

Vita dura per i piccoli modder.... Peccato, ma credo proprio che sia cosi e se sbaglio sarò più contento.

Sono comunque d'accordo con chi sostiene che dietro la facciata della sicurezza dei prodotti, vi sia un gran business che mette in difficoltà le imprese europee, nel cofronto con quelle che operano in Paesi dove queste norme non esistono. 

Tutto ciò si può combattere solo con i dazi alla dogana. Ma neanche questi ci poacciono....

 

 

 

 

Modificato da grizzly
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Grizzly credo tu abbia toccato al fondo uno dei problemi portati dalla "globalizzazione". 

Magari un giorno ci arriveremo (50 anni ? ) ad un sistema dove tutti i competitors, qualunque sia la loro nazione base, devono rispettare norme equivalenti. Ma fintanto che non sarà così chi produce nel paese con minori normative ha più vantaggi competitivi.

Se poi i dazi non li vogliamo (ci sono pro e contro, francamente dipende da troppi fattori per generalizzare e sintetizzare un discorso lungo e variegato) dobbiamo accettare una concorrenza "sleale" da produttori siti in paesi terzi. O regolamentare all'ingresso i prodotti che arrivano per finire sul nostro mercato...

Secondo me non se ne esce...contando che inevitabilmente si formerebbe un mercato parallelo...sanzionabile sì, ma intanto scovalo, sanzionalo ecc....

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4 ore fa, johnnysvapo ha scritto:

ditemi sto caligiuri cosa rappresenterebbe nello svapo... ve prego

è un distributore?

già, proprio così

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Non uso meccanici sinora almeno, ma secondo me le uniche soluzioni sarebbero:

1) batterie che garantiscano da corti, come? Questione di progresso tecnologico...

2) come @LupoSolitario, immagino ironicamente, proponeva, un patentino che abiliti all'uso, con esame pratico e teorico

Ciao

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Ciao Papico,

beh più che le batterie il tubo dovrebbe garantire dai corti...

L'idea del patentino era chiaramente ironica, giusto per dire che se svapi in meccanico ti assumi delle responsabilità e almeno dovresti avere le idee molto chiare su come funziona (non solo legge di ohm, ma possibilità delle batterie singole, in parallelo, come è realizzato il tubo, sua pulizia e manutenzione ecc.)

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Il 25/1/2017 alle 18:23 , Cheshire ha scritto:
Il 25/1/2017 alle 10:46 , nicknick ha scritto:

:rotfl

 

 

Riguardo l'ultimo intervento di Maravilla... giuro, ho provato a pensare una risposta, ho provato a rileggere più volte cercando un significato nascosto, ho provato a buttar giù risposte simpatiche o ironiche che non cadessero nel turpiloquio , ho provato a rileggerlo in chiave provocatoria, ho provato ad ipotizzare un trollaggio maldestro....ma niente, non mi è possibile... resto allibito e basito.

Uno lolla e l'altro rimane basito, argomentazioni potenti,

Detto questo la mia non è una provocazione ne una trollata.

Visto che le leggi della fisica non rientrano nella sfera delle cose opinabili, partendo dal presupposto di fare le cose a regola d'arte , che prevede smontare e pulire il tubo quando vi arriva, di conseguenza controllarlo, provare il tasto e il suo funzionamento, fare regolare manutenzione, utilizzare batterie con il giusto amperaggio per la build che si vuole montare e ben wrappate, utilizzare dripper originali e adatti con pin sporgente, evitare contatti stupidi al suo interno una volta montata la/le coil, verificare il tutto, mi dite quindi come fa un tubo a scoppiare? se mi dite come fa un tubo a scoppiare per qualcosa che non sia un errore/superficialità del suo utilizzatore io mi rimangio tutto.

Personalmente l'unico problema che ho mai avuto è stato con un circuito che andava in autofire per i fatti suoi, le ragioni sono facilmente intuibili ma sinceramente andare a smontare tutta una box per lavare un circuito e rimontarla tutta per ste cinesate non ne vale la pena.

Nel caso specifico del ragazzino di Prato è lampante quanto non sia stato il tubo ad esplodergli sulle palle ma la sua c******eria a strinargli le balotas, lo so io, lo sa lui e lo sapete anche voi.

Poi visto che viviamo in un mondo pieno di cerebroesenti che credono di avere i super poteri allora dobbiamo tutelarli, eppure basterebbe aver voglia di leggere, documentarsi e capire per evitare qualsiasi incidente con i meccanici.

 

 

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1 minuto fa, Maravilla ha scritto:

Uno lolla e l'altro rimane basito, argomentazioni potenti,

Detto questo la mia non è una provocazione ne una trollata.

Visto che le leggi della fisica non rientrano nella sfera delle cose opinabili, partendo dal presupposto di fare le cose a regola d'arte , che prevede smontare e pulire il tubo quando vi arriva, di conseguenza controllarlo, provare il tasto e il suo funzionamento, fare regolare manutenzione, utilizzare batterie con il giusto amperaggio per la build che si vuole montare e ben wrappate, utilizzare dripper originali e adatti con pin sporgente, evitare contatti stupidi al suo interno una volta montata la/le coil, verificare il tutto, mi dite quindi come fa un tubo a scoppiare? se mi dite come fa un tubo a scoppiare per qualcosa che non sia un errore/superficialità del suo utilizzatore io mi rimangio tutto.

Personalmente l'unico problema che ho mai avuto è stato con un circuito che andava in autofire per i fatti suoi, le ragioni sono facilmente intuibili ma sinceramente andare a smontare tutta una box per lavare un circuito e rimontarla tutta per ste cinesate non ne vale la pena.

Nel caso specifico del ragazzino di Prato è lampante quanto non sia stato il tubo ad esplodergli sulle palle ma la sua c******eria a strinargli le balotas, lo so io, lo sa lui e lo sapete anche voi.

Poi visto che viviamo in un mondo pieno di cerebroesenti che credono di avere i super poteri allora dobbiamo tutelarli, eppure basterebbe aver voglia di leggere, documentarsi e capire per evitare qualsiasi incidente con i meccanici.

 

 

si, vabè. tanti saluti. 👋

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6 minuti fa, nicknick ha scritto:

si, vabè. tanti saluti. 👋

no ma davvero spiegami cosa c'è di sbagliato in quello che dico, mi ridi dietro almeno fammi la cortesia di speigarmi il perchè, se ho torto ho torto magari mi sfugge qualcosa, ma farmi ridere dietro senza avere spiegazioni non è piacevole e sinceramente anche un po' maleducato da parte tua farlo.

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Inviato (modificato)

tutti parlano del tubo ma nelle foto che ho visto il tubo è integro, la cosa mi fa pensare che è costruito con ottimi materiali, l'unica cosa che è esplosa quindi è la batteria... ora tralasciando i vari marchi CE e certificazioni varie e attenendoci unicamente AI FATTI SUCCESSI, se fosse stato veramente costruito con materiali scadenti il tubo si sarebbe aperto come una banana... (non so se avete mai visto una 18650 esplodere ma per chi non l'avesse vista assicuro che non è come quando scoppia un minicicciolo).

In secondo luogo, vogliamo parlare anche un pochino del kennedy clone che montava? :/

Modificato da Redneck

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23 minuti fa, Redneck ha scritto:

tutti parlano del tubo ma nelle foto che ho visto il tubo è integro, la cosa mi fa pensare che è costruito con ottimi materiali, l'unica cosa che è esplosa quindi è la batteria... ora tralasciando i vari marchi CE e certificazioni varie e attenendoci unicamente AI FATTI SUCCESSI, se fosse stato veramente costruito con materiali scadenti il tubo si sarebbe aperto come una banana... (non so se avete mai visto una 18650 esplodere ma per chi non l'avesse vista assicuro che non è come quando scoppia un minicicciolo).

In secondo luogo, vogliamo parlare anche un pochino del kennedy clone che montava? :/

le sony VTC non esplodono: sfiatano soltanto. Chissà che batteria ha usato lui!

 

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1 minuto fa, seven ha scritto:

le sony VTC non esplodono: sfiatano soltanto. Chissà che batteria ha usato lui!

 

nella foto c'è una sony ma è integra, quella esplosa a quanto dice era ancora dentro al tubo.

ci sono troppi fattori.... l'errore umano, le filettature, la batteria difettosa, l'atomizzatore cinese........ non si verrà mai ad una vera e propria conclusione

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