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Multinazionali fanno quadrato: “Tpd e Fda limitano innovazione”


2 messaggi in questa discussione

di Stefano Caliciuri

Le multinazionali del tabacco pare abbiamo fatto quadrato nel sostenere una posizione condivisa sulla sigaretta elettronica. Dopo le dichiarazioni di Hon Lik, inventore della sigaretta elettronica, ora collaboratore di Fontem Ventures – società controllata da Imperial Brand (già Imperial Tobacco) – è la volta di Marina Trani, responsabile Ricerca e Sviluppo di Nicoventures (British American Tobacco) intervenire nel dibattito sulla normativa del fumo elettronico puntando il dito contro le eccessive restrizioni in materia di innovazione. “Regole diverse in diverse giurisdizioni rendono eccessivamente onerosa e costosa l’innovazione, soprattutto per le piccole imprese. Si soffoca la crescita e l’innovazione, che a sua volta potrebbe soffocare il potenziale che questi prodotti hanno per ridurre i danni del fumo“.
Schermata 07-2457596 alle 13.55.30Trani ha tenuto l’intervento durante l’Euroscience Open Forum in corso di svolgimento a Manchester. Big Tobacco appare dunque sempre più interessata al mercato del fumo elettronico. Bat per prima, poi anche Jti e Imperial hanno lanciato una loro versione elettronica della sigaretta; Philip Morris invece ha fatto una scelta differente, puntando su una strumento di riscaldamento di vero tabacco. Sia la Tpd che la prossima legge americana della Fda trattano il vaping alla stregua del tabacco. Il vero impegno delle multinazionali, se davvero volessero dimostrare di volersi affiancare e non combattere il settore del fumo elettronico, dovrebbe essere lottare per conquistare una normativa indipendente del fumo elettronico sganciato dal tabacco.

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Imperial Tobacco & c. dovevano solo fare una cosa ormai qualche anno fa: essere loro  i responsabili diretti della rivoluzione chiamata sigaretta elettronica senza lasciare questo mercato in mano alle piccole imprese che nel contempo sono cresciute ed affinate.

Ora dopo il loro tentativo riuscito di resettare il mercato del fumo elettronico cercare di presentarsi vergini ad un nuovo appello chiedendo normative meno castranti è stomachevole con buona pace delle Marine Trani di turno.

 

PS: ma quante sigarette fuma una tizia che fa ricerca e sviluppo per la Imperial Tobacco?

PPS: ma la parola  Tobacco è diventata una parola politicamente scorretta alla stregua di negro, andicappato, ecc, ecc, tanto da far cambiare nome ad una multinazionale?

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